Applausi al carbone

È noto che il paese di Pulcinella applaude a prescindere il suo banchiere in pensione piazzato a palazzo Chigi dai poteri forti. Ne abbiamo avuto la riprova stamane in parlamento durante l'informativa del presidente del Consiglio sulla guerra in Ucraina. Mi ricordo un lungo pianto (caso molto raro) che mi feci da bambino quando trovai la calza della Befana piena di carbone. Un paio di chili: in effetti ne avevo combinate di ogni. Draghi oggi ha detto che se ci fossero problemi col gas russo "potrebbe essere anche necessaria la riapertura delle centrali a carbone", e prontamente l'Aula, invece di piangere, lo ha applaudito. Prima di tutto non è stato un modo corretto di informare il parlamento. La frase testuale che ho riportato lascia intendere che in Italia non ci sono centrali elettriche a carbone in attività. E invece ce ne sono sette, tre delle quali sono tra i più grandi impianti termoelettrici oggi esistenti nel nostro paese. Le centrali a carbone di La Spezia e di Civitavecchia sfiorano i 2 GW di potenza, quella di Brindisi raggiunge i 2,6 GW. Praticamente tre gigantesche bombe ecologiche a cielo aperto, che secondo il PNIEC (il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, predisposto per concretizzare gli impegni assunti in sede UE sulle emissioni climalteranti entro il 2030) dovrebbero essere chiuse insieme alle quattro più piccole entro il 2025. Nel 2019 queste sette centrali hanno coperto poco più del 7% della produzione elettrica nazionale ma al prezzo del 22% delle emissioni di CO2 del settore (fonte ISPRA). Per giunta una centrale a carbone non emette solo gas serra ma anche inquinanti come il particolato e ossidi vari, e autentici veleni come il mercurio e lo zolfo. Ma tutto passa in secondo piano (impegni europei, salute dei cittadini) per il governo Draghi in nome degli intoccabili consumi (e sprechi) nazionali di energia. E allora aspettiamoci di vedere riaperta qualche vecchia (e vieppiù inquinante) centrale a carbone dismessa, e un aumento di produzione di quelle attive.

Da qui a riaprire le miniere di carbone del Sulcis il passo sarà breve. Visto che hanno già deciso per nuove trivelle nell'Adriatico e visto che il potenziale energetico del sottosuolo sardo è ben più rilevante. Come leggiamo qui, il Sulcis contiene circa 600 milioni di tonnellate di carbone (riserve accertate, ma secondo Wiki ce ne sarebbero ben 2,5 miliardi) di cui 50 milioni immediatamente sfruttabili a costo competitivo.

http://www.sardegnaindustriale.it/article.asp?id=1362&IDmagazine=2004002

Si tratta di un carbone sub bituminoso di bassa qualità, povero nel contenuto energetico e ricco di zolfo. Ma assumendo un rapporto energetico di 1 a 3 col petrolio (anche in considerazione della minore efficienza delle centrali a carbone rispetto a quelle a olio combustibile o a gas), avremmo nel Sulcis l'equivalente di 200 milioni di tonnellate di petrolio, pari a quasi il doppio, secondo i miei calcoli, delle riserve nazionali accertate di petrolio e di gas naturale messe insieme.

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22 messaggi in questa discussione

 

Cucina economica a legna

mia nonna ne aveva una e funzionava bene

con gli scarti delle cassette di legno, quelle della frutta

 

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Affermato immediatamente che il post del Cazzaro di Napoli copiaincollato di sana pianta chissà dove , inizia sin da subito con la solita panzana e bugia , ovvero quella che Draghi avrebbe affermato che sarebbero riaperte le centrali a carbone mentre invece Draghi , non giustamente ma assolutamente giustamente , ha affermato che come ultima sponte , in caso di assoluta necessità , non e’ esclusa la riapertura delle centrali a carbone . Se l’Italia non fosse il Paese di pulcinella abitato da un numero non propriamente modesto di idio ti , questa affermazione dovrebbe essere lo spunto per riservare a superMario , 60 minuti di scroscianti applausi senza soluzione di continuità . Perché questa e’ e rimane l’unica misura che serve per colmare mancanze nell’immediato visto che già esisteva il problema di intervenire per calmierare il prezzo dell’energia ed e’ praticamente certo che il conflitto tra Russia ed Ucraina farà si che un nuovo e discreto incremento e’ alle porte . Quindi , pur nella consapevolezza che questa eventuale misura farà crescere l’incidenza della CO2 , non ci sono alternative se vogliamo ridurre la nostra vulnerabilità circa il fabbisogno . Detto che le centrali in Italia sono 7 e che due di queste sono già in funzione , e che , purtroppo coprono solo il 5% circa del fabbisogno , il Cazzaro di Napoli che pure e’ un profondo culture ed ultras del No tap e di altre possibili trivelazioni atte allo scopo , potrebbe darci un parere di come giudica un eventuale tentativo di mettere insieme asini e buoi che , con il loro fiato caldo emesso all’unisono , potrebbero riscaldare dal freddo almeno una sessantina circa di milioni di italiani . In caso di non fattibilità , sempre il Cazzaro di Napoli , potrebbe darci alcune dritte sempre in attesa che le rinnovabili , tra un secolo circa , potranno subentrare . Certo , con la decrescita , potremmo pure vivere così come hanno vissuto , da Adamo ed Eva , le popolazioni . Senza riscaldamento e stretti stretti in una sorta di un “cuore ed una capanna” . Qualche falò senza sapere bene da dove ricavare il legno necessario per questa attività visto che , sempre il Pulcinella partenopeo , si dichiara contrario pure alla deforestazione mondiale . Si attendono numi . Celeri !! 

 

 

Modificato da mark222220

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Scusa Fosforo, non riesco a riassumere il tuo lungo scritto. Sei favorevole o contrario all’utilizzo del carbone. Con il carbone di bassa qualità ci sono stati diversi morti. Sia come riscaldamento di casa e sia come trazione ferroviaria. Conosci la tragedia di “Balvano” sulla ferrovia Napoli Potenza, quasi seicento morti in galleria. Sono e resto contrario al carbone, anche a quello de/zolforato. Ciao a presto.   

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Tipi di carbone ( torba, lignite, litantrace, antracite )

le stelle stanno a guardare - il libro di a.j. cronin

sul disagno dei minatori inglesi

 

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2 ore fa, fosforo311 ha scritto:

"potrebbe essere anche necessaria la riapertura delle centrali a carbone",

un vecchio proverbio dice : "fare di necessità virtù"  non è il momento di chiederci se una cosa ci piace oppure no, a nessuno piace andare dal dentista o peggio all'ospedale, ma se ci si deve andare ci si va punto e basta!  siamo in guerra, non l'abbiamo voluta noi, non è colpa nostra , ma come dicono i Francesi  à la guerre comme à la guerre, dobbiamo essere sicuri che nelle case di tutti ci sia la corrente elettrica, costi quello che costi, se  per decenni, sbagliando,  non ci siamo occupati del clima, a questo punto un anno più o un anno meno per il pianeta non cambia niente , ma per noi si, ben venga il carbone se ci risolve temporaneamente  dei problemi,  la ragazzina  Greta Thunberg  può attendere lei  è giovane, ha tutta la sua vita davanti a se ,  quando anche per lei arriverà la maturità  vedrà le cose da un diverso punto di vista e probabilmente anche lei  ragionerà in modo diverso. 

 

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12 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:

un vecchio proverbio dice : "fare di necessità virtù"  non è il momento di chiederci se una cosa ci piace oppure no, a nessuno piace andare dal dentista o peggio all'ospedale, ma se ci si deve andare ci si va punto e basta!  siamo in guerra, non l'abbiamo voluta noi, non è colpa nostra , ma come dicono i Francesi  à la guerre comme à la guerre, dobbiamo essere sicuri che nelle case di tutti ci sia la corrente elettrica, costi quello che costi, se  per decenni, sbagliando,  non ci siamo occupati del clima, a questo punto un anno più o un anno meno per il pianeta non cambia niente , ma per noi si, ben venga il carbone se ci risolve temporaneamente  dei problemi,  la ragazzina  Greta Thunberg  può attendere lei  è giovane, ha tutta la sua vita davanti a se ,  quando anche per lei arriverà la maturità  vedrà le cose da un diverso punto di vista e probabilmente anche lei  ragionerà in modo diverso. 

 

Ciao Etrusco, varie volte sono stato allineato con il tuo pensiero, ma oggi divergo. Permetti un esempio. Se falcio l’erba nel mio giardino, cercherò di mettere il falciato in un angolo. Rovesciarlo nel giardino del vicino non mi sembra corretto. Lo stesso dicasi per i combustibili inquinanti (quelli che piacciono a trump) … non si usano, vi sono risorse alternative da subito, di minor costo e di minore impatto ambientale. Buona serata, certe assurde centrali fanno comodo al “cingolato” di turno che capisce zero di energia.    

Modificato da dune-buggi

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47 minuti fa, dune-buggi ha scritto:

vi sono risorse alternative da subito

hai usato il termine SUBITO  spiegami cosa intendi per subito e quali sono le alternative da subito; supponi che domani mattina chiudano i rubinetti del gas, cosa dici alla massaia di Vigevano (modo simbolico di parlare) le  dici di cuocere con la corrente elettrica? e con che cosa la fai la corrente? durante la seconda guerra mondiale la corrente la davano ad ore, noi siamo abituati ad aprire il rubinetto e vedere uscire l'acqua calda, a toccare un interruttore e illuminare una stanza, a usare h24 internet che funziona grazie alla  corrente elettrica, le varie alternative oltre alla corrente elettrica data ad ore richiedono anni di investimenti  e tempi lunghi di esecuzione, tu hai usato il termine subito e io  ho usato il termine  temporaneamente riguardo al carbone, la parola subito e la parola temporaneamente si riferiscono entrambe al tempo e al suo uso; ricorda che siamo in guerra e quando siamo in guerra bisogna ragionare in modo diverso da quando siamo in tempo di pace; poco fa parlavo con dei condomini che hanno ricevuto la billetta del gas, parlavano di dove fare passare le canne fumarie per mettere delle stufe perché sono pensionati e non si possono permettere di pagare certe bollette, temo però che anche il prezzo della legna andrà alle stelle se tutti metteranno  a montare delle  stufe.. che oltretutto inquinano. 

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Caro Dune-buggi, io sono contrarissimo al carbone, gli applausi al fossile, cioè a Draghi che parla di carbone, li hanno fatti i parlamentari: io gli avrei urlato buuuuu! È il combustibile fossile più antico e più abbondante sulla Terra ma gli abitanti di un pianeta serio lo avrebbero messo al bando da un pezzo. L'uso peggiore che se ne possa fare è bruciarlo per produrre elettricità. Non solo inquina più o meno come l'olio combustibile ma ha un rendimento più basso e causa maggiori emissioni di gas serra. Secondo i dati dell'ISPRA, nel 2018 le centrali italiane a gas emettevano in media 367 grammi di CO2 per ogni kilowattora di elettricità prodotto, quelle a olio combustibile 546 grammi, quelle a carbone 884 grammi. Da notare che le emissioni delle centrali a carbone sono grosso modo uguali a quelle di 30 anni fa mentre nel caso dell'olio combustibile e sopratutto del gas il progresso tecnologico le ha ridotte sensibilmente. Nei miei ricordi più lontani (primi anni '60) ci sono il "braciere" a carbone e la cucina a carbonella di mia nonna. Mi ricordo che d'inverno il braciere forniva un bel tepore. A Napoli fino alla fine del secolo scorso qualche anziano si riscaldava ancora col braciere. Oggi forse sarebbe in contrasto con le norme antincendio. In ogni caso era molto più efficiente di una stufa elettrica essendo il combustibile limitato alla sola produzione di energia termica. Mentre l'uso del carbone per produrre energia meccanica nelle classiche macchine a vapore era anch'esso molto inefficiente (l'inefficienza delle centrali termoelettriche è legata quasi esclusivamente al ciclo termodinamico a vapore, dato che l'alternatore che trasforma l'energia meccanica della turbina mossa dal vapore in energia elettrica ha un rendimento altissimo). Il guaio è che oggi se ne brucia ancora decisamente troppo. La Cina nel 2021 ha estratto oltre 4 miliardi di tonnellate di carbone ma ha dovuto importare qualcosa per coprire il consumo interno. Il secondo consumatore mondiale è l'India, anche il Giappone e l'Indonesia sono forti consumatori (più della Russia per capirci). Questi 4 paesi da soli bruciano quasi i tre quarti della produzione mondiale di carbone. E naturalmente contano milioni di morti ogni anno. In questi paesi il carbone miete senza dubbio più vittime del coronavirus. 

https://left.it/2017/02/15/aria-irrespirabile-in-india-e-cina-milioni-di-morti-lanno-litalia-male-in-europa/

 

Modificato da fosforo311
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4 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

un vecchio proverbio dice : "fare di necessità virtù"  non è il momento di chiederci se una cosa ci piace oppure no, a nessuno piace andare dal dentista o peggio all'ospedale, ma se ci si deve andare ci si va punto e basta!  siamo in guerra, non l'abbiamo voluta noi, non è colpa nostra , ma come dicono i Francesi  à la guerre comme à la guerre, dobbiamo essere sicuri che nelle case di tutti ci sia la corrente elettrica, costi quello che costi, se  per decenni, sbagliando,  non ci siamo occupati del clima, a questo punto un anno più o un anno meno per il pianeta non cambia niente , ma per noi si, ben venga il carbone se ci risolve temporaneamente  dei problemi,  la ragazzina  Greta Thunberg  può attendere lei  è giovane, ha tutta la sua vita davanti a se ,  quando anche per lei arriverà la maturità  vedrà le cose da un diverso punto di vista e probabilmente anche lei  ragionerà in modo diverso. 

 

Scrivi che un anno in più o un anno in meno per attuare le misure di contrasto al cambiamento climatico non cambia nulla. Questa potrebbe essere una formulazione del famoso paradosso del sorite (o del mucchio di grano o di sabbia) attribuito a Eubulide di Mileto e ripreso da Beckett nel suo Finale di partita. Se aggiungo un solo granello a un piccolo mucchio di sabbia, questo resta piccolo. Allora, aggiungendo un altro granello a questo nuovo piccolo mucchio, avrò ancora un piccolo mucchio di sabbia. E se aggiungo ancora un granello a quest'ultimo piccolo mucchio, avrò ancora un piccolo mucchio. Sembra che aggiungendo un solo granello per volta un piccolo mucchio di sabbia sia destinato a rimanere piccolo per sempre. All'ultima Conferenza mondiale sul clima (Cop26) c'è stato un rinvio della messa al bando del carbone per l'opposizione di Cina e India. Alla prossima Cop27 è sicuro che ci sarà un altro rinvio per il rincaro del gas. Alla Cop28 magari ci sarà un altro rinvio per qualche altra ragione, e così via. Intanto la CO2 emessa bruciando carbone si accumula, cresce la concentrazione in atmosfera e il ciclo naturale del carbonio impiega secoli per eliminare questo eccesso di gas serra dall'atmosfera. Nel frattempo l'effetto serra di origine antropica non si ferma e cresce la temperatura media del pianeta, e i punti di non ritorno climatico (tipping points) si avvicinano. Di quanto non sappiamo dirlo perché questi punti non sono ben definiti allo stato attuale delle conoscenze. Ma di certo si avvicinano. Se li superiamo, sarà il disastro climatico irreversibile. 

Scrivi che oggi è necessario fare sacrifici e cose che non ci piacciono, come in tempo di guerra, e sono d'accordo. Ma riaprire centrali a carbone serve a evitare i sacrifici. Serve per continuare a vivere come cicale, cioè al di sopra del limite di sostenibilità ambientale (già largamente superato da tutti i paesi ricchi). Il sacrificio vero e utile, anzi necessario, sarebbe cominciare a ridurre i nostri consumi energetici in modo più consistente rispetto agli ultimi anni. Tra il 2009 e il 2019 il consumo italiano di energia primaria si è ridotto in media dello 0,9% annuo. Questo soprattutto grazie all'efficientamento energetico frutto della tecnologia (vedasi ad es. il passaggio alle luci a led) più che di consapevoli scelte politiche, quindi senza particolari sacrifici; e in parte anche a causa della crisi economica e demografica. Ma dobbiamo fare molto di più, cioè fare dei veri sacrifici, se vogliamo rispettare i severi impegni assunti in sede UE in materia di emissioni di gas serra. Se invece vogliamo mantenere intatti il nostro tenore di vita e il nostro stile di vita "costi quello che costi", come hai scritto, allora dov'è la necessità di tornare, anche solo temporaneamente, al carbone? Il problema del gas sul breve periodo è solo un problema di costi, per l'appunto. Se la Russia chiude i rubinetti, il gas ce lo procuriamo da qualche altra parte se siamo disposti a spendere. Infatti Draghi non ha parlato solo del carbone, ma anche del metano algerino e di quello libico, e dei relativi gasdotti già operativi ma sottoutilizzati, nonché del metano nazionale (anche se questo sarebbe solo un raschiare il fondo del barile delle nostre modeste riserve). E ha parlato anche del gas liquido che gli USA sono disposti a venderci trasportandolo via mare. Draghi ha ringraziato Biden ma poi ha detto che i nostri porti scarseggiano di rigassificatori e bisognerà costruirne. Ha dimenticato di dire che i rigassificatori hanno seri e oggettivi problemi di sicurezza e di impatto ambientale che li rendono a dir poco sgraditi alle comunità locali. Per non parlare dei moderni e invasivi metodi di estrazione che hanno reso gli USA primi produttori mondiali di petrolio e di gas naturale. Inoltre la liquefazione del gas e il trasporto su lunghe distanze riducono l'efficienza energetica netta di questa fonte e incrementano il suo impatto ambientale. In sostanza, il gas estratto negli USA, liquefatto a meno 160 °C, trasportato attraverso l'Atlantico, rigassificato e infine bruciato nelle centrali termoelettriche europee, sarebbe quasi assimilabile al carbone in termini di efficienza energetica, emissioni climalteranti e impatto ambientale. Per non parlare dei costi economici altissimi. Insomma, forse sarebbe meglio, o meno peggio, riaprire le miniere di carbone del Sulcis che importare gas liquido dagli USA. 

Temo che di questo passo fra 30 anni i giovani come Greta ragioneranno sì in modo diverso, ma nel senso che saranno costretti a invocare misure e sacrifici ben più severi di quelli che chiedono oggi, e probabilmente ci malediranno per avergli lasciato un pianeta quasi invivibile. 

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5 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

la ragazzina  Greta Thunberg  può attendere lei  è giovane, ha tutta la sua vita davanti a se ,  quando anche per lei arriverà la maturità  vedrà le cose da un diverso punto di vista e probabilmente anche lei  ragionerà in modo diverso.

bell'ipocrisia questa...se avessero fatto di più prima oggi potremmo attingere maggiormente dalle rinnovabili, e non ci sarebbe lo spettro del ritorno al carbone, ma dato che la greta dà fastidio a certi, meglio puntare la colpa su di lei per scolpare meglio i soliti....:D

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6 ore fa, sempre135 ha scritto:

bell'ipocrisia questa...se avessero fatto di più prima oggi potremmo attingere maggiormente dalle rinnovabili, e non ci sarebbe lo spettro del ritorno al carbone, ma dato che la greta dà fastidio a certi, meglio puntare la colpa su di lei per scolpare meglio i soliti....:D

Ciao Sempre , preferisco scrivere di temi tecnici ove qualcosa (poco) ci capisco piuttosto che di temi politici dove capisco nulla. Ciao a presto.

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Anni fa la comunità europea aveva deciso di diversificare la produzione di energia elettrica tra i vari stati : uno stato la produceva con il gas, qualcuno con il nucleare, qualcuno con il petrolio, a qualcuno a carbone ... all' Italia toccò il petrolio ed il carbone ... che inquinano molto. la soluzione è aumentare la produzione con energie rinnovabili, sole, vento, pioggia ( dighe) .... ma non danno i risultati che si spera ottenere ... resta il geotermico come alternativa .. abbiamo il Vesuvio, l'Etna , lo Stromboli, i campi Flegrei, l'isola ferdinandea , che offrono punti caldi appunto per produrre energia elettrica ... anche nel nord Italia vi sono punti caldi ...per lo scopo ora perchè non investire anche in questo settore ?

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14 minuti fa, mylord611 ha scritto:

all' Italia toccò il petrolio ed il carbone

forse le cose stanno in maniera leggermente diversa, quando ci fu il referendum sulle centrali nucleari le strade di tutte le città Italiane erano tappezzate di manifesti che invitavano a votare contro quelle centrali; chi pagava quei manifesti? quali interessi c'erano dietro a quei manifesti? 

Hai mai sentito parlare di quello che a suo tempo fu chiamato "SCANDALO IPPOLITO"? è una pagina nera e poco conosciuta della nostra storia, se vuoi approfondire puoi leggere questo  https://www.cosediscienza.it/il-caso-ippolito  è un poco lungo a leggerlo ma ne vale la pena

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10 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Scrivi che un anno in più o un anno in meno per attuare le misure di contrasto al cambiamento climatico non cambia nulla. Questa potrebbe essere una formulazione del famoso paradosso del sorite (o del mucchio di grano o di sabbia) attribuito a Eubulide di Mileto e ripreso da Beckett nel suo Finale di partita. Se aggiungo un solo granello a un piccolo mucchio di sabbia, questo resta piccolo. Allora, aggiungendo un altro granello a questo nuovo piccolo mucchio, avrò ancora un piccolo mucchio di sabbia. E se aggiungo ancora un granello a quest'ultimo piccolo mucchio, avrò ancora un piccolo mucchio. Sembra che aggiungendo un solo granello per volta un piccolo mucchio di sabbia sia destinato a rimanere piccolo per sempre. All'ultima Conferenza mondiale sul clima (Cop26) c'è stato un rinvio della messa al bando del carbone per l'opposizione di Cina e India. Alla prossima Cop27 è sicuro che ci sarà un altro rinvio per il rincaro del gas. Alla Cop28 magari ci sarà un altro rinvio per qualche altra ragione, e così via. Intanto la CO2 emessa bruciando carbone si accumula, cresce la concentrazione in atmosfera e il ciclo naturale del carbonio impiega secoli per eliminare questo eccesso di gas serra dall'atmosfera. Nel frattempo l'effetto serra di origine antropica non si ferma e cresce la temperatura media del pianeta, e i punti di non ritorno climatico (tipping points) si avvicinano. Di quanto non sappiamo dirlo perché questi punti non sono ben definiti allo stato attuale delle conoscenze. Ma di certo si avvicinano. Se li superiamo, sarà il disastro climatico irreversibile. 

Scrivi che oggi è necessario fare sacrifici e cose che non ci piacciono, come in tempo di guerra, e sono d'accordo. Ma riaprire centrali a carbone serve a evitare i sacrifici. Serve per continuare a vivere come cicale, cioè al di sopra del limite di sostenibilità ambientale (già largamente superato da tutti i paesi ricchi). Il sacrificio vero e utile, anzi necessario, sarebbe cominciare a ridurre i nostri consumi energetici in modo più consistente rispetto agli ultimi anni. Tra il 2009 e il 2019 il consumo italiano di energia primaria si è ridotto in media dello 0,9% annuo. Questo soprattutto grazie all'efficientamento energetico frutto della tecnologia (vedasi ad es. il passaggio alle luci a led) più che di consapevoli scelte politiche, quindi senza particolari sacrifici; e in parte anche a causa della crisi economica e demografica. Ma dobbiamo fare molto di più, cioè fare dei veri sacrifici, se vogliamo rispettare i severi impegni assunti in sede UE in materia di emissioni di gas serra. Se invece vogliamo mantenere intatti il nostro tenore di vita e il nostro stile di vita "costi quello che costi", come hai scritto, allora dov'è la necessità di tornare, anche solo temporaneamente, al carbone? Il problema del gas sul breve periodo è solo un problema di costi, per l'appunto. Se la Russia chiude i rubinetti, il gas ce lo procuriamo da qualche altra parte se siamo disposti a spendere. Infatti Draghi non ha parlato solo del carbone, ma anche del metano algerino e di quello libico, e dei relativi gasdotti già operativi ma sottoutilizzati, nonché del metano nazionale (anche se questo sarebbe solo un raschiare il fondo del barile delle nostre modeste riserve). E ha parlato anche del gas liquido che gli USA sono disposti a venderci trasportandolo via mare. Draghi ha ringraziato Biden ma poi ha detto che i nostri porti scarseggiano di rigassificatori e bisognerà costruirne. Ha dimenticato di dire che i rigassificatori hanno seri e oggettivi problemi di sicurezza e di impatto ambientale che li rendono a dir poco sgraditi alle comunità locali. Per non parlare dei moderni e invasivi metodi di estrazione che hanno reso gli USA primi produttori mondiali di petrolio e di gas naturale. Inoltre la liquefazione del gas e il trasporto su lunghe distanze riducono l'efficienza energetica netta di questa fonte e incrementano il suo impatto ambientale. In sostanza, il gas estratto negli USA, liquefatto a meno 160 °C, trasportato attraverso l'Atlantico, rigassificato e infine bruciato nelle centrali termoelettriche europee, sarebbe quasi assimilabile al carbone in termini di efficienza energetica, emissioni climalteranti e impatto ambientale. Per non parlare dei costi economici altissimi. Insomma, forse sarebbe meglio, o meno peggio, riaprire le miniere di carbone del Sulcis che importare gas liquido dagli USA. 

Temo che di questo passo fra 30 anni i giovani come Greta ragioneranno sì in modo diverso, ma nel senso che saranno costretti a invocare misure e sacrifici ben più severi di quelli che chiedono oggi, e probabilmente ci malediranno per avergli lasciato un pianeta quasi invivibile. 

A mali estremi, estremi rimedi, sig fosforo. 

Questo non significa che non si debba proseguire con le istallazioni che sfruttano l'energie alternative, quindi, oltre che usarle fin da subito, bisogna accelerarle.

 

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1 ora fa, mylord611 ha scritto:

Anni fa la comunità europea aveva deciso di diversificare la produzione di energia elettrica tra i vari stati : uno stato la produceva con il gas, qualcuno con il nucleare, qualcuno con il petrolio, a qualcuno a carbone ... all' Italia toccò il petrolio ed il carbone ... che inquinano molto. la soluzione è aumentare la produzione con energie rinnovabili, sole, vento, pioggia ( dighe) .... ma non danno i risultati che si spera ottenere ... resta il geotermico come alternativa .. abbiamo il Vesuvio, l'Etna , lo Stromboli, i campi Flegrei, l'isola ferdinandea , che offrono punti caldi appunto per produrre energia elettrica ... anche nel nord Italia vi sono punti caldi ...per lo scopo ora perchè non investire anche in questo settore ?

Ma no! Il nucleare in Italia non fu bocciato dall'Europa ma da due referendum popolari. Eppure noi fummo tra i pionieri: a metà anni '60 eravamo il terzo produttore mondiale di energia elettronucleare, dietro il Regno Unito e quasi alla pari con gli USA.

Abbiamo sempre usato poco il carbone per la produzione di elettricità. Il massimo consumo interno di carbone lo raggiungemmo nel 1984, quando ne utilizzammo una quantità equivalente a 15 milioni di tonnellate di petrolio. Oggi siamo a un terzo di quella cifra. La nostra prima fonte energetica fino al 2019 è stata il petrolio, ma questo solo perché esso è (o era) indispensabile per l'autotrazione e i trasporti. Nel 2020,  probabilmente anche a causa della pandemia, il consumo interno di gas naturale ha superato quelli di petrolio e carbone messi insieme. Il consumo massimo di gas lo raggiungemmo nel 2005, pari all'equivalente di 71 milioni di tonnellate di petrolio. In effetti avevamo dei discreti giacimenti di gas metano, che ora si stanno esaurendo. La massima produzione interna la raggiungemmo nel 1994 con 19,2 miliardi di metri cubi, equivalenti a 16,5 milioni di tonnellate di petrolio. Oggi estraiamo un sesto di quella cifra. 

Il caso Ippolito, come dice Etrusco, in effetti frenò lo sviluppo del nucleare civile in Italia. I cui nemici furono soprattutto il socialdemocratico Saragat (che fu presidente della Repubblica) e settori della Dc che temevano che il nucleare potesse danneggiare gli interessi delle multinazionali americane del petrolio, ma anche la produzione nazionale di petrolio e di metano, che era piccola ma significativa. A posteriori possiamo dire che quella frenata fu provvidenziale. Credo che dopo Chernobyl saremmo comunque usciti dal nucleare, magari con qualche anno di ritardo. Ma dopo 35 anni non riusciamo a demolire 4 piccoli reattori dismessi né a smaltire le scorie, nonostante i miliardi spesi, figuriamoci se ne avessimo avuti una quindicina come la Germania, e di dimensioni maggiori. Peraltro la Germania quest'anno spegnerà l'ultimo dei suoi pochi reattori nucleari ancora attivi.

In ogni caso il nucleare non ci avrebbe resi indipendenti dall'estero (il sogno di Ippolito) perché la nostra piccola miniera di uranio in Lombardia non era sufficiente nemmeno per le 4 piccole centrali che avevamo. Oggi quella miniera è chiusa per volontà della Regione Lombardia governata dalla Lega. L'indipendenza energetica di cui vaneggiano Salvini e gli altri nuclearisti è una bufala. Ricordo che quelle 4 centrali atomiche in 25 anni di funzionamento coprirono in media appena il 2,6% del nostro fabbisogno elettrico (che è solo una parte dell'intero fabbisogno energetico), con un massimo del 4,5% nel 1966. Secondo Sergio Rizzo, il costo complessivo del decommissioning che sarà completato, si spera, nel 2036, ammonterà a 28 miliardi di euro. Insomma, il nucleare fu per noi un pessimo affare, ma poteva andarci peggio. Secondo la Corte dei Conti francese, il grosso reattore EPR in costruzione a Flamanville dal 2007, uguale a quelli che Berlusconi e Scajola avrebbero voluto commissionare ai francesi in Italia (almeno 4), alla fine dei lavori costerà 19 miliardi di euro. 

Il geotermico è una fonte rinnovabile interessante, specie in Italia, ma presenta qualche problema di impatto ambientale. Certo sarebbe sempre meglio del carbone. La Regione Campania si è opposta allo sfruttamento del potenziale geotermico dei Campi Flegrei, stimato in ben 17 GW. Peraltro la situazione vulcanica dell'area oggi desta qualche seria preoccupazione. 

Modificato da fosforo311

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18 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

La Regione Campania si è opposta allo sfruttamento del potenziale geotermico dei Campi Flegrei, stimato in ben 17 GW.

Attualmente  in Italia la geotermia è sfruttata solo in Toscana, qui c'è l'elenco e la dislocazione delle centrali  http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/sistemi-produttivi/impianti-di-produzione-di-energia/geotermia/centrali-geotermiche-in-toscana#:~:text=In Toscana l'energia geotermica,acque stesse per farle evaporare.  i cascami dei vapori sono utilizzati anche per il teleriscaldamento delle abitazioni; ulteriori investimenti sono possibili sia per la produzione di energia elettrica sia per il teleriscaldamento delle cittadine vicine alle centrali  ma purtroppo non si può  risolvere il problema energetico dell'intera nazione con il geotermico... una nota:  c'è stato un periodo  negli anni 50 dove chi vendeva il petrolio  suggeriva di chiudere le centrali geotermiche dicendo che la corrente fatta con il petrolio costava di meno;  con le centrali geotermiche non ci riuscirono,  con quelle nucleari invece si, investirono in propaganda,  in cartelloni pubblicitari affissi ovunque, convinsero la gente e vinsero il referendum.

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Quando scoppiò la centrale di Chernobyl, padre etrusco, nel nord Italia, non riuscivo a vendere nessun ortaggio.

Tutto contaminato dalla nube tossica, dicevano.

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8 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Quando scoppiò la centrale di Chernobyl, padre etrusco, nel nord Italia, non riuscivo a vendere nessun ortaggio.

Tutto contaminato dalla nube tossica, dicevano.

Chernobyl era una struttura civile o una struttura militare? temo che si faccia confusione, la cenere ovvero il sottoprodotto di queste centrali era ed è  il plutonio che serviva e serve per fare le bombe; l'incidente alla centrale fu il frutto del pressappochismo di chi la dirigeva, di una struttura militare che aveva lo scopo di sfornare  plutonio per le bombe  e come sottoprodotto del calore generato dall'impianto la produzione di  l'energia elettrica;  poco sopra ho parlato dello scandalo Ippolito e dei vari  interessi trasversali che c'erano e ci sono sul nucleare, se non l'ha letto lo può ritrovare qui https://www.cosediscienza.it/il-caso-ippolito

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18 ore fa, dune-buggi ha scritto:

Ciao Sempre , preferisco scrivere di temi tecnici ove qualcosa (poco) ci capisco piuttosto che di temi politici dove capisco nulla. Ciao a presto.

Ciao anche a te....ma a chi vuoi darla a bere?......:D

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Diciamo qualche altra cosa su questo pessimo combustibile che è il carbone e che viene tuttora largamente impiegato nel mondo, soprattutto nelle centrali termoelettriche e nell'industria siderurgica. Pur in diminuzione, il carbone copre ancora quasi un quarto del fabbisogno mondiale di energia primaria, secondo solo al petrolio. Tra tutte le fonti energetiche è senza dubbio quella con il peggiore impatto sull'ambiente e sulla salute. I problemi incominciano nelle miniere. Sia quelle di superficie che quelle sotterranee hanno pesanti impatti ambientali (es. l'inquinamento delle falde acquifere). In seguito alla fratturazione delle rocce, dalle miniere di carbone vengono rilasciate grandi quantità di metano, che è un gas serra molto più potente dell'anidride carbonica. Si stima che l'1% delle emissioni equivalenti di CO2 degli USA siano dovute a fughe di metano dalle miniere di carbone. L'antracosi, malattia respiratoria cronica causata dall'inalazione delle polveri, uccide circa 20.000 minatori o ex minatori l'anno. Per non parlare degli incidenti in miniera. Il più tragico disastro minerario della storia avvenne in una miniera di carbone cinese nel 1942, con oltre 1500 morti. L'anno scorso in una miniera siberiana morirono come topi 52 minatori. Dune-buggi ha citato il disastro ferroviario di Balvano, nel 1944 in tempo di guerra. Un treno merci a vapore, sovraccarico di passeggeri clandestini, si bloccò in una galleria, dove il monossido di carbonio uccise circa 600 persone. Per fortuna le locomotive alimentate a carbone sono state bandite in tutto il mondo. La combustione del carbone, a parità di calore prodotto, rilascia una maggiore quantità di CO2 rispetto alla combustione del metano o del petrolio. Per giunta le centrali termoelettriche a carbone hanno in genere un rendimento termodinamico inferiore a quello delle centrali a olio combustibile e sopratutto a gas. Di conseguenza, a parità di MWh generati, una centrale a carbone emette anche il doppio o il triplo di gas serra di una moderna centrale a gas naturale. La combustione di questo fossile genera anche molte sostanze inquinanti. Anidride solforosa (che causa piogge acide e malattie respiratorie), ossidi di azoto e polveri sottili (che causano smog e malattie polmonari), mercurio e molti altri metalli pesanti (che causano tumori, patologie neurologiche e molto altro). Infine c'è il problema delle ceneri volanti, analogo a quello degli inceneritori di rifiuti. Queste ceneri oggi possono essere in gran parte filtrate ma poi bisogna conferirle in discariche speciali perché sono rifiuti tossici. Nell'istogramma allegato trovate stime dei tassi di mortalità per fonte energetica e per TWh di produzione elettrica. Il carbone e il brown coal (cioè la lignite) sono nettamente ai primi posti. 

https://ourworldindata.org/grapher/death-rates-from-energy-production-per-twh

Bene, a questo punto possiamo concludere che ci vuole almeno una faccia di pietra come quella della sfinge dei Parioli per andare in parlamento a parlare di riapertura delle centrali a carbone. Sette delle quali, in realtà, sono tuttora aperte, inclusa quella di Brindisi da 2,640 GW, che è la seconda centrale termoelettrica italiana e una delle più grandi d'Europa. Per giunta, come nota un forumista di Infosannio, Mario Draghi è andato in parlamento a parlare di centrali a carbone appena 17 giorni dopo che quello stesso parlamento aveva modificato l'articolo 9 della Costituzione introducendovi la tutela dell'ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità anche nell'interesse delle future generazioni. Qualcuno spieghi al banchiere in pensione che una delle prime cose da fare nella tutela dell'ambiente e nell'interesse delle future generazioni è mettere fuori legge le centrali elettriche a carbone. E pensare che questo signore ha la fissa di diventare capo dello Stato, cioè il garante della Costituzione. Ma mi faccia il piacere! direbbe il grande Totò. 

https://infosannio.com/2022/02/26/quelli-che-2/

Modificato da fosforo311

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