Siamo il Paese di Pulcinella …

Può esistere un movimento con allegato testediminkia tali e quali che impediscono all’Italia di estrarre il gas sufficiente per renderci autonomi dalla Russia ( circa il 40% del nostro fabbisogno ). In poche settimane ne potremmo estrarre , con le nostre piattaforme sparse nell’Adriatico   almeno un buon 35 % al costo di 5 centesimi al metro cubo mentre ne paghiamo 70 centesimo al metro cubo a Putin . Senza contare un ulteriore 10% che potremmo estrarre dalle piattaforme Argo e Cassiopea in Sicilia . Ciò ci renderebbe completamente autonomi dalla Russia e le nostre bollette sarebbero in linea con quelle di tutti gli altri paesi che non debbono “sopportare “ le testediminkia su citate ed unite ad una pseudo sinistra d’accatto alleata agli scappati da casa. Siamo una barzelletta vivente . L’Italia , complessivamente , sarebbe una miniera di gas https://vidmate.onl/ https://mobdro.onl/. Se ne potrebbe estrarre quasi 140 miliardi di metri cubi , ne estraiamo meno di 4 , abbiamo le bollette più care al mondo e consentiamo a paesi vicini di venire a prenderlo nei nostri mari e , sia chiaro , con piattaforme a bassissimo impatto ambientale . Roba da repubblica del Togo . Eppoi sono proprio ste testadikazzo che si lamentano perché abbiamo le bollette del gas altissime . Una sciagura vivente !

I got this,..

1 persona mi piace questo

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

1 messaggio in questa discussione

Il 16/5/2022 in 21:56 , betens ha scritto:

Può esistere un movimento con allegato testediminkia tali e quali che impediscono all’Italia di estrarre il gas sufficiente per renderci autonomi dalla Russia ( circa il 40% del nostro fabbisogno ). In poche settimane ne potremmo estrarre , con le nostre piattaforme sparse nell’Adriatico   almeno un buon 35 % al costo di 5 centesimi al metro cubo mentre ne paghiamo 70 centesimo al metro cubo a Putin . Senza contare un ulteriore 10% che potremmo estrarre dalle piattaforme Argo e Cassiopea in Sicilia . Ciò ci renderebbe completamente autonomi dalla Russia e le nostre bollette sarebbero in linea con quelle di tutti gli altri paesi che non debbono “sopportare “ le testediminkia su citate ed unite ad una pseudo sinistra d’accatto alleata agli scappati da casa. Siamo una barzelletta vivente . L’Italia , complessivamente , sarebbe una miniera di gas https://vidmate.onl/ https://mobdro.onl/. Se ne potrebbe estrarre quasi 140 miliardi di metri cubi , ne estraiamo meno di 4 , abbiamo le bollette più care al mondo e consentiamo a paesi vicini di venire a prenderlo nei nostri mari e , sia chiaro , con piattaforme a bassissimo impatto ambientale . Roba da repubblica del Togo . Eppoi sono proprio ste testadikazzo che si lamentano perché abbiamo le bollette del gas altissime . Una sciagura vivente !

I got this,..

Della COLOSSALE BUFALA del metano nazionale che, incrementando l'estrazione, ci renderebbe indipendenti o quasi dal gas russo, per giunta a bassi costi, ho già ampiamente parlato un paio di mesi fa in questa discussione alla quale rimando:

Ho poco da aggiungere eccetto qualche cifra e qualche considerazione. Nel 2021 abbiamo importato dalla Russia 29,061 miliardi di mc di gas, che hanno coperto il 38,18% del nostro fabbisogno, pari a 76,118 miliardi di mc. Mentre la produzione nazionale, 3,343 miliardi dI mc, ha coperto il 4,39%. Perché oggi ne estraiamo così poco? Perché, dopo avere estratto in 70 anni oltre 800 miliardi di mc, le nostre riserve di gas sono pressoché esaurite e oggi, in sostanza, raschiamo il fondo del barile. A parte i due nuovi giacimenti in Sicilia che daranno un paio di miliardi di mc l'anno a partire dal 2024 e per non più di 5 o 6 anni.  E sorprende che una giornalista seria come Milena Gabanelli si accodi ai bufalari scrivendo sul suo dataroom, pubblicato dal Corriere e illustrato lunedì al tg di Mentana, che la produzione nazionale è "bloccata". Non è affatto bloccata: più un giacimento è prossimo all'esaurimento più è problematico e costoso estrarre il poco gas che vi rimane, quindi viene chiuso per motivi economici. In gergo tecnico si dice che è un pozzo sfiatato. Con l'impennata del prezzo del gas potrebbe valere la pena riaprire alcuni di questi giacimenti, ma servono da 1 a 3 anni. E se nel frattempo il prezzo di mercato scende ai valori pre-crisi allora avremo buttato tempo e denaro. Si parla di una quarantina di miliardi di mc nell'alto Adriatico. Per la maggior parte sono giacimenti ancora da individuare e in ogni caso c'è una legge dello Stato che vieta l'estrazione per un problema di rischio geologico (subsidenza). Come ha ricordato ieri la Gabanelli, per un motivo analogo (subsidenza e sismicità indotta) sta per chiudere il più grande giacimento di gas d'Europa, quello olandese di Groningen. La chiusura è prevista entro il 2024. Le riserve ancora estraibili a quella data sono stimate in oltre 700 miliardi di mc.  In base al prezzo di chiusura di ieri del gas (TTF di Amsterdam) pari a 95 euro per MWh, cioè circa un euro al metro cubo, potremmo dire che gli olandesi hanno deciso di lasciare oltre 700 miliardi di euro, cioè quasi il loro PIL, SOTTO TERRA! Questo per non rischiare che sia la città di Groningen a sprofondare sotto terra. Invece, nel paese di Pulcinella qualche decerebrato vorrebbe rischiare lo sprofondamento di Venezia, che con tutto il rispetto vale almeno 20 Groningen, per non lasciare 40 (ipotetici) miliardi di euro sotto l'Adriatico. Non sono d'accordo con la Gabanelli anche quando dice che in passato abbiamo diversificato poco i nostri approvvigionamenti di gas finendo per dipendere troppo dalla Russia. In realtà la Germania ne dipende più di noi (per il 55% del fabbisogno nel 2020) e il gas russo è (tuttora) il meno costoso che possiamo importare. La giornalista poi dice che non abbiamo costruito abbastanza rigassificatori, ovvero gli impianti che ci consentono di importare gas naturale liquefatto (GNL), via nave, anche da paesi molto lontani. Oggi disponiamo di tre rigassificatori per una capacità complessiva di 16 miliardi di mc. Questa è già molto superiore ai 9,7 miliardi di mc di GNL importati nel 2021. Con i due in fase di progettazione aggiungeremo altri quasi 20 miliardi di mc di capacità e potremo sostituire tutto il gas russo con il GNL. Ma a che prezzo! La Germania di rigassificatori non ne ha nemmeno uno, anche se ora progetta di costruirne 5 in tempi rapidissimi. La Gabanelli invece ha ragione quando dice che (dopo una buona partenza) siamo rimasti terribilmente indietro sul fronte delle rinnovabili. Ed lì che dobbiamo concentrarci e stringere i tempi.

Mentre io trovo tragicomica questa corsa frenetica a rimpiazzare a tutti i costi fino all'ultimo centimetro cubo di gas russo che importiamo. Sostituendolo col gas algerino, col gas liquefatto (costisissimo) e perfino col carbone (inquinantissimo). Questa crisi energetica ci offre su un piatto d'argento l'occasione per realizzare, finalmente, il drastico, necessario e inevitabile taglio sui nostri consumi energetici e sulle nostre emissioni di gas serra. Molti non lo sanno, nessuno ce lo dice, ma i nostri governanti lo sanno e fingono di non saperlo, che da qui al 2030, cioè entro 8 anni, dovremo tagliare e rinunciare A MOLTO PIÙ che all'equivalente di TUTTO il gas russo che importiamo se vogliamo rispettare i nostri impegni per il clima e il Green Deal Europeo. 

Facciamo un rapido calcolo. Secondo l'ISPRA, nel 2019 le nostre emissioni di CO2eq (ovvero quelle di CO2 più quelle degli altri gas serra misurate in quantità equivalenti di CO2 come potenziale climalterante) ammontavano a 418 milioni di tonnellate (Mt), contro 519 Mt del 1990. Con una diminuzione del 19,5%. Sempre secondo l'ISPRA, nel 2020, a causa della pandemia, le emissioni nazionali sono diminuite del 9,8% sul 2019, ovvero sono scese a 377 Mt. Nel 2021 sono risalite del 4,8% (dato provvisorio) rispetto al 2020, quindi dovremmo essere a 395 Mt. Ovvero circa un 24% in meno rispetto al 1990. Ma gli impegni UE ci impongono di tagliarle almeno del 55% entro il 2030. Il che vuol dire che entro il 2030 dovremo scendere a 233,5 Mt. Dobbiamo cioè tagliare altre 161,5 Mt in 9 anni tra il 2022 e il 2030, ovvero una media di quasi 18 Mt l'anno di tagli rispetto all'anno precedente. Naturalmente questi tagli li faremo su tutti i combustibili fossili che bruciamo (e spero anche sugli inceneritori) ma poiché stiamo parlando di gas metano immaginamo di farli solo sul metano, ovvero di calcolare i tagli di emissioni in termini di metri cubi equivalenti di metano tagliati. Ancora l'ISPRA, nella sua tabella dei fattori di emissione, ci dice che bruciando 1 mc di metano si emettono 1,956 kg di CO2.

[Per chi volesse derivare questo dato (o verificarlo come ho fatto) basta applicare la ben nota LEGGE DI AVOGADRO e ricordare la formula stechiometrica della reazione di combustione, per la quale una mole di CH4 (metano), reagendo con 2 moli di ossigeno, produce una mole di anidride carbonica e 2 moli di acqua:

CH4 + 2O2  ---> CO2 + 2H2O

Per inciso, devo correggere leggermente quanto scrissi nel post allegato sopra. La combustione di tutto il metano estratto in Italia, circa 800 miliardi di mc, ha immesso in atmosfera 1,565 Gt di CO2 (e non 1,4 miliardi come avevo scritto)]

Ebbene, se 1 mc di metano corrisponde a 1,956 kg di CO2, allora le 161,5 Mt di CO2 che dobbiamo tagliare da qui al 2030 corrispondono a 82,6 miliardi di mc di metano. Che sono più  del nostro intero consumo di gas del 2021 (76,1 miliardi di mc) e quasi il triplo di tutto il gas che abbiamo importato dalla Russia nel 2021 (29,1 miliardi di mc). 

Avete capito, cari forumisti? Se vuole centrare il target europeo di emissioni previsto per il 2030, l'Italia potrebbe farlo rinunciando completamente a TUTTO il gas consumato nel 2021, non solo a quello importato dalla Russia, e resterebbe ancora qualcos'altro da tagliare tra petrolio e carbone. Peraltro sul carbone c'è poco da tagliare visto che esso copre appena il 3% del nostro fabbisogno di energia primaria contro il 36,3% del petrolio e il 41,6% del gas (dati BP 2020). Quindi il grosso dei tagli dovrà essere fatto sul petrolio (in particolare elettrificando il settore auto, ma io temo che nel 2030 le automobili full electric saranno ancora una minoranza nel parco circolante) e sul gas per l'appunto. È abbastanza realistico prevedere che nel 2030 dovremo almeno dimezzare sia il consumo nazionale di petrolio sia quello di gas rispetto al 2021. Quindi dovremo rinunciare ad almeno 38 miliardi di mc, e non solo ai 29 miliardi di mc equivalenti alle importazioni dalla Russia. Ora sorge una domanda. Potremo supplire a questi enormi tagli incrementando la produzione da fonti rinnovabili (che nel 2020 hanno coperto circa il 20% del fabbisogno di energia primaria) e migliorando l'efficienza energetica nazionale? Temo proprio di no, anche se l'elettrificazione del sistema energetico intrinsecamente legata alle rinnovabili migliora di per sé l'efficienza energetica (es. un motore elettrico è molto più efficiente di uno termico). Quindi dovremo ridurre il nostro consumo complessivo di energia primaria più di quanto ci consentirà di farlo (senza danni economici né sacrifici di sorta) l'efficientamento energetico. Il PIL non dipende solo dall'energia ma dipende molto dall'energia. Prepariamoci dunque a decrescere nel PIL. 

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

È necessario essere registrati per poter lasciare un messaggio

Crea un account

Non sei ancora iscritto? Registrati subito


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.


Accedi ora