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Emma Stone shock: la prima foto della sua Crudelia De Mon

le donne che credono nel nucleare

faranno questa fine ... (patologica) ...

 

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22 messaggi in questa discussione

Le donne portano la vita, le radiazioni sono nemiche della vita, quindi le donne sono istintivamente nemiche del nucleare.

Qui vediamo la splendida Jane Fonda in una scena famosa e drammatica:

https://youtu.be/CjH5scJJtBg

Per una strana coincidenza, qualche giorno dopo l'uscita del film nelle sale americane (marzo 1979) ci fu un grave incidente nel reattore 2 della centrale di Three Mile Island. Gli incassi al botteghino lievitarono, l'attrice diventò un'attivista del movimento antinucleare. Fu un evento del grado 5 della scala INES, il più grave nella storia del nucleare civile negli USA. Fusione parziale del nocciolo e fuga radioattiva nell'ambiente. Il rapporto sugli effetti sulla salute pubblica, ufficialmente irrilevanti, fu molto contestato. Oltre 50 progetti di nuovi reattori negli USA furono cancellati. La decontaminazione dell'area durò 24 anni e richiese 2,4 miliardi di dollari. A 43 anni dall'evento il reattore 2 è tuttora monitorato, sarà smantellato nel 2034 se il gestore privato reperirà i fondi. 

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2 ore fa, dune-buggi ha scritto:

 

Emma Stone shock: la prima foto della sua Crudelia De Mon

le donne che credono nel nucleare

faranno questa fine ... (patologica) ...

 

Questa donna assomiglia alla Rettore a Sanremo........questione di Chimica!

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Vogliono riportarci nell'incubo del nucleare, vogliono tornare a trivellare i nostri mari, vogliono usare i fondi europei per cementificare e violentare la nostra Italia.

Donne d'Italia, difendete la nostra casa, difendete la vita, difendete l'Italia!

https://youtu.be/9bCV41VJOVY

 

Modificato da fosforo311

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30 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Vogliono riportarci nell'incubo del nucleare, vogliono tornare a trivellare i nostri mari, vogliono usare i fondi europei per cementificare e violentare la nostra Italia.

Donne d'Italia, difendete la nostra casa, difendete la vita, difendete l'Italia!

https://youtu.be/9bCV41VJOVY

 

Purtroppo avendo girovagato tanto , io mi inca770 ! Veniamo al dunque , viaggio in Normandia e Bretagna giugno 2004 , volutamente in pullman perché avevo piacere di attraversare la Francia . A pochi chilometri dopo il Frejus , sulla destra c'é una grande centrale nucleare , praticamente poco dopo le Alpi ! Ricordo quello che disse , sarcasticamente ,  il fisico premio Nobel 1984 Carlo Rubbia dopo il referendum : se accadesse qualche incidente nucleare , la nuvola tossica direbbe : non posso andare il Italia , non hanno voluto il nucleare !! Per cui abbiamo la centrale alle spalle , compriamo dalla Francia energia elettrica e ove mai saremmo colpiti inesorabilmente , insomma il DANNO E LA BEFFA ! La " nostra " stoltezza é senza pari !!!!

 

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7 minuti fa, mariellasikelia ha scritto:

! La " nostra " stoltezza é senza pari !!!!

quello che vale per il nucleare vale anche per il gas, nel basso Adriatico c'è il gas, noi non lo estraiamo   ( non vogliamo trivellare il nostro mare) ma permettiamo che lo estraggano con perforazioni orizzontali inclinate i nostri dirimpettai dall'altra parte del mare.....

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Che dobbiamo fare secondo lei, padre Etrusco?

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17 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Che dobbiamo fare secondo lei

dobbiamo prendere un vocabolario della lingua italiana e un dizionario dei sinonimi e dei contrai, sul  primo  cercare la parola BUONSENSO e leggere cosa significa quella parola  e sul secondo cercare un sinonimo di "decrescita felice"  il sinonimo potrebbe essere:  "torna la miseria" 

strana nazione l'Italia, tutti che sono abituati al benessere, lo trovano ovvio ,  ma non vogliono pagarne il prezzo, un poco come accade per la telefonia mobile, tutti con l'ultimo modello di telefonino, tutti sempre connessi, poi però tutti a protestare contro i ripetitori della telefonia mobile  tutti a  raccogliere le firme per smantellare quei ripetitori, brutti a vedersi e che emettono radioonde, peccato però che  senza  quei ripetitori  quei telefonini non funzionerebbero,,,,, chiedere un minimo di coerenza è chiedere troppo?

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Ma io intendevo il gas, padre Etrusco.

Cosa fare con quelli che ci rubano il gas e fanno affondare la nostra italia.

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4 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:

dobbiamo prendere un vocabolario della lingua italiana e un dizionario dei sinonimi e dei contrai, sul  primo  cercare la parola BUONSENSO e leggere cosa significa quella parola  e sul secondo cercare un sinonimo di "decrescita felice"  il sinonimo potrebbe essere:  "torna la miseria" 

strana nazione l'Italia, tutti che sono abituati al benessere, lo trovano ovvio ,  ma non vogliono pagarne il prezzo, un poco come accade per la telefonia mobile, tutti con l'ultimo modello di telefonino, tutti sempre connessi, poi però tutti a protestare contro i ripetitori della telefonia mobile  tutti a  raccogliere le firme per smantellare quei ripetitori, brutti a vedersi e che emettono radioonde, peccato però che  senza  quei ripetitori  quei telefonini non funzionerebbero,,,,, chiedere un minimo di coerenza è chiedere troppo?

COME DIRE " LA BOTTE PIENA E LA MOGLIE UBRIACA " !!!!

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Il nucleare è un problema articolato, ora ci viene proposto il nucleare sicuro, il nucleare verde, tra poco ci sarà il nucleare su misura , insomma giriamola come più ci piace ma facciamo queste considerazioni: Bisogna estrarre l'uranio questo e fuori discussione , la maggior parte di esso proviene e viene estratto in stati politicamente non troppo stabili ..... poi bisogna lavorarlo cioè "arricchirlo" , poi bisogna avere le idonee centrali ....Ok ma il costo di un Kg di uranio per centrale nucleare a quanto ammonta? sicuramente a qualche milione di euro o giù di lì vale a dire anche il combustibile nucleare costa, ed ha costi molto, molto alti, e nessuno ne parla!

Certamente l'elettricità è la forma di energia più pulita che possa esserci e ne abbiamo un disperato bisogno .... Ma da quando con un referendum di anni fa è stato decisa la denuclearizazione i vertici di governo/comando si sono guardati bene dal proporre studi alternativi, soluzioni diverse , quindi ora tocca correre ai ripari anche con il nucleare l'energia ora come ora ha costi altissimi e difficilmente ammortizabili , quindi perchè non provare a sfruttare l'energia geotermica? almeno i rischi sono minori.

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1 ora fa, mylord611 ha scritto:

quindi perchè non provare a sfruttare l'energia geotermica?

1 ora fa, mylord611 ha scritto:

, quindi perchè non provare a sfruttare l'energia geotermica?

l'energia geotermica può essere sfruttata solo in poche aree, in quelle zone cioè dove la crosta terrestre è sottile e dove il calore che sale dal profondo della terra scalda le acque di falda sotterranee generando vapore; si possono rialimentare queste falde pompando acqua nel sottosuolo cosa che per esempio viene fatta in Toscana dove però tutto lo sfruttabile del geotermico è stato ormai sfruttato   ( i cascami di vapore vengono utilizzati per il teleriscaldamento delle abitazionie un ulteriore  aumento della produzione di energia geotermica è di difficile attuazione; un terzo circa della corrente che viene consumata in Toscana attualmente  proviene dal geotermico che però ha comunque dei problemi, come per esempio la micro sismicità   locale oppure le emissioni di gas radon o altri gas che comunque devono essere catturati e non immessi nell'ambiente. Mi chiedo due cose, la prima cosa che mi chiedo è : se ci fossero soluzioni valide e a portata di mano nel sostituire con altre fonti i combustibili fossili   continuerebbero a fare le guerre per il possesso del  petrolio come attualmente stanno facendo? la seconda cosa che mi chiedo è:  quando in Italia ci fu il referendum contro il nucleare tutte le città Italiane erano tappezzate di manifesti che invitavano a votare contro l nucleare, ma quei manifesti chi li pagava? che interessi c'erano sotto?...forse di chi a quei tempi vendeva il petrolio?  mi viene in mente quel detto: .. a pensare male si fa peccato ma  ci si indovina sempre....

 

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6 ore fa, robyrossa236 ha scritto:

Questa donna assomiglia alla Rettore a Sanremo........questione di Chimica!

hai dimenticato rita pavone e ornella vanoni

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7 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

quello che vale per il nucleare vale anche per il gas, nel basso Adriatico c'è il gas, noi non lo estraiamo   ( non vogliamo trivellare il nostro mare) ma permettiamo che lo estraggano con perforazioni orizzontali inclinate i nostri dirimpettai dall'altra parte del mare.....

Per la verità le riserve di gas accertate maggiori stanno nell'alto Adriatico (zona A) e nell'Adriatico centrale (zona B). In totale parliamo di circa 24 miliardi di mc, più 10 miliardi di riserve probabili e 3 miliardi possibili. Solo quelle accertate sono sfruttabili in tempi relativamente brevi e a costi ragionevoli. Da queste riserve abbiamo estratto nel 2021 circa 1,5 miliardi di mc, su una produzione nazionale complessiva di 3,2 miliardi di mc e a fronte di un consumo nazionale di 76 miliardi di mc. In sostanza nell'Adriatico non c'è affatto "metano a volontà", come ci raccontano i media in questi giorni, ma quanto basta per coprire il fabbisogno interno per appena 4 mesi (o 6 nella migliore delle ipotesi). La Croazia estrae nell'Adriatico circa 1 miliardo di mc l'anno, pari al 30% del suo fabbisogno.

 https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/riserve-nazionali-di-idrocarburi

7 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

dobbiamo prendere un vocabolario della lingua italiana e un dizionario dei sinonimi e dei contrai, sul  primo  cercare la parola BUONSENSO e leggere cosa significa quella parola  e sul secondo cercare un sinonimo di "decrescita felice"  il sinonimo potrebbe essere:  "torna la miseria" 

strana nazione l'Italia, tutti che sono abituati al benessere, lo trovano ovvio ,  ma non vogliono pagarne il prezzo, un poco come accade per la telefonia mobile, tutti con l'ultimo modello di telefonino, tutti sempre connessi, poi però tutti a protestare contro i ripetitori della telefonia mobile  tutti a  raccogliere le firme per smantellare quei ripetitori, brutti a vedersi e che emettono radioonde, peccato però che  senza  quei ripetitori  quei telefonini non funzionerebbero,,,,, chiedere un minimo di coerenza è chiedere troppo?

Di fronte a una crisi energetica grave anche se probabilmente transitoria, ma soprattutto in considerazione degli impegni internazionali che abbiamo assunto a tagliare drasticamente le nostre emissioni di CO2, il buonsenso suggerirebbe di fare quello che facemmo negli anni '70, e che oggi invece nessuno ci suggerisce e men che meno ci impone: ridurre i consumi energetici. Il governo stanzia miliardi per addolcire (di poco) le bollette, si riparla e si straparla di nucleare (i cui primi kWh arriverebbero in ogni caso non prima del 2035 e a costi altissimi) e si punta a raschiare il fondo del barile delle riserve nazionali di gas, ma nessuno fa la proposta più ovvia: cercare di consumare meno energia evitando gli sprechi ma anche facendo qualche sacrificio (tipo un maglione in più in casa e qualche km in più a piedi e in meno in auto). I politici e i tecnici oggi al governo temono che sarebbe una proposta impopolare e in contraddizione con il leitmotiv della crescita perenne (del PIL).  E i politici e i tecnici oggi al governo sono tutti populisti, a cominciare da Draghi. 

Non vedo perché una decrescita (del PIL, cioè della produzione e dei consumi nazionali) debba implicare una caduta in miseria della popolazione. Siamo un paese ricco ma con forti disuguaglianze (il nostro coefficiente di Gini è tra i più alti in Europa occidentale), quindi abbiamo ampi margini di decrescita sostenibile sul piano della qualità della vita delle persone. Un governo serio e non populista punterebbe a redistribuire la ricchezza (tramite la politica fiscale e la lotta all'evasione) e il lavoro (abbassando gli orari di lavoro che sono anch'essi tra i più alti in Europa occidentale, in modo da abbattere la disoccupazione). D'altra parte è ormai acclarato che il PIL non misura la qualità della vita, e che nei paesi ricchi la crescita non è più ambientalmente sostenibile (eccetto forse qualche stato molto sottopopolato come l'Australia e il Canada): lo è solo la decrescita. Quindi sul lungo periodo non ci sono alternative: bisognerà prima o poi tagliare, e non di poco, la produzione e i consumi, in primis quelli energetici stante l'emergenza climatica. Meglio farlo prima che poi, perché la CO2 emessa ogni anno bruciando carbonio si accumula nell'atmosfera e vi resta per secoli, quindi rinviare le misure significa solo aggravare il problema e i sacrifici che dovremmo affrontare in futuro. 

È opportuno ricordare le parole sagge e lungimiranti del premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi davanti al parlamento:

Bloccare il cambiamento climatico con successo richiede uno SFORZO MOSTRUOSO da parte di tutti. È  un'operazione con un COSTO COLOSSALE, non solo finanziario ma anche sociale, con cambiamenti che incideranno sulle nostre esistenze. Permettetemi di aggiungere una considerazione di natura economica. Il Prodotto Interno Lordo dei singoli paesi sta alla base delle decisioni politiche, e la missione dei governi sembra quella di aumentare il PIL il più possibile. OBBIETTIVO CHE PERÒ È IN PROFONDO CONTRASTO CON L'ARRESTO DEL MUTAMENTO CLIMATICO. Il prodotto nazionale lordo non è una buona misura dell'economia: cattura la quantità non la qualità della crescita... Se il prodotto nazionale lordo rimarrà al centro dell'attenzione come è adesso, IL NOSTRO FUTURO SARÀ BEN TRISTE. 

6 ore fa, mylord611 ha scritto:

Il nucleare è un problema articolato, ora ci viene proposto il nucleare sicuro, il nucleare verde, tra poco ci sarà il nucleare su misura , insomma giriamola come più ci piace ma facciamo queste considerazioni: Bisogna estrarre l'uranio questo e fuori discussione , la maggior parte di esso proviene e viene estratto in stati politicamente non troppo stabili ..... poi bisogna lavorarlo cioè "arricchirlo" , poi bisogna avere le idonee centrali ....Ok ma il costo di un Kg di uranio per centrale nucleare a quanto ammonta? sicuramente a qualche milione di euro o giù di lì vale a dire anche il combustibile nucleare costa, ed ha costi molto, molto alti, e nessuno ne parla!

Certamente l'elettricità è la forma di energia più pulita che possa esserci e ne abbiamo un disperato bisogno .... Ma da quando con un referendum di anni fa è stato decisa la denuclearizazione i vertici di governo/comando si sono guardati bene dal proporre studi alternativi, soluzioni diverse , quindi ora tocca correre ai ripari anche con il nucleare l'energia ora come ora ha costi altissimi e difficilmente ammortizabili , quindi perchè non provare a sfruttare l'energia geotermica? almeno i rischi sono minori.

Una libbra di minerale di uranio oggi costa sul mercato circa 44 dollari, fino a 2 anni fa costava 20-30 dollari. L'uranio atomico naturale, che va separato dal minerale, contiene lo 0,7% di U235, che è l'isotopo fissile. Nei reattori nucleari fino alla terza generazione si usa uranio debolmente arricchito (intorno al 4% di isotopo fissile). La separazione e l'arricchimento sono processi costosi, tuttavia 1 grammo di uranio fissile fornisce l'energia di quasi 3 tonnellate di carbone. Quindi nelle centrali nucleari il costo del combustibile incide relativamente poco sul costo dell'energia elettrica erogata, certo molto meno che nelle centrali termoelettriche convenzionali. Il peso maggiore è il costo di costruzione della centrale. Quelle di ultima generazione hanno costi di impianto tali per cui il prezzo medio del kWh erogato è oggi il più alto tra tutte le fonti energetiche concorrenti. Questo senza nemmeno considerare i costi aggiuntivi del decommissioning dell'impianto a fine vita, anch'essi molto più alti rispetto alle centrali convenzionali. C'è anche il problema dei tempi molto lunghi della costruzione e della demolizione delle centrali nucleari. Infine, il problema dello stoccaggio delle scorie radioattive in depositi sicuri. Il combustibile esausto dei reattori oggi più diffusi (PWR) richiede fino a poco meno di 1 milione di anni per riportarsi al livello di radiotossicità dell'uranio naturale. 

Insomma, chi ha le sue vecchie centrali atomiche può decidere di tenersele e di affrontare i costi (ingenti) di revisione e aggiornamento degli impianti per prolungarne la licenza, come fanno la Francia e gli Stati Uniti, speculando sui bassi costi di esercizio e avendo ormai ammortizzato i costi d'impianto (anche perché costruire le vecchie centrali costava meno di quelle di ultima generazione); oppure può decidere di chiuderle tutte, come la Germania (e come noi 35 anni fa), per evitare rischi di incidenti e l'accumulo di ulteriori scorie. Ma è a dir poco irrazionale costruire, in tempi biblici e a costi astronomici, nuove centrali nucleari nell'ambito della cosiddetta transizione ecologica. Si perderebbe tempo prezioso mentre i mutamenti climatici incombono e si distrarrebbero fondi dalle rinnovabili, cioè dalla vera energia verde . 

Modificato da fosforo311
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Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31  resuscita la supercazzola di Giorgino nostro, che come era prevedibile ha scatenato le fantasie psicotiche del cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31.

Mi pregio di formulare alcune brevi note.

1 - Giorgino nostro NON HA PRONUCIATO VIRGOLA a proposito di DESCRESCITA DEL PIL, stupidaggine sesquipedale che rimane confinata nella fantasia del cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31.

2 - Giorgino nostro ignora che tra gli indicatori per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile

https://www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilità/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile/gli-indicatori-istat

troviamo anche il 

TASSO DI CRESCITA ANNUO DEL PIL REALE PER ABITANTE

Giorgino nostro lo ignora ma, purtroppissimo per lui e per noi tutti, risulta estremamente difficile combattere la povertà se le tasche dei poveri rimangono vuote. Il concetto arriva a capirlo, con l'aiuto di un insegnante di sostegno (serio), perfino il ridente mungitore di tori veneto.

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Urka il lucertolone è scappato ancora una volta dalla clinica psichiatrica.

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2 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

Urka il lucertolone è scappato ancora una volta dalla clinica psichiatrica.

A casa mia, egregio, di tanto in tanto, specie in estate, capita che una lucertola o un geko si intrufoli da una finestra. In genere me ne accorgo dall'urlo terrificante di mia moglie: come se fosse entrato un coccodrillo. Ma come entrano possono anche uscire. Evidentemente la clinica che ospita Saurino deve sigillare meglio le finestre. 

Gli avevo già risposto qualche mese fa sulla medesima questione. Non gli entrano in zucca le parole del premio Nobel Giorgio Parisi: il PIL non è una buona misura dell'economia l'obbiettivo della crescita del PIL è IN PROFONDO CONTRASTO con l'arresto del mutamento climatico. Saurino tira in ballo il PIL pro capite ma le affermazioni di Parisi valgono tal quali, ovviamente, anche per il PIL pro capite. A meno che non pensiamo di fermare il riscaldamento globale decimando la popolazione mondiale (il che eventualmente sarà una conseguenza della catastrofe climatica). Il PIL pro capite è semplicemente una media sulla popolazione. Se il PIL e il coefficiente di Gini (cioè la disuguaglianza economica) sono alti, come accade in Italia, allora, come ho scritto, ci sono ampi margini di decrescita (del PIL e del suo impatto ambientale) lasciando inalterato o addirittura incrementando il reddito individuale o familiare dei poveri. Ovviamente per sfruttare questi margini serve una volontà politica. Non certo un governo allergico alle imposte patrimoniali e alle tasse progressive, che per giunta regala soldi ai ricchi per ristrutturare le ville e le terze case al mare. Un governo che non ha mai detto ai cittadini la cosa più ovvia in questo frangente di crisi energetica: cercate di consumare meno energia. 

Non entra in zucca a Saurino che lo "sviluppo sostenibile" è ormai quasi ovunque una favola, una contraddizione in termini se la sostenibilità è quella ambientale e se per sviluppo si intende la crescita del PIL o del PIL pro capite, che è il modo più consueto, ancorché assai riduttivo e meschino, di intendere lo sviluppo da parte degli economisti.

Un concetto apparentemente più razionale e articolato, ma alla fine ugualmente contraddittorio, consiste nella formulazione di 17 obbiettivi di sviluppo sostenibile (SDG: Sustainable Development Goals). Sono quelli delle Nazioni Unite, recepiti dall'ISTAT e citati da Saurino. Ma sono anch'essi incoerenti e contraddittori. Viene spiegato per es. nella pagina che allego.

I 17 obbiettivi vengono sintetizzati in un indice (SDG index) in base al quale viene compilata una classifica. Ebbene, leggiamo che (traduco) Svezia, Danimarca, Finlandia, Francia e Germania,  insieme  alla maggior parte delle altre nazioni ricche dell'Occidente, sono in cima alla classifica, lasciando l'impressione che questi paesi primeggino realmente nello sviluppo sostenibile. C'è solo un problema: nonostante il nome, l'SDG index ha poco a che fare con lo sviluppo sostenibile. Stranamente i paesi con i valori più alti di questo indice sono tra i paesi più insostenibili al mondo sotto il profilo ambientale. E viene portato l'esempio della Svezia che è al primo posto nell'indice di sviluppo sostenibile ma ha la stessa "impronta materiale" degli Stati Uniti. Cioè il cittadino svedese medio consuma ogni anno 32 tonnellate di materiali e risorse naturali, quando la media mondiale è 12 tonnellate e il livello sostenibile dal pianeta è 7 tonnellate. Aggiungo che l'Italia è molto più indietro della Svezia nel PIL pro capite e rispetto al complesso degli obbiettivi di sviluppo sostenibile, ma ha una "impronta ecologica" pari a meno della metà di quella della Svezia. E allora di cosa parlano l'ISTAT e Saurino? Purtroppo, molti degli obbiettivi di sviluppo sostenibile, come il PIL pro capite per l'appunto, non sono sostenibili sotto il profilo ambientale. Punto. 

https://foreignpolicy.com/2020/09/30/the-worlds-sustainable-development-goals-arent-sustainable/

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Il 20/2/2022 in 18:28 , fosforo311 ha scritto:

Saurino tira in ballo il PIL pro capite ma le affermazioni di Parisi valgono tal quali, ovviamente, anche per il PIL pro capite.

Ricordo al cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 che è stato

Giorgio Parisi

a tirare in ballo lo sviluppo sostenibile, non il sottoscritto.

Tra gli indicatori per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile

https://www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilità/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile/gli-indicatori-istat

troviamo anche il 

TASSO DI CRESCITA ANNUO DEL PIL REALE PER ABITANTE

L'ISTAT si pregia di specificare che come gli altri Istituti nazionali di statistica, è chiamato dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite a svolgere un ruolo attivo di coordinamento nazionale nella produzione degli indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e il monitoraggio dei suoi obiettivi.

Periodicamente, quindi, l’Istituto presenta un aggiornamento e un ampliamento delle disaggregazioni delle misure statistiche utili al monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Evidentemente Giorgino nostro parla di cose di cui non ha contezza.

Purtroppissimo per lui e per noi tutti, risulta estremamente difficile combattere la povertà se le tasche dei poveri rimangono vuote.

Il concetto arriva a capirlo, con l'aiuto di un insegnante di sostegno (serio), perfino il ridente mungitore di tori veneto.

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Sei tu che parli di cose di cui non hai la minima contezza, Saurino. Il PIL pro capite, come ti ho già spiegato, ci azzecca poco con le tasche dei poveri. Anzi non ci azzecca nulla con i barboni che muoiono di fame o di freddo a New York e Chicago, o con Paolo, cittadino italiano morto di freddo su una panchina della ricca e industriosa Torino. 

https://torino.repubblica.it/cronaca/2022/01/13/news/meno_4_a_torino_clochard_muore_di_freddo_su_una_panchina-333699399/

17 indicatori sono meglio di uno per misurare l'economia, sta di fatto, come ti ho già spiegato, che i paesi con il più alto PIL pro capite sono tra quelli con i peggiori parametri di sostenibilità ambientale. Questo non lo dico io, lo dicono i dati. E questi dati corroborano la tesi che la crescita economica è insostenibile sotto il profilo ambientale. Anche se altri obbiettivi tra i 17 SDG sono effettivamente coerenti con la sostenibilità ambientale, l'obbiettivo della crescita del PIL pro capite non lo è. Ti ripeto: non lo dico io, lo dicono i dati. Gli scienziati quando parlano sono sintetici, non sono ridondanti. Giorgio Parisi sa perfettamente che l'obbiettivo della crescita del PIL pro capite è in profondo contrasto con l'arresto del mutamento climatico. 

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1 minuto fa, fosforo311 ha scritto:

Il PIL pro capite, come ti ho già spiegato, ci azzecca poco con le tasche dei poveri. Anzi non ci azzecca nulla con i barboni che muoiono di fame o di freddo a New York e Chicago, o con Paolo, cittadino italiano morto di freddo su una panchina della ricca e industriosa Torino. 

Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31, come consolidatissima consuetudine, continua nel suo delirio da psicolabile

vaneggiando di altro

Stiamo parlando di

sviluppo sostenibile

cioè stiamo parlando di questo

https://sdgs.un.org/goals

ed in particolare di questo

https://sdgs.un.org/goals/goal10

TARGET 10.1

Indicatori 10.1.1

growth rates of household expenditure or income per capita among the bottom 40 per cent of the population and the total population

Invito il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31:

1 - a chiamare lo psichiatra, il quale provvederà a spiegare le ragioni per cui la decrescita felice è una pu_tta_na-ta colossale;

2 - a parlare di argomenti maggiormente alla sua portata, come la pizza di Michele.

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5 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

Stiamo parlando di

sviluppo sostenibile

cioè stiamo parlando di questo

https://sdgs.un.org/goals

ed in particolare di questo

https://sdgs.un.org/goals/goal10

TARGET 10.1

Indicatori 10.1.1

growth rates of household expenditure or income per capita among the bottom 40 per cent of the population and the total population

Appunto! La crescita del reddito pro capite nel totale della popolazione implica necessariamente la crescita del PIL. Chiaro, Saurino? E la crescita del PIL, come ammonisce Giorgio Parisi, "è in profondo contrasto con l'arresto del mutamento climatico". E un premio Nobel per la fisica (non per l'economia!) non parla a vanvera o di testa sua, o secondo una scuola di pensiero, bensì sulla base di dati oggettivi. E i dati oggettivi dicono che lo "sviluppo sostenibile",  se per sviluppo si intende (anche) la crescita del PIL (e del PIL pro capite) e se per sostenibile si intende la sostenibilità ambientale, è una chimera. O meglio una storiella inventata dai liberisti per non rinunciare al loro chiodo fisso della crescita. In sostanza, lo sviluppo sostenibile è una possibilità pressoché solo teorica, che in pratica si concretizza in modo effimero (mai permanente) solo in alcuni paesi sottosviluppati o in rarissimi paesi ricchi e fortemente sottopopolati. Tutti gli studi dimostrano che è pressoché impossibile, ovvero illusorio, disaccoppiare  la crescita economica dai danni ambientali, questo perfino laddove questa crescita sia costantemente accompagnata dall'applicazione puntuale dei principi dell'economia verde e dell'economia circolare (energie rinnovabili, efficienza energetica, lotta agli sprechi, riciclo e riuso dei materiali). Principi lodevolissimi ma tutti purtroppo affetti da limitazioni intrinseche. Non c'è niente da fare: per fermare il mutamento climatico l'economia verde e l'economia circolare non bastano: è necessario ridurre (e non di poco nei paesi ricchi) la produzione e i consumi, ovvero il PIL e il PIL pro capite. Ovviamente a partire dai consumi energetici, ma è chiaro che gran parte della produzione di beni e servizi è legata ai consumi energetici. Attenzione: per quanto possiamo prevedere, il discorso vale anche in chiave futura. La stessa fusione nucleare, se mai ci si arriverà a costi ragionevoli, avrà i suoi limiti intrinseci. Per esempio, nel caso dei sistemi a confinamento magnetico, la dipendenza da due elementi chiave, il trizio e il litio-6, estremamente rari e costosi. Io non parlo di "decrescita felice", se non nel senso provocatorio e paradossale in cui questa espressione è tipicamente usata dagli ambientalisti. Ho scritto invece che la decrescita comporterà inevitabili sacrifici. Ma essendo essa stessa inevitabile, non ci resta che cercare di minimizzare questi sacrifici. Questo è possibile pianificando la decrescita senza aspettare che sia l'aggravarsi del mutamento climatico a imporcela in modo traumatico, e rendendo sostenibili i sacrifici, ovvero facendoli gravare il più possibile sui ricchi e il meno possibile sui poveri. Ovvero perseguendo solo l'obbiettivo dell'uguaglianza, atteso che quello della crescita è impraticabile.

Come ho già spiegato, oggi ai primi posti della classifica dell'SDG index (indice sintetico che ingloba i 17 obbiettivi) troviamo quasi unicamente paesi ricchi. Nell'ultima classifica la Finlandia ha superato la Svezia al primo posto, terza la Danimarca, quarta la Germania, noi siamo al 26simo posto:

https://dashboards.sdgindex.org/rankings

Ma paradossalmente, ripeto, i paesi ricchi sono per lo più proprio quelli con le economie più insostenibili sotto il profilo ambientale, ovvero quelli con i più alti valori di parametri come l'impronta ecologica, l'impronta materiale, l'impronta del carbonio (intesi tutti in senso pro capite), etc. Questo già basta e avanza per ridurre questo indice SDG a poco più di una presa in giro. Ma per giunta c'è un'altra classifica di sostenibilità, quasi simmetrica alla precedente, che vede ai primi posti, cioè tra i più virtuosi, paesi poveri e poverissimi come il Sudan e la Somalia, e agli ultimi posti paesi ricchissimi come il Lussemburgo e la Svizzera (noi siamo 130simi). È la classifica dei cosiddetti spillovers, ovvero delle ricadute ambientali indotte nelle economie degli altri paesi.

https://dashboards.sdgindex.org/rankings/spillovers

In poche parole, il sia pure illusorio livello di sostenibilità interna raggiunto dai paesi ricchi e quantificato nel SDG index, viene generalmente raggiunto a spese della sostenibilità delle economie povere. Ovvero esternalizzando le produzioni, specie quelle a elevato impatto ambientale, mediante la finanza, il commercio e lo sfruttamento di manodopera a basso costo. La classifica degli spillovers ci dice che l'aria pulita, i prati verdi e il basso coefficiente di Gini della Svezia, probabilmente si pagano con l'inquinamento, lo sfruttamento del lavoro e la forte disuguaglianza sociale nel Bangladesh. Bisogna capire che la sostenibilità è un concetto globale. La Cina è il più grande emettitore di CO2, ma al netto delle emissioni legate ai prodotti esportati emette meno di noi pro capite. Importando merci dalla Cina noi esternalizziamo una parte delle nostre emissioni e miglioriamo la nostra classifica di sostenibilità. Ma di fatto la CO2 in atmosfera va a incrementare il riscaldamento globale e a peggiorare il clima per tutti, a prescindere dal luogo di emissione. In modo analogo, l'impronta ecologica pro capite di un paese non si misura in ettari (ha), ma in ettari globali (hag). Paesi ai primi posti nell'SDG index hanno anche altissimi valori dell'impronta ecologica. Se tutti i cittadini del mondo avessero il tenore di vita e lo stile di vita di svizzeri o svedesi, questo pianeta non sarebbe una Svizzera ma sarebbe già ecologicamente alla canna del gas. Mi sono spiegato, Saurino? 

Modificato da fosforo311

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parlare di crescita sostenibile cosa vuol dire?

Secondo me significa la condizione alla quale siamo chiamati per perpetrare uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della popolazione attuale senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

Ma poiché sembra che proprio la nostra generazione stia consumando  più di quanto la terra riesca a generare di anno in anno, di quale crescita sostenibile stiamo parlando?

Ergo o diciamo chiaro e tondo " fanQulo i nostri nipoti e pronipoti, che si arrangino" oppure pensiamo a ridurre le nostre attuali esigenze adottando appunto uno stile di vita molto più sobrio.

Chi non riesce ad accettare il termine "decrescita felice" la chiami pure " decrescita infelice" ma se ha a cuore i propri nipoti, questo è l'unico sistema da adottare, ben sapendo che non sarà necessario vendere l'auto per sostituirla con la carrozzella trainata dal cavallo.

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