Un robot ha cambiato tutto

Non ho mai sottovalutato le potenzialità dei robot e dell'Intelligenza Artificiale in genere, anzi. Ultimamente ho mostrato a uno scettico del forum come robot intelligenti possono svolgere in modo estremamente rapido ed efficiente un compito delicato quale la pulizia dei pannelli fotovoltaici per tenerli sempre in condizioni ottimali di rendimento. Ma francamente sono rimasto abbastanza impressionato da questo filmato. Una grande e nota azienda ortofrutticola piemontese ha adottato dei robot made in Israele come raccoglitori di mele:

https://video.repubblica.it/tecnologia/tech/per-72-anni-un-azienda-italiana-ha-raccolto-le-mele-a-mano-poi-un-robot-ha-cambiato-tutto/426000/426953

La raccolta delle mele è un'attività tutt'altro che banale. Per ottimizzare la produzione servono raccoglitori abili ed esperti, capaci di individuare e cogliere la mela giusta al punto giusto di maturazione. Servono un occhio esperto e un periodo di formazione: trovare un numero adeguato di bravi raccoglitori era stato sempre un problema per questa azienda. Ma il robot israeliano ha cambiato tutto, ha risolto tutto.  Si tratta di droni che svolazzano presso i rami degli alberi di mele, inquadrano i frutti con una telecamera e dei sensori, individuano a colpo sicuro la mela giusta, allungano un braccio meccanico con una sorta di ventosa a risucchio, colgono la mela e la depositano nel contenitore. Questa tecnologia è già disponibile per ogni tipo di frutto e l'azienda piemontese intende estenderne l'uso a tutti gli altri suoi prodotti (kiwi, susine, pesche, ciliegie). Immagino con vantaggi economici notevoli. Ma ora una domanda sorge spontanea: che fine faranno i raccoglitori umani? Leggo sul sito dell'azienda che le sue attività coinvolgono circa 2000 persone. Immagino che questa innovazione tecnologica taglierà centinaia di posti di lavoro. Anche se qualche addetto alla manutenzione dei robot dovrà essere assunto. Il problema si pone o si porrà nel giro pochi anni per innumerevoli altre attività e a livello globale. Nel giro di uno o due decenni l'Intelligenza Artificiale creerà decine di milioni di nuovi posti di lavoro. Ma ne cancellerà centinaia di milioni. E tra questi anche lavori difficili e specializzati, come e più di quello del raccoglitore di mele. E allora come evitare di ritrovarci  in un mondo altamente ingiusto e diseguale, con enormi flussi migratori e terribili tensioni e disuguaglianze anche all'interno delle società più ricche e tecnologiche? Al momento io non vedo che una soluzione: tagliare drasticamente gli orari di lavoro, accorciare la settimana lavorativa fino a sole 15 ore, come auspicava il grande e lungimirante economista Keynes già negli anni 30 del secolo scorso. Applicare cioè il vecchio slogan della sinistra:

LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI. 

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6 messaggi in questa discussione

Questo e’ un idio ta   tra ves tito da uomo !! Ma te guarda che si inventa per propagandare il suo pallino che non trova proseliti in nessuna parte del mondo !! Ma poi , il pulcinella partenopeo , continua con la bufala che Keynes avrebbe avrebbe inventato lo slogan : Lavorare meno lavorare tutti !! Mai , ripeto mai , continuo a ripetere MAI , Keynes si e’ sognato di affermare questa atrocità. Il Cazzaro napoletano , sollecitato più volte di dare conto di detta affermazione , non e’ mai stato in grado di fornirla ma , nonostante ciò , continua a ripeterla . Come non definire Cazzaro e Panzanaro un soggetto simile ?? 

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38 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Questo e’ un idio ta   tra ves tito da uomo !! Ma te guarda che si inventa per propagandare il suo pallino che non trova proseliti in nessuna parte del mondo !! Ma poi , il pulcinella partenopeo , continua con la bufala che Keynes avrebbe avrebbe inventato lo slogan : Lavorare meno lavorare tutti !! Mai , ripeto mai , continuo a ripetere MAI , Keynes si e’ sognato di affermare questa atrocità. Il Cazzaro napoletano , sollecitato più volte di dare conto di detta affermazione , non e’ mai stato in grado di fornirla ma , nonostante ciò , continua a ripeterla . Come non definire Cazzaro e Panzanaro un soggetto simile ?? 

Come diceva il sig frizz,  il DNA non cambia, e ieri nel mio post la propostina della  sig.ra gallina pisana moooolto intelligente, affabile e poco monolaureata, dura minga, non può durare."  si  è puntualmente realizzata. Ne ero certo, non poteva durare, la gallina sarebbe ritornata all'insulto gratuito.

Questa gallinella saputella ma poco monolaureata, piange e lancia lai nel forum perchè, dice lei, c'è un malvagio contadino veneto che tutti i giorni la tampina, la insulta e le dà calci nel q.lo, mentre lei svolge con estrema educazione il suo lavoro di gallina: spargere  variopinti e sapienti ovetti  nel forum.

I lettori possono vedere, in alto, nel post scritto dalla gallinella pisana, ben evidenziato in rosso, l'insulto rivolto al "napoletano cazzaro  (altro aggettivo onorifico) " che la sopracitata gallinella non dimentica mai .

Ribadisco, devo dare ragione al sig frizz, non sarà questione di DNA, ma di educazione.

Una cattiva educazione, dico io,  ricevuta  dalla gallina pisana fin da quando era una tenera pulcina.

 

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Mi spiace deluderla valorosa frugoletta forumista veneta , ma definire Cazzaro e Panzanaro un individuo sorpreso centinaia di volte a raccontare panzane e menzogne provate e riprovate , tutto e’ fuori che un insulto.  Oltre tutto il Cazzaro napoletano e’ pure un borioso atteggiante al “ so tutto io”. Quindi lungi da me offendere questo individuo ma catalogarlo come merita e come meritano gli individui come lui . Certo che farà fatica a capire questo mio intervento la prego di salutare quel brav’uomo di suo fratello immolatosi , conto terzi, sul podio dei ge ni 

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già i PC han portato via lavoro all'uomo, specie nel ramo contabile... son la croce e delizia del progresso talvolta amico dell'umanità, talvolta suo carnefice...

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27 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Mi spiace deluderla valorosa frugoletta forumista veneta , ma definire Cazzaro e Panzanaro un individuo sorpreso centinaia di volte a raccontare panzane e menzogne provate e riprovate , tutto e’ fuori che un insulto.  Oltre tutto il Cazzaro napoletano e’ pure un borioso atteggiante al “ so tutto io”. Quindi lungi da me offendere questo individuo ma catalogarlo come merita e come meritano gli individui come lui . Certo che farà fatica a capire questo mio intervento la prego di salutare quel brav’uomo di suo fratello immolatosi , conto terzi, sul podio dei ge ni 

tranquilla meravigliosa gallina pisana intelligentissima ma poco monolaureata, lei non non mi delude mai. 

Avevo fatto un post apposito per avvisare i lettori, che l'insulto lei lo ha assorbito nel sangue, e mai potrà liberarsene.

Dal suo precedente post lei stessa dà dimostrazione di quanto sostengo  e di quello  che si è verificato. 

Lei ha scritto idi ota e poi ha aggiunto cazzaro. Lei non ha definito il signor fosforo Cazzaro e Panzanaro, lei ha proprio scritto: a inizio post" idi.ota" e  poco dopo "cazzaro".

Lei insulta e continuerà ad insultare, perchè nessuno le ha dato i necessari schiaffoni per educarla fin da piccola. Probabilmente consapevoli che non potevano infierire ulteriormente su una piccola pulcina colpita,  già alla nascita, dal virus foetentissimus. 

Per quanto riguarda l'ultimo suo post, queste righe da lei scritte:  un individuo sorpreso centinaia di volte a raccontare panzane e menzogne provate e riprovate , tutto e’ fuori che un insulto.  Oltre tutto il Cazzaro napoletano e’ pure un borioso atteggiante al “ so tutto io”, si attagliano perfettamente  all'immagine che lei stesso ha dato e continua a dare di se. 

Porga i miei cordiali saluti ad Alessandro e ad aria fresca.

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Al contrario di quanto si inventa il falsario pisano, io non ho mai attribuito a Keynes, che era iscritto al partito liberale, la paternità dello slogan della sinistra anni '70: Lavorare meno, lavorare tutti. Ma il grande economista fu un chiaro quanto autorevole precursore di questa idea perché espresse con parole sue, famose e inequivocabili, il medesimo preciso concetto. In una celebre conferenza  tenuta a Madrid nel 1930, dal titolo Prospettive economiche per i nostri nipoti, con riferimento ai posteri di un secolo dopo, cioè del 2030, Keynes disse:

...dovremo adoperarci a far parti accurate di questo "pane" affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di 3 ore e settimana lavorativa di 15 ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. 

Più chiaro di così...

Teniamo conto che nel 1930 molti operai britannici lavoravano 50 o più ore settimanali. Ma Keynes auspicava le 15 ore entro il 2030. In effetti da allora ad oggi l'orario di lavoro è in continua riduzione in quasi tutti i paesi del mondo, in particolare in quelli ricchi. Un'eccezione è la Cina dove, come si vede nei grafici di Our World in Data, oggi si lavora mediamente un 10% in più delle ore rispetto agli ultimi decenni del secolo scorso. Ciò si deve ovviamente al boom economico cinese. In ogni caso mancano solo 8 anni al 2030 e siamo purtroppo ben lontani dall'obiettivo auspicato da Keynes delle 15 ore settimanali. Una ovvia conseguenza è che se davvero oggi si tagliasse la settimana lavorativa a 15 ore, si raggiungerebbe automaticamente la piena occupazione dappertutto (lavorare tutti). E probabilmente mancherebbero grosse quantità di ore lavorate necessarie per garantire gli attuali livelli di produzione nei vari paesi. Dunque Keynes si sbagliava? L'obbiettivo delle 15 ore andava collocato alcuni decenni dopo il 2030? Sì, probabilmente si sbagliava, ma molto meno di quanto si possa pensare in prima battuta. Bisogna infatti considerare tre fattori che già prima del 2030 spingeranno fortemente verso un drastico taglio delle ore lavorate per addetto, sempre che si vorrano evitare pericolose impennate della disoccupazione e della disuguaglianza. Il primo fattore sarà un'inevitabile conseguenza dell'ineludibile obbiettivo della decarbonizzazione. L'abbandono delle energie fossili e la carenza di varie materie prime necessarie nella green economy (es. per la produzione delle celle solari e per l'elettrificazione dei trasporti) causeranno prima una frenata poi un calo netto del PIL mondiale, ovvero una riduzione della produzione e dei consumi pro capite (specie nei paesi ricchi, specie nel settore energetico e di conseguenza anche in molti altri settori), riduzione solo in parte compensata dall'incremento demografico nei paesi poveri (anch'esso in frenata). Il secondo fattore sarà (anzi è già) il progresso tecnologico, in particolare la diffusione di massa dell'Intelligenza Artificiale. Ciò determinerà da un lato la cancellazione totale o parziale di innumerevoli lavori oggi svolti dall'uomo e che domani saranno svolti in tutto o in parte dalle macchine; e dall'altro lato una forte crescita della produttività oraria di chi resterà al lavoro. Ambedue questi elementi tenderanno ad abbassare sensibilmente il totale complessivo delle ore lavorate nei vari paesi. Il terzo fattore è un effetto di feedback positivo legato, mi si perdoni il gioco di parole, alla correlazione negativa esistente nella gran parte dei casi pratici tra le ore lavorate per addetto e la produttività oraria. Riducendosi le ore lavorate per i fattori esaminati in precedenza, crescerà la produttività oraria dei lavoratori. Questo aumento farà a sua volta diminuire le ore lavorate e ciò andrà a rinforzare la crescita della produttività, e così via. Naturalmente molto dipenderà dalla velocità del processo globale di decarbonizzazione e dall'impatto dell'IA sulla produzione e sul lavoro, ma, tirando le somme, io ritengo che raggiungeremo le 15 ore settimanali di Keynes entro il 2050, probabilmente anche prima nei paesi tecnologicamente avanzati. Aggiungo che un altro famoso precursore dello slogan comunista, appena due anni dopo Keynes, fu paradossalmente un capitalista. Nel 1932 il senatore Giovanni Agnelli, proprietario della Fiat, in un'intervista alla United Press propose di tagliare l'orario di lavoro a parità di salario, in modo da riassorbire la disoccupazione causata dalla meccanizzazione delle linee di produzione e rilanciare i consumi. Si conferma che lavorare meno lavorare tutti, molto prima di essere un'idea di sinistra, è un'idea logica e razionale, un principio di sana macroeconomia. 

In questa pagina trovate tutta una serie di illuminanti grafici sull'orario di lavoro e sui suoi legami con la produttività del lavoro e la ricchezza nazionale. I dati dicono che da 150 anni e con poche eccezioni si abbassa nel mondo l'orario di lavoro e nel contempo crescono la produttività oraria e il PIL pro capite delle nazioni. Tanto è vero che le nazioni più ricche sono quelle dove si lavora di meno. E sono anche quelle dove si vive meglio e dove la gente ha più tempo libero. 

https://ourworldindata.org/working-hours

P.S. Chi è contrario al principio (logico e razionale) del lavorare meno lavorare tutti deve spiegarci la sua soluzione per le centinaia di raccoglitori dell'azienda agricola piemontese che stanno per andare a casa a causa dei robot che colgono le mele in modo più efficiente ed economico di loro. 

Modificato da fosforo311

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