Oggi il forum sembra un po' moscio
Iniziata da
fosforo311,
2 messaggi in questa discussione
Il disinformato Saurino pane e vino prova a esorcizzare il suo terrore inconfessato del "Cigno Nero" rifugiandosi (in apposita discussione) nel consueto copia e incolla e nei consueti insulti. Per non essere da meno del suo amichetto pisano, cita il parere molto "imparziale" di un altro "avvocato dell'atomo", tale Walter Ambrosini, ingegnere nucleare e docente di impianti nucleari a Pisa. In questo video vediamo all'opera ambedue gli avvocati atomici:
Con tutto il rispetto, cos'altro può fare e può dire uno come l'ing. Ambrosini in Italia, paese uscito 35 anni fa dal nucleare, per giustificare il suo stipendio, ovvero i costi e l'esistenza stessa di un corso universitario del genere, anzi addirittura, credo, di un corso di laurea in ingegneria nucleare? Entro il 2035 l'Europa abbandonerà la produzione e la vendita dei motori termici per autotrazione. Quindi immagino che nel 2070 nessuno in Europa, eccetto al più il paese di Pulcinella, verrà stipendiato per insegnare all'università come è (o era) fatto un motore diesel. È del tutto ovvio che un reattore nucleare non può esplodere come una bomba atomica, e io non ho mai scritto né pensato questa castroneria che Saurino mi attribuisce. Ma a Chernobyl non ci fu solo "una escursione di potenza", bensì una letterale esplosione (non nucleare) del reattore 4, ovvero di una (cosiddetta) "bomba atomica sporca" da 200 tonnellate oggi sepolta (ma tuttora attiva!) sotto un faraonico sarcofago in cemento e ferro costato 2 miliardi di euro e assolutamente provvisorio e problematico. A Zaporizzja si è verificato un fatto gravissimo e senza precedenti: un attacco militare su una centrale atomica operativa. Ebbene, Saurino ripropone un articolo di Nature dove si legge che un "danno catastrofico da un colpo accidentale" era "improbabile". Ovvio, stante anche l'estensione della centrale (oltre 100 ettari), ma "improbabile" nel linguaggio scientifico e in lingua italiana non significa impossibile. Peraltro quella drammatica notte in cui aprii la mia discussione sull'evento nessuno poteva escludere un attacco premeditato e diretto ai reattori nucleari. Le notizie di agenzia in diretta parlavano di un reattore colpito e in fiamme, di pompieri anch'essi sotto tiro e di anomali e alti valori di radioattività nell'area. Ovvero di fuga radioattiva. Fu un ministro ucraino, non io, a lanciare l'allarme via social e a paventare una nuova Chernobyl. Responsabilmente non andai a letto fino al rientro dell'allarme (ore 2:55) e ne diedi notizia al forum. Poi la mattina spiegai alla zucca vuota di Saurino che il mio riferimento al "Cigno Nero" era anche legato alle eventuali conseguenze indirette dell'attacco. Una Russia che colpisce deliberatamente centrali atomiche è già di per sé un buon argomento nelle mani dei fautori dell'intervento occidentale (che ci sono), ma Saurino provi a immaginare le conseguenze che avrebbe potuto avere una nube radioattiva sulla Polonia o sulla Turchia e sulle teste calde che governano questi due paesi NATO. Ho già spiegato al disinformato, numeri alla mano, che l'edificio di contenimento di un reattore di seconda generazione non può resistere a un bombardamento aereo né a proiettili esplosivi di artiglieria pesante. E non può farlo nemmeno un ben più costoso reattore di terza generazione avanzata progettato per resistere ad attacchi terroristici tipo 11 settembre, non alle bombe. Saurino contrappone il parere di due strenui difensori dell'atomo, che in Italia accosterei agli ultimi soldati giapponesi negli atolli del Pacifico, a quello del massimo esperto e studioso mondiale di sicurezza degli impianti nucleari in contesto bellico. Saurino dice che il libro di Bennet Ramberg risale a 37 anni fa quindi è superato. È una riprova che usa la testa per separare le orecchie. Guarda caso, proprio nel 1985 fu completato il primo dei 6 reattori della centrale di Zaporizzja, i cui lavori partirono nel 1980. Peraltro Ramberg all'epoca conosceva benissimo il VVER1000 da 950 MW, visto che il più vecchio reattore di questo tipo tuttora operativo è l'unità 5 della centrale russa di Novovoronezh, in cantiere nel 1974 e allacciata alla rete nel 1980. Inoltre avevo citato un articolo recentissimo dello stesso Ramberg che il 14 febbraio scorso, poco prima dell'invasione russa, parlava del "rischio di un DISASTRO nucleare in Ucraina".
https://www.project-syndicate.org/commentary/ukraine-nuclear-reactor-risk-by-bennett-ramberg-2022-02
Personalmente io mi fido molto di più di uno specialista di fama mondiale che di tale Ambrosini Walter o Romano Luca. I quali sanno (più o meno) come si costruisce un reattore nucleare, non come lo si distrugge. E mi fido molto di più di un premio Nobel per la fisica che da decenni fa ricerca sul nucleare civile. Nel 2000 Carlo Rubbia disse che a Saluggia, sede provvisoria di un deposito di scorie nucleari nazionali, si era rischiata la "catastrofe planetaria".
Cos'era successo? Un incendio fuori controllo? Un cannoneggiamento? Un bombardamento aereo? Un terremoto 9.0 Richter? Uno tsunami con onde misurate fino a 38,9 metri di altezza? Niente di tutto questo. C'erano stati 60 cm di pioggia in 80 ore e una piena della Dora Baltea con innalzamento massimo di 170 cm del livello idrometrico. L'anno dopo il prof. Rubbia fece un po' di calcoli e mise nero su bianco l'entità del rischio a Saluggia in una lettera all'allora ministro dell'industria Enrico Letta:
Suggerirei all'ansioso e psicologicamente fragile Saurino pane e vino di tenersi lontano dal vercellese.
Modificato da fosforo311Crea un account o accedi per commentare
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Inviata
credo non faranno mai una cosa del genere...semplicemente perchè ci prenderebbero di mezzo anche loro, e dato che nella seconda guerra mondiale anche i nazi non invasero la svizzera sicuramente perchè anche loro avevano i soldi li, questi di oggi non inizieranno una guerra nucleare perchè non avrebbero una via di salvezza, e con i soldi che hanno non accetteranno mai di vivere per salvarsi in bunker e non su yacht...
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