ricordando i presidenti del passato

Facendo una carrellata sui numerosi presidenti della repubblica italiana il migliore in assoluto penso sia stato Sandro Pertini, al secondo posto Carlo Azeglio Ciampi. Sergio Mattarella (che ritengo bravo) è attuale e quindi non mi esprimo. Desidero solo fare una carrellata nel passato per ricordare i migliori (ed anche i peggiori) presidenti. Mi aiutate a ricordare … grazie anticipato.   

  

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18 messaggi in questa discussione

 

Comunicato - Emissione di un francobollo commemorativo di Enrico De Nicola,  nel 60° anniversario della scomparsa

enrico de nicola - il primo presidente italiano

 

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Comunicato - Francobollo commemorativo di Luigi Einaudi, nel 60°  anniversario della scomparsa

luigi einaudi - secondo presidente italiano

 

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Dettaglio francobollo - catalogo completo dei francobolli italiani

giovanni gronchi - terzo presidente italiano

 

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7 ore fa, dune-buggi ha scritto:

giovanni gronchi - terzo presidente italiano

attento alle sedie.....xD

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oggi martedi diciotto ottobre duemila ventidue   

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Mi piace ricordare il mio illustre concittadino Enrico De Nicola, il primo presidente della Repubblica Italiana. Sottovalutato, trascurato e quasi dimenticato dagli storici, il grande avvocato e giurista napoletano fu in realtà la figura centrale nella delicata fase di transizione tra monarchia e repubblica. Io lo definisco il politico dei primati e dei paradossi. L'essere stato il primo capo dello Stato non è certamente il suo unico primato. Ne stabilì almeno altri cinque, assai poco noti ma tuttora imbattuti, proprio nel suo breve periodo (meno di due anni) di primo cittadino della Repubblica. Prima di tutto non è vero che fu Giorgio Napolitano il primo capo dello Stato a essere rieletto e non è vero che fu Segni il primo a dimettersi prima della fine del mandato. Il primo a dimettersi fu De Nicola e fu rieletto ben due volte (anche se la seconda fu in realtà una nomina "di diritto"), quindi egli possiede anche il record dei mandati (tre). Infatti, De Nicola fu eletto capo provvisorio dello Stato il 28 giugno del '46 dall'Assemblea Costituente a larga maggioranza, ma il 25 giugno del '47 diede le dimissioni. Ufficialmente per motivi di salute, in realtà per contrasti con il presidente del Consiglio De Gasperi. I due dovettero convivere per ben quattro governi di fila (dal De Gasperi 1 al De Gasperi 4) ma non andarono mai molto d'accordo. Non sempre due galantuomini trovano l'armonia, specie se la mentalità, il carattere e la terra d'origine sono molto diverse. Per capirci e lavorando un po' di fantasia, il tormentato rapporto tra De Nicola e De Gasperi io lo paragonerei a quello tra il professor Bellavista e il dottor Cazzaniga in un famoso film di Luciano De Crescenzo. Le dimissioni di De Nicola furono accettate dall'Assemblea Costituente che però lo rielesse il giorno dopo, sempre a larga maggioranza. Il primo gennaio del '48, con l'entrata in vigore della Costituzione, Enrico De Nicola, che in precedenza aveva ricoperto la carica di capo provvisorio dello Stato, diventò il primo presidente della Repubblica Italiana per effetto della prima disposizione transitoria della Costituzione stessa. Restò in carica fino al 12 maggio dello stesso anno, quando il primo parlamento della Repubblica elesse Luigi Einaudi. Va detto che a De Nicola non sarebbe dispiaciuto essere riconfermato, questa volta dal parlamento, ma sapeva di essere sgradito al solito De Gasperi e così dichiarò in un comunicato ufficiale di non essere disponibile a un'eventuale riconferma. Tuttavia al primo scrutinio fu il più votato di tutti. Con l'elezione di Einaudi stabilì un altro primato, sia pure negativo: la presidenza della Repubblica di De Nicola è finora la più breve di tutte (seguita da quella di Segni che si dimise dopo una trombosi cerebrale). Ancora: De Nicola è stato il primo e l'unico presidente della Repubblica a rifiutare la residenza ufficiale al palazzo del Quirinale. Scelse una sede istituzionale più modesta, palazzo Giustiniani, il cosiddetto piccolo colle, l'attuale sede dei presidenti del Senato. Lo fece per l'appunto per modestia, perché il Quirinale era una reggia, appena abbandonata dall'ultimo monarca (Umberto II la lasciò il 10 giugno del '46, quando la Cassazione ufficializzò il risultato del referendum del 2 giugno) ma anche per scaramanzia vista la brutta fine fatta dai Savoia. Non diversamente da Giovanni Leone, De Nicola era alquanto superstizioso, mentre il terzo presidente partenopeo, Giorgio Napolitano, pare lo fosse meno. Per giunta il Quirinale era stato anche la residenza dei papi e una leggenda vuole che l'ultimo papa re, Pio IX, prima di sloggiare con i bersaglieri alle porte, avesse lanciato una maledizione o un anatema contro il palazzo e tutti i futuri inquilini. In effetti Umberto I morì assassinato e i suoi successori morirono in esilio. Anche i galantuomini hanno i loro difetti e le loro debolezze ma De Nicola, e questo è un altro record, oltre al Quirinale rinunciò anche all'appannaggio: 12 milioni di lire annue, che ai valori attuali rapportati al 1948 sarebbero circa 250.000 euro. Un ulteriore primato lo stabilì a fine mandato: non avendo nominato nessun senatore a vita, fu proprio lui, in quanto primo presidente emerito, il primo senatore a vita della Repubblica. Ma c'è di più. De Nicola non fu solo presidente della Repubblica, fu anche presidente della Camera, del Senato e infine della Corte Costituzionale (il primo, manco a dirlo). In definitiva Enrico De Nicola ricoprì ben quattro delle prime cinque cariche istituzionali dello Stato, e questo è un record davvero difficile da battere. La cosa curiosa è che avrebbe potuto ricoprirle tutte e cinque se non avesse per ben tre volte rinunciato alla presidenza del Consiglio che gli veniva offerta. Nel 1921 e nel 1922 da Giolitti (De Nicola era un liberale giolittiano), poi nel 1944 da Vittorio Emanuele III in persona che gli propose di succedere al primo governo Badoglio. E qui intravediamo il primo paradosso della vita di questo grande italiano. Di uno che ricoprì tutte quelle cariche si potrebbe pensare che fosse un poltronista (uno alla Giuliano Amato per capirci) o un abile e ambizioso mestierante della politica. Nulla di tutto questo. De Nicola amava molto il suo lavoro di avvocato e dovevano tirarlo per la giacchetta per fargli accettare una poltrona. Uno dei pochissimi che riusciva a convincerlo era il suo amico Benedetto Croce. La sua titubanza nell'accettare candidature e prestigiosi incarichi istituzionali, inclusa la presidenza della Repubblica, diventò quasi proverbiale. Una volta un giornalista si rivolse a lui in questi termini: "Decida di decidere se accetta di accettare". Nel 1929 il re lo nominò per decreto senatore del Regno. C'era il regime fascista e De Nicola aveva deciso di tenersi lontano dalla politica, ma quella nomina non si poteva rifiutare. Non mise piede nell'aula del Senato, si limitò a partecipare a qualche lavoro delle commissioni giuridiche. De Nicola era una persona stimata per la sua grande onestà, umiltà e semplicità. Lo era perfino nel vestire. Diventò famoso un suo vecchio cappotto rivoltato, che usava anche nelle cerimonie ufficiali da capo dello Stato. E quando andò a Roma da Napoli per l'investitura gli avevano offerto l'auto blu e la scorta ma lui si fece tutto il viaggio da solo, che all'epoca non era una passeggiata, alla guida della sua auto privata. Politici e uomini di altri tempi. L'altro grande paradosso è il fatto che il primo presidente della Repubblica era un noto monarchico. Al referendum De Nicola votò per la monarchia, lui e Croce sognavano una monarchia costituzionale sottoposta alle leggi dello Stato e all'autorità del parlamento. Fu proprio De Nicola a convincere il re - che dopo la fine del fascismo e l'ingloriosa fuga a Brindisi non ne voleva sapere di abdicare - ad accettare almeno la luogotenenza del figlio Umberto. Oltre che per le sue qualità morali e intellettuali la scelta dell'Assemblea Costituente cadde su De Nicola anche perché un repubblicano rischiava di risultare troppo divisivo in un paese a forte minoranza monarchica. Ammesso che fosse una minoranza perché il referendum fu affetto da gravi irregolarità se non da brogli. Mentre lo spirito costituente era per l'appunto uno spirito unitario: bisognava dimostrare che la neonata repubblica, nata dopo una guerra civile, poteva restare unita e coesa anche senza un monarca e una famiglia reale ma con il presidente disegnato nel primo comma dell'art.87 della Costituzione. Peraltro anche Einaudi, Segni, Leone e Scalfaro il 2 giugno del 1946 votarono per la monarchia. 

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5 ore fa, fosforo311 ha scritto:

 

grazie per la ricostruzione storica - di oscar/luigi non ho mai (mai) avuto fiducia -

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domenica primo gennaio duemila ventitre

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Sig AdS perché non fa una lista di tutti i personaggi ai quali ha concesso la sua fiducia. 

Non dovrebbe richiederle molto tempo 

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Sig AdS perché non fa una lista di tutti i personaggi ai quali ha concesso la sua fiducia. 

Non dovrebbe richiederle molto tempo 

certo, ho già preso carta e penna. La lista si è fermata a cinque primi classificati e cinque secondi classificati (o di riserva) - in totale dieci - (ho già consegnato le due liste in busta chiusa al notaio di mia fiducia assieme al mio testamento - (qualora dovesse accadermi qualche tragico evento).  

Modificato da dune-buggi

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1 ora fa, dune-buggi ha scritto:

certo, ho già preso carta e penna. La lista si è fermata a cinque primi classificati e cinque secondi classificati (o di riserva) - in totale dieci - (ho già consegnato le due liste in busta chiusa al notaio di mia fiducia assieme al mio testamento - (qualora dovesse accadermi qualche tragico evento).  

Le pubblichi anche qui, qualora la buttino nel lago della val gallina, almeno sapremo il motivo è di conseguenza allerteremo il notaio e la magistratura stessa. 

 

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1 minuto fa, ahaha.ha ha scritto:

Le pubblichi anche qui, qualora la buttino nel lago della val gallina, almeno sapremo il motivo è di conseguenza allerteremo il notaio e la magistratura stessa. 

 

Il notaio di mia fiducia ha già registrato presso la cancelleria del tribunale gli atti relativi. Uno (anzi una) dei miei eredi testamentari (sulla lista di riserva) fa parte di questa rubrica. Carissimo risata, non posso pubblicare la lista, potrei venire soppresso nel lago delle galline proprio da lui (anzi da lei). Un saluto a Frate Giro/Lamo ed un bacio alla simpatica ricciolina che accompagnava il Frate alla benedizione casa per casa, reggendo lo “strumento” specifico.    

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Ma dai, una lista con un paio di nomi, non se ne accorge nessuno. Eppoi sono nomi positivi se sono da lei apprezzati, sig AdS

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Il 25/4/2022 in 15:58 , dune-buggi ha scritto:

Desidero solo fare una carrellata nel passato

meglio pensare al futuro...visto che c'è il pericolo vero di trovarci un inquisito rimb am bito come Presidente......:/

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