Colpevoli di aver creduto al berlusconismo
Iniziata da
wronschi,
16 messaggi in questa discussione
«”Berlusconi è troppo divisivo”, dicono in molti. No, la cosa è più semplice: un personaggio così squalificato e indecoroso non può diventare presidente della Repubblica».
Quanto ha ragione Nanni Moretti. Da vendere proprio.
ormai siamo abituati a vedere il peggio sempre peggio.....diciamo che berlu pres e sgarbi suo portavoce è peggio del duo salvini melons.....e non è un peggio che possa essere lontano, spero che non accada.....
penso che succeda questo : il berlusca farà un nome perché per amor di patria accetterà di farsi da parte e il duo salvini meloni accetteranno. in questo caso silvio potrà dire che il PdR é un suo vice.
se invece sarà eletto uno/a proposto/a dalla sinistra ci sarà un matteo che griderà: l'ho voluto ioooooo
1 ora fa, tiberio1946 ha scritto:penso che succeda questo : il berlusca farà un nome perché per amor di patria accetterà di farsi da parte e il duo salvini meloni accetteranno. in questo caso silvio potrà dire che il PdR é un suo vice.
se invece sarà eletto uno/a proposto/a dalla sinistra ci sarà un matteo che griderà: l'ho voluto ioooooo
OVE MAI IL BERLUSCA DOVESSE FARE UN NOME , DI CERTO SARA' IL NOME A CUI DETTEREBBE L'AGENDA !!! IL MEFISTOFELICO INDIVIDUO HA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE A CUORE SOLO E SOLAMENTE I PROPRI INTERESSI , ALL'ULTIMO POSTO , VOLENDO DARGLI UNA COLLOCAZIONE , C'E' L'AMOR DI PATRIA !!!
Siete consapevoli che il berlusconismo ha rovinato l Italia?
O siamo noi italiani che l'abbiamo rovinata, sig wronski?
2 ore fa, ahaha.ha ha scritto:O siamo noi italiani che l'abbiamo rovinata, sig wronski?
Noi chi sig. Ahah.ha ?
2 ore fa, ahaha.ha ha scritto:O siamo noi italiani che l'abbiamo rovinata, sig wronski?
Semmai quelli che lo hanno votato e/o che votano questa destra illiberale
Il capitandeimieistivali che ci dice ora ? lo propone come PdR e senza discussioni...
Forse anche no..... ma meglio ricordarlo...
15 ore fa, wronschi ha scritto:«”Berlusconi è troppo divisivo”, dicono in molti. No, la cosa è più semplice: un personaggio così squalificato e indecoroso non può diventare presidente della Repubblica».
Quanto ha ragione Nanni Moretti. Da vendere proprio.
Eppure c'è chi la pensa così, sig wronski:
Più ridicoli e noiosi di Berlusconi che vuole diventare presidente a 85 anni , ci sono solo quelli che dicono che non deve diventarlo. Come Nanni Moretti. Trallaltro !!
13 ore fa, ahaha.ha ha scritto:Eppure c'è chi la pensa così, sig wronski:
Più ridicoli e noiosi di Berlusconi che vuole diventare presidente a 85 anni , ci sono solo quelli che dicono che non deve diventarlo. Come Nanni Moretti. Trallaltro !!
Perché per il BENE dell Italia non ha rinunciato già nel 1994 🤥🤔
L' EDICOLA
SIPARIO
Berlusconi getta la spugna: "Avevo i numeri, ma vanno evitate lacerazioni".
Al vertice con gli alleati non si presenta nemmeno su Zoom.
Quanto a Draghi: "Resti a palazzo Chigi fino alla fine della legislatura".
A destra riparte lo scontro.
Atteso il vertice Letta - Salvini.
DOPO LA FARSA ARRIVA IL VERO SPETTACOLO
Da tempo, e ormai senza il religioso consenso del popolo che gli cantava in coro "meno male che Silvio c’è", era evidente a tutti tranne che a lui che l’antica gloria non potesse risorgere sulle ali di una improbabile maggioranza dei grandi elettori.
Senza nemmeno la maschera drammatica di una Gloria Swanson sul viale del tramonto, ma piuttosto con i toni di una farsa degna dei fratelli Vanzina, Silvio Berlusconi ha gettato la spugna, rinunciando alla folle, incredibile corsa verso il Quirinale. È una liberazione, innanzitutto per il paese, che non meritava di essere intrattenuto da questa sceneggiata. E anche per il centrodestra che Berlusconi ha continuato a tenere sulla corda con sbrindellate riunioni via zoom, poco consone a una decisione così importante, come dovrebbe essere l’elezione del Presidente della Repubblica.
Da tempo, e ormai senza il religioso consenso del popolo che gli cantava in coro “meno male che Silvio c’è”, era evidente a tutti tranne che a lui che l’antica gloria non potesse risorgere sulle ali di una improbabile maggioranza dei grandi elettori. Eppure, grazie alla cerchia dei suoi cortigiani e al call center messo su da uno che gli deve molto, come Sgarbi, è riuscito a tenere l’Italia in balia delle sue senili voglie di potere.
Dopo il gran conclave con il generale in disarmo e i colonnelli a guardarsi le spalle l’un contro l’altro armati, all’attesa uscita di scena è seguita una specie di parola d’ordine rimbalzata tra i vari capipartito: Draghi resti al suo posto e non si azzardi a pensare al Quirinale. Vedremo presto cosa accadrà.
Ma se Mario Draghi traslocherà al Quirinale e un suo portavoce siederà a palazzo Chigi, allora passeremo dalla farsa alla tragicommedia, non più nelle corde di un Vanzina, ma piuttosto degna del grande *** di Dario Fo. È possibile infatti che dopo il pit-stop a palazzo Chigi, Draghi possa tagliare il traguardo quirinalizio che da domani, con l’inizio delle votazioni, entra nella fase fondamentale. Non era poi così difficile prevedere il grande balzo della sua avventura politica in Italia, sbandierata dai grandi giornali quando ancora la maggioranza giallorossa cercava di restare a galla (“Draghi punta al Quirinale, figuriamoci se si mette nella palude della politica”).
Invece Supermario ha dovuto sporcarsi le mani con il governo. E con discutibili risultati: legge di Bilancio iniqua, incerta gestione della pandemia, enorme crescita della precarietà e della disoccupazione, specialmente femminile, grottesca (ancora il nucleare?) politica ambientale. Ma ora che il più è fatto e che chiunque, anche un pilota automatico, può proseguire nell’attuazione del programma già definito (parole di Draghi), tutto è dunque pronto per la corona presidenziale.
E per vestire i panni di presidente del consiglio pro-tempore (fino alle nuove elezioni, quanto mai disturbanti e inopportune), si sta cercando un “collega”, o meglio, un suo Avatar, come definimmo questa singolare figura di premier in seconda, subito dopo aver assistito alla famosa conferenza stampa natalizia. Avremo perciò un altro civil servant pescato nell’attuale squadra di governo o, ancor meglio, nel parco pensionati di rango (sembra che il Consiglio di Stato ne abbia una riserva)?
I più affezionati alla vecchia idea della democrazia non hanno perso la speranza che a dirigere il governo possa essere un uomo (o una donna) con una storia politica. Ma nel momento in cui è diventato un punto di merito non avere un passato nei partiti (i grandi giornali, sempre loro, esaltano il fatto che non si sappia per chi voti Draghi, unico caso in Occidente di premier “politicamente clandestino”), passa il messaggio qualunquista, e fascistoide, che è meglio lavorare e non parlare di politica: non bisogna disturbare. Ma disturbare chi? Le strutture economiche europee e quelle finanziarie (“i mercati”), le stesse che hanno catapultato Draghi a palazzo Chigi per affossare un governo di centrosinistra inviso a Confindustria e che, per giunta, aveva la pretesa di spendere la valanga di miliardi del Pnrr.
Completare la metamorfosi di una democrazia in tecnocrazia, o come la chiama il professor Luciano Canfora, nella “democrazia dei ricchi” in nemmeno un anno, non è semplice. Il doppio salto mortale Quirinale-governo richiede abilità manovriere non comuni. Innanzitutto per districare un ingorgo istituzionale (l’attuale premier che nomina il suo successore), mai visto prima. Nulla però avviene a caso, e senza stare qui a ripetere la giaculatoria sulla crisi della politica, si può dire che i tempi per la rivoluzione dall’alto sono più che maturi. D’altra parte non siamo forse il paese dove metà dell’elettorato non vota più?
Da Il Manifesto, Norma Rangeri
Tutti colpevoli i destrebeti
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Ora tutti si lamentano, soprattutto i giovani perché manca lavoro...
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