Inviata 26 febbraio, 2022 C’è ancora chi invoca sanzioni drastiche contro la Russia e contemporaneamente restare dipendenti per il 46% dal suo gas. Perché se Putin non arretra e occorresse inasprire le sanzioni arriverà anche a ritorcerci contro questa dipendenza. Quindi occorre quanto prima recuperare la nostra indipendenza energetica, usando tutte le fonti disponibili e farlo al più presto. Da quelle rinnovabili a quelle tradizionali. Ma anche a quelle come il carbone, se questo è necessario transitoriamente, per resistere in modo da non scaricare su famiglie e imprese, che vuol dire carovita, disagi e disoccupazione, i costi di una sacrosanta lotta per la pace, la libertà e la democrazia. E’ evidente che occorre mantenere il piano per la transizione ecologica, ma difronte ad un imprevisto di portata devastante per la pace, compresa quella sociale, dovremo praticare parallelamente anche una linea di emergenza che ci auguriamo duri il minor tempo possibile. Dire di no transitoriamente al carbone per motivi di salvaguardia ambientale è una forma di astrazione dalle priorità che si impongono cambiando le agende di ognuno. Astrattezza ideologica sarebbe come dire che non bisogna spegnere un incendio con l’acqua perché si spreca. La tenaglia che ci ha stretto è essere passati dall’ideologia dell’era del solo carbone a quella opposta faticando, ancora oggi, a trovare una misura giusta che ci porti gradualmente fuori da quell’era. La dimostrazione che il partito del “niente mai” e quello del “tutto e subito” si sorreggono a vicenda e portano entrambi allo stesso punto. Zero. E sfido qualcuno a dimostrare il contrario . 1 persona mi piace questo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti