Il nazismo tecnocratico: divide et impera.

L’Unico fascismo vivo e trionfante è quello tecnocratico.

In questi giorni la campagna elettorale è stata infatti monopolizzata da cortei antifascisti degenerati con scontri contro la polizia (es. Piacenza e Macerata) e tensione a Torino, durante la giornata di ricordo delle “Foibe”. Archiviati nemici quali Isis o Corea del Nord, ora sembra che l’Occidente stia combattendo contro il risorgere del fascismo, oscurando di fatto ben altri problemi, quelli sociali, economici, di sicurezza: quelli che riguardano tutti i cittadini, tutti noi, tutti i giorni.

Nazismo tecnocratico ed élite finanziarie: alla ricerca del vero nemico

Come spiega l’amico Francesco Toscano nel suo nuovo libro “Dittatura finanziaria. Il piano segreto delle élite dietro la crisi economica per conquistare il potere“, il pericolo andrebbe identificato nel nazismo tecnocratico (pensiamo alla famigerata troika, formata da UE, BCE e FMI, tre istituzioni tecnocratiche mai influenzate da prassi e metodi democratici o controllabili dal basso).

Il nazismo tecnocratico ha due obiettivi principali: dividere la società in classi differenti, e trasferire la sovranità dal popolo a una invisibile élite, una vera e propria oligarchia finanziaria mondialista, che di certo non ha interesse per le sorti del popolo. Questo è il vero nemico che si dovrebbe combattere, mentre attraverso il metodo del divide et impera si lascia che i cittadini si scannino tra loro. Proprio come avviene in questi giorni: si genera caos per ottenere un ordine fittizio che era stato preordinato, deciso dall’alto.

L’impoverimento generalizzato della società europea” spiega Toscano “dovrebbe favorire il riemergere prepotente delle forze socialiste e di sinistra, teoricamente protese per natura nella difesa degli interessi dei più deboli. In realtà, le sinistre al potere si sono dimostrate prone rispetto agli interessi del grande capitale finanziario, che massimizza i suoi effetti distruttivi in regime di libera circolazione“.

Il nazismo tecnocratico, come mostro ampiamente nei miei libri, svuota il linguaggio che viene “riscritto” dai burocrati del “politicamente corretto”, seguendo i diktat della “neolingua troikaorwelliana”. Perdendo la sua dimensione simbolica e svuotando i termini del proprio originale significato, si impedisce di fatto all’uomo di pensare, permettendogli semmai di comunicare solo concetti che siano in linea col pensiero unico. Le deviazioni dall’ortodossia vengono represse o punite, attraverso etichette, stereotipi, albi di proscrizione. Critichi il mondialismo e la troika? Sei un complottista. Avanzi dei dubbi sulla migrazione incontrollata? Sei una razzista e un fascista. Parli di gender? Sei un omofobo, e così via.

In mano agli “esperti”: siamo un gregge passivo e acritico

Il potere approfitta di questo processo per orientare l’opinione pubblica in modo sempre più sofisticato, imponendo inoltre un principio di autorità: in un orizzonte in cui tutto rischia di confondersi e sparire sotto il peso delle immagini, in cui tutto diventa “relativo” e virtuale, per capire che cosa sia vero e cosa falso, è necessario fare riferimento a un’autorità esterna (governo, politico, esperto, ecc.) per avere rassicurazioni e sapere come orientare le proprie scelte. Coloro che metteranno in dubbio l’obiettività e l’autenticità delle parole dell’esperto verranno bollati come bugiardi e disinformatori e quello che dicono come fake news. 

Come già spiegava il giornalista e politologo Walter Lippmann, parlando di “gregge disorientato”, la popolazione diventa un semplice spettatore, un soggetto passivo che è stato abituato a osservare in modo acritico, assorbendo le immagini e il loro contenuto. Una cavia e una vittima inconsapevole degli esperimenti e dei piani delle élite. Ognuno di noi si forma, infatti, delle opinioni da notizie e immagini che non sono state acquisite direttamente, ma per lo più sono state comunicate e trasmesse da altri, pertanto riportate indirettamente e interpretate da costoro se non addirittura stravolte.

continua nel link

https://www.conoscenzealconfine.it/lunico-fascismo-vivo-e-trionfante-e-quello-tecnocratico-la-lucidissima-analisi-di-enrica-perucchietti/

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1 messaggio in questa discussione

Si vota comunque per i razzisti sia di dx che di sx, la sola differenza che quello di sinistra te lo può rinfacciare. Il razzista è altro dal nazista che si sente appartenere ad una razza superiore, il razzista lo siamo tutti noi, anche quando non sopportiamo un condomino, un parente, una categoria sociale di cui non condividiamo i valori, per esempio io detesto i violenti, detesto i puscher, detesto le battone, detesto i ladri professionali, e chi usa gli esseri umani per fare i rituali sacrificali, chi si mangia i cani e chi ne fa pellicce, detesto soprattutto chi si mette tra me e la mia Coscienza e mi fa due pal-le così quando poi si inchiap-petta i bambini ed adolescenti, li detesto... l'odio è diverso, si prova quando subisci tu personalmente una violenza fisica ed è naturale provarlo quanto provare amore per chi ti è vicino.

Modificato da frattalis

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