il nostro "pugno di ferro" per il cessate fuoco

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha revocato “per indegnità” l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella d’Italia al primo ministro della Federazione Russa, Mikhail Vladimirovich Mishustin, e al ministro dell’Industria e del Commercio, Denis Manturov. Il provvedimento, firmato il 9 maggio scorso, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. adnkronos

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3 messaggi in questa discussione

Immagino che i due ministri russi se ne infischieranno altamente di questa revoca. È più interessante chiedersi perché Giorgio Napolitano non revocò per palese indegnità l'onorificenza di Cavaliere del Lavoro al frodatore fiscale Silvio Berlusconi, il quale invece ci teneva e ci tiene eccome a questo titolo. Sul sito del Quirinale leggiamo che l'ex puttaniere diventò cavaliere nel 1977, nello stesso anno, tra gli altri, di Gianni Agnelli e Cesare Romiti. Il titolo fu conferito da Giovanni Leone. Vedasi pag.64 della lista:

https://www.quirinale.it/onorificenze/ricerca/insegna/5

Romiti era un altro pregiudicato per frode fiscale e andava depennato pure lui dalla lista dei cavalieri del lavoro. Infatti tra i requisiti necessari per ottenere questa decorazione è espressamente previsto quello di "avere adempiuto agli obblighi tributari". A capo dell'Ordine al merito del lavoro c'è il Presidente della Repubblica ma l'ordine è retto da un consiglio presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico. Spetta a quest'ultimo scrivere l'atto di revoca dell''onorificenza per i cavalieri "indegni", che deve poi essere approvato dal presidente della Repubblica. Per es. il cav. Calisto Tanzi, patron della Parmalat, fu degradato nel giro di un mese dopo la condanna definitiva. Nel 2013, anno della condanna in cassazione del cav. Berlusconi, governava Enrico Letta e il ministro delle Sviluppo Economico era il pidino Flavio Zanonato, già sindaco di Padova. Ebbene, il governo Letta e il ministro Zanonato "si dimenticarono" di proporre a Napolitano la revoca del titolo di cavaliere al condannato. Ovviamente è una pura coincidenza che quel governo fosse appoggiato da Berlusconi e che Enrichetto sia un nipote Gianni Letta, cioè del braccio destro di Berlusconi. Se oggi fossi al posto di Mattarella, io farei discretamente notare al ministro Giorgetti che tra i cavalieri del lavoro c'è un frodatore fiscale. Purtroppo Giorgetti è un alleato di Berlusconi e Mattarella è stato rieletto anche coi voti di Berlusconi. Il quale dunque resta formalmente cavaliere e non c'è speranza che decada dopo la sentenza definitiva del Ruby ter che secondo Travaglio è destinato alla prescrizione (e sarebbe la decima per questo impunito). Per me, tuttavia, e per gli italiani onesti, questo signore è solo un delinquente politicamente putrefatto, un ex cavaliere e una vergogna per l'Italia. 

Modificato da fosforo311

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8 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Immagino che i due ministri russi se ne infischieranno altamente di questa revoca. È più interessante chiedersi perché Giorgio Napolitano non revocò per palese indegnità l'onorificenza di Cavaliere del Lavoro al frodatore fiscale Silvio Berlusconi, il quale invece ci teneva e ci tiene eccome a questo titolo. Sul sito del Quirinale leggiamo che l'ex puttaniere diventò cavaliere nel 1977, nello stesso anno, tra gli altri, di Gianni Agnelli e Cesare Romiti. Il titolo fu conferito da Giovanni Leone. Vedasi pag.64 della lista:

https://www.quirinale.it/onorificenze/ricerca/insegna/5

Romiti era un altro pregiudicato per frode fiscale e andava depennato pure lui dalla lista dei cavalieri del lavoro. Infatti tra i requisiti necessari per ottenere questa decorazione è espressamente previsto quello di "avere adempiuto agli obblighi tributari". A capo dell'Ordine al merito del lavoro c'è il Presidente della Repubblica ma l'ordine è retto da un consiglio presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico. Spetta a quest'ultimo scrivere l'atto di revoca dell''onorificenza per i cavalieri "indegni", che deve poi essere approvato dal presidente della Repubblica. Per es. il cav. Calisto Tanzi, patron della Parmalat, fu degradato nel giro di un mese dopo la condanna definitiva. Nel 2013, anno della condanna in cassazione del cav. Berlusconi, governava Enrico Letta e il ministro delle Sviluppo Economico era il pidino Flavio Zanonato, già sindaco di Padova. Ebbene, il governo Letta e il ministro Zanonato "si dimenticarono" di proporre a Napolitano la revoca del titolo di cavaliere al condannato. Ovviamente è una pura coincidenza che quel governo fosse appoggiato da Berlusconi e che Enrichetto sia un nipote Gianni Letta, cioè del braccio destro di Berlusconi. Se oggi fossi al posto di Mattarella, io farei discretamente notare al ministro Giorgetti che tra i cavalieri del lavoro c'è un frodatore fiscale. Purtroppo Giorgetti è un alleato di Berlusconi e Mattarella è stato rieletto anche coi voti di Berlusconi. Il quale dunque resta formalmente cavaliere e non c'è speranza che decada dopo la sentenza definitiva del Ruby ter che secondo Travaglio è destinato alla prescrizione (e sarebbe la decima per questo impunito). Per me, tuttavia, e per gli italiani onesti, questo signore è solo un delinquente politicamente putrefatto, un ex cavaliere e una vergogna per l'Italia. 

Ed infatti, come sempre , ti dimostri un individuo predisposto alla menzogna e quindi un enorme Cazzaro . Faccio notare ai forumisti che il Presidente della Repubblica firma la revoca del titolo di Cavaliere del Lavoro solo e soltanto se viene emanato un Decreto ad hoc. E questo decreto ha validità solo e soltanto se e’ di iniziativa del Ministro dello Sviluppo Economico . Insomma , il Presidente della Repubblica firma la revoca del titolo solo e soltanto a patto che il ministro competente gli porti il decreto per essere firmato . E, purtroppissimo per il Cazzaro di Napoli , che ama distribuire le colpe a tutti fuori che ai suoi amici , il ministero competente e’ stato retto , per oltre  3 anni , dai grillini Di Maio e Patuanelli senza che il Pulcinella partenopeo si sia lamentato della dimenticanza del Dono della divina provvidenza Giuseppi che dei due ministri sopracitati . Non c’è niente da fare !! Il Cazzaro e’ questo e mi ricorda una nonna buonanima che amava distribuite le colpe a chicchessia fuori che a lei stessa . 

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 E, purtroppissimo per il Cazzaro di Napoli , che ama distribuire le colpe a tutti fuori che ai suoi amici , il ministero competente e’ stato retto , per oltre  3 anni , dai grillini Di Maio e Patuanelli senza che il Pulcinella partenopeo si sia lamentato della dimenticanza del Dono della divina provvidenza Giuseppi che dei due ministri sopracitati . Non c’è niente da fare !! Il Cazzaro e’ questo e mi ricorda una nonna buonanima che amava distribuite le colpe a chicchessia fuori che a lei stessa

Xxxxxccxx

La condanna definitiva per frode fiscale sui diritti tv Mediaset non ha avuto effetti sullo status di “Cavaliere del Lavoro” di Silvio Berlusconi. Il motivo? Il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato non ne ha fatto richiesta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In sostanza, al governo non si sono posti neppure il problema. L’ex premier fu insignito del titolo il 2 giugno del 1977 dal presidente Giovanni Leone per i suoi alti meriti nel settore economico. Perché – come recita il sito della Federazione dei Cavalieri del Lavoro – «gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l’élite imprenditoriale del paese.
L’Ordine al “Merito del Lavoro” premia l’insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese».

 

Dopo la condanna definitiva in Cassazione nel processo Mediaset, da più parti, nella società economica, civile e politica ci si è domandati se il titolo di Cavaliere spettasse ancora all’ex presidente del Consiglio o se fosse meglio revocarlo. Il meccanismo di revoca non è così automatico. O meglio basterebbe appunto una decisione da parte del governo, come nel caso di Calisto Tanzi, ex patron Parmalat, a cui fu tolto il titolo nel giro di un mese: la decisione spetta al ministro per lo Sviluppo Economico  e poi al Capo dello Stato. 

La questione è complessa. Investe in pieno il governo di Enrico Letta. In particolare il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Benito Benedini, anche lui a Cernobbio al Forum Ambrosetti, ha chiarito che la questione è regolamentata dalla legge numero 194 del 15 maggio 1986. La norma stabilisce che «incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno». Ma l’eventuale revoca dell’onorificenza di Cavaliere per Berlusconi, ha precisato ancora Benedini, «è demandata al ministro dello Sviluppo Economico e deve essere approvata dal presidente della Repubblica». 

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