E' virale la lettera del professore vittima della esplosione di Ravanusa

"Ai miei ragazzi, di ieri e di oggi". Comincia così la lettera di commiato agli studenti scritta da Pietro Carmina, una delle 7 vittime dell'esplosione di Ravanusa, il giorno del pensionamento.
Lo scritto, riportato sul profilo social dell'insegnante, è diventato virale su Facebook dopo la notizia della sua tragica fine perchè bello, profondo, commovente. Il professore sapeva toccare il cuore dei suoi alunni:

 "Sono arrivato al capolinea e il magone più lancinante sta non tanto nell'essere iscritto di diritto al club degli anziani, quanto nel separarmi da questi ragazzi. A tutti credo di aver dato quello che ho potuto. Ho ricevuto anche di più, molto di più. 
Vi chiedo scusa se qualche volta non ho prestato il giusto ascolto, se non sono riuscito a stabilire la giusta empatia, se ho giudicato solo le apparenze, se ho deluso le aspettative, se ho dato più valore ai risultati e trascurato il percorso ed i progressi, se, in una parola, non sono stato all'altezza delle vostre aspettative e non sono riuscito a farvi percepire che per me siete stati e siete importanti, perché avete costituito la mia seconda famiglia.

Vorrei che sapeste che una delle mie felicità consiste nel vostro ricordo, nel sapervi affermati nella vita. Una delle mie soddisfazioni è aver tentato di insegnarvi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista. Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non "adattatevi", impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose. Caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente. 

Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare, non state tutto il santo giorno incollati a cazzeggiare con l'iphone. Leggete, invece, viaggiate, siate curiosi (rammentate il coniglio del mondo di sofia?). Io ho fatto, o meglio, ho cercato di fare la mia parte, ora tocca a voi. Io mi fermo qui. A voi, buon viaggio"

ravanusa.JPG

Buon Viaggio PROFESSORE

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3 messaggi in questa discussione

Ecco un vero insegnante. Con la I maiuscola. Un vero maestro. Mi ricorda il mio indimenticabile maestro delle elementari, e qualche professore o professoressa che ebbi la fortuna di incontrare in seguito, alle medie inferiori e superiori. Ma un solo professore degno di questo nome all'università. Indimenticabile pure lui.  Diverse persone in gamba, qualcuna geniale, ma un solo vero professore e insegnante su 29 corsi seguiti. Poi ci si lamenta se abbiamo avvocati che non conoscono l'italiano e ingegneri che pensano che una pila Duracell eroghi corrente alternata (sic). Oggi i docenti veri e capaci, preparati e capaci di trasmettere quello che sanno, fino a fare appassionare gli allievi alla materia, sono ancora meno. La didattica è una materia difficile da imparare. I docenti universitari prima di sedersi dietro una cattedra dovrebbero superare selettive prove teoriche e pratiche di didattica. È necessaria una certa predisposizione all'insegnamento. Chi è stato allevato ed educato male dai genitori non sarà mai un buon insegnante. Servono tanta pazienza e perseveranza. Il mestiere di insegnante è uno dei più difficili da fare come si deve. Certo in Italia è vergognosamente sottopagato. Si sono regalati miliardi un po' a tutti durante la pandemia, eccetto che agli insegnanti. Cioè alla categoria  che deve plasmare il futuro del paese.

Modificato da fosforo311
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Ciao Fosforo, ricordo con gioia il maestro di quinta elementare. Solo quello, gli altri da dimenticare. Era il suo primo anno, ragazzino appena uscito dalle magistrali. Poi ha proseguito gli studi, ha insegnato alle superiori per poi arrivare docente universitario. Una umanità ed una sensibilità enorme, noi allievi eravamo la “sua” famiglia. Delle medie era guerra dichiarata con le le zitelle acide di matematica / scienza e lingua / straniera. Se un adulto è un cattivo adulto “forse” è perché ha avuto genitori cattivi ed insegnanti cattivi. Ecco, delle medie (tra le donne) salvo quella di geografia e storia della terza media. (in quegli anni in terza media, una faceva ita(g)liano ed una storia geografia). Poi ho avuto il mio capo reparto, ci sapeva considerare persone, anche l'aiuto magazziniere e ci riempivano di gioia i suoi consigli e le sue pillole di saggezza. Evidentemente ha avuto la fortuna di avere bravi sia i genitori che gli insegnanti.   

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