Matteo Renzi …

Vince sempre per distacco . Unica personalità nel panorama politico italiano ad avere quella cosiddetta “marcia in più “, l’unico con le idee e non gli slogan ma soprattutto capace di svilupparle e di portare fatti concreti . Nell’immenso bla bla bla di questo giorni l’unico che ha fatto un ragionamento politico e’ il Matteo fiorentino . Perché pur non avendo fatto nessun nome , ha indirizzato il dibattito dove avrebbe dovuto albergare sin dall’inizio . In sintesi ha detto :  Per chi pensa che nell’ultimo anno il nostro Paese abbia raggiunto risultati positivi, in alcuni casi straordinari, il problema politico principale da risolvere è come garantire la prosecuzione del nuovo corso e la questione Draghi è all’interno di questo problema. Prosegue :  Il dilemma se Draghi sia più utile al Paese da Presidente del Consiglio o della Repubblica è l’espressione della classica mozione degli affetti, campata più sui desideri di questo e di quello, che su elementi di concretezza politica i quali, almeno per ora, non ci sono. O, quanto meno, non appaiono ai cittadini comuni. Quindi, almeno per chi pensa che l’avvento di Draghi abbia cambiato in meglio il corso politico italiano, il punto politico prioritario è, innanzitutto, come si possa ragionevolmente garantire che quel corso vada avanti. Elementare Watson !!  Elementare per i normodotati ma non troppo per quei competitor politici che ti ritrovi accanto . Ora va pure detto  che chi sostiene che Draghi PdR sarebbe relegato ad un ruolo marginale, se non inconsistente per la direzione del Paese e quindi, per la continuità e la stabilità del governo, sarebbe bene che rimanga a Palazzo Chigi, non ha tutti i torti.  Ma anche pensare che Draghi a Palazzo Chigi, con un nuovo Capo dello Stato sintonizzato su una lunghezza d’onda politica diversa, se non opposta, a quella di Mattarella, possa procedere come fatto fino ad ora, mi sembra un pio desiderio. Quindi il primo nodo politico da sciogliere non è dove andrà Draghi, ma è come si possa garantire quella continuità politica. Perché senza quella continuità Draghi non sarebbe in condizione di fare Draghi né a Chigi, né al Quirinale. Semplicemente lo perderemmo facendo esultare i minus habens di cui una campionatura fedele e’ qui con noi sul forum tra vesti ta da Cazzaro napoletano Forse non tutti hanno capito che ,  anche in tanta parte del mondo politico,  il nuovo corso aperto un anno fa ha creato, di fatto, due aree politiche : gli innovatori e i tradizionalisti. 
Gli innovatori sono quelli che hanno promosso e sostengono sinceramente quel cambiamento. I tradizionalisti non sono solo quelli che vi si sono opposti apertamente, FdI e qualche fantasma della sinistra massimalista in cui gravita il pulcinella partenopeo ma pure anche un’ampia e trasversale zona grigia composta da chi è al governo solo per un senso opportunistico, o peggio perché, sconfitto, non poteva farne a meno per non restare emarginato, ma ha sempre covato sentimenti ostili e di rivalsa. Si tratta di due aree trasversali che escono dai confini degli schieramenti consueti di un bipolarismo consumato che attraversa gli stessi partiti e che potrebbero esprimersi in questa elezione configurando, per quanto riguarda quella degli innovatori, la vera novità per il 2023.   
Quindi la partita vera non è esprimere il proprio gradimento a Draghi come presenza garante della continuità del suo governo. E’ ovvio che nessuno meglio di lui può farlo, ma capire chi, nel caso resti a Palazzo Chigi, può sostenere quella continuità dal Quirinale, come ha fatto Mattarella, o chi e con quali chance di successo possa garantire quella continuità a Chigi, col sostegno di Draghi al Quirinale. Quindi il tema dei nomi tanto caro ai buontemponi , presuppone, innanzitutto, una scelta politica. Poi due persone, non una. 
E non si tratta di fare una semplice, ridicola se non bieca, conta dei numeri in stile Conte 3 o Berlusconi, per la ricerca di quelli dietro ai quali ci sarebbe tutto tranne che una prospettiva politica limpida e unitaria.
Si tratta di verificare se i grandi elettori, che rappresentano i cittadini, confermeranno, o meno, il corso politico innovativo.
Nel segreto dell’urna emergeranno le loro vere convinzioni, al di là delle dichiarazioni, sul sostegno, o meno, del nuovo corso politico. 
Draghi, in qualunque ruolo, rappresenta quel corso che in tanti preferirebbero cambiare. 
Quindi o si trova una maggioranza “presidenziale” a conferma di quella di governo, o c’è rischio di perderlo in ogni caso. E a perdere sarebbe il Paese.
Chi si assumerebbe questa responsabilità . Per favore non ditemi il Cazzaro di Napoli , eh ?? 

Modificato da mark222220

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