fine della triste parabola discendente di un perdente

Luigi Di Maio era già volato via dal Parlamento, ma emette forse l’ultimo squillo della sua triste carriera politica: lascia il suo stesso partito, Impegno Civico, di cui era segretario. ironizzare su Luigi Di Maio è un po’ come il sale: sta bene sempre e dà sapore alla giornata. Specialmente se ci si sente liberi della sua inquietante presenza nelle aule di Montecitorio. Si dirà, magra consolazione, visto come siamo ridotti. Antonio Tajani, da ieri, è il successore di Di Maio. E lo testimonia con un post su Twitter corredato da foto. Chissà come deve aver sofferto, Giggino. Oppure no, visto che non leggiamo nel pensiero. Certo è che la sua parabola politica, passata dalle stelle alle stalle, è una testimonianza fulgida di un fatto che forse in molti trascurano: il coraggio, in politica, in realtà paga. Proprio la mancanza di esso, se guardiamo al pecorso dell’ex-ministro, è stato decisivo sulla sua rovina.

Di Maio lascia Impegno Civico

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6 messaggi in questa discussione

Io ci andrei cauto prima di definire Luigi Di Maio un perdente. Negli ultimi tempi sono stato forse quello che più lo ha criticato nel forum. Fino a sbeffeggiarlo come meritava. Ma oggi, nel momento della sconfitta e del ritiro dalla politica, ritengo giusto dare a Cesare quel che è di Cesare. Nel bene o nel male l'ex "bibitaro" dello stadio San Paolo (lavoro onesto e rispettabile) è stato un protagonista della politica italiana per quasi un decennio. E lo diventò a un'età alla quale la maggior parte dei politici fa un'oscura gavetta a livello locale. A 26 anni fu il più giovane vicepresidente della Camera nella storia. A 33 il più giovane ministro degli Esteri. Nel Conte 1 aveva ricoperto altri due importanti ministeri. A 31 anni condusse il M5s a un clamoroso successo elettorale ottenendo quasi 7 punti percentuali più del partito della Meloni alle ultime elezioni (e quasi 4 milioni di voti in più). Non dimentichiamo le importanti riforme di cui fu il principale promotore: il Reddito di cittadinanza, il decreto Dignità, il taglio dei parlamentari. E non dimentichiamo il grande merito e la grande intuizione della sua letterale e provvidenziale "scoperta" di uno statista e di un leader, Giuseppe Conte, che in Italia non si vedeva da decenni. Insomma, è indiscutibile che Di Maio sia stato uno dei giovani più intelligenti e più intraprendenti nella storia della politica italiana. Purtroppo alla lunga non ha mostrato la maturità, la personalità e soprattutto la coerenza che da un talento precoce del suo calibro era lecito aspettarsi. È abbastanza evidente che il ragazzo, in particolare nel suo ruolo di ministro degli Esteri (ricoperto in modo più che decoroso sotto l'aspetto formale), sia stato suggestionato anzi abbagliato dalle sale luccicanti delle cancellerie europee, delle grandi istituzioni internazionali, dall'UE alla NATO, dalla figura di Mario Draghi e dalle altre sirene del potere e dell'establishment. Cose che capitano a chi scala così velocemente, partendo quasi dal nulla, l'infido pendio del successo. È molto probabile che nell'involuzione draghiana del "rivoluzionario con la cravatta" (così definiva Di Maio un mio amico grillino della prima ora) abbia giocato il rapporto deteriorato con Conte. È probabile che Di Maio stesso sia rimasto sorpreso dalla personalità e dalla statura politica mostrate dal semisconosciuto avvocato da lui scoperto e lanciato, e che abbia sofferto per la conseguente perdita di leadership nel Movimento. Resta il fatto che l'errore basilare Di Maio lo commise nel 2018 alleandosi con Salvini. Un mestierante molto più esperto, più furbo e più spregiudicato di lui. Tutti i problemi del M5s, come ho sempre scritto, nacquero lì. Il ragazzo di Pomigliano, con lo scriteriato appoggio di Grillo, non seppe resistere alla tentazione di andare al governo, a tutti i costi. Che erroraccio e che peccato! Perché il ragazzo, prima di atlantizzarsi più di un merluzzo di Terranova, aveva delle brillanti e profetiche intuizioni. Ecco cosa diceva Luigi Di Maio nel 2017:

"Occorre andare oltre la NATO. Perché in questo momento siamo dei pazzi a portare le nostre truppe al confine con la Russia. La NATO in questo momento sta portando truppe al confine con la Russia quando noi crediamo che in un'ottica di lotta al terrorismo e di pace tra potenze militari non sia assolutamente indicato, ma da folli.

Un talento politico sprecato e rovinato dal draghismo. Che peccato! 

Modificato da fosforo311

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5 ore fa, sempre135 ha scritto:

dalla padella alla brace......:D

Vedrai che Giggino non si puzzerà di fame. Ho letto che studia da consulente in affari esteri. D'altronde, ripeto, è un ragazzo con delle capacità, ma un po' ingenuo. Al punto da farsi rovinare dall'incapace Draghi. Al suo confronto Angelino Alfano sembrava un politucolo da barzelletta. Da ministro degli Esteri l'ex delfino del Cav balbettava, la cosa migliore che fece da politico fu il ritirarsi dalla politica. Ora ha un posto di rilievo nel più grosso studio legale italiano, la poltrona di presidente della maggiore holding sanitaria privata italiana e una cattedra alla Luiss. La famosa "meritocrazia" del paese di Pulcinella. 

Modificato da fosforo311

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Sembra che per Di Maio ci sia un posto in coca cola

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8 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Sembra che per Di Maio ci sia un posto in coca cola

Rimane nel settore bibite.

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8 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Rimane nel settore bibite.

Bisogna vedere in quale settore, sig fosforo. Potrebbe essere un posto alto locato. 

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