RIEPILOGANDO UN PO....
Iniziata da
wronschi,
13 messaggi in questa discussione
1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:Si aspetti una dura reprimenda sig. Wronski.
Oh yes 😁
Analisi precisa e condivisibile, eccetto che nelle conclusioni.
Berlusconi non demolì affatto il Pci di Berlinguer. Non ci sarebbe riuscito nemmeno se fosse stato 100 volte più ricco di quello che era. Quella grande forza popolare si demolì da sola, dopo la morte di Berlinguer, per l'incapacità dei suoi dirigenti di ricollocarla nella storia senza rinnegare se stessa. Si pensò che la caduta del Muro implicasse la caduta del comunismo. Duplice, clamoroso errore di prospettiva storica. Il comunismo storicamente non nasce per innalzare muri ma per abbatterli. Il Muro di Berlino fu il frutto di un assurdo pasticcio geopolitico, con la Germania e il popolo tedesco (uno dei popoli più coesi del mondo) divisi in due e con una exclave occidentale all'interno della Germania Est. Se l'Italia confinasse fisicamente con la Libia e con la Tunisia, invece di essere separata dal mare, anche noi avremmo costruito un muro, come gli USA lo hanno costruito lungo il confine col Messico. Ma io dico che se il Pci di Berlinguer fosse salito al potere, esso avrebbe abbattuto quel muro, così come il Pcus di Gorbaciov consentì di abbattere il Muro di Berlino senza mandare i carri armati. La costruzione del Muro fu una grande sconfitta del comunismo, il suo abbattimento era una vittoria e un'occasione di rifondazione, ma fu interpretato come una sconfitta, anzi come l'archiviazione storica e definitiva del comunismo. Che peccato! Nel contesto attuale il comunismo democratico e pacifico di Berlinguer costituirebbe una risposta politica formidabile alla disuguaglianza, alla precarietà, alle ingiustizie sociali, nonché alla tragedia ambientale e ai venti di guerra che incombono sul pianeta.
Anche il M5s più che da Berlusconi è stato semidistrutto dai suoi dirigenti, o meglio dal suo dirigente unico (fino a poco tempo fa): Beppe Grillo. Fu lui a scegliere Di Maio come capo politico al posto di Di Battista. Come se Gesù avesse scelto Giuda, al posto di Pietro, come capo della Chiesa. Fu ancora Grillo a scegliere di governare con Salvini: come se Gesù si fosse alleato con il demonio che lo tentò nel deserto. E fu sempre Grillo a scegliere di stare con Draghi: come se Gesù si fosse messo in società con i mercanti del Tempio, invece di scacciarli a frustate. Ora con Giuseppe Conte, che è un apostolo sincero, ci potrebbe essere una svolta. Il condizionale è d'obbligo: il demonio e i mercanti sono sempre in agguato.
Modificato da fosforo311
Ma cosa reprimendare su un articolo che l’amico Massimo ha tratto per intero da una qualche pubblicazione grillina d’accatto e ridicola . Piuttosto mi preme contestare alcuni che , cercando di giustificare i contorcimenti politici di Conte, hanno fatto un parallelismo tra la crisi aperta da Renzi lo scorso anno e quella attuale. Niente di più falso !! Inverecondamente falso !! Allora la crisi fu aperta per la manifesta incapacità di Giuseppi di assicurare una guida salda e sicura al governo del Paese nella fase di lotta alla pandemia e della costruzione e realizzazione del PNRR. Non fu una crisi al buio, tutto il Paese sapeva della risorsa Draghi. Tanto è vero che il futuro premier fu attaccato preventivamente dai fan mediatici di Conte. Poi si parlò di complotto, mentre fu la forza delle cose ad imporre quella scelta.
Oggi la crisi di governo trascina con se perfino il suo protagonista. Il dono della divina provvidenza Conte, l'apprendista stregone, è come sopraffatto dalla sua stessa incapacità di dirigere sia il suo partito, sia lo sbocco politico che non è in grado di indicare. Né a breve, né nella prospettiva elettorale.Il massimo del buio, il trionfo dell’irresponsabilità, il tripudio dell’inaffidabilità. Deve, però, essere chiara una cosa. Chi volesse approfittare di questa situazione per lucrare consenso e voti sulla miseria del M5S e sull’aggravarsi dei nostri problemi a causa del contagio di quella miseria, dovrà essere additato al pubblico disprezzo. L’Italia non è un giocattolo, lo sappiano patrioti e leghisti
Il comunismo storicamente non nasce per innalzare muri ma per abbatterli.
Xxxxxxx
Vero, lo vediamo in ucraina, sig fosforo.
Ma cosa reprimendare su un articolo che l’amico Massimo ha tratto per intero da una qualche pubblicazione grillina d’accatto e ridicola .
Xxxxxxxxx
La gallina pisana, stupida, diversamente intelligente e diversamente monolaureata le ha solo detto che lei è un accattone ridicolo, sig wronski.
Se deve copiare qualcosa, di non ridicolo, chieda alla gallina pisana che nei copia e incolla è una eccellenza.
12 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:Ma cosa reprimendare su un articolo che l’amico Massimo ha tratto per intero da una qualche pubblicazione grillina d’accatto e ridicola .
Xxxxxxxxx
La gallina pisana, stupida, diversamente intelligente e diversamente monolaureata le ha solo detto che lei è un accattone ridicolo, sig wronski.
Se deve copiare qualcosa, di non ridicolo, chieda alla gallina pisana che nei copia e incolla è una eccellenza.
Non devi tentare di mettermi contro massimo, pluridiota. Non ci riusciresti mai e poi mai !! Capito turboscema ?? Semmai pensa al like che mise sotto il mio post dove ti inquadravo come una idio ta patentata e riconosciuta da 12 forumisti.
Oltre che stupida, la gallina pisana diversamente intelligente e diversamente monolaureata, è pure ridicola.
Ma non è colpa sua, la colpa è del virus foetentissimus che l'ha colpita alla nascita.
Comunque chieda scusa all'amico, gli dica: " non volevo offenderti chiamandoti accattone ridicolo, sai che non posso permettermi ulteriori nemici, ho solo (solo?) sbagliato a scrivere"
1 ora fa, fosforo311 ha scritto:Analisi precisa e condivisibile, eccetto che nelle conclusioni.
Berlusconi non demolì affatto il Pci di Berlinguer. Non ci sarebbe riuscito nemmeno se fosse stato 100 volte più ricco di quello che era. Quella grande forza popolare si demolì da sola, dopo la morte di Berlinguer, per l'incapacità dei suoi dirigenti di ricollocarla nella storia senza rinnegare se stessa. Si pensò che la caduta del Muro implicasse la caduta del comunismo. Duplice, clamoroso errore di prospettiva storica. Il comunismo storicamente non nasce per innalzare muri ma per abbatterli. Il Muro di Berlino fu il frutto di un assurdo pasticcio geopolitico, con la Germania e il popolo tedesco (uno dei popoli più coesi del mondo) divisi in due e con una exclave occidentale all'interno della Germania Est. Se l'Italia confinasse fisicamente con la Libia e con la Tunisia, invece di essere separata dal mare, anche noi avremmo costruito un muro, come gli USA lo hanno costruito lungo il confine col Messico. Ma io dico che se il Pci di Berlinguer fosse salito al potere, esso avrebbe abbattuto quel muro, così come il Pcus di Gorbaciov consentì di abbattere il Muro di Berlino senza mandare i carri armati. La costruzione del Muro fu una grande sconfitta del comunismo, il suo abbattimento era una vittoria e un'occasione di rifondazione, ma fu interpretato come una sconfitta, anzi come l'archiviazione storica e definitiva del comunismo. Che peccato! Nel contesto attuale il comunismo democratico e pacifico di Berlinguer costituirebbe una risposta politica formidabile alla disuguaglianza, alla precarietà, alle ingiustizie sociali, nonché alla tragedia ambientale e ai venti di guerra che incombono sul pianeta.
Anche il M5s più che da Berlusconi è stato semidistrutto dai suoi dirigenti, o meglio dal suo dirigente unico (fino a poco tempo fa): Beppe Grillo. Fu lui a scegliere Di Maio come capo politico al posto di Di Battista. Come se Gesù avesse scelto Giuda, al posto di Pietro, come capo della Chiesa. Fu ancora Grillo a scegliere di governare con Salvini: come se Gesù si fosse alleato con il demonio che lo tentò nel deserto. E fu sempre Grillo a scegliere di stare con Draghi: come se Gesù si fosse messo in società con i mercanti del Tempio, invece di scacciarli a frustate. Ora con Giuseppe Conte, che è un apostolo sincero, ci potrebbe essere una svolta. Il condizionale è d'obbligo: il demonio e i mercanti sono sempre in agguato.
Fitoentissimissinissimussimissimus ?? Ahahahahahahaha vai a caga re , vai !!
Solo foetentissimus stupida gallina pisana diversamente intelligente e diversamente monolaureata.
È più che sufficiente e si vede, e come si vede.
Mi saluta Alessandro ed aria fresca?
La cornice vuota che fa? Sorride?
7 ore fa, ahaha.ha ha scritto:Il comunismo storicamente non nasce per innalzare muri ma per abbatterli.
Xxxxxxx
Vero, lo vediamo in ucraina, sig fosforo.
Egregio, non so quanto convintamente Vladimir Putin abbracciò il comunismo, probabilmente lo fece per fare carriera nel KGB, dove peraltro non raggiunse gradi elevati. La sua ascesa politica iniziò nel periodo post comunista, in particolare come delfino di Eltsin, il grande ubriacone e il grande (e disastroso) privatizzatore. Oggi Putin vive tra la reggia del Cremlino, una residenza lussuosa alle porte di Mosca e una reggia personale sul Mar Nero. Si sussurra che sia l'uomo più ricco del mondo, grazie ai prestanome occulti, di certo oggi è molto più ricco del suo amico Berlusconi e non è più comunista di lui. Il suo partito, Russia Unita, è un partito nazionalista di destra. Tuttavia non credo che Putin sogni di ricostituire l'Unione Sovietica. Questo è il sogno di Zjuganov, il leader del partito comunista russo, che oggi si chiama KPRF ed è la prima forza di opposizione.
Di certo Putin conobbe a suo tempo, anzi visse, il vero comunismo, il comunismo serio. È di umili origini: lui e la sua famiglia vivevano in una kommunalka di Leningrado, l'odierna San Pietroburgo. Le kommunalki erano abitazioni popolari condivise, ricavate da appartamenti di lusso dei ricchi dell'epoca zarista e assegnate dal partito alle famiglie povere e a tutti quelli che avevano bisogno di un tetto decente (es. studenti e lavoratori fuori sede). Una singola kommunalka ospitava fino a una dozzina di famiglie e una cinquantina di persone. Esse condividevano la cucina, i servizi igienici e un lungo corridoio. Ciascuna famiglia disponeva poi di una o due stanze in privato. Nel corridoio di accesso erano collocati un telefono, anch'esso in comune, e una bacheca dove venivano segnati i turni per i lavori domestici nelle parti comuni (es. la pulizia dei bagni) e le notizie e gli avvisi utili per la comunità. La coabitazione poteva causare difficoltà e screzi, ma generalmente il livello di affiatamento e di solidarietà reciproca nelle kommunalki era molto elevato. La famiglia di un facchino o di un netturbino condivideva la cucina e il bagno con la famiglia di un professore universitario. Il comunismo non ammette differenze di classe. Sono questi i muri abbattuti dal comunismo. Gli stipendi erano pressoché gli stessi e le famiglie dello spazzino e del docente universitario si aiutavano a vicenda. Una cosa a mio avviso bellissima. Sul finire degli anni '50 Krusciov cominciò a sostituire le kommunalki con le kruscevske, appartamenti popolari sempre gratuiti ma monofamiliari. Però le kommunalki non si estinsero, sopravvivono tuttora nei quartieri poveri in Russia e in altre repubbliche ex sovietiche. Ma si paga l'affitto. Personalmente ritengo che ciascuno di noi, in modo particolare i giovani, i ricchi e i politici, dovrebbe vivere per qualche anno un'esperienza del genere. Dipendesse da me, trasformerei in una grande kommunalka la villa di Arcore. E vi ospiterei almeno un centinaio di senza tetto, tra barboni e immigrati. Vi ospiterei pure, assegnando due stanze a ciascuna, la famiglia Renzi e la famiglia Draghi (bagno condiviso con i barboni), e le famiglie Salvini e Briatore (bagno condiviso con gli immigrati). Una stanza (con letto alla francese) la assegnerei anche alle mie ombrette, Mark e Sauro (bagno condiviso con anarchici dei centri sociali). Superfluo aggiungere che il padrone di casa lo sfratterei e gli assegnerei un alloggio gratuito a San Vittore.
Urka sig fosforo, è diventato più comunista di un comunista.
Ma perché vorrebbe mettere assieme un sauro e una gallina con gli anarchici? Con un bagno solo poi!
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Si aspetti una dura reprimenda sig. Wronski.
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