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28 minuti fa, barbablu16 ha scritto:Alla fine, l’amletico dilemma è tanto lacerante quanto irrisolvibile. Se cioè il giornalista in questione abbia sbagliato mestiere nella vita, scegliendone uno che mal si concilia con un’indole così deferente, e quindi apprezzata dalla direzione. O se invece, proprio per questo, l’intervista di Giuseppe Brindisi al ministro dell’Esteri russo Lavrov, in onda ieri sera a Zona Bianca, sia, semplicemente, un’operazione politica del Biscione, trasformato, nella sera del primo maggio, in una specie di succursale di Russia Tv.
Anche in questo, la deferenza e il “signor sì” del conduttore aiutano e non poco. Per molti sarebbe irricevibile anteporre l’obbedienza verso un accordo, magari negoziato in piani più alti, del tipo “ti concedo l’intervista a patto che non vengano fatte domande” alla propria autonomia. Insomma, siamo gente di mondo: va bene Berlusconi che paga gli stipendi, va bene i suoi alleati, ma qui la questione ha una rilevanza un po’ più grande.
È giusto intervistare chiunque, Lavrov, Putin, dittatori, criminali di ogni latitudine e colore, mafiosi, assassini, Satana in persona. Anche se, per inciso, Lavrov non è che abbia tutto questo peso nel suo paese. Sia come sia, dove c’è interesse pubblico c’è la legittimità dell’intervista, in pace, in guerra, sempre, funziona così in un paese democratico, criterio che purtroppo non vige in Russia. Il problema, banale ma tant’è, è che però questi signori vanno intervistati, che non significa trafitti in diretta o picchiati, ma è chiaro che in quel momento il giornalista è colui che rappresenta la realtà, da contrapporre a una versione di parte. Il politico mira al consenso, il suo interlocutore alla comprensione del perché delle cose e della realtà.
Il commento completo di Alesandro De Angelis sull'HuffPost
IERI SERA HO RESISTITO SOLO 5 MINUTI , HO CAMBIATO CANALE , QUANTO SENTITO IN POCHI MINUTI E' STATO """ SCONCERTANTE """ . IO GUARDO SEMPRE SOTTO IL TAPPETO , LA MIA CHIAVE DI LETTURA E' : NIENTE , NIENTE BERLUSCONI VOLEVA FARE SENTIRE LA CAMPANA RUSSA , PER PORTARE ACQUA ALL'AMICO (S) PUTIN ?!?!?!? DENIGRANDOLO DI FACCIATA E DANDOGLI SPAZIO PER LE SUE FARNETICAZIONI , TRAMITE LAVROV !!!
Non ho visto in diretta l'intervista di Lavrov su Rete4, ma a quanto pare Emilio fido non sarebbe stato capace di inginocchiarsi meglio. Però mi sono espresso nella discussione di Wronschi, anche sulla faccenda di Hitler. Dove devo mio malgrado spezzare una lancia per Lavrov. Che in fondo ha dato una risposta laica alla domanda dell'intervistatore su Zelensky ebreo e dunque necessariamente antinazista, facendo un controesempio, forse infondato e forse no. Ma in ogni caso, dove sta scritto che un ebreo non può essere nazista o non può professare ideologie analoghe? Come in effetti fanno alcune frange dell'ultradestra sionista. Il fatto che Hitler avesse o meno un nonno ebreo non toglie e non aggiunge nulla alle sue nefandezze e al giudizio storico che possiamo dare su di lui o sugli ebrei. Dove sta scritto che il figlio o il nipote di un santo non può diventare un criminale? E dove sta scritto che il figlio di un criminale non può diventare un santo? Del cosiddetto Buon Ladrone non sappiamo quasi nulla, sappiamo solo che era uno dei due "malfattori" crocifissi con Gesù. Certo doveva averne combinate grosse per ricevere un supplizio del genere. Probabilmente era un bandito e un assassino. Eppure è venerato dalla Chiesa come santo. Anzi, stando ai Vangeli, è più santo lui di tutti gli altri santi, essendo stato ammesso in Paradiso da Gesù Cristo in persona:
"In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso".
Chi accusa gli ebrei per il fatto che Hitler aveva (forse) un nonno ebreo è sicuramente un razzista. Ma non mi è parso, guardando la registrazione, che Lavrov volesse accusare gli ebrei di questa eventuale colpa. Voleva solo fare, ripeto, un controesempio rispetto a Zelensky. A mio modesto avviso è sicuramente un razzista anche un ebreo che si offende per il solo fatto che qualche storico prenda in considerazione l'ipotesi suddetta.
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Alla fine, l’amletico dilemma è tanto lacerante quanto irrisolvibile. Se cioè il giornalista in questione abbia sbagliato mestiere nella vita, scegliendone uno che mal si concilia con un’indole così deferente, e quindi apprezzata dalla direzione. O se invece, proprio per questo, l’intervista di Giuseppe Brindisi al ministro dell’Esteri russo Lavrov, in onda ieri sera a Zona Bianca, sia, semplicemente, un’operazione politica del Biscione, trasformato, nella sera del primo maggio, in una specie di succursale di Russia Tv.
Anche in questo, la deferenza e il “signor sì” del conduttore aiutano e non poco. Per molti sarebbe irricevibile anteporre l’obbedienza verso un accordo, magari negoziato in piani più alti, del tipo “ti concedo l’intervista a patto che non vengano fatte domande” alla propria autonomia. Insomma, siamo gente di mondo: va bene Berlusconi che paga gli stipendi, va bene i suoi alleati, ma qui la questione ha una rilevanza un po’ più grande.
È giusto intervistare chiunque, Lavrov, Putin, dittatori, criminali di ogni latitudine e colore, mafiosi, assassini, Satana in persona. Anche se, per inciso, Lavrov non è che abbia tutto questo peso nel suo paese. Sia come sia, dove c’è interesse pubblico c’è la legittimità dell’intervista, in pace, in guerra, sempre, funziona così in un paese democratico, criterio che purtroppo non vige in Russia. Il problema, banale ma tant’è, è che però questi signori vanno intervistati, che non significa trafitti in diretta o picchiati, ma è chiaro che in quel momento il giornalista è colui che rappresenta la realtà, da contrapporre a una versione di parte. Il politico mira al consenso, il suo interlocutore alla comprensione del perché delle cose e della realtà.
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