Putin ???

IL MOSTRO DEL MILITARISMO RUSSO E SOVIETICO NEL DISCORSO DI PUTIN 

Le Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk sono il prodotto degenerato del militarismo nazionalista e sovietico e mescolano riferimenti ideologici al comunismo e al nazionalismo. 

Tanto che molti “foreign fighrer” che animano i gruppi combattenti filo russi delle due repubbliche e che provengono da tutta Europa, con una presenza consistente di italiani, appartengono ad organizzazioni di ispirazione di estrema destra così come di estema sinistra e si trovano dalla stessa parte. 

Non di meno in Ucraina esistono, notoriamente, formazione militari nazionaliste ucraine dichiaratamente filo naziste, a partire dal battaglione Azov, forse il più famoso. 

Il riconoscimento delle due Repubbliche popolari da parte di Putin segna non solo uno scivolamento verso la guerra ma un salto ideologico ancora più marcato del leader russo verso quella forma di nazionalismo che nel militarismo ritrova una sintesi tra la matrice russa e la matrice sovietica del Paese. 

Così plasticamente evidente nelle parate militari che da anni si svolgono sulla Piazza Rossa in occasione delle ricorrenze come quella dell’8 maggio, della vittoria della Grande Guerra Patriottica. 

Il discorso di Putin è ancora più grave, per certi aspetti, della decisione in se perché svela a chiare lettere quale sia la lettura del suo regime della storia post sovietica: quella di una disgregazione di una storia russa unitaria che deve essere ricomposta. 

Si recupera cioè una visione imperiale zarista e sovietica che per secoli ha visto componenti nazionali soggette alla egemonia del ceppo russo. 

Vero è che la storia dell’Ucraina è intimamente legata a quella russa più che per altre nazioni ma ciò non basta a negarne la specificità, l’autonomia e l’identità anche sul piano storico. 

A prescindere dalle gravi conseguenze militari ed economiche che deriveranno dalla decisione russa, è questo il punto più preoccupante. 

La Russia e l’attuale regime al potere  hanno rimosso ogni ambiguità sulla propria idea di politica estera europea: ricostruire una unità territoriale il più possibile coincidente con i confini del vecchio impero con la motivazione di una esigenza di sicurezza. 

Qualcosa che assomiglia molto da vicino al “lebesraum” hitleriano che inseguiva la ricomposizione geografica di tutte le popolazioni di lingua tedesca e che poi si trasformò in un più ampio e folle progetto di dominio europeo e che iniziò con l’annessione ( anschluss ) della nazione più “simile”: l’Austria. 

Alla metà del XX Secolo la diffusione tra le nazioni del centro Europa di popolazioni di lingua tedesca era ampia così come oggi lo è quella di lingua russa in molte  delle nazioni dell’ex blocco comunista dell’Europa dell’est o del centro Asia  ( dai paesi baltici, alla Moldavia, all’Ucraina, alla Bielorussia, alla Georgia, al Kazakistan e via dicendo ). 

Il tema della sicurezza russa esiste certamente ed è questa una sfida politica decisiva per l’Occidente, la Ue e la Nato per non offrire pretesti alla Russia di Putin e garantire una giusta esigenza di sicurezza. 

Ma dopo il discorso di ieri sera non si può ignorare che il mostro stalinista e nazionalista generato dal crollo dell’URSS e che mescola nel revanscismo militarista russo simbologie comuniste e neofasciste e che ha avuto altri progenitori a partire dalla Serbia di Milosevic, ha fatto un passo avanti. 

Il militarismo sovietico, che fu parte decisiva della malattia che uccise progressivamente  il comunismo e gli aneliti di pace e giustizia sociale che conteneva nel 1917, ed il militarismo imperiale zarista si ritrovano uniti sotto la visione di Vladimir Putin che chiede sicurezza ma sogna un “terzo” impero da contrapporre alla invadenza occidentale. 

L’Europa è già passata attraverso l’esperienza della umiliazione degli sconfitti e sa cosa può produrre il revanscismo di una grande nazione sconfitta e umiliata; conosce i rischi di una politica altalenante tra tolleranza diplomatica e durezza militare. 

Ora questa alternativa è nuovamente presente e occorrerà costruire una politica molto efficace per fermare questa nuova e più esplicita dimensione della politica estera russa. 
 
Certamente il dopo guerra fredda è definitivamente finito ieri sera. 

Il ruolo che possono svolgere i popoli europei, le forze politiche democratiche con il loro protagonismo e iniziativa tra le masse ed i giovani per perseguire la PACE  può essere decisivo anche per aiutare la componenti democratiche russe e dar forza alla vasta maggioranza dell’opinione pubblica russa che, come dimostrano tutti i sondaggi, non vuole la guerra e la considera una grande stupidaggine.

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11 messaggi in questa discussione

Sono d'accordo, il discorso di Putin riporta pericolosamente indietro le lancette della storia di molti decenni. È un leader di cartone, furbo e spregiudicato quanto si vuole, ma senza idee e senza ideali, imbalsamato negli schemi nazionalisti e imperialisti del secolo scorso. All'epoca c'era il comunismo a tenere insieme l'impero sovietico, oggi cosa c'è dietro il sogno di Putin? Niente: se non la sua potenza militare e la sua stessa persona, la mente gretta e disturbata di un autocrate che vuole ingrandire la sua monarchia personale con stati satellite della Russia. Ovviamente grandi sono le colpe del popolo russo che concede a questo autocrate una parvenza di legittimazione democratica. Un consenso costruito con i metodi che possiamo immaginare ma soprattutto sull'apparato statale ereditato dall'URSS e sulle immense risorse energetiche che hanno restituito ai russi una relativa sicurezza e un relativo benessere dopo l'anarchia e la terribile crisi economica conseguenti alla caduta del comunismo.  Anche l'Occidente ha le sue colpe. La NATO ha occupato tutta la frontiera ovest della Russia, ovvero gli ex satelliti del patto di Varsavia. Ora si voleva estendere anche all'Ucraina. Chiediamoci cosa farebbero gli USA se il Messico e il Canada diventassero come Cuba. Probabilmente eleggerebbero un guerrafondaio molto peggiore di Bush e di Trump, che terrebbe il pianeta sul filo del rasoio. Per fortuna a suo tempo l'Ucraina accettò di restare senza armi nucleari, altrimenti oggi il pianeta rischierebbe grosso. I leader occidentali hanno concesso ampia legittimazione all'autocrate del Cremlino. Avrebbero dovuto trattarlo non dico come un Gheddafi qualsiasi, ma stabilire una distanza come quella che c'era con i capi sovietici, con i quali gli occidentali si incontravano ogni morte di papa. Alcuni, come il pagliaccio di Arcore, arrivarono perfino ad adularlo. Peraltro il pagliaccio adulava pure Gheddafi. La Germania, paese energivoro e paese esportatore, ha gravi colpe. Come anche noi che abbiamo eletto la Russia nostro primo fornitore energetico. C'era un modo concettualmente semplice e immediato per stoppare la crisi ucraina. La UE avrebbe dovuto dire chiaro e tondo, con un atto formale e unitario del Parlamento e della Commissione: se entrate di un centimetro in territorio ucraino, noi non importeremo più una sola goccia di petrolio russo né un solo cm cubo di gas, né un grammo di materie prime. Embargo totale. Punto. I carri armati di Putin avrebbero prontamente innestato la retromarcia. E invece, purtroppo, noi siamo sotto il tacco dei mercati e del capitale perfino più di quanto i russi sono sotto il tacco dell'autocrate. Tanto è vero che la chiusura dei rubinetti energetici, dai quali le nostre economie dipendono in parte mentre quella russa dipende in tutto, oggi è un'arma di ricatto nelle mani di Putin, non nelle nostre. L'Occidente, in primis gli USA diventati i primi produttori mondiali di petrolio e di gas, ha invece soffiato sul fuoco del conflitto, sull'invasione. Ieri l'altro, per tutto il tardo pomeriggio, una striscia su RaiNews24 citava la notizia della CBS americana secondo la quale i generali russi avrebbero ricevuto l'ordine di invadere. È certo come la morte che nelle Borse mondiali qualcuno punta e specula sulla crisi Ucraina. In Occidente molti hanno tutto da guadagnare da una guerra in Ucraina, non solo i petrolieri e i produttori di armi. Almeno queste perversioni erano estranee ai regimi comunisti. 

 

 

Modificato da fosforo311

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ecco quello che non dicono alla tv !!

 

Venti di guerra nel Mediterraneo. La tensione tra Stati Uniti e Russia continua a salire. Da oltre una settimana dalla base di Sigonella sono state attivate le misure di monitoraggio per seguire dal cielo le manovre militari della Russia nel Mar Nero. Per osservare le esercitazioni compiute dagli eserciti di Russia e Bielorussia, denominata “Allied Resolve 2022”, la Nato manda in pattugliamento i droni di stanza nella base siciliana. Dalle tracce radar dei siti specializzati si possono ricostruire i movimenti di Forte12, un drone della serie RQ-4A Global Hawk. Il compito dell’aereo spia è tallonare onda dopo onda i movimenti della flotta russa nel Mar Nero. Nelle scorse settimane, sei navi da guerra con unità da sbarco della Marina russa avevano attraversato Gibilterra e dopo aver percorso il canale di Sicilia si erano ricongiunte con altre pedine delle forze navali del Cremlino.

Salvo a dire che sono esercitazioni di routine !!!!!

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cambiano i personaggi ma . . . . .  

1962 crisi di Cuba, gli stati uniti a momenti facevano sciopare un'altra guerra mondiale perché non volevano i missili URSS a 1.933 Km da Washington, putin non ne vuole a 754 Km da Mosca.

putin mi sta sulle pa lle però . . . . . . 

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42 minuti fa, mariellasikelia ha scritto:

ecco quello che non dicono alla tv !!

 

Venti di guerra nel Mediterraneo. La tensione tra Stati Uniti e Russia continua a salire. Da oltre una settimana dalla base di Sigonella sono state attivate le misure di monitoraggio per seguire dal cielo le manovre militari della Russia nel Mar Nero. Per osservare le esercitazioni compiute dagli eserciti di Russia e Bielorussia, denominata “Allied Resolve 2022”, la Nato manda in pattugliamento i droni di stanza nella base siciliana. Dalle tracce radar dei siti specializzati si possono ricostruire i movimenti di Forte12, un drone della serie RQ-4A Global Hawk. Il compito dell’aereo spia è tallonare onda dopo onda i movimenti della flotta russa nel Mar Nero. Nelle scorse settimane, sei navi da guerra con unità da sbarco della Marina russa avevano attraversato Gibilterra e dopo aver percorso il canale di Sicilia si erano ricongiunte con altre pedine delle forze navali del Cremlino.

Salvo a dire che sono esercitazioni di routine !!!!!

Meno male che a renderci edotti ci pensa BlogSicilia . 

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Attacco frontale di Putin a Lenin: "ritenere che ogni popolo debba essere indipendente è sbagliato, è una follia!"   Un abbraccio fortissimo ai Comunistioni ed ai Rossibruni simil Cazzaro di Napoli nostrani che da anni gli leccano le chiappette …!! 

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putin è notevolm ingrassato... occupi il suo tempo in una cura dimagrante x dar + spazio alla materia grigia.

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"Se avessimo un Putin in Italia staremmo ancora meglio, e questo lo dico perché ne sono convinto e non perché qualcuno mi paga per dirlo", diceva qualche anno fa Matteo Salvini. Posizioni che oggi, alla luce della crisi ucraina, mettono in difficoltà la Lega e il suo leader. E mentre il partito in Europa chiede fermezza in difesa "dell'integrità territoriale dell'Ucraina", il suo leader preferisce tacere

https://www.fanpage.it/politica/quando-salvini-diceva-putin-e-uno-dei-migliori-uomini-di-governo-al-mondo-e-ora-sullucraina-tace/

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domanda, scusate una domanda ...

se il comunismo "dovrebbe" essere buono,

per quale motivo i comunisti organizzano le guerre ... 

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Salvini non condanna l'invasione di Putin ma sui social parla del pugno di un tunisino...

Dopo molte ore Matteo Salvini non ha speso una parola per condannare Putin. In piena sindrome Savoini ha preferito parlare di tunisini violenti...

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2 ore fa, dune-buggi ha scritto:

domanda, scusate una domanda ...

se il comunismo "dovrebbe" essere buono,

per quale motivo i comunisti organizzano le guerre ... 

Perché  Putin sarebbe  comunista  ? Io penso  che  sia  un  dittatore  che  si fa  eleggere  mettendo  in galera  o avvelenando  gli avversari  politici...non ha  niente   di  vero  comunismo  tutto  questo

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𝗘' 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹'𝗶𝗻𝘃𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗨𝗰𝗿𝗮𝗶𝗻𝗮

La Russia ha dichiarato guerra all'Ucraina.

Truppe russe hanno varcato il confine questa notte sia dalla Russia che dalla Crimea e dalla Bielorussia. Bombardamenti vengono registrati in tutto il Paese, compresa la capitale Kiev. Sirene antiaeree suonano anche a Lviv, a 70 km dalla Polonia, dall'Ue e dalla Nato.

Ciò che sembrava impossibile è avvenuto.

La guerra è in Europa.

Ma l'invasione era solo propaganda occidentale, certo.

Magari lo fosse davvero.

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