industria elettronica

36 messaggi in questa discussione

Il ragazzino che scava in una miniera di coltan (controllare cosa sia) è l'azionista di riferimento delle grandi industrie elettroniche. Senza di lui (il ragazzino ed il suo scavare) non esisterebbero i computer, i televisori, le centraline delle auto, gli elettrodomestici, i climatizzatori, e quanto altro necessita di un pilotaggio elettronico. Lui viene retribuito un dollaro (un euro) al giorno, mentre i dirigenti delle aziende un dollaro (un euro) al secondo. Sempre come unità uno, ma cambia il tempo. I lavoratori muoiono soli. I dirigenti si ingrassano in compagnia.   

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Il ministro Di Mario è andato in Congo a comprare gas. Due secoli fa sarebbe stata la stessa cosa andare a trattare e a fare affari con i mercanti di schiavi. Questi paesi sono potenzialmente ricchissimi ma in realtà si arricchiscono in pochi sfruttando come schiavi la povera gente inclusi i bambini. E tra gli sfruttatori ci siamo anche noi. Gli importatori di materie prime.  L'intreccio perverso tra la politica, gli affari e l'economia globalizzata fa sì che il coltan costi all'origine molto meno di quello che dovrebbe costare in un'economia sana ed equa. Dove il valore aggiunto maggiore dovrebbe andare a chi lo estrae, cioè al minatore. E invece la torta se la dividono lo sfruttatore di quel bambino, i politici dimerda del Congo, l'importatore, l'industria elettronica coreana, giapponese o taiwanese, il venditore dell'elettronica di consumo (tipo Amazon). Le cose andranno sempre peggio perché la richiesta di questi minerali esploderà durante la transizione ecologica.

L'umanità sta andando verso la direzione più sbagliata. Ha bisogno di una lezione durissima. Non saprei dire quale, ma abbiamo bisogno di una lezione. Per cambiare direzione prima che sia troppo tardi. 

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2 ore fa, hoodrobin0 ha scritto:

 

 

1 ora fa, fosforo311 ha scritto:

 

 

Il bravo Enrico Mattei faceva accordi commerciali con le nazioni africane. Accordi di rispetto e collaborazione. Portando via a francesi, inglesi, americani, la gestione dei pozzi di petrolio e metano. Per questo gli hanno sabotato l'aereo nell'ottobre del sessantadue. (sabotaggio, non guasto meccanico dovuto alla pioggia).  

  

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60 anni fa moriva Adriano Olivetti - Quotidiano Piemontese

adriano olivetti - guardare avanti

 

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Negli anni cinquanta / settanta esistevano in Italia piccole aziende nel settore della elettronica e nella elettricità domestica. Producevano ottimi prodotti. Produzione limitata nel numero, alle volte a distribuzione solo regionale, ma la qualità era notevole, era possibile la riparabilità. La vita lavorativa all'interno di queste piccole aziende era sostenibile e basata sul rispetto e sulla fiducia. Peccato queste piccole aziende nel settore elettrico ed elettronico domestico siano sparite. Mangiate dal grande mercato.      

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1 ora fa, dune-buggi ha scritto:

Negli anni cinquanta / settanta esistevano in Italia piccole aziende nel settore della elettronica e nella elettricità domestica. Producevano ottimi prodotti. Produzione limitata nel numero, alle volte a distribuzione solo regionale, ma la qualità era notevole, era possibile la riparabilità. La vita lavorativa all'interno di queste piccole aziende era sostenibile e basata sul rispetto e sulla fiducia. Peccato queste piccole aziende nel settore elettrico ed elettronico domestico siano sparite. Mangiate dal grande mercato.      

E sono spariti purtroppo anche i piccoli negozi di elettrodomestici. Restano le grandi catene di distribuzione e i giganti del commercio on line, tipo Amazon. I quali comprano ingenti quantità di televisori, frigoriferi, lavatrici, computer etc., per lo più di fabbricazione orientale, e li rivendono a prezzi perennemente scontati che nessun piccolo rivenditore potrebbe permettersi. Qualche settimana fa mi sono recato in uno di questi supermercati dell'elettronica per acquistare un piccolo smart tv da 24 pollici di una nota marca coreana e rottamare il vecchio tv che avevamo in cucina, della medesima marca e perfettamente funzionante ma purtroppo non adeguato alla nuova codifica per l'alta definizione. Ho chiesto se il marchio fosse sempre affidabile e mi hanno risposto che di quel modello ne avevano già venduti più di 100 pezzi senza problemi. Ora devi sapere che a casa mia in cucina non abbiamo mai avuto una presa d'antenna collegata alla parabola centralizzata condominiale, installarla comporterebbe lavori e costi non da poco. Pertanto in cucina utilizziamo un'antenna da interni, una bella e classica antenna a V orientabile a doppio stilo di circa 1 metro, che acquistai molti anni fa da un rigattiere. Non è possibile appoggiarla sui sottili televisori a LCD e allora ho creato un supporto artigianale. Ho anche ricavato un cavetto coassiale di appena mezzo metro con maschio e femmina per un collegamento con la minima attenuazione possibile. Ovviamente prima di acquistare il nuovo tv ho chiesto ai tecnici del supermercato se la vecchia antenna da interni fosse compatibile con il nuovo standard di codifica. Lo hanno escluso categoricamente. Dicevano che il nuovo standard richiede un segnale d'antenna potente e stabile, altrimenti non si vede niente. E non di rado ha creato problemi anche con le antenne esterne sul tetto. Chiaramente non avrei risolto nulla con un decoder collegato al vecchio televisore. Ho precisato che risiedo all'ultimo piano e in posizione favorevole rispetto al ripetore, e allora mi hanno proposto di acquistare un'antenna da interni amplificata (costo sui 50 euro) ma senza nessuna garanzia sul funzionamento e con l'ulteriore problema che l'antenna amplificata necessita di alimentazione elettrica. A quel punto ho chiesto la cortesia di poter fare una prova: pago e mi porto a casa il modello in esposizione, già disimballato, lo collego all'antenna e se non funziona ve lo restituisco in giornata. Niente da fare: non possiamo restituirle i soldi, il diritto di recesso vale solo per gli acquisti on line, al massimo possiamo farle un buono per acquistare un altro prodotto ma perde il bonus rottamazione (20%). Sono sicuro che un piccolo commerciante, come quelli che c'erano una volta qui a Napoli, mi avrebbe fatto senza esitare quella piccola cortesia. Ma io confidavo nella mia vecchia antenna e mi sono preso il televisore consegnando il vecchio per il bonus. Ho sintonizzato i canali dall'antenna centralizzata, che certo fornisce un segnale più potente, poi l'ho portato in cucina e l'ho collegato all'antenna a stilo. Vedo perfettamente tutti i canali in alta definizione, eccetto Canale 9, che peraltro mi dava problemi anche col vecchio televisore. Vuol dire che Crozza ce lo vedremo in soggiorno. Gallina vecchia fa buon brodo. 

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10 minuti fa, hoodrobin0 ha scritto:

Una volta c'era una tv per famiglia, ora ci sono più tv che persone 

é vero, siamo in 4 (+ 1) = 6 Tv, 6 pc tra fissi e portatili

 

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Inviata (modificato)

1 ora fa, fosforo311 ha scritto:

 

Ottima osservazione, il negoziante di zona sarebbe venuto a casa con un televisore di prova. Verificato il funzionamento avrebbe consigliato il modello giusto, magari prenotandolo al magazzino. Il tema vale anche per frigoriferi e lavatrici o altri elettrodomestici. Alle volte l'apertura della porta o i collegamenti idraulici ed elettrici vanno verificati sul posto. Buon pranzo a tutti e tutte. (da molto mancano le lettrici su questa rubrica).

Modificato da dune-buggi

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magari esistessero ancora persone sagge come Olivetti Adriano e Mattei Enrico   

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si deve tornare a valorizzare il territoro (sia come ambiente che come persone). La piccola impresa sia di produzione che di vendita. Per quale motivo non si riesce più a trovare tra i giovani (tra i giovani) i piccoli artigiani di quartiere per le normali manutenzioni di casa. Riparare l'armadio, la tapparella, la sostituzione del rubinetto, il cambio del lampadario, e molto altro nel settore brico casa e brico giardino. - magari trovare le risposte nel quartiere ove si abita e con artigiani giovani -  

Modificato da dune-buggi

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Il 30/4/2022 in 09:02 , dune-buggi ha scritto:

Il ragazzino che scava in una miniera di coltan (controllare cosa sia) è l'azionista di riferimento delle grandi industrie elettroniche. Senza di lui (il ragazzino ed il suo scavare) non esisterebbero i computer, i televisori, le centraline delle auto, gli elettrodomestici, i climatizzatori, e quanto altro necessita di un pilotaggio elettronico. Lui viene retribuito un dollaro (un euro) al giorno, mentre i dirigenti delle aziende un dollaro (un euro) al secondo. Sempre come unità uno, ma cambia il tempo. I lavoratori muoiono soli. I dirigenti si ingrassano in compagnia.   

Il Coltan, il minerale per la cui estrazione il Congo vergognosamente utilizza e sfrutta piccoli schiavi, è la columbite-tantalite, una delle principali fonti di due elementi chimici di grande importanza nella metallurgia e nell'elettronica: il niobio (Nb) e il tantalio (Ta). Il primo è usato per esempio negli acciai speciali e nei magneti superconduttori (grandi quantità di niobio sono presenti nell'acceleratore di particelle del CERN di Ginevra e nel reattore sperimentale a fusione ITER). Il secondo è usato nei condensatori ad alta capacità. I condensatori al pentossido di tantalio raggiungono facilmente capacità dell'ordine dei 100 microfarad. Sono usati per es. nel classico circuito sample and hold (campiona e mantieni), fondamentale per la conversione analogico-digitale. La quale, mentre completavo i miei studi, apriva il passaggio, circa 40 anni fa, dall'era analogica all'era digitale, o se preferisci dal disco in vinile al compact disc, il quale registra un segnale digitale, ovvero un segnale analogico campionato e codificato. 

Qualche mese fa scrissi per un giornalino locale un breve articolo con un titolo d'ispirazione manzoniana:

Disprosio, chi era costui? 

Trattasi di un altro elemento chimico (simbolo Dy), un metallo assai più raro e meno noto dei due precedenti. Non a caso fa parte della famiglia delle cosiddette Terre Rare, in particolare della serie dei Lantanoidi. Come le altre terre rare, il disprosio oggi viene in gran parte dalla Cina. Costa circa 300 dollari al kg, ma il prezzo e la domanda mondiale sono in rapida crescita. Il suo impiego principale, infatti, è nei potentissimi magneti permanenti usati nelle turbine eoliche e nei motori delle auto elettriche e ibride (oltre che nelle testine degli hard disk). Sono magneti al neodimio (Nd, altro lantanoide), per l'esattezza costituiti da una lega di neodimio, ferro e boro. Questi magneti sono caratterizzati da un'altissima magnetizzazione residua (dell'ordine di 1 tesla, per confronto il campo magnetico terrestre è dell'ordine delle decine di microtesla) e un'altissima forza coercitiva (il campo smagnetizzante, dell'ordine del milione di ampere per metro). Vanno maneggiati con estrema cautela. Su YouTube si trovano numerosi filmati illustranti la potenza e la pericolosità dei magneti al neodimio:

https://youtu.be/lpeARrSS8iY

Questi magneti però hanno un difetto: una temperatura di Curie relativamente bassa (tra i 300 e i 400 °C si azzera la magnetizzazione) e già sopra i 100 °C cominciano a smagnetizzarsi rapidamente. Questo è grave per un magnete che deve lavorare nel vano motore di un'auto elettrica. E qui interviene Carneade, cioè il disprosio. Aggiungendo alla lega una certa percentuale di disprosio aumentano la coercitività, la temperatura di Curie e l'efficienza del magnete alle alte temperature. Il problema è costituito dalla scarsa disponibilità in natura del disprosio e dalla concentrazione delle miniere in pochi paesi (Cina, Australia). Quindi il disprosio potrebbe costituire uno dei colli di bottiglia per la diffusione e l'economicità delle auto elettriche e per la green economy in generale. 

Modificato da fosforo311
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i danni della globalizzazione - ed adesso con le auto elettriche le cose peggiorano - dove e dove verranno smaltite le nuove batterie, (come e dove),  considrando che la loro vita media è di pochi anni - fare un pieno di benzina dura pochi minuti - sostituire tutto il pacco batterie diverso tempo, prenotandolo con largo anticipo -     

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15 minuti fa, dune-buggi ha scritto:

i danni della globalizzazione - ed adesso con le auto elettriche le cose peggiorano - dove e dove verranno smaltite le nuove batterie, (come e dove),  considrando che la loro vita media è di pochi anni - fare un pieno di benzina dura pochi minuti - sostituire tutto il pacco batterie diverso tempo, prenotandolo con largo anticipo -     

Il consumismo sfremato del mondo occidentale deve essere alimentato ,costi quello che costi,noi oggi non ci lamentiamo per il necessario ma per il superfluo.

 

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3 ore fa, ribelliamoci2 ha scritto:

Il consumismo sfremato del mondo occidentale deve essere alimentato ,costi quello che costi,noi oggi non ci lamentiamo per il necessario ma per il superfluo.

 

Il consumismo sfrenato dell'Occidente, ovvero della parte più ricca, più viziata, più ingorda e più irresponsabile del pianeta, non si ferma nemmeno con il conto alla rovescia climatico già iniziato e con il Cigno Nero che aleggia minaccioso sul futuro dell'umanità.

Stiamo rapidamente esaurendo il budget di carbonio che possiamo ancora dissotterrare e bruciare evitando la catastrofe senza ritorno, ma in questo momento automobili, aerei, navi, industrie, caldaie, incendi, etc., stanno emettendo nell'atmosfera 1337 tonnellate al secondo di anidride carbonica:

https://www.mcc-berlin.net/en/research/co2-budget.html

Nell'aprire la COP27 sul clima a Sharm el-Sheikh, il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres è stato esplicito:

Stiamo correndo su un'autostrada per l'inferno con il piede premuto sull'acceleratore.

I leader mondiali presenti in Egitto si riempiono la bocca di promesse sulla transizione energetica o ecologica ma nel contempo continuano a erogare ingenti contributi pubblici alle industrie del carbonio (petrolio, gas e carbone) invece di disincentivarle con tasse pesantissime per incentivare solo le energie rinnovabili. La nostra Meloni è andata a Sharm el-Sheikh subito dopo avere sbloccato trivelle nell'Adriatico. Come andare a messa subito dopo avere bestemmiato. 

Che senso ha una transizione ecologica dove la parte ricca e ingorda del mondo non intende rinunciare a nulla, per esempio neppure a un cavallo motore in un'auto elettrica al posto di quella tradizionale? Anzi le auto elettriche le stanno facendo perfino più potenti e performanti di quelle a motore termico, per indurre i consumatori a comprarle. Un pessimo esempio che stimola l'ingordigia anche nei paesi emergenti. 

Avete mai sentito parlare di HPAL ? Sta per High Pressure Acid Liscivia: "lisciviazione acida ad alta pressione". È un processo ad altissimo impatto ambientale escogitato per estrarre il nichel e il cobalto da un minerale di bassa qualità, la laterite di ossido di nichel, che in passato era solo minerale di scarto. Questo per soddisfare la crescente domanda mondiale di nichel e cobalto, necessari per le batterie delle auto elettriche. 

E avete mai sentito parlare di DSTD ? Sta per Deep Sea Tailing Disposal: smaltimento degli sterili in alto mare. Gli sterili sono rifiuti prodotti nei processi di lavorazione dei minerali appena estratti: frantumazione, macinazione, fanghi di frazionamento. Sono volumi enormi e costosi da smaltire in cave e discariche terrestri. E allora li si va a buttare in acque profonde, in alto mare. Sperando che laggiù non creino problemi. Acque internazionali trasformate in discariche industriali. Quasi superfluo aggiungere che la corsa famelica ai minerali rari necessari per la mobilità elettrica trasformerà presto il mare non solo in discarica ma anche in miniera di estrazione. Anche se Volkswagen e BMW si sono già affrettate a precisare che non utilizzeranno per le loro batterie metalli estratti nei fondali oceanici. 

Una batteria di un veicolo elettrico richiede in media circa 8 kg di litio. È il più leggero dei metalli, con un peso specifico pari alla metà di quello dell'acqua. È un elemento primordiale, il terzo nella Tavola Periodica dopo l'idrogeno e l'elio, presente nell'Universo fin dai tempi del Big Bang. Ma oggi il litio è relativamente raro. Le riserve mondiali sono stimate in 22 milioni di tonnellate. Oltre la metà si concentra nel "triangolo del litio" tra Cile, Bolivia e Argentina. Il resto si trova per lo più in Australia, Cina e pochi altri paesi. Nel 2021 sono state estratte 106.000 tonnellate, oltre il triplo di 10 anni fa, con l'Australia primo produttore. Se volessimo elettrificare l'intera produzione mondiale di autovetture, pari a 57 milioni di unità nel 2021 (esclusi i veicoli commerciali e industriali), servirebbero 456.000 tonnellate di litio l'anno. Ma il litio ha anche molte altre applicazioni, in elettronica, metallurgia, etc. È prevedibile quindi che la corsa al litio, cioè la crescita esponenziale della domanda e del prezzo, condurrà a sviluppare tecniche di estrazione ancora più invasive e inquinanti delle attuali. Oggi per estrarre gli 8 kg di litio necessari per un'auto elettrica servono 16.000 litri di acqua e non è certo l'unico impatto ambientale:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/11/29/news/il_litio_a_due_facce_utile_ma_dannoso-328185549/#:~:text=Purtroppo%2C i metodi estrattivi del,per un chilo di litio.

Ma l'elettrificazione di tutti i trasporti su strada è necessaria se vogliamo azzerare le emissioni di carbonio in atmosfera prima che sia troppo tardi. E allora delle due l'una, o si trovano alternative tecnologiche radicali in tempo utile (tipo l'idrogeno verde elettrolitico o le batterie al grafene, al momento ambedue troppo costose), oppure si stringe la cinghia (dei consumatori e dei produttori) abbattendo drasticamente sia il parco circolante (a favore del trasporto pubblico, in particolare quello ferroviario) sia le potenze e le prestazioni dei veicoli elettrici. A mio avviso almeno di un fattore 4. Per esempio in Italia il parco circolante di autovetture dovrebbe ridursi da 40 milioni a 10 milioni, e la potenza di una Fiat 500 elettrica dovrebbe ridursi da 100 cv a 25 cv. 

 

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Che senso ha avere il maxi gippone duemila e passa per accompagnare il bimbetto all'asilo, alla palestra, alla lezione di canto, alla gelateria, ecc … che senso ha avere motori tri/turbo da duecento orari, quando in città con la mia panda gpl mi muovo benissimo (e pure nelle impegnative salite). I motori termici sono già pronti a fare i cinquanta chilometri litro, basta metterli in produzione il primo del mese.     

Modificato da dune-buggi
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Il 8/11/2022 in 18:47 , dune-buggi ha scritto:

Che senso ha avere il maxi gippone duemila e passa per accompagnare il bimbetto all'asilo, alla palestra, alla lezione di canto, alla gelateria, ecc … che senso ha avere motori tri/turbo da duecento orari, quando in città con la mia panda gpl mi muovo benissimo (e pure nelle impegnative salite). I motori termici sono già pronti a fare i cinquanta chilometri litro, basta metterli in produzione il primo del mese.     

Che senso ha girare in città con una vecchia panda inquinante, quando potrebbe circolare in bicicletta o a piedi, sig AdS detto anche DB? 

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Che senso ha girare in città con una vecchia panda inquinante, quando potrebbe circolare in bicicletta o a piedi, sig AdS detto anche DB?         

Simpatico r.d.m. - la panda la uso solo in discesa e come freni o volante ai tornanti uso la cima con ancora in stile vaporetto di Venezia. In risalita adopero la vaporiera a carbone delle ferrovie, la vecchia e nobile “otto tre cinque” molto nota sulla tratta Longarone / Calalzo.    

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Le locomotive FS 835 sono state un gruppo di locomotive-tender a vapore delle Ferrovie dello Stato italiane (FS) adibite al servizio di manovra.   Progettate dagli ingegneri della Rete Mediterranea (RM) alla vigilia della nazionalizzazione sulla base del progetto delle locomotive RM 6807-6900 (poi FS 830), vennero costruite in 370 unità consegnate tra il 1906 e il 1922 e hanno prestato servizio fino al 1984 negli scali e nei raccordi di tutta la rete italiana.   All'inizio degli anni sessanta il carro  (telaio, rodiggio e bielle)  di alcune di esse, ormai destinate alla demolizione, fu utilizzato per la costruzione delle locomotive elettriche E.321, dei rimorchi motori E.322 e delle locomotive Diesel 234.      

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Le macchine elettriche non potranno mai sostituire del tutto quelle a combustione interna, non che siano meno efficienti, il problema sono proprio gli accumulatori, inefficienti, se si parla di caricare e ricaricare, costosi se si ha bisogno di cambiarle, non dimentichiamo che il costo di un auto elettrica per la maggior parte è dovuto agli accumulatori, batterie che otre a essere care, sono difficili da smaltire.

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Perché non usa la bicicletta e basta, sig. AdS? 

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