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Gli Scacchi: gioco, sport, arte e scienza
Iniziata da
fosforo311,
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Inviata
Si è concluso la settimana scorsa a Dubai il match per il titolo di campione del mondo di Scacchi. Il detentore, il 31enne GM (Grande Maestro) norvegese Magnus Carlsen, è stato sfidato dal coetaneo russo GM Ian Nepomniachtchi, vincitore un po' sorpresa del Torneo dei Candidati.
Apro subito un inciso. La Rai si occupa pochissimo del nobil giuoco e il cognome dello sfidante ha mandato in crisi il giornalista che ha curato il servizio del Tg1 sulla conclusione dell'evento. Lo ha pronunciato Nèpogniacci, mentre la pronuncia corretta è Nepòmniasci. Spesso abbreviato in Nepo. Ben maggiore è lo spazio dedicato agli Scacchi dai media di altri paesi europei. È un vero peccato perché si tratta di un gioco e di uno sport molto interessante ed istruttivo, praticabile a ogni età, e che grazie al gioco on line sta riconquistando una discreta popolarità anche da noi.
Il match di Dubai, svolto nell'ambito delle manifestazioni per l'Expo Universale, era previsto al meglio delle 14 partite. Il tempo di riflessione era 2h a testa per le prime 40 mosse, più 60' per le successive 20, più ulteriori ed eventuali 15' per finire la partita con un abbuono di 30'' a mossa a partire dalla 61sima. Il montepremi era 2 milioni di euro, il 60% per il vincitore.
Il match è iniziato all'insegna del massimo equilibrio, 5 patte consecutive ma combattute e interessanti anche sotto l'aspetto teorico. In questa fase lo sfidante è parso del tutto all'altezza del compito. Molto preparato sulle aperture e molto solido nel mediogioco, ha creato non poche difficoltà al campione del mondo, incapace di aprire una breccia. Anzi il sacrificio di pedone nella seconda partita, finalizzato a ottenere l'iniziativa, portava il norvegese vicino alla sconfitta.
La svolta del match è stata la sesta partita. Una estenuante, memorabile maratona di 136 mosse, la partita più lunga nella storia dei campionati del mondo. Nell'avvicinarsi alla 40sima, cioè alla scadenza delle prime due ore, non essendo previsto l'incremento di 30 secondi, ambedue i giocatori, specie Carlsen, hanno commesso delle imprecisioni, non sfruttate dall'avversario. Alla fine si è determinato un finale di Re, Torre, Cavallo e due pedoni uniti per il Bianco (Carlsen), contro Re e Donna. Un finale certamente vantaggioso per il Bianco - l'unico a poter giocare per vincere, mentre il Nero deve difendersi e soffrire - ma a gioco corretto patto.
Si trattava infatti di un finale di 7 pezzi e per tutti i finali con un massimo di 7 pezzi sulla scacchiera oggi disponiamo di database esaustivi. Sono le cosiddette tablebases, che contengono tutte le posizioni legali di matto o di patta per stallo che con i pezzi in oggetto si possono determinare sulla scacchiera. A partire da ciascuna di queste posizioni il computer effettua un'analisi retrograda fino a ritornare, se possibile, proprio alla posizione del finale oggetto di studio. Di conseguenza si può stabilire con certezza matematica se un dato finale è vinto (cioè conduce forzatamente al matto) per uno dei due colori oppure è patto, e stabilire, mossa per mossa, la migliore di ciascun giocatore per raggiungere la vittoria o la patta. In altri termini, un computer che ha in memoria le tablebases dei finali fino a 7 pezzi (ottimizzate occupano 18,4 terabytes) è in grado di giocare questi finali come Dio!
Ritornando alla drammatica sesta partita, Nepo commetteva diverse imprecisioni, dovute alla stanchezza e alla tensione nervosa, ma alla 130sima mossa del Bianco il finale era ancora patto secondo le tablebases. L'errore decisivo di Nepo arrivava solo alla sua 130sima mossa, dopo quasi 8 ore di gioco! Errore prontamente punito dal campione del mondo che avanzava un pedone sulla sesta traversa verso la promozione, speculando su un attacco doppio di Cavallo a Re e Donna nera se questa l'avesse catturato. Da questa dolorosa sconfitta Nepo non si è più ripreso, nel seguito il match non ha avuto storia. A riprova di quanto sia importante il fattore psicologico negli Scacchi, come accennavo nel post precedente. Carlsen si è limitato a giocare in modo solido e Nepo ha perso altre tre partite con altrettanti errori che possiamo definire madornali per giocatori di questo livello. E il norvegese si è aggiudicato il match con tre partite di anticipo. La freddezza e la solidità di Carlsen lo hanno premiato, il suo regno sul trono di Caissa (la dea degli Scacchi), iniziato nel 2013, continua.
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