Una riflessione va pur fatta

Nel 2018 ci fu la gran sorpresa della netta vittoria dei 5 stelle. È chiaro che nelle urne vinsero il malcontento e la protesta degli italiani dopo una legislatura in cui il Pd la fece da padrone pur avendo pressoché pareggiato nei voti del 2013 con i grillini. I quali grillini furono certamente premiati per essere rimasti all'opposizione per tutta la durata di quella orribile legislatura. Anche questa legislatura ha avuto un padrone. Non certo il M5s, che ha portato acqua al mulino degli altri (leggasi consensi e parlamentari voltagabbana), bensì Mario Draghi che ha governato solo un anno mezzo ma con la più ampia maggioranza, credo, della storia repubblicana, e di sicuro con la più ingente profusione di incenso da parte dei media. Attenzione: anche le dimissioni di Draghi sono state un atto padronale. Non era stato sfiduciato, si era rotto di stare a palazzo Chigi (voleva e vuole il Quirinale) ed è stato lui a sfiduciare la sua maggioranza con parole arroganti e a offrire su un piatto d'argento le elezioni anticipate alla destra. La quale oggi è nettamente favorita secondo tutti i sondaggi. Ed è favorita anche dal meccanismo elettorale presentandosi con una coalizione coesa (almeno fino al giorno del voto) e territorialmente forte (al nord ma non solo). Draghi naturalmente era consapevole di ciò e ci si potrebbe chiedere perché ha fatto questo favore alla destra. La questione francamente non mi attira. È vero che il Pd si è draghizzato senza ritegno fino a sbandierare una fantomatica "agenda Draghi" come programma elettorale. Ma io penso semplicemente questo: che a un liberista elitario come l'ex banchiere alla fine non dispiacciano troppo i tre punti chiave del programma sintetizzato ieri dalla destra: nucleare, ponte sullo Stretto, flat tax. La riflessione più importante va fatta a mio avviso su un altro punto. Perché l'estrema destra si è rafforzata con il governo Draghi? Il 15 febbraio 2021, poco prima dell'insediamento del nuovo governo, il sondaggio di SWG dava Fratelli d'Italia al 16,2%. Oggi lo stesso SWG attribuisce alla Meloni un 25% tondo. Quasi 9 punti guadagnati in 17 mesi. Mario Draghi, il "migliore", non ha frenato l'avanzata della destra populista, anzi ha portato ulteriore acqua al mulino di Giorgia Meloni. Come è potuto succedere? 

Modificato da fosforo311

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4 messaggi in questa discussione

Lo ha detto lei stesso sig fosforo. 

Facendo come i grillini : rimanendo all'opposizione. 

 

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Lo ha detto lei stesso sig fosforo. 

Facendo come i grillini : rimanendo all'opposizione. 

Buongiorno egregio. I dati, o meglio i sondaggi, dicono che in sostanza c'è stato un travaso di consensi di centrodestra dalla Lega a FdI. Ma la Lega sosteneva il governo dei cosiddetti "migliori". Che forse è stato apprezzato molto più dai media che dagli italiani. Insomma,  se il successore di Draghi a palazzo Chigi non sarà il draghiano Letta (o Draghi stesso o un altro suo prestanome), bensì Giorgia Meloni, un motivo ci sarà. Teniamo anche conto che la Meloni sarà eventualmente sostenuta da due personaggi non meno affidabili di lei, i quali non si sono fatti pregare dall'ex banchiere per dargli la spintarella finale che lo ha buttato giù. Una vittoria di questa destraccia sarebbe a mio avviso una iattura per l'Italia ma anche una solenne bocciatura del draghismo. Forse anche una conseguenza naturale del draghismo.

Modificato da fosforo311

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Ma dai, sig fosforo, lasciamo che le destre vadano al governo. 

Abbiamo bisogno che insegnino alle sinistre come si governa. 

O abbiamo già visto? Sa che non mi ricordo, sig fosforo? 

Ma poi... Se le cose non andranno come dovrebbero andare, abbiamo sempre l'arma segreta da usare: Leopoldino. 

 

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25 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Ma dai, sig fosforo, lasciamo che le destre vadano al governo. 

Abbiamo bisogno che insegnino alle sinistre come si governa. 

O abbiamo già visto? Sa che non mi ricordo, sig fosforo? 

Ma poi... Se le cose non andranno come dovrebbero andare, abbiamo sempre l'arma segreta da usare: Leopoldino. 

La sensazione, egregio, è che il buon Enrico Letta si stia avventurando, con la forza della disperazione e per il puntiglio di rompere con Conte (reo di imperdonabile sgarro nei confronti del messia Draghi) in un'impresa poco salutare per il suo partito, poco promettente e forse anche poco seria. Ricostruire un carrozzone di centristi, di moderati allo sbando e di cacciatori di poltrone, che ricorda un poco la vecchia Dc. La quale però aveva al suo interno anche uomini di valore e difficilmente avrebbe dato spazio a personaggetti come Renzi, Calenda, Di Mario, etc., se non nel ruolo di attacchini di manifesti. Questi due articoli sono abbastanza illuminanti:

https://infosannio.com/2022/07/29/la-democrazia-cristiana/

https://infosannio.com/2022/07/29/ceravamo-tanto-odiati/

Però mai dire mai. Gli italiani in fondo restano un po' democristiani e, di fronte allo spauracchio Meloni e all'avvilente prospettiva di Salvini alla Farnesina e Berlusconi alla presidenza del Senato (il piazzista oggi promette dentiere gratis per gli anziani), il carrozzone potrebbe anche vincere o almeno pareggiare. 

Purtroppo devo condividere questa amara riflessione del prof. De Masi:

https://infosannio.com/2022/07/29/de-masi-la-lenta-fine-della-sinistra/

 

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