Ho un vuoto di memoria …

Eh beh , anche alla luce dei recenti aumenti delle bollette energetiche , eh niente, è venuto fuori che senza il TAP il gas costerebbe il 10% in più rispetto ai rincari di oggi.  Mi ricordate chi fu il Presidente del Consiglio che si è impuntato per farlo?  Mi ricordate , per favore , chi è l'altro Presidente del Consiglio , che invece ha fermato la ricerca di gas in Adriatico?  Ho un vuoto di memoria e sono convinto che qualcuno , sul forum , sarà in grado di ricordarlo.  Buon anno 

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7 messaggi in questa discussione

Mi spiace calpestare questo post, dove nessun altro ha messo piede, ma poiché io sono un ignorante e mi voglio sempre informare per sapere un po' di più, le chiedo, stupida gallina pisana, cosa c'entra TAP con l'estrazione del gas nell'Adriatico.

La prego porgere gli auguri di buon anno ad Alessandro e ad aria fresca.

Io invece mi auguro, che quest'anno ci porti in visione la monolaurea che non c'è.

 

 

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Non e’ che sia molto allettato , per un monolaureato come me , di dover discutere con una semianalfabeta come te in possesso della licenza elementare , di simili argomenti . Lo faccio ora e ti lascio immediatamente alla tua solitudine di Capodanno. 

Più metano italiano per combattere le bollette salate, in attesa dell’Ue

Di Francesco De Palo | 06/12/2021 - 
Più metano italiano per combattere le bollette salate, in attesa dell’Ue
 

Dal momento che è molto improbabile (anche se auspicabile) una discesa dei prezzi prima del 2023, può rivelarsi utile provare a capire quali sono le strade alternative. In un anno la spesa per il gas è cresciuta del 250%. Estrarlo in Italia costa 5 centesimi al metro cubo, importarlo costa 10 volte tanto. E se l’Europa lo inserisce nella tassonomia green…

 
 

In un anno, dall’autunno del 2020 ad oggi, la bolletta per imprese e famiglie è salita del 250% come riportano i dati dell’autorità Arera. Il gas dunque al centro anche della vita quotidiana dei paesi, oltre che della geopolitica, con l’esigenza per i governi di interventi rapidi e risolutori. Dal momento che è molto improbabile (anche se auspicabile) una discesa dei prezzi del gas naturale per famiglie e imprese italiane prima del 2023, può rivelarsi utile provare a capire quali sono le strade alternative, in vista della tassonomia dell’Ue. In primis aumentando l’estrazione di gas dai giacimenti italiani, ma senza nuove trivellazioni. Il vantaggio sarebbe doppio: da un lato si ridurrebbero le importazionidall’estero e dall’altro si manterrebbe costante il volume dei consumi anche al fine di rientrare nei parametri degli accordi di Parigi.

 

SOTTOSUOLO

 

Nel sottosuolo italiano ci sarebbero almeno 90 miliardi di metri cubi di metano, che ha un costo di estrazione da circa 5 centesimi al metro cubo, mentre l’Italia per importare gas da altri Paesi non di prossimità spende fra i 50 e i 70 centesimi al metro cubo. Il fabbisogno italiano ammonta a 75 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Nei primi otto mesi del 2021 sono stati impiegati 53,2 miliardi di metri cubi, con un +6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2020). Di quei 53 miliardi solo 2,48 provengono dai giacimenti in Emilia Romagna, Basilicata, mare Adriatico e Sicilia. La stragrande maggioranza delle importazioni provengono da Russia, Algeria e dal gasdotto Tap.

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Mi perdoni stupida gallina pisana, ma non ha risposto alla mia domanda,:

cosa c'entra TAP con l'estrazione del gas nell'Adriatico 

la prego di credermi, seppur ignorante, capisco anch'io che estrarre gas dal sotto suolo italiano, il costo dovrebbe essere inferiore che importarlo, ma non sempre è così.

Lei però che è così preparata e colta, oltre che informata, se avesse letto, con attenzione, l'articolo da lei pubblicato, avrebbe scoperto che: 

Nel sottosuolo italiano ci sarebbero almeno 90 miliardi di metri cubi di metano,.....

e che 

Il fabbisogno italiano ammonta a 75 miliardi di metri cubi di gas l’anno. 

Dunque, secondo l'autore dell'articolo, avremmo risorse per poco più di un anno. E poi?

Mi perdoni, stupida gallina pisana, ma ora fa pure figure di mierda per conto terzi?

Suvvia, mi dica cosa c'entra TAP con l'estrazione di gas nell'Adriatico.

 

 

 

 

 

 

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Dubito fortemente che tu abbia raggiunto almeno il diplomino di V elementare , però ti invio un esaurivo articolo del Sole 24 ore che , se letto attentamente , potrebbe aprirti la mente, più o meno , come il bocia Nane ti apre “something”.  Comunque , se anche questo non ti fosse sufficiente per capire , sei sempre in tempo a chiedere spiegazioni a tuo fratello , che sarà pure disturbato , ma che in un paio di ora c’è arrivato persino lui . 

Trivellazioni in Adriatico ferme ma il gas italiano costa un decimo

di Jacopo Giliberto

 
 
 
 
 
 
 
 

La trivella di Leonardo che per la prima volta cercherà vita nel sottosuolo di Marte

Sotto i mari italiani le riserve di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo. L'estrazione a 5 centesimi al metro cubo, importazione al costo di 50-70 centesimi.

6 novembre 2021
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reading-time.svg3' di lettura

Nel sottosuolo sotto i piedi degli italiani riposano indisturbati almeno 90 miliardi di metri cubi dell’odiosamato metano, il meno inquinante tra i combustibili fossili, il più formidabile nemico del carbone. Ma quando non viene bruciato e trafila incombusto da guarnizioni e valvole di metanodotti srotolati per migliaia di chilometri, il metano è uno dei più feroci gas cambiaclima. È decine di volte più riscaldante rispetto alla CO2 che mettiamo sotto tiro alla Cop26 di Glasgow.

Quello italiano è metano il cui costo di estrazione si aggira sui 5 centesimi al metro cubo. È una stima indicativa, una media avicola trilussiana, citata da Marco Falcinelli segretario della Filctem Cgil e dall’economista Davide Tabarelli di Nomisma Energia. Ecco invece il prezzo di mercato del gas che l’Italia importa da Paesi remotissimi: fra i 50 e i 70 centesimi al metro cubo, più di 10 volte tanto.

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Le stime del Pitesai

Nel sottosuolo a chilometri zero dell’Italia c’è molto più gas rispetto ai 92 miliardi di metri cubi censiti dal ministero della Transizione ecologica nel documento Pitesai.

Pitesai è la sigla di «Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee», il piano introdotto nel 2018 dal Governo Conte 1 ufficialmente come piano regolatore delle trivelle ma diventato nella realtà uno strumento per impedire in modo discreto lo sfruttamento dei giacimenti nazionali.

Investimenti a quota zero

Le stime delle riserve italiane di gas pubblicate dal Pitesai conteggiano i giacimenti accertati e non possono immaginare quelli ancora da cercare. Ma nuovi giacimenti non si cercano: gli investimenti delle compagnie sono fermi. Zero spaccato.

Finché non sarà emanato il Pitesai, ora all’esame della Conferenza unificata, nessuno si azzarda a scommettere un euro sui giacimenti attuali e su quelli possibili del futuro, nell’incertezza che quell’euro vada sprecato.

A tutto import

L’Italia brucia circa 70-75 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Da gennaio a settembre abbiamo usato 53,2 miliardi di metri cubi (+6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2020), di cui 2,48 (-20,2%) estratti dai giacimenti in pianura padana e dai grandi giacimenti dell’Adriatico, in Basilicata e, in misura contenuta, in Sicilia. Le importazioni vengono soprattutto da Russia, Algeria, via nave al rigassificatore di Rovigo e dal nuovo metanodotto Tap.

Lo studio di Assorisorse

Secondo uno studio presentato al dibattito sul Pitesai dall’Assorisorse, che riunisce l’industria mineraria, sui soli giacimenti di gas dell’Emilia e della Romagna sia in terraferma e sia in Adriatico bisognerebbe investire 322 milioni per raddoppiare da 800 milioni a 1,6 miliardi di metri cubi l’anno l’ormai stanca produzione.

Per estrapolazione, in Italia servirebbe un paio di miliardi per estrarre circa 10 miliardi di metri cubi l’anno per dieci anni. Risultati lontani dai 17 miliardi del 2000, ma darebbero un contributo alla manodopera nazionale, alle imprese, alle casse dello Stato e alla lotta contro emissioni che scaldano il clima, invece di prendere la rotta estera per pagare importazioni lungo migliaia di chilometri di tubature ad alto impatto climatico.

Giacimenti congelati

Non si tratta di perforare nuove riserve ma solamente di aggiornare gli impianti dei giacimenti ancora attivi e di riattivare le riserve ferme da anni. Alcune riserve sono ormai secche, ma diversi giacimenti sono ancora pieni di gas ma sono bloccati da anni per norme, ricorsi, divieti e moratorie.

Parte solamente Argo-Cassiopea, nel Canale di Sicilia dove l’Eni avuto il via libera avvia lavori per 700 milioni, che per un decennio darà un miliardo di metri cubi di gas in più l’anno. Ma sono ancora fermi, sepolti, intoccabili, i 30 miliardi di metri cubi di metano sotto al fondale dell’alto Adriatico. Vietato pensarvi: la paura che paralizza alcuni è che, chissà, se si estraesse quel metano potrebbero fare sprofondare perfino Venezia, da riservare al solo turistificio compulsivo.

 

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Scusi stupida gallina pisana, ma lei legge quello che copia e incolla?

Mi sa che lei si è abbonata alle figure di mierda in conto terzi.

Rilegga su, poi lasci il posto ai figli intelligenti della sua genitrice.

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Non solo leggo . Ma capisco pure . Perché le monolauree possono servire anche a questo . Te , con un diplomino di V elementare , con una ereditarietà familiare che ha già dato i suoi frutti ed abituata a vivere nelle stalle a contatto con le bestie , non capisci manco tu leggessi altre 100 volte lo stesso articolo. Uno dei grossi mali della società italiana e’ l’ignoranza . Insieme all’obbligo vaccinale , dipendesse da me , aggiungerei anche l’obbligo di conseguire almeno  il diploma della scuola secondaria . 

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Lei stupida gallina pisana non ha un vuoto di memoria, ha la testa vuota.

Rilegga i suoi post e poi mi dica chi ha copiato chi tra i due giornalisti.

PS: lei ha una monolaurea che le permette di capire quello che legge? Allora è chiaro: non ha la monolaurea, quindi rinnovo il consiglio: lasci il posto ai figli intelligenti della sua genitrice.

Ossequi naturalmente ad Alessandro e ad aria fresca.

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