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Mi spiace per Furio Colombo che è stato un buon giornalista, un buon corrispondente dagli USA e soprattutto, con Padellaro, uno dei migliori tra gli ultimi direttori dell'Unità, che seppe proteggere, per quanto possibile, dall'invadenza e dalla penosa deriva verso il centro del partito di riferimento. Ma Colombo non è Montanelli e non è nemmeno Scalfari: a mio modesto avviso quelli come lui, da decenni in età da pensione e che da tempo non hanno più nulla da dire a lettori esigenti come quelli del Fatto, rubano solo il pane ai giovani giornalisti. Ripeto, mi spiace dirlo, ma acquisto il Fatto quasi tutti i giorni e sono anni che non leggo più le articolesse di Colombo. Le ultime erano soporifere, inconcludenti, assolutamente non all'altezza del miglior quotidiano italiano, spesso non riuscivo ad arrivare in fondo. Questa critica ovviamente nulla toglie a Colombo, al suo passato prestigioso e alla sua serietà professionale, ma c'è un tempo per tutte le cose. A 91 anni, se non ti chiami Montanelli o Scalfari, puoi curare al massimo una rubrica di risposte brevi ai lettori.
Allego l'attacco poco lucido e forse anche poco educato (ma a quell'età si perdona tutto) di Colombo ai colleghi del Fatto, con le lucide risposte Travaglio e Padellaro. E separatamente la risposta del prof. Orsini, che non replica agli insulti di Colombo e si limita a impartirgli una lezione di storia:
https://infosannio.com/2022/05/13/il-fatto-visioni-opposte-su-storia-e-conflitto/
Modificato da fosforo311Facile delegittimare quando non fa più comodo ma purtroppo io do più che degnamente ragione a Furio che comunque non ha da imitare nessuno al contrario di qualcun altro a cui li riesce pure molto male
Modificato da barbablu1623 ore fa, fosforo311 ha scritto:Colombo non è Montanelli
per questo ha avuto la possibilità di scegliere, il montanelli è stato cacciato dai suoi pari, colombo lo ha deciso di suo...
Il 14/5/2022 in 02:09 , fosforo311 ha scritto:Mi spiace per Furio Colombo che è stato un buon giornalista, un buon corrispondente dagli USA e soprattutto, con Padellaro, uno dei migliori tra gli ultimi direttori dell'Unità, che seppe proteggere, per quanto possibile, dall'invadenza e dalla penosa deriva verso il centro del partito di riferimento. Ma Colombo non è Montanelli e non è nemmeno Scalfari: a mio modesto avviso quelli come lui, da decenni in età da pensione e che da tempo non hanno più nulla da dire a lettori esigenti come quelli del Fatto, rubano solo il pane ai giovani giornalisti. Ripeto, mi spiace dirlo, ma acquisto il Fatto quasi tutti i giorni e sono anni che non leggo più le articolesse di Colombo. Le ultime erano soporifere, inconcludenti, assolutamente non all'altezza del miglior quotidiano italiano, spesso non riuscivo ad arrivare in fondo. Questa critica ovviamente nulla toglie a Colombo, al suo passato prestigioso e alla sua serietà professionale, ma c'è un tempo per tutte le cose. A 91 anni, se non ti chiami Montanelli o Scalfari, puoi curare al massimo una rubrica di risposte brevi ai lettori.
Allego l'attacco poco lucido e forse anche poco educato (ma a quell'età si perdona tutto) di Colombo ai colleghi del Fatto, con le lucide risposte Travaglio e Padellaro. E separatamente la risposta del prof. Orsini, che non replica agli insulti di Colombo e si limita a impartirgli una lezione di storia:
https://infosannio.com/2022/05/13/il-fatto-visioni-opposte-su-storia-e-conflitto/
Simpatizzo per Colombo, ma un giornale libero da la parola a tutti, anche se non sempre vengono pubblicati articoli totalmente condivisibili.
1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:Simpatizzo per Colombo, ma un giornale libero da la parola a tutti, anche se non sempre vengono pubblicati articoli totalmente condivisibili.
Eccome no , eccome no !! Quel che mi differenzia dalla bovara nonché mungitrice di tori veneta e’ che mentre la stessa e’ favorevole a che uno , pagato con i soldi pubblici , in nome e per conto della libertà di parola , possa affermare che ;” La seconda guerra mondiale non fu scatenata da Hitler ma da Inghilterra e Francia” , “ Che non e’ scritto da nessuna parte che un bimbo possa essere più felice in un regime democratico che in quello dittatoriale , “ Che mio nonno e’ più felice sotto il fascismo che dopo la liberazione “, “ Che Gramsci era un demente ed uno storpio liberticida “ mentre io , a uno che dice quelle parole , lo farei prelevare all’alba da una gazzella dei Carabinieri, lo tradurrei in un carcere , e, dopo averlo sottoposto ad un giusto processo, ove condannato , gli farei scontare la pena inflitta senza il beneficio di premi o quant’altro . Basta scegliere …!!
Modificato da mark2222201 ora fa, mark222220 ha scritto:Eccome no , eccome no !! Quel che mi differenzia dalla bovara nonché mungitrice di tori veneta e’ che mentre la stessa e’ favorevole a che uno , pagato con i soldi pubblici , in nome e per conto della libertà di parola , possa affermare che ;” La seconda guerra mondiale non fu scatenata da Hitler ma da Inghilterra e Francia” , “ Che non e’ scritto da nessuna parte che un bimbo possa essere più felice in un regime democratico che in quello dittatoriale , “ Che mio nonno e’ più felice sotto il fascismo che dopo la liberazione “, “ Che Gramsci era un demente ed uno storpio liberticida “ mentre io , a uno che dice quelle parole , lo farei prelevare all’alba da una gazzella dei Carabinieri, lo tradurrei in un carcere , e, dopo averlo sottoposto ad un giusto processo, ove condannato , gli farei scontare la pena inflitta senza il beneficio di premi o quant’altro . Basta scegliere …!!
Lei si, stupida gallina pisana diversamente intelligente, lei si.
Infatti lei è più fascista dei fascisti, altro che garantista.
Abla , abla quanto ti pare : Ti ho deflorato di nuovo !! Visibilmente …Profondamente !! Godi ??
8 ore fa, barbablu16 ha scritto:
Onestamente non vedo cosa ci sia di sbagliato o di incoerente nelle parole del prof. Orsini. È chiaro che la Difesa, come l'Istruzione, la Sanità, la Pubblica Sicurezza, etc., è un settore vitale per ogni Stato degno di questo nome. Poi una cosa è progettare e produrre armi, e venderle a paesi in pace, come avviene per la quasi totalità delle armi esportate dall'Italia (in conformità con la legge 185 del 1990), altra cosa è regalare armi, di fabbricazione italiana e non, a spese dei contribuenti, a paesi in guerra. Questa seconda cosa, secondo diversi costituzionalisti e secondo me, è in contrasto con l'art.11 della Costituzione. D'altra parte, potrebbe essere un principio del tutto plausibile, forse in contrasto con il principio del libero mercato ma sicuramente non con la Costituzione, il divieto di esportare armi da guerra a chicchessia. Anzi, io sarei pronto a sottoscriverlo. Ma stai sicuro che se noi smettessimo di esportare armi, altri le venderebbero al nostro posto.
Orsini tocca anche l'aspetto della competitività del nostro paese sul piano tecnologico. E anche qui non mi pare che abbia torto. Piaccia o no, e a me dispiace doverlo ammettere, l'industria bellica è uno dei settori tecnologicamente più avanzati e più trainanti, ovvero con le maggiori ricadute in altri settori industriali. Sviluppare il progetto di un moderno cacciabombardiere può avere ricadute positive e assai significative sull'industria aeronautica civile, sull'industria dei materiali e delle leghe speciali, sull'elettronica, etc. Forse perfino sull'industria automobilistica, e non credo di dire un'eresia. È chiaro che parliamo di un settore dove il livello tecnologico è altissimo e dove la concorrenza internazionale è spietata: chi si ferma è perduto.
Noi abbiamo Leonardo, ex Finmeccanica, azienda controllata dallo Stato, che è oggi è il 13simo produttore mondiale di armi (o sistemi d'arma e apparati ausiliari) ma che opera anche nel settore civile (che purtroppo è in difficoltà). Nel 2021 ha fatturato 14,14 miliardi, ha investito oltre il 10% di questi ricavi in ricerca e sviluppo, ha realizzato utili netti per 587 milioni e dato lavoro a 50.413 addetti (i due terzi in Italia) più decine di migliaia nell'indotto. Condivide o finanzia progetti con decine di università e centri di ricerca. Ha in corso diverse importanti partecipazioni internazionali. Sicuramente Leonardo è tra le grandi aziende italiane quella con il più alto livello tecnologico. Nel 2010 fatturava quasi 19 miliardi e aveva oltre 75mila addetti, poi ha attraversato un periodo di forte crisi con l'ad Moretti (ex FS, di nomina renziana) ma attualmente è in ripresa. Spero che vada sempre meglio e che ritorni presto tra i primi 10 produttori mondiali di armi, perché Leonardo è un fiore all'occhiello e un polo trainante per tutta l'industria e la ricerca italiane. Guai a privatizzarla! Finirebbe in mano a qualche colosso straniero e farebbe una brutta fine. Peggio ancora se finisse nelle mani di privati italiani. Non c'è nessuno in Italia, eccetto lo Stato, in grado di gestire e mantenere competitiva un'azienda del genere. D'altra parte fu Finmeccanica ad acquisire Fiat Avio (e molti altri marchi privati) e non viceversa.
Modificato da fosforo3111 ora fa, fosforo311 ha scritto:Onestamente non vedo cosa ci sia di sbagliato o di incoerente nelle parole del prof. Orsini. È chiaro che la Difesa, come l'Istruzione, la Sanità, la Pubblica Sicurezza, etc., è un settore vitale per ogni Stato degno di questo nome. Poi una cosa è progettare e produrre armi, e venderle a paesi in pace, come avviene per la quasi totalità delle armi esportate dall'Italia (in conformità con la legge 185 del 1990), altra cosa è regalare armi, di fabbricazione italiana e non, a spese dei contribuenti, a paesi in guerra. Questa seconda cosa, secondo diversi costituzionalisti e secondo me, è in contrasto con l'art.11 della Costituzione. D'altra parte, potrebbe essere un principio del tutto plausibile, forse in contrasto con il principio del libero mercato ma sicuramente non con la Costituzione, il divieto di esportare armi da guerra a chicchessia. Anzi, io sarei pronto a sottoscriverlo. Ma stai sicuro che se noi smettessimo di esportare armi, altri le venderebbero al nostro posto.
Orsini tocca anche l'aspetto della competitività del nostro paese sul piano tecnologico. E anche qui non mi pare che abbia torto. Piaccia o no, e a me dispiace doverlo ammettere, l'industria bellica è uno dei settori tecnologicamente più avanzati e più trainanti, ovvero con le maggiori ricadute in altri settori industriali. Sviluppare il progetto di un moderno cacciabombardiere può avere ricadute positive e assai significative sull'industria aeronautica civile, sull'industria dei materiali e delle leghe speciali, sull'elettronica, etc. Forse perfino sull'industria automobilistica, e non credo di dire un'eresia. È chiaro che parliamo di un settore dove il livello tecnologico è altissimo e dove la concorrenza internazionale è spietata: chi si ferma è perduto.
Noi abbiamo Leonardo, ex Finmeccanica, azienda controllata dallo Stato, che è oggi è il 13simo produttore mondiale di armi (o sistemi d'arma e apparati ausiliari) ma che opera anche nel settore civile (che purtroppo è in difficoltà). Nel 2021 ha fatturato 14,14 miliardi, ha investito oltre il 10% di questi ricavi in ricerca e sviluppo, ha realizzato utili netti per 587 milioni e dato lavoro a 50.413 addetti (i due terzi in Italia) più decine di migliaia nell'indotto. Condivide o finanzia progetti con decine di università e centri di ricerca. Ha in corso diverse importanti partecipazioni internazionali. Sicuramente Leonardo è tra le grandi aziende italiane quella con il più alto livello tecnologico. Nel 2010 fatturava quasi 19 miliardi e aveva oltre 75mila addetti, poi ha attraversato un periodo di forte crisi con l'ad Moretti (ex FS, di nomina renziana) ma attualmente è in ripresa. Spero che vada sempre meglio e che ritorni presto tra i primi 10 produttori mondiali di armi, perché Leonardo è un fiore all'occhiello e un polo trainante per tutta l'industria e la ricerca italiane. Guai a privatizzarla! Finirebbe in mano a qualche colosso straniero e farebbe una brutta fine. Peggio ancora se finisse nelle mani di privati italiani. Non c'è nessuno in Italia, eccetto lo Stato, in grado di gestire e mantenere competitiva un'azienda del genere. D'altra parte fu Finmeccanica ad acquisire Fiat Avio (e molti altri marchi privati) e non viceversa.
Beh un pacifista, così si dichiara il fantomatico professore, che sostiene la fabbricazione di armi e la vendita delle stesse mi sembra una incongruenza e qui è un discorso di economia e non di etica alla quale lui fa il fondamento dei suoi concioni attuali. Non si salvano vite fabbricando armi e vendendole nemmeno quelle dei bambini a cui a chiacchiere li stanno tanto a cuore.
Modificato da barbablu16
Il 15/5/2022 in 09:44 , mark222220 ha scritto:Abla , abla quanto ti pare : Ti ho deflorato di nuovo !! Visibilmente …Profondamente !! Godi ??
Cosa ha fatto lei, stupida gallina pisana diversamente intelligente è diversamente monolaureata?
Lei non ha mai deflorato nessuna, nemmeno da giovane, perché lei aveva ed ha paura delle donne, però, da vecchia, ora si dimostra più fascista dei fascisti.
Ossequi ad Alessandro e ad aria fresca.
Quelle che all’estero sono voci distoniche, isolate, in Italia diventano una campagna assordante, coordinata, battente, attiva su giornali, tv, web, ambasciate, centri di ricerca presunti indipendenti. Perché siamo diventati il paese tribuna della disinformazione, dell’odio antidemocratico, del riscrivere il passato per i giochi del presente
“Erdogan dice no a Finlandia e Svezia nella Nato”, gongolano i dirigenti del partito filorusso in Italia. “Stoltenberg, capo della Nato, oltranzista sulla Crimea più del presidente ucraino Zelensky”. “Svezia e Finlandia, l’annessione della Nato”. “Macron pronto alla mediazione, basta guerra”. “Putin non invaderà mai l’Ucraina”. “Anche il Papa dice che la Nato abbaia…”. “E l’Iraq? E Kabul? E Belgrado?”.
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Inviata (modificato)
Furio Colombo molla il Fatto Quotidiano: “Difficile scrivere a fianco di colleghi che danno infor mazioni inesistenti o distorte”.
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