con l'auto elettrica sara' la fine degli stabilimenti italianii

 Il gruppo Stellantis spegne la prima candelina. Il 16 gennaio 2021, dalla fusione di Fca e Psa, nasceva il colosso dell’industria automobilistica. Il ceo Carlos Tavares ha colto al balzo l’occasione per lanciare qualche frecciatina a Palazzo Chigi lasciando nell’incertezza gli operai italiani.

L’Italia “costa” troppo

Tavares ha parlato dalla sua residenza in Portogallo al Corriere della Sera e a un gruppo ristretto di quotidiani europei. Il ceo si dice molto soddisfatto dei risultati raggiunti anche considerando la pandemia e un contesto non certo positivo. Poi punta il dito soprattutto contro l’auto elettrica o meglio l’elettrificazione forzata: “la brutalità della svolta crea rischi sociali”.

La parte dell’intervista che interessa più i suoi dipendenti è quella in cui si affronta il capitolo degli alti costi di produzione in Italia. Su questo punto ripete quello che disse un anno fa: “in Italia il costo di produzione di un’auto è significativamente più alto, a volte doppio, rispetto alle fabbriche di altri Paesi europei, nonostante un costo del lavoro più basso. Questo ha a che fare con l’organizzazione della produzione, che va migliorata”. Poi oggi si è aggiunto il problema dell’aumento dei prezzi dell’energia.

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9 messaggi in questa discussione

Non credo che in America il costo della manodopera sia più basso che in Italia.

Lei sig Frizz che conosce bene Tavares ci può confermare che in America la manodopera costa meno?

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Indubbiamente l'auto elettrica, quando uscirà dalla nicchia del mercato e diventerà elettrificazione di massa, sarà una svolta epocale nella storia dell'automobile. Purtroppo (per loro) non credo che sarà una svolta positiva per i grandi costruttori occidentali. Un'autovettura full electric è un veicolo costruttivamente molto più semplice di una a motore termico o ibrida. Dove il motore termico è di gran lunga la parte più complessa e costosa, specie con le severe norme sulle emissioni e con la corsa ad abbattere i consumi salvando il più possibile le prestazioni. Complesso è anche il cambio, sia quello automatico che quello manuale, ma un'auto elettrica è semplicemente priva di cambio. Anche l'elettronica delle moderne vetture è molto complicata ma è riproducibile senza difficoltà e a costi modesti in serie illimitata. Anche quando si arriverà alla guida completamente autonoma, i relativi chip saranno costosi solo all'inizio. Insomma: i margini di guadagno per i costruttori, già scarsi nelle fasce medie e basse del mercato, scenderanno di brutto. E allora la tendenza o la tentazione, peraltro già in atto, potrebbe essere quella di recuperare una parte dei profitti curando in modo particolare le parti non meccaniche e non elettroniche, come il design e l'arredamento degli interni, per produrre vetture sempre più belle e confortevoli. In questo noi italiani potremmo essere avvantaggiati perché nel disegno e nel cucire pelli e tessuti non siamo secondi a nessuno. Un'altra tendenza potrebbe essere incrementare dimensioni, prestazioni e potenze delle auto. In effetti, se guardiamo i modelli oggi in listino che hanno sia  versioni termiche che elettriche, queste ultime di solito sono più potenti. Ciò tuttavia è in profondo contrasto con il carattere ecologico che dovrebbe informare queste nuove auto. Batterie più grandi e potenti implicano maggiore sfruttamento delle risorse, maggiore inquinamento e maggiori consumi energetici. Cose che in una green economy degna di questo nome vanno invece abbattute e tagliate. Io prevedo che le tendenze in atto si esauriranno in 10 o 15 anni, dopodiché avremo in listino vetture mediamente molto spartane, torneremo al concetto di utilitaria e le potenze e le prestazioni saranno tipo anni '50 o '60 al massimo. È facile prevedere che, persistendo la globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia, la produzione delle batterie finirà in mano a non più di tre o quattro colossi mondiali, lo stesso dicasi per i motori elettrici. Naturalmente la produzione sarà quasi completamente automatizzata e confinata in paesi a basso costo del lavoro. I costruttori del corpo vettura si riforniranno tutti presso questi pochi grossisti e si ridurranno anch'essi a non più di una decina nel mondo, con stabilimenti ubicati nei paesi poveri o emergenti, in quanto solo i grandi numeri e un basso costo del lavoro potranno assicurare un qualche profitto o un pareggio economico. Questa è una ragione in più per dare una spallata alla globalizzazione e all'attuale struttura dell'economia di mercato e del commercio in particolare. Che dovranno anch'esse ritornare a una dimensione tipo anni '50 o '60. Quando esistevano tanti piccoli e piccolissimi produttori, e ciascuno lavorava quasi a livello artigianale e per lo più per il mercato interno. Altrimenti l'elettrificazione, in un contesto globalizzato, spersonalizzerà e impoverirà in modo drammatico quello che è stato finora il più importante prodotto commerciale dell'era industriale, con effetti drammatici su tutta la filiera (incluse le officine di riparazione perché un'auto elettrica prodotta dai robot si guasterà ogni morte di papa e non necessiterà nemmeno del cambio dell'olio). E l'Italia sarà uno dei paesi più penalizzati.   

Modificato da fosforo311

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1 minuto fa, fosforo311 ha scritto:

Indubbiamente l'auto elettrica, quando uscirà dalla nicchia del mercato e diventerà elettrificazione di massa, sarà una svolta epocale nella storia dell'automobile. Purtroppo (per loro) non credo che sarà una svolta positiva per i grandi costruttori occidentali. Un'autovettura full electric è un veicolo costruttivamente molto più semplice di una a motore termico o ibrida. Dove il motore termico è di gran lunga la parte più complessa e costosa, specie con le severe norme sulle emissioni e con la corsa ad abbattere i consumi salvando il più possibile le prestazioni. Complesso è anche il cambio, sia quello automatico che quello manuale, ma un'auto elettrica è semplicemente priva di cambio. Anche l'elettronica delle moderne vetture è molto complicata ma è riproducibile senza difficoltà e a costi modesti in serie illimitata. Anche quando si arriverà alla guida completamente autonoma, i relativi chip saranno costosi solo all'inizio. Insomma: i margini di guadagno per i costruttori, già scarsi nelle fasce medie e basse del mercato, scenderanno di brutto. E allora la tendenza o la tentazione, peraltro già in atto, potrebbe essere quella di recuperare una parte dei profitti curando in modo particolare le parti non meccaniche e non elettroniche, come il design e l'arredamento degli interni, per produrre vetture sempre più belle e confortevoli. In questo noi italiani potremmo essere avvantaggiati perché nel disegno e nel cucire pelli e tessuti non siamo secondi a nessuno. Un'altra tendenza potrebbe essere incrementare dimensioni, prestazioni e potenze delle auto. In effetti, se guardiamo i modelli oggi in listino che hanno sia  versioni termiche che elettriche, queste ultime di solito sono più potenti. Ciò tuttavia è in profondo contrasto con il carattere ecologico che dovrebbe informare queste nuove auto. Batterie più grandi e potenti implicano maggiore sfruttamento delle risorse, maggiore inquinamento e maggiori consumi energetici. Cose che in una green economy degna di questo nome vanno invece abbattute e tagliate. Io prevedo che le tendenze in atto si esauriranno in 10 o 15 anni, dopodiché avremo in listino vetture mediamente molto spartane, torneremo al concetto di utilitaria e le potenze e le prestazioni saranno tipo anni '50 o '60 al massimo. È facile prevedere che, persistendo la globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia, la produzione delle batterie finirà in mano a non più di tre o quattro colossi mondiali, lo stesso dicasi per i motori elettrici. Naturalmente la produzione sarà quasi completamente automatizzata e confinata in paesi a basso costo del lavoro. I costruttori del corpo vettura si riforniranno tutti presso questi pochi grossisti e si ridurranno anch'essi a non più di una decina nel mondo, con stabilimenti ubicati nei paesi poveri o emergenti, in quanto solo i grandi numeri e un basso costo del lavoro potranno assicurare un qualche profitto o un pareggio economico. Questa è una ragione in più per dare una spallata alla globalizzazione e all'attuale struttura dell'economia di mercato e del commercio in particolare. Che dovranno anch'esse ritornare a una dimensione tipo anni '50 o '60. Quando esistevano tanti piccoli e piccolissimi produttori, e ciascuno lavorava quasi a livello artigianale e per lo più per il mercato interno. Altrimenti l'elettrificazione, in un contesto globalizzato, spersonalizzerà e impoverirà in modo drammatico quello che è stato finora il più importante prodotto commerciale dell'era industriale, con effetti drammatici su tutta la filiera (incluse le officine di riparazione perché un'auto elettrica prodotta dai robot si guasterà ogni morte di papa e non necessiterà nemmeno del cambio dell'olio). E l'Italia sarà uno dei paesi più penalizzati.   

quindi,l'ue che vuole l'auto elettriica non interessa la disoccupazione.migliasias di persone a casa...famiglie alla fame...il tuttoi n nome dei Gretini...ho capito bene il concetto..

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11 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Non credo che in America il costo della manodopera sia più basso che in Italia.

Lei sig Frizz che conosce bene Tavares ci può confermare che in America la manodopera costa meno?

vedi cicciobello...si comincia con gli usa (come ha fatto marchionne) per  finire negli stabilimenti del brasile..polonia...e...portogallo!! dove TUTTO costa meno..e non si sono i rompigoglioni di sindacati

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In questo momento, director12 ha scritto:

quindi,l'ue che vuole l'auto elettriica non interessa la disoccupazione.migliasias di persone a casa...famiglie alla fame...il tuttoi n nome dei Gretini...ho capito bene il concetto..

No, non hai capito bene. La colpa non è dell'auto elettrica né degli ambientalisti. È delle auto non elettriche che da un oltre un secolo appestano il pianeta con inquinanti e gas serra. È del liberismo, del capitalismo e della globalizzazione che sono morbi perfino peggiori e che stanno rendendo questo mondo profondamente diseguale e ingiusto. 

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8 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

No, non hai capito bene. La colpa non è dell'auto elettrica né degli ambientalisti. È delle auto non elettriche che da un oltre un secolo appestano il pianeta con inquinanti e gas serra. È del liberismo, del capitalismo e della globalizzazione che sono morbi perfino peggiori e che stanno rendendo questo mondo profondamente diseguale e ingiusto. 

parla quello che ha capito tutto..secondo te,le auto di nuove generazione,le euro6/d..appestano?? forse a napoli non sanno manco che sono..da te girano le panda del 89...e le ritmo...qualcuno ha pure l'audi 80..dell 91...e se non lo sai,.case come la BMW ha praticamente pronto il motore euro7!! e lacasa tedesca non ha iintenzione di mollare i termici....e se proprio mi chiedi un parare.io sono per l'idrogeno.mai ll'elettrico!!

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se proprio mi chiedi un parare.io sono per l'idrogeno.mai ll'elettrico!!

xxxxxxxxxxxxxx 

quale sarebbe la differenza sig Frizz? Perché con l'idrogeno spariranno i sindacati?

 

 

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In questo momento, director12 ha scritto:

parla quello che ha capito tutto..secondo te,le auto di nuove generazione,le euro6/d..appestano?? forse a napoli non sanno manco che sono..da te girano le panda del 89...e le ritmo...qualcuno ha pure l'audi 80..dell 91...e se non lo sai,.case come la BMW ha praticamente pronto il motore euro7!! e lacasa tedesca non ha iintenzione di mollare i termici....e se proprio mi chiedi un parare.io sono per l'idrogeno.mai ll'elettrico!!

Anche un'auto euro7 emetterà gas serra, in gran quantità se è una grossa BMW, anche se emetterà pochi inquinanti finché il filtro funziona bene. Ma a un certo punto, dopo circa 400 km, il filtro FAP andrà liberato dalle impurità tramite bruciatura ad alta temperatura e gli inquinanti finiranno nell'aria, magari fuori città perché il processo avviene ad alta velocità. Anch'io sono per l'auto a idrogeno ma ci vorranno 10 o 15 anni ancora per averle competitive. 

Modificato da fosforo311

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7 ore fa, director12 ha scritto:

il problema

che i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri più poveri....il purtroppo e che i poveri si ostinano a sostenere continuamente i più ricchi che ne godono...sarà che ci insegnano a farlo fin da piccoli, anche con le favole....:D

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