Indovina …indovinello !!

Chi e’ quel Presidente del Consiglio che blocco’  la ricerca ed estrazione del gas,  che costa 10 volte in meno di quello importato , lasciando l’Italia totalmente dipendente dall’estero , e che oggi si lamenta per l’aumento dei prezzi ??  Vi do un aiutino : qualcuno lo definisce “Dono della Divina Provvidenza”. 

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2 messaggi in questa discussione

Quella dei 90 miliardi di mc di metano nazionale estraibili dall'Adriatico a 5 centesimi al mc, cioè a un costo oltre 10 volte più basso del gas che importiamo, è una bufala del giornale di Confindustria, ripresa dai giornaletti berlusconiani e dai nemici dell'ambiente, inclusi quelli del ministero della Finzione Ecologica. La produzione nazionale si è ridotta di quasi il 75% in 20 anni (da 17 miliardi di mc nel 2000 a 4,4 miliardi nel 2020) e non per colpa di Conte o dei 5 Stelle ma semplicemente perché il metano non è una risorsa rinnovabile e i giacimenti si stanno esaurendo. Ed è ben noto che il costo di un idrocarburo estratto da un giacimento in via di esaurimento tende a salire. Secondo il portale Trading Economics, il prezzo odierno del gas naturale estratto negli USA è 3,826 dollari per milione di Btu, dove 1 milione di Btu equivalgono a 28,32 mc. Al cambio odierno di 1,134 dollari per 1 euro, fanno circa 12 centesimi di euro al mc. Ma gli USA sono i primi produttori mondiali di gas, con una produzione annua pari a oltre 200 volte la nostra. Quindi sarebbe già molto strano che il gas italiano dai giacimenti offshore (per ovvi motivi più costoso di quello estratto sulla terraferma) costasse 5 centesimi al mc, cioè meno della metà di quello americano. Ma qui non si parla del gas estratto dalle piattaforme marine esistenti, si parla di giacimenti nell'Adriatico per lo più ipotetici e ancora da individuare e da perforare. Con ovvia lievitazione del costo al mc nonché potenziali danni ambientali. Ma a quanto ammonterebbero queste ingenti riserve nazionali sottomarine che il governo Conte preferì non sfruttare, o meglio: non cercare? Secondo il Ministero per lo Sviluppo Economico, al 31 dicembre 2019 le riserve nazionali accertate di metano ammontavano a 45,775 miliardi di mc. Si ipotizzavano inoltre 45,901 miliardi di mc di riserve probabili e 19,912 miliardi di mc di riserve possibili. Se consideriamo le sole riserve sottomarine (che non si limitano all'Adriatico) i numeri si riducono a  20,421 miliardi di mc accertate, 19,646 miliardi probabili e 6,277 miliardi possibili.  Per un totale di 46,344 miliardi di mc al massimo di riserve sottomarine. Da dove saltano fuori questi 90 miliardi di mc di gas nel solo Adriatico? Boh! Ma anche ammesso che ci fossero, e che si riuscisse a sfruttarli in modo economicamente sostenibile (altra cosa è la sostenibilità ambientale), essi coprirebbero il fabbisogno nazionale (che si aggira intorno ai 70 miliardi di mc l'anno ed è anch'esso in calo dagli 86 miliardi del 2005) per appena 15 mesi. E allora di cosa parliamo? Ci mettiamo a sforacchiare l'Adriatico per alleggerire, forse, la bolletta energetica per poco più di un anno? Dico forse perché non è detto che tutto quel gas lo troviamo e non è detto che poi lo estraiamo a prezzo conveniente. Più che a un'ipotesi ottimistica la congettura del Sole24ore somiglia a una castroneria. Leggiamo che secondo uno studio di Assorisorse bisognerebbe investire 322 milioni per raddoppiare l'attuale estrazione dall'Adriatico da 0,8 a 1,6 miliardi di mc. Ma a 5 centesimi al mc, 0,8 miliardi di mc varrebbero 40 milioni di euro annui, contro un investimento di 322 milioni. A questo punto il giornale di Confindustria "estrapola", ovvero moltiplica tutto per poco più di 6, e conclude che basterebbe investire 2 miliardi di euro per estrarre dall'Adriatico 10 miliardi di mc di gas l'anno per 10 anni.

https://www.ilsole24ore.com/art/trivellazioni-adriatico-ferme-ma-gas-italiano-costa-decimo-AEgbV0u

Calcolo degno del miglior Saurino pane e vino, ovvero dopo il secondo brick di Tavernello. Punto primo: 10x10 fa 100 e si è ipotizzato che sotto l'Adriatico ci siano 90 miliardi di mc, non 100. Ipotesi peraltro largamente smentita dalle stime del Mise. Punto secondo. Se investendo 322 milioni di euro si incrementa la produzione di 0,8 miliardi di mc, allora, ammesso un effetto marginale costante, con 2 miliardi di euro si incrementa la produzione di 5 miliardi di mc, e non di 10 o quasi. Punto terzo: è inverosimile un effetto marginale costante. Andando a cercare fino alle ultime bolle di gas sotto l'Adriatico, è chiaro che l'effetto marginale diminuisce. Ovvero l'individuazione e l'estrazione del gas diventerebbero via via più costose. Ovviamente quello economico è solo un aspetto della faccenda. Le prospezioni e le trivellazioni danneggiano l'ecosistema marino. Inoltre c'è il serio e annoso problema della subsidenza:

https://piunotizie.it/subsidenza-ed-estrazione-del-metano-un-problema-storico-per-la-costa-emiliano-romagnola-lontano-dalla-soluzione/amp/

Nonché il serio problema del rilascio di gas in atmosfera dalle piattaforme offshore:

https://www.rinnovabili.it/ambiente/inquinamento/piattaforme-offshore-metano/

Teniamo conto che il metano è un potente gas serra. Il suo potenziale climalterante  (global warming potential) sull'arco di 20 anni è, a parità di massa, 75 volte quello dell'anidride carbonica. Naturalmente, anche in assenza di fughe di metano la sua ordinaria combustione produce CO2, dunque effetto serra. E noi ci siamo impegnati a tagliare le nostre emissioni serra di almeno il 55% rispetto al 1990 entro il 2030 (oggi siamo al 20% circa).

E allora, se il prezzo di mercato del gas aumenta, questo non è un buon motivo per metterci a cercare a costi altissimi quel poco gas che resta nel sottosuolo nazionale. È un ottimo motivo per investire nelle fonti rinnovabili e pulite, sempre più economiche, sempre più competitive rispetto alle altre fonti.

Modificato da fosforo311

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Mi sembrava impossibile che il Cazzaro di Napoli, in relazione all’aumento dei costi energetici , non desse la colpa ai soliti capitalisti che vogliono , in tutti i modi , affamare il popolo . Di più : in questo caso la colpa e’ addirittura del giornale confindustriale il Sole 24 ore . Quale sarebbe la colpa del Sole 24 ore ?? Quella di dire , precisamente , come stanno le cose. Insomma , dice la verità e , tutti noi , sappiamo quanto dia fastidio al pulcinella partenopeo. Perché la verità e’ acclarata. I così energetici sono tutti verificati e verificabili per ogni Stato dell’UE . Non c’è , insomma , il pericolo dei “magheggi” a cui strizza l’occhiolino il Cazzaro . E quindi se il Sole 24 ore , un quotidiano tra le massime espressioni economiche del Vecchio Continente dice che la spesa per importare Gas dai Paesi produttori costa 10 volte di più rispetto a quello che potremmo avere in casa al netto di ambientalisti d’accatto , vuol dire che e’ vero . E che sia vero lo dimostra il fatto che nessuno , eccetto il Cazzaro di Napoli , gli ha minimamente contestati . Quindi quest’ultimo idio ta può scrivere cosa gli pare e piace ma resta un idio ta a prescindere dalla chilometrica lunghezza dei post che fa per giustificare l’Avvicatocchio e gli scappati da casa : 

ITALIA

Prezzi dell’energia senza freni, nuova stangata nella bolletta di gennaio

di Jacopo Giliberto

 
 
 
 
 
 
 
 

"Crisi dei prezzi non era inattesa, ora costruire nuova energia"

Se lo stato non interviene, il 1° gennaio le bollette per gas e luce registreranno una spesa annua aggiuntiva di 1.200 euro per una famiglia tipo

2 dicembre 2021
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reading-time.svg2' di lettura

Se lo stato non interviene, il 1° gennaio la bolletta del gas avrà un balzo del 50%, l’elettricità del 17%, forse del 25%, pari a una spesa annua aggiuntiva di 1.200 euro per una famiglia tipo. provvisori .

Così l’attualità prende la mano anche agli economisti di Srm Intesa San Paolo che con il Politecnico di Torino hanno presentato a Bruxelles il rapporto «Med and Italian Energy», edizione 2021, un’analisi di scenario che traguarda le grandi politiche energetiche per un’Italia immersa nel Mediterraneo.

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Un aumento strutturale? 

Il rincaro dell’energia è definitivo o temporaneo? Massimo Deandreis (Srm) ed Ettore Bompard (Politecnico) con Francesca Passamonti (Intesa San Paolo) hanno ricordato che questo andamento dei costi dell’energia è strutturale, ma tutto sta a intendersi sulla durata nel tempo dell’aggettivo “strutturale”. Mesi? (Ieri la Commissione Ue ha preconizzato un rientro alla normalità entro aprile). Oppure anni? O più ancora?

Il nodo delle centrali “marginali” a gas

Di sicuro, sul mercato elettrico (guidato dal metano) il prezzo del chilowattora viene dettato dalle centrali “marginali” a gas, cioè da quelle centrali gas-peaker che sono il costo delle rinnovabili meteopatiche nella transizione energetica. Inoltre, con il calo della domanda energetica, nel 2020 il fenomeno sanitario ha fatto emergere le rinnovabili e ha spostato il costo del chilowattora dai combustibili fossili verso un rincaro dei mercati dei servizi ancillari per bilanciare l’incostanza rinnovabile.

 

 

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