Gli scienziati criticano la UE per l'etichetta verde a nucleare e gas

Come sapete, è in corso in Europa l'ennesimo tentativo di rilanciare il nucleare, fonte energetica per molti aspetti obsoleta (molti paesi l'hanno abbandonata o la stanno abbandonando come la Germania), nonché costosa e problematica. Questo tentativo passa per la cosiddetta tassonomia verde, ovvero la lista delle attività economiche che la Commissione UE considera sostenibili e di conseguenza finanziabili con fondi pubblici europei. La Francia e altri paesi, soprattutto dell'est Europa, chiedono di inserire il nucleare e il gas assimilandoli alle fonti green come il solare e l'eolico. Nettamente contrari Germania, Spagna e altri, l'Austria minaccia di citare in giudizio la Commissione davanti alla Corte di Giustizia Europea se sarà approvata l'attuale bozza della tassonomia. L'Italia non si è ancora ufficialmente schierata ma il ministro Cingolani si è più volte mostrato possibilista se non proprio favorevole sull'uso del nucleare e del gas almeno in una lunga fase di transizione verso le fonti rinnovabili. Probabilmente il governo Draghi opterà per l'astensione, una scelta che dovrebbe di fatto far prevalere la posizione francese, consolidando l'asse Macron-Draghi. Un paradosso se si pensa che noi fummo il primo paese al mondo a uscire dal nucleare (con il referendum del 1987). Ebbene, secondo un documento rivelato dall'autorevole Financial Times, un team di scienziati incaricati dalla Commissione di studiare la tassonomia green avrebbe fortemente criticato la scelta di inserire il nucleare e il gas.

 https://www.repubblica.it/economia/2022/01/21/news/ue_tassonomia-334670717/

https://www.ft.com/content/928ad46d-ffd8-41b1-b327-c8eb2354b88c

Gli esperti affermano che l'inclusione dell'energia nucleare viola il principio "non arrecare danni significativi", che è fondamentale per garantire l'ammissibilità all'etichetta verde. 

D'altra parte, questa etichetta verde per il nucleare, quand'anche passasse, potrebbe rivelarsi perfettamente inutile, nel concreto. Secondo l'autorevole sito QualEnergia.it, stando alla bozza della tassonomia approvata dalla Commissione,

le nuove centrali nucleari, per poter essere definite una tecnologia “transitoria” che fornisce un “contributo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico”, devono essere costruite prima del 2045 e dimostrare di poter avere un impianto di smaltimento delle scorie operativo entro il 2050. Inoltre, sempre secondo il testo in discussione, i nuovi reattori dovrebbero applicare pienamente “la migliore tecnologia disponibile e combustibile resistente agli incidenti“Peccato che, come spiega Foratom, queste tecnologie a prova di incidente siano lontane dallo stadio commerciale, perché ancora oggetto di ricerca. "Per questo motivo, allo stato attuale, nessun progetto nucleare rientrerebbe nella tassonomia... in particolare in relazione ai carburanti resistenti agli incidenti: oggi non esistono sul mercato”, spiega Jessica Johnson, direttrice comunicazione di Foratom sentita dall’agenzia Euractiv.

In buona sostanza:

i requisiti che la bozza in circolazione richiederebbe per definire sostenibile e dunque finanziabile con fondi Ue l’atomo, escluderebbero di fatto tutti gli investimenti in nuovo nucleare attualmente possibili. 

Insomma, si riafferma una delle maggiori critiche all'impiego del nucleare come strumento di contrasto ai mutamenti climatici. È una tecnologia di troppo lenta e complessa implementazione rispetto all'incombere degli scenari più critici ipotizzabili col riscaldamento globale e rispetto alle scadenze del programma europeo con cui i paesi membri si impegnano ad abbattere, entro il 2030, del 55% le loro emissioni di gas serra (rispetto al 1990) e a raggiungere la neutralità climatica (emissioni nette pari a zero) entro il 2050.  

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32 messaggi in questa discussione

 

Quindi , secondo il Cazzaro napoletano , stiamo assistendo , da parte di non menzionati “scienziati “, alla bocciatura del gas e del nucleare nella tassonomia europea. Ahahahahahahah !!  A supporto di ciò , il Cazzaro napoletano , indossati gli abiti del pescatore di storioni, invia un paio di link che “dovrebbero “ essere dalla sua parte che , vorrei ricordarlo , e’ quella di far credere che la UE e’ composta da gente che odia la scienza come lui . Lo scopo del Pulcinella partenopeo e’ chiaro : far tirare un sospiro di sollievo  ai “pescandi”. Ma , cari forumisti , siamo proprio sicuri che sia così ? Così come ci viene raccontato dal formidabile Cazzaro di Napoli ?? Lo stesso Panzanaro ha verificato la notizia ? Ha controllato se altri siti altrettanto e più importanti hanno detto le stesse cose , oppure se allo stesso impareggiabile Panzanaro e’ importato “trasmettere” una notizia pro domo sua considerando che , sempre per lui , così come ci ha abituato , la veridicità di una notizia e’ secondaria ?? Perché , cari forumisti , la notizia che ci trasmette il pulcinella e’ falsa !! Completamente e totalmente falsa !! Andiamo con ordine: chi sono "gli scienziati della commissione Europea"? Sono semplicemente uno dei tanti gruppi di consulenza che orbitano attorno alla Commissione Europea e che forniscono il loro parere più o meno interessato.
In particolare, il gruppo di cui parliamo in questo caso è il "EU Platform for Sustainable Finance", composto da associazioni dei consumatori, associazioni ambientaliste e lobbisti nominati da vari gruppi industriali: c'è dentro ad esempio un delegato del WWF, uno di Agent Green, uno dell'Unione Internazionale per la Conservazoine della Natura, ma c'è anche gente di Bloomberg, Allianz, Iberdrola, BNP Paribas, vari fondi di investimento, etc. Trovate l'elenco completo a questo link: https://ec.europa.eu/***/sites/default/files/business_economy_euro/banking_and_finance/documents/eu-platform-on-sustainable-finance-members_en.pdf.
Come vedete non c'è neanche uno scienziato.
Il nome "EU Platform for Sustainable Finance" non deve poi trarre in inganno: non si tratta di un organismo ufficiale. È semplicemente un nome come un altro per un gruppo di interesse che lavora con le istituzioni europee, portando all'attenzione della Commissione gli interessi dei suoi associati. Anche l'industria nucleare europea lavora con un gruppo simile: si chiama Foratom. Ovviamente Foratom ripete ogni giorno che il nucleare dovrebbe essere incluso nella tassonomia, ma giustamente nessuno si sogna , figuriamoci il Cazzaro di Napoli , di spacciare Foratom per un gruppo di scienziati affiliati alle istituzioni europee. Gli "esperti della Commissione Europea" quindi non sono né esperti, né della Commissione Europea. Sono una lobby che rappresenta associazioni ambientaliste e aziende con grandi quantità di capitali investiti nella finanza rinnovabile. Ma vabbè, le lobby sono il male solo quando dicono cose con cui Calandrino Travaglio Marco non concorda. Ovviamente gli "scienziati della Commissione Europea" esistono sul serio, e sono quelli del Centro Comune di Ricerca (JRC): si sono espressi un anno fa sul nucleare dicendo che ha un impatto ambientale pari o inferiore a quello delle energie rinnovabili già incluse nella tassonomia (link qui: https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC125953).

Ma almeno questo gruppo di consulenti si è effettivamente espresso contro l'inclusione del nucleare e del gas nella tassonomia? Macché!! Anche quello è falso !! 
Tutti i giornali italiani citano infatti come fonte della notizia il Financial Times, probabilmente puntando sul fatto che il paywall scoraggi i lettori dall'andare a verificare. Però andrebbe fatto e, sorpresa sorpresa, l'articolo del FT dice una cosa completamente diversa.  Innanzi tutto il report in questione si concentra soprattutto sul gas, e molto poco sul nucleare; in secondo luogo, relativamente al gas, non chiede che venga escluso dalla tassonomia, bensì che vengano adottati dei criteri più stringenti sulle emissioni (limite fissato a 100 grammi di CO2 per kWh invece degli attuali 270); infine, relativamente al nucleare, i consulenti della Commissione chiedono anche qui che siano adottati criteri più stringenti che assicurino che la costruzione di nuovi impianti nucleari contribuisca ai piani di decarbonizzazione dell'Unione. In nessun punto del report si chiede l'esclusione del nucleare dalla Tassonomia Europea. Non solo: l'articolo del FT chiude dicendo TESTUALMENTE che, "nonostante le critiche piovute da più parti, è ESTREMAMENTE PROBABILE che la bozza circolata in queste settimane venga approvata nella sua forma corrente". Altro che bocciatura. Per chi volesse verificare direttamente, link all'articolo: https://www.ft.com/content/928ad46d-ffd8-41b1-b327-c8eb2354b88c?fbclid=IwAR3j1dEnvMdkroHR0-wvYpu7OGP8e6-5To1tX5rvdJt6MtFyGlM4kovLOAw
Per chi fosse interessato ed avesse voglia di cercare , andate pure su Google: non troverete questa notizia su nessuno dei maggiori quotidiani europei o internazionali. Zero come a zero sta l’ennesimo tentativo del Cazzaro di Napoli di pesca By storioni . 

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Se sei “gelosa”   vuoi che insolentisca pure te ??  Girami al largo e fai rispondere al tuo principale . Non sono argomenti alla tua portata . 

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Mammifaccia il piacere....

Lei è quella che ha la scienza infusa nella cresta da gallina pisana diversamente intelligente

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Non e’ una questione di scienza infusa e/o di creste . E’ solo una questione , se a qualcuno piace ed interessa un argomento , di informarsi su siti indipendenti . Quello e’ l’unico modo di farsi una idea . Sennò , in caso contrario , non ci rimane che parlare solo di scienze infuse , creste , monolauree , greti di fiume e di aria . Possibilmente fresca . Ahahahahahahah 

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Non capisco cosa abbia da eccepire il pisano, noto fanatico di Leopoldino, ora scopriamo anche del nucleare e del gas. Eppure, in occasione del referendum del 2011, se non ricordo male (ma forse l'amico Aha.ha se lo ricorda meglio di me), egli sosteneva ed elogiava in modo sperticato gli ambientalisti e l'umile sottoscritto nelle loro tesi antinucleari. Sorge il legittimo sospetto che anche Leopoldino sia un fanatico del nucleare e del gas e che gli abbia trasmesso queste simpatiche passioni in controcorrente.

Non ho mai detto che la Commissione UE ha bocciato l'etichetta verde per queste due fonti, benché tutto siano, come capirebbe anche un bambino, fuorché energie green.  Ho scritto che la decisione definitiva non è ancora arrivata e che c'è solo una bozza della tassonomia. La bozza contiene sia il nucleare che il gas, ma con limitazioni molto stringenti che renderebbero nel concreto assai problematiche queste operazioni di greenwashing per ambedue le fonti. Ho già parlato del nucleare nel post precedente, ma anche il vincolo imposto sul gas, citato dal pisano, è molto pesante. Si parla di un tetto di emissioni per gli impianti termoelettrici a gas pari a 270 grammi di CO2 per kWh. Bene, andiamo a vedere quanto emettono le centrali a gas operanti in Italia. Ce lo dice l'annuale rapporto dell'ISPRA sugli indicatori di efficienza e decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e del settore elettrico:

https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/rapporti/r343-2021.pdf

La tabella 2.24 a pag.69 riporta i fattori di emissione specifici per le varie tipologie di combustibile usate nelle centrali termoelettriche nazionali. Leggiamo che gli impianti a gas naturale hanno un fattore di emissione sensibilmente più basso rispetto a quelli a combustibile solido (carbone) e a olio combustibile (derivati dal petrolio), inoltre questo fattore è diminuito negli anni grazie alla tecnologia. Ma l'ultimo dato disponibile, relativo al 2019, parla di una media di 368,7 gCO2/kWh, ancora ben maggiore dei 270 gCO2/kWh prescritti nella bozza UE. Naturalmente gli impianti a gas più avanzati (e più costosi) hanno maggiori rendimenti energetici e dunque emissioni specifiche minori. Le leggiamo nella tabella 2.26a a pag.73, dove il valore più basso è relativo agli impianti cogenerativi a vapore a contropressione, pari a 285,6 gCO2/kWh, dunque ancora sopra il valore prescritto nella bozza. Peraltro va precisato che per motivi tecnici sui quali non posso dilungarmi le turbine a vapore a contropressione sono per lo più utilizzate in impianti industriali e non nelle grandi centrali elettriche. Inoltre, l'argomento più forte a sostegno dell'impiego del gas anche nella green economy o nella fase di transizione ne prevede l'uso come "tappabuchi" per ovviare al problema dell''intermittenza dell'eolico e del fotovoltaico. Ora è chiaro che un impianto idoneo a coprire i buchi di erogazione (es. per un improvviso calo del vento o una perturbazione che copre il Sole con le nuvole) oppure un peaker, cioè un impianto progettato per rispondere ai picchi di richiesta di energia, deve essere in grado di intervenire in tempi rapidi. Ma questa è una caratteristica delle turbine a gas (qui per gas intendo il fluido di lavoro, in genere aria, e non il combustibile che lo riscalda, cioè il gas metano) e non certo delle turbine a vapore. E nella tabella 2.26a leggiamo che le emissioni medie per i migliori impianti a turbina a gas e alimentati a gas naturale non scendono in Italia sotto i 339,1 gCO2/kWh. Addirittura il pisano scrive che gli scienziati chiedono al gas di scendere sotto i 100 gCO2/kWh. Ma questo è il tetto richiesto dagli accordi di Parigi del 2015 per le fonti energetiche compatibili con gli obbiettivi climatici degli accordi stessi, ed è un vincolo del tutto fuori portata per qualsiasi fonte energetica basata sul carbonio, come sono tutte quelle di origine fossile, incluso il gas naturale. In realtà la bozza  prevede anche una possibilità alternativa ai 270 gCO2/kWh, possibilità citata anche nell'articolo del FT, e cioè ammette nella tassonomia green anche le centrali a gas in grado di emettere meno di 550 kgCO2/kW l'anno in media su un periodo di 20 anni.  In questo caso le emissioni specifiche sono riferite alla potenza dell'impianto e non all'energia erogata. Dato che in un anno ci sono 8760 ore, detto CF il capacity factor, ovvero il rapporto tra l'energia effettivamente erogata e quella teorica massima (erogata nel caso in cui l'impianto lavori tutto l'anno alla massima potenza), un impianto che emette 270 gCO2/kWh emetterà in un anno CFx270x8760 grammi di CO2 per chilowatt di potenza, quindi il tetto dei 550 kg verrà raggiunto per CF=550.000/(270x8760)=23,25%. Se invece emette 339,1 gCO2/kWh come nel caso citato sopra (quasi ottimale oggi in Italia) CF scende al 18,51%. Si tratta di valori bassissimi per una fonte energetica tradizionale, quale per l'appunto il gas naturale, nel senso che corrispondono a impianti fortemente sottoutilizzati e dunque antieconomici (il costo di costruzione della centrale risulta sproporzionato rispetto all'energia erogata). Valori tipici del CF sono il 40% e oltre per una centrale idroelettrica convenzionale, il 70% e oltre per una centrale termoelettrica, il 90% e oltre per una centrale nucleare.  Insomma, che senso avrebbe includere nella tassonomia verde centrali gas che per restare nei limiti di emissioni produrrebbero elettricità a costi altissimi? Potrebbe avere un senso solo per i già citati peakers e non a caso nel grafico seguente del costo livellato dell'elettricità (LCOE) i gas peakers sono la fonte più costosa, perfino più del nucleare (175 dollari per MWh nel 2019, per giunta oggi il gas costa molto di più che nel 2019). Ma per coprire i buchi di erogazione del solare e dell'eolico si possono usare varie tecniche di accumulo dell'energia, es. l'idrogeno, l'accumulatore chimico, il serbatoio idrico, e tutti questi accumuli, se ottenuti a partire da fonti rinnovabili, sono a emissioni zero (o quasi) di CO2.

LCOE-fonti-ourworlindata-2009-2019.jpg

Signori, questo grafico parla da solo e non ha bisogno di commenti.

Osservate come sono crollati, in 10 anni, i prezzi medi livellati dell'eolico e soprattutto del fotovoltaico (si parla di impianti di nuova costruzione). Che nel 2019 erano già le fonti energetiche più competitive, figuriamoci oggi dopo l'impennata dei prezzi del gas e del petrolio. Vi dico anche che nel 2021 il costo del fotovoltaico è sceso fino a 11 dollari al MWh nel sud del Portogallo (regione assolata grosso modo come la Sicilia) e a 9 dollari al MWh in Arabia Saudita. Notiamo comunque che nel decennio anche le altre fonti avevano visto un calo dei prezzi, con l'eccezione del nucleare che è la fonte energetica più costosa di tutte (gas peakers a parte, come detto in precedenza). Quindi, non solo è assurdo pensare al nucleare per combattere il cambiamento climatico, dato che i tempi di costruzione delle centrali e quelli di implementazione di una (eventuale) nuova generazione sono biblici (per non parlare della fusione nucleare) mentre incombono sia il cambiamento climatico sia le scadenze del piano europeo sulla neutralità climatica (vedasi il mio post precedente); ma è ugualmente assurdo invocare il nucleare come antidoto al caro bollette, visto che, ripeto, è la fonte energetica più costosa.

Resta un ultimo argomento, di natura logistica e geopolitica, in mano ai nuclearisti d'accatto alla Salvini. Secondo loro, il nucleare servirebbe a diversificare le nostre fonti di approvvigionamento energetico per non ridurci a un'eccessiva dipendenza dalla Russia, da qualche altra repubblica ex sovietica (Azerbaijan) e dall'Algeria per il gas, e dai paesi OPEC oltre alla Russia stessa per il petrolio. Smontiamo anche questa balla. Il primo produttore mondiale di uranio, è il Kazakistan che copre il 41% del fabbisogno mondiale. Parliamo cioè della dittatura filorussa che ha sedato a colpi di mitra sui civili inermi le recenti proteste popolari. Oltre il 7% viene dall'Uzbekistan, regime un po' meno autoritario, anch'esso in orbita russa, e il 6% dalla Russia stessa. Oltre l'11% viene dalla Namibia, paese socialista africano, saldamente nella sfera di influenza cinese (dati World Nuclear Association 2020).           

Modificato da fosforo311
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15 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Non capisco cosa abbia da eccepire il pisano, noto fanatico di Leopoldino, ora scopriamo anche del nucleare e del gas. Eppure, in occasione del referendum del 2011, se non ricordo male (ma forse l'amico Aha.ha se lo ricorda meglio di me), egli sosteneva ed elogiava in modo sperticato gli ambientalisti e l'umile sottoscritto nelle loro tesi antinucleari. Sorge il legittimo sospetto che anche Leopoldino sia un fanatico del nucleare e del gas e che gli abbia trasmesso queste simpatiche passioni in controcorrente.

Non ho mai detto che la Commissione UE ha bocciato l'etichetta verde per queste due fonti, benché tutto siano, come capirebbe anche un bambino, fuorché energie green.  Ho scritto che la decisione definitiva non è ancora arrivata e che c'è solo una bozza della tassonomia. La bozza contiene sia il nucleare che il gas, ma con limitazioni molto stringenti che renderebbero nel concreto assai problematiche queste operazioni di greenwashing per ambedue le fonti. Ho già parlato del nucleare nel post precedente, ma anche il vincolo imposto sul gas, citato dal pisano, è molto pesante. Si parla di un tetto di emissioni per gli impianti termoelettrici a gas pari a 270 grammi di CO2 per kWh. Bene, andiamo a vedere quanto emettono le centrali a gas operanti in Italia. Ce lo dice l'annuale rapporto dell'ISPRA sugli indicatori di efficienza e decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e del settore elettrico:

https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/rapporti/r343-2021.pdf

La tabella 2.24 a pag.69 riporta i fattori di emissione specifici per le varie tipologie di combustibile usate nelle centrali termoelettriche nazionali. Leggiamo che gli impianti a gas naturale hanno un fattore di emissione sensibilmente più basso rispetto a quelli a combustibile solido (carbone) e a olio combustibile (derivati dal petrolio), inoltre questo fattore è diminuito negli anni grazie alla tecnologia. Ma l'ultimo dato disponibile, relativo al 2019, parla di una media di 368,7 gCO2/kWh, ancora ben maggiore dei 270 gCO2/kWh prescritti nella bozza UE. Naturalmente gli impianti a gas più avanzati (e più costosi) hanno maggiori rendimenti energetici e dunque emissioni specifiche minori. Le leggiamo nella tabella 2.26a a pag.73, dove il valore più basso è relativo agli impianti cogenerativi a vapore a contropressione, pari a 285,6 gCO2/kWh, dunque ancora sopra il valore prescritto nella bozza. Peraltro va precisato che per motivi tecnici sui quali non posso dilungarmi le turbine a vapore a contropressione sono per lo più utilizzate in impianti industriali e non nelle grandi centrali elettriche. Inoltre, l'argomento più forte a sostegno dell'impiego del gas anche nella green economy o nella fase di transizione ne prevede l'uso come "tappabuchi" per ovviare al problema dell''intermittenza dell'eolico e del fotovoltaico. Ora è chiaro che un impianto idoneo a coprire i buchi di erogazione (es. per un improvviso calo del vento o una perturbazione che copre il Sole con le nuvole) oppure un peaker, cioè un impianto progettato per rispondere ai picchi di richiesta di energia, deve essere in grado di intervenire in tempi rapidi. Ma questa è una caratteristica delle turbine a gas (qui per gas intendo il fluido di lavoro, in genere aria, e non il combustibile che lo riscalda, cioè il gas metano) e non certo delle turbine a vapore. E nella tabella 2.26a leggiamo che le emissioni medie per i migliori impianti a turbina a gas e alimentati a gas naturale non scendono in Italia sotto i 339,1 gCO2/kWh. Addirittura il pisano scrive che gli scienziati chiedono al gas di scendere sotto i 100 gCO2/kWh. Ma questo è il tetto richiesto dagli accordi di Parigi del 2015 per le fonti energetiche compatibili con gli obbiettivi climatici degli accordi stessi, ed è un vincolo del tutto fuori portata per qualsiasi fonte energetica basata sul carbonio, come sono tutte quelle di origine fossile, incluso il gas naturale. In realtà la bozza  prevede anche una possibilità alternativa ai 270 gCO2/kWh, possibilità citata anche nell'articolo del FT, e cioè ammette nella tassonomia green anche le centrali a gas in grado di emettere meno di 550 kgCO2/kW l'anno in media su un periodo di 20 anni.  In questo caso le emissioni specifiche sono riferite alla potenza dell'impianto e non all'energia erogata. Dato che in un anno ci sono 8760 ore, detto CF il capacity factor, ovvero il rapporto tra l'energia effettivamente erogata e quella teorica massima (erogata nel caso in cui l'impianto lavori tutto l'anno alla massima potenza), un impianto che emette 270 gCO2/kWh emetterà in un anno CFx270x8760 grammi di CO2 per chilowatt di potenza, quindi il tetto dei 550 kg verrà raggiunto per CF=550.000/(270x8760)=23,25%. Se invece emette 339,1 gCO2/kWh come nel caso citato sopra (quasi ottimale oggi in Italia) CF scende al 18,51%. Si tratta di valori bassissimi per una fonte energetica tradizionale, quale per l'appunto il gas naturale, nel senso che corrispondono a impianti fortemente sottoutilizzati e dunque antieconomici (il costo di costruzione della centrale risulta sproporzionato rispetto all'energia erogata). Valori tipici del CF sono il 40% e oltre per una centrale idroelettrica convenzionale, il 70% e oltre per una centrale termoelettrica, il 90% e oltre per una centrale nucleare.  Insomma, che senso avrebbe includere nella tassonomia verde centrali gas che per restare nei limiti di emissioni produrrebbero elettricità a costi altissimi? Potrebbe avere un senso solo per i già citati peakers e non a caso nel grafico seguente del costo livellato dell'elettricità (LCOE) i gas peakers sono la fonte più costosa, perfino più del nucleare (175 dollari per MWh nel 2019, per giunta oggi il gas costa molto di più che nel 2019). Ma per coprire i buchi di erogazione del solare e dell'eolico si possono usare varie tecniche di accumulo dell'energia, es. l'idrogeno, l'accumulatore chimico, il serbatoio idrico, e tutti questi accumuli, se ottenuti a partire da fonti rinnovabili, sono a emissioni zero (o quasi) di CO2.

LCOE-fonti-ourworlindata-2009-2019.jpg

Signori, questo grafico parla da solo e non ha bisogno di commenti.

Osservate come sono crollati, in 10 anni, i prezzi medi livellati dell'eolico e soprattutto del fotovoltaico (si parla di impianti di nuova costruzione). Che nel 2019 erano già le fonti energetiche più competitive, figuriamoci oggi dopo l'impennata dei prezzi del gas e del petrolio. Vi dico anche che nel 2021 il costo del fotovoltaico è sceso fino a 11 dollari al MWh nel sud del Portogallo (regione assolata grosso modo come la Sicilia) e a 9 dollari al MWh in Arabia Saudita. Notiamo comunque che nel decennio anche le altre fonti avevano visto un calo dei prezzi, con l'eccezione del nucleare che è la fonte energetica più costosa di tutte (gas peakers a parte, come detto in precedenza). Quindi, non solo è assurdo pensare al nucleare per combattere il cambiamento climatico, dato che i tempi di costruzione delle centrali e quelli di implementazione di una (eventuale) nuova generazione sono biblici (per non parlare della fusione nucleare) mentre incombono sia il cambiamento climatico sia le scadenze del piano europeo sulla neutralità climatica (vedasi il mio post precedente); ma è ugualmente assurdo invocare il nucleare come antidoto al caro bollette, visto che, ripeto, è la fonte energetica più costosa.

Resta un ultimo argomento, di natura logistica e geopolitica, in mano ai nuclearisti d'accatto alla Salvini. Secondo loro, il nucleare servirebbe a diversificare le nostre fonti di approvvigionamento energetico per non ridurci a un'eccessiva dipendenza dalla Russia, da qualche altra repubblica ex sovietica (Azerbaijan) e dall'Algeria per il gas, e dai paesi OPEC oltre alla Russia stessa per il petrolio. Smontiamo anche questa balla. Il primo produttore mondiale di uranio, è il Kazakistan che copre il 41% del fabbisogno mondiale. Parliamo cioè della dittatura filorussa che ha sedato a colpi di mitra sui civili inermi le recenti proteste popolari. Oltre il 7% viene dall'Uzbekistan, regime un po' meno autoritario, anch'esso in orbita russa, e il 6% dalla Russia stessa. Oltre l'11% viene dalla Namibia, paese socialista africano, saldamente nella sfera di influenza cinese (dati World Nuclear Association 2020).           

Urka !! Detto che il Cazzaro di Napoli ricorda male circa una mia collocazione antinuclearista nel 2011 per un motivo molto semplice : non ero sufficientemente preparato per avere una netta preferenza ne su una posizione ne sull’altra , il problema e’ diverso .  Sarà bene fare un piccolissimo riassunto : Il Cazzaro napoletano , a partire dal titolo del suo post :” Gli scienziati criticano la UE per l’etichetta verde a nucleare e gas” . Sono pronto a scommettere sull’archibugio della risatina frizzantina veneta che questo titolo non lasciasse trasparire una profonda soddisfazione da parte del Cazzaro di Napoli per una , per lui , ottima decisione degli “scienziati” dell’UE ( chi ?? quali ?? , nda). Sulla base di quel che il Pulcinella partenopeo ha scritto sul post , sono intervenuto affermando che lo scritto del Cazzaro altro non era che la solita panzana uso storioni . Non mi sono mica limitato a questo . No no !! Glielo ho pure dimostrato che quel post era la solita invereconda idiozia . Ho fatto i nomi di organizzazioni indipendenti che l’hanno contestata in Toto , ho scritto come e perché ed in più ho inviato pure un paio di link da dove e’ possibile ricavare tutte le *** che potrebbero interessare qualsiasi forumista che volesse , legittimamente , farsi una propria opinione . Insomma , per riassumere : Il Cazzaro di Napoli vomita una bugia lunga quanto l’autostrada del sole ed io gliela ricaccio nel gozzo come meritano i boriosi panzanari come lui . Ovviamente , ma onestamente lo immaginavo , il Cazzaro torna a bomba e lo fa con un post di 216 righe , un link da aprire ed una tabella . Insomma , mette in campo il solito “casino organizzato “ che non dice niente eccetto il “ clima a Malta del mese di Gennaio”,  “ la nuova bancarella del pesce a Spaccanapoli”,  “la velocità del tiro su rigore di Mertens”,  “ il Verismo dei Malavoglia”,  “ la differenza del pomodorino flegreo da quello dei piennoli Sorrentini”. Insomma , niente che ci possa ricondurre al tema iniziale che , vado a rammentare , verteva su di una affermazione falsa come i soldi del Monopoli e da me , prontamente , sbugiardata con dati di fatto inoppugnabili e non smentibili . Insomma, la solita filastrocca copiaincollata chissà da dove con l’unico scopo di fare “massa” e di colpire il forumista più distratto con il solito “borioso” intento di destabilizzare chi legge ( ammesso che ci possa essere un forum ista che riesca a resistere ed a leggere per intero un post di siffatte proporzioni . Saluti 

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Mi spiega cosa ha dimostrato lei, dopo aver tanto studiato la problematica nucleare, gallinella pisana diversamente intelligente?

Non faccia anche lei come il sig fosforo, usi, poche, parole sue e ci spieghi perché il nucleare non è pericoloso.

Ci dica anche perché non lo vuole vicino sa casa sua.

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Devi scusarmi ma finché il Cazzaro di Napoli non ti elegge suo portavoce ufficiale , preferisco discutere con il capo , con il tuo principale . Mi auguro che tu non ci rimanga male , ma così e’ . Buon mungitura 

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… sistri / ispra / ed altre sigle fintamente finte … il mio amico Giulio sostiene che a pensare male forse si fa peccato, ma spesso si indovina … forse certe sigle sono delle scatole a scomparsa dove far scomparire quello che non conviene tenere in vista. Buon lunedi mattina da d/b –  

 

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49 minuti fa, dune-buggi ha scritto:

… sistri / ispra / ed altre sigle fintamente finte … il mio amico Giulio sostiene che a pensare male forse si fa peccato, ma spesso si indovina … forse certe sigle sono delle scatole a scomparsa dove far scomparire quello che non conviene tenere in vista. Buon lunedi mattina da d/b –  

 

Concordo …!!

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50 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Devi scusarmi ma finché il Cazzaro di Napoli non ti elegge suo portavoce ufficiale , preferisco discutere con il capo , con il tuo principale . Mi auguro che tu non ci rimanga male , ma così e’ . Buon mungitura 

Si tranquillizzi, è una risposta che mi aspettavo da una gallina starnazzante.

Piuttosto mi scusi gallinella pisana diversamente intelligente, spero non si offenda, ma da' l'impressione di essere piuttosto impreparata in fatto di nucleare, eppure diceva di essersi preparata adeguatamente.

Nel caso mi sia sbagliato sono pronto ad ascoltare la sua lezione magistrale della non pericolosità e della convenienza di costruire centrali nucleari magari vicino a casa sua.

Buona lucidatura di gioielli pisani sul lung'Arno.

In attesa della monolaurea che non c'è, ossequi ad Alessandro e ad aria fresca.

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Si tranquillizzi, è una risposta che mi aspettavo da una gallina starnazzante.

Piuttosto mi scusi gallinella pisana diversamente intelligente, spero non si offenda, ma da' l'impressione di essere piuttosto impreparata in fatto di nucleare, eppure diceva di essersi preparata adeguatamente.

Nel caso mi sia sbagliato sono pronto ad ascoltare la sua lezione magistrale della non pericolosità e della convenienza di costruire centrali nucleari magari vicino a casa sua.

Buona lucidatura di gioielli pisani sul lung'Arno.

In attesa della monolaurea che non c'è, ossequi ad Alessandro e ad aria fresca.

Egregio, il presunto monolaureato non conosce l'inglese, e allora traduciamogli quello che c'è scritto sul Financial Times sul documento degli scienziati interpellati dalla Commissione UE in merito all'inserimento del nucleare nella tassonomia  verde:

"Gli esperti affermano che l'inclusione dell'energia nucleare viola il principio del non arrecare danni significativi, che è 'vitale' per assicurare l'ammissibilità alla etichetta verde. Il documento (degli esperti, nda) chiede 'sostanziali cambiamenti'  al testo (della bozza della tassonomia verde, nda) allo scopo di garantire che nuove centrali nucleari diano un contributo al raggiungimento degli obbiettivi climatici dell'UE". 

Ora io ho riportato nel primo post il parere di altri autorevoli esperti secondo i quali i requisiti richiesti nella bozza per definire sostenibile e dunque finanziabile con fondi UE l'energia nucleare escluderebbero all'atto pratico tutti gli investimenti nel nucleare attualmente possibili, ovvero da qui al 2045 che è uno dei paletti inseriti nella bozza. Ebbene, figuriamoci se a questi requisiti aggiungessimo anche la raccomandazione degli scienziati, ovvero costruire (entro il 2045) solo centrali atomiche che garantiscano il principio di non arrecare danni significativi. Peraltro, se questo requisito non sarà espressamente inserito nel testo definitivo della tassonomia verde, l'Austria e il Lussemburgo hanno già promesso che denunceranno la Commissione UE alla Corte di Giustizia Europea per violazione del regolamento già approvato e vigente alla base della tassonomia stessa. 

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Eh no , Cazzaro di Napoli !! Continui a parlare di “esperti “ che esistono solo nella tua vuota scatola cranica . Ok , Cazzaro nonché mentitore e menzognero seriale professionista e professionale ?? La Ue ha già deciso e, Purtroppissimo per te e per gli idio ti come te che , oltretutto , stai facendo di tutto e chiamando a raccolta la fetecchia veneta per dividere le figure di palta !! Ecco qua , inverosimile Cazzaro …..!! 

 
Pubblicato il 04/01/2022
Ultima modifica il 04/01/2022 alle ore 10:58
TELEBORSA
 
 
 
 
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La Commissione europea ha deciso: le attività economiche del settore energetico legate al gase al nucleare potranno essere ammesse come attività "di transizione" nel sistema di classificazione degli investimenti sostenibilidell'Ue, la cosiddetta tassonomia verde,, anche se dovranno rispettare una serie di precise condizioni. La Commissione ha infatti inviato agli Stati membri il testo del suo "Atto delegato complementare" del regolamento Ue sulla Tassonomia, relativo al gas e al nucleare, venerdì scorso, 31 dicembre, poco prima della fine dell'anno, in modo da rispettare l'impegno che aveva preso a farlo "entro il 2021". L'Atto delegato presenta tre diverse tipologie di attività economiche per il nucleare, e altre tre per il gas, che potranno fregiarsi del riconoscimento Ue di sostenibilità ambientale per ottenere gli investimenti della Tassonomia verde. Gli investitori sapranno comunque, in base a un sistema di informazione obbligatorio per le imprese e per gli operatori finanziari, se le attività "sostenibili" che finanziano riguardano il gas e il nucleare. 

L'iter. Gli Stati membri hanno ora meno di dieci giorni per presentare eventuali commenti all'Atto delegato, che verrà adottato formalmente dalla Commissione dopo il 12 gennaio. Successivamente, il Consiglio Ue e il Parlamento europeo avranno quattro mesi per scrutinare il documento, e potranno richiedere due mesi di tempo ulteriore, se necessario, per completare l'esame. Alla fine dello scrutinio, entrambe le istituzioni hanno il diritto di bocciare l'Atto (non di emendarlo), ma a condizioni difficili da realizzare: il Consiglio con una decisione a "maggioranza qualificata rafforzata inversa", ossia almeno il 72% degli Stati membri – almeno 20 paesi – che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell'Unione, mentre il Parlamento europeo con la maggioranza assoluta dell'Assemblea, quindi almeno 353 eurodeputati. 

Nucleare. Le condizioni affinché il nucleare abbia accesso agli investimenti della Tassonomia riguardano innanzitutto le attività cosiddette pre-commerciali nello sviluppo delle tecnologie più avanzate con minimizzazione della produzione di scorie, e, in secondo luogo, la costruzione di nuovi reattori che utilizzino le migliori tecnologie disponibili (e in particolare i futuri impianti cosiddetti di "terza generazione"), per la produzione di elettricità e di idrogeno. Ma soprattutto, la terza condizione prevede che saranno considerate ammissibili anche le attività di generazione elettrica dalle centrali nucleari esistenti, se saranno oggetto di una proroga del loro iniziale ciclo di vita, da parte delle autorità degli Stati membri, autorizzata prima del 2040. 

In tutti questi casi, comunque, le attività nucleari dovranno rispettare in pieno tutta la legislazione basata sui Trattati Ue ed Euratom, resa più rigorosa riguardo alla protezione dell'ambiente e alla prevenzione degli incidenti dopo il disastro di Fukushima nel 2010. Inoltre, per avere i finanziamenti della Tassonomia verde, i progetti nucleari dovranno poter contare su un fondo adeguato per la gestione delle scorie radioattive e uno per lo smantellamento ("decommissioning") degli impianti alla fine del loro ciclo di vita, e dovranno aver predisposto dei "depositi finali" ("disposal facilities") per le scorie con livello basso o intermedio di radioattività, mentre quelli autorizzati dopo il 2025 dovranno presentare dei piani dettagliati per rendere pienamente operativi "entro il 2050" dei depositi geologici profondi per le scorie ad alto livello di radioattività. 

Gas. Per quel che riguarda il gas, invece, tutto l'esercizio consiste a incentivare soluzioni che permettono di realizzare progressivamente la transizione energetica, sostituendo il carbone o gli impianti a gas inefficienti con nuove installazioni che abbattano le emissioni oltre a favorire quelle che gradualmente sostituiscano il gas fossile con nuovi gas a basso contenuto di CO2, o con l'idrogeno. Le tre tipologie di impianti a gas incluse nell'Atto delegato della Tassonomia verde riguardano la generazione di energia elettrica, la cogenerazione ad alta efficienza di energia e di calore, e infine i cosiddetti "distretti" per la produzione di tele-riscaldamento o raffreddamento ("district heating and cooling systems"). 

Potranno accedere agli investimenti della Tassonomia tutti gli impianti che producono meno di 100 grammi di CO2 per kWh – un limite molto basso che può essere raggiunto solo dalle installazioni ad altissima efficienza – che usino sistemi di sequestro e stoccaggio della CO2 ("Carbon Capture and Storage"). Questa condizione non è soggetta a una clausola temporale. I criteri che dovranno rispettare gli altri impianti che si qualificano per la transizione energetica prevedono invece una "sunset clause", una data limite oltre la quale non potranno più entrare nella tassonomia: sarà ammessa, ma solo fino al 2030, la costruzione di centrali elettriche a gas che producono fino a 270g di CO2per kWh, oppure che riescono a mantenere una media annuale di 550g di CO2 per kWh, calcolata su 20 anni. Inoltre, si deve dimostrare che l'impianto a gas non può essere sostituito, in modo efficiente e per la stessa capacità, da un impianto di energia rinnovabile, che la nuova installazione ne sostituisce una pre-esistente ad alte emissioni (soprattutto a carbone) e, infine, che non vi sia, con il nuovo impianto, un aumento di capacità superiore al 15%.

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La Commissione europea ha deciso: le attività economiche del settore energetico legate al gase al nucleare potranno essere ammesse come attività "di transizione" nel sistema di classificazione degli investimenti sostenibilidell'Ue,

xxxxxxxxxxxxxx 

Transizione appunto.

Cosa  mai negata dal " cazzaro" napoletano.

Credo che anche le galline mediamente intelligenti siano d'accordo che ci voglia un periodo di transizione almeno finché l'energia pulita sarà definitivamente efficiente e sufficiente.

 

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Ahahahaha , credo che tu non conosca appieno cosa significa “transizione” sugli aspetti energetici con particolare riguardo al nucleare . Lo vedi che sei una fetecchiona grassa e crassa . Su, fattelo spiegare dall’ing  , Dott , Prof Cazzaro di Napoli!! 

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La Commissione europea ha deciso: le attività economiche del settore energetico legate al gase al nucleare potranno essere ammesse come attività "di transizione" nel sistema di classificazione degli investimenti sostenibilidell'Ue,

xxxxxxxxxxxxxx 

Transizione appunto.

Cosa  mai negata dal " cazzaro" napoletano.

Credo che anche le galline mediamente intelligenti siano d'accordo che ci voglia un periodo di transizione almeno finché l'energia pulita sarà definitivamente efficiente e sufficiente.

 

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Ahahahaha , credo che tu non conosca appieno cosa significa “transizione” sugli aspetti energetici con particolare riguardo al nucleare

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Dunque la Commissione UE si è spaccata sulla tassonomia verde ma alla fine, nonostante il parere contrario del suo team di esperti, ha sostanzialmente confermato (con modifiche marginali) la bozza presentata il 31 dicembre. Tre paesi, Austria, Portogallo e Spagna, hanno votato contro, altri si sono astenuti; la Germania, favorevole al gas, ha confermato la sua netta opposizione all'inclusione del nucleare. L'Austria ha confermato che intende citare in giudizio la Commissione stessa; il vicepresidente della Commissione, l'olandese Timmermans, che ha la delega al Green Deal, si è assentato per protesta alla presentazione dell'atto delegato definitivo. Una spaccatura gravissima e, credo, senza precedenti.

E l'Italia? Il nostro commissario, Paolo Gentiloni, sembra che abbia manifestato qualche riserva, ma in sostanza abbiamo contribuito anche noi al successo della linea nuclearista francese, come avevo ampiamente previsto e con buona pace del forumista Sauro24ore. L'origine delle perplessità di Gentiloni: è stata bocciata la modifica chiesta dall'Italia, che avrebbe addirittura peggiorato questa gigantesca e vergognosa operazione di greenwashing. Come avevo dimostrato nel mio secondo post, i limiti sulle emissioni serra imposti sulle nuove centrali a gas per rientrare nella tassonomia sono troppo severi, sotto il profilo tecnologico ed economico, per noi. Restano fissati a 270 gCO2eq/kWh per le emissioni annue dirette e a 550 kgCO2eq/kW per le emissioni medie annue sull'arco di 20 anni. L'Italia chiedeva di innalzare questi limiti a 340 e 750 unità rispettivamente. Si conferma in modo plateale che quella propagandata dal governaccio Draghi e dai suoi turiferari non è una transizione ecologica ma una finzione ecologica. Come denunciano da molti mesi tutti gli ambientalisti (seri) incluso l'umile sottoscritto. Per giunta, la vergogna e l'ipocrisia raddoppiano perché fummo il primo paese al mondo a rinunciare al nucleare ma oggi non ci opponiamo alla riverniciatura verde di una fonte energetica che, come è noto anche ai sassi, tutto è fuorché ecologica. Ora l'atto delegato della Commissione non è più modificabile: il Consiglio Europeo e il Parlamento Europeo avranno l'ultima parola, entro 4 mesi estendibili a 6. Poche speranze sul Consiglio, dove servirà una maggioranza qualificata per revocare la delega alla Commissione. Confido nel Parlamento dove basterà la maggioranza semplice per bocciare una decisione assurda e gravissima che distrarrebbe fondi dalle energie rinnovabili a favore di gas e nucleare, ostacolando non poco la transizione verde europea. Ma è chiaro che avrebbe forti ripercussioni sul quadro energetico mondiale. 

Una nota su Gentiloni: ha contraddetto in sede europea il suo partito e il suo segretario Enrico Letta che, insieme a M5S e Leu, avevano preso esplicita posizione contro l'inclusione di nucleare e gas nella tassonomia verde europea. I renziani rimasti nel Pd nel ruolo di disturbatori continuano a fare disastri: quando si decideranno, i pidini seri e di sinistra, a buttarli fuori?

Modificato da fosforo311
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7 minuti fa, dune-buggi ha scritto:

 

Le leggi fondamentali della stupidità umana, di Carlo Cipolla ~  NEGOZIAZIONE.blog

 

Bravo, d/B: un disegnino molto opportuno. 

La decisione della Commissione  europea di assimilare il nucleare (!) e il gas (!) alle fonti energetiche ecologiche, allo scopo di poter finanziare scorie radioattive e gas serra, non è solo un atto da sprovveduti e da stupidi, ma da banditi! 

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