SOLITA RIFORMA

E venitemi a  dire  che  questo  governo  non  è di destra  poi... al  solita  si premia   chi  più  ha  a  scapito  di  chi meno  ha.

«Le persone con un reddito di 20mila euro cosa se ne fanno di 50 euro in più? E allo stesso modo che senso ha dare 300 euro a chi arriva a 80mila euro l’anno? Non è una cifra che cambia la vita. Se io do 4-500 euro a chi prende 10mila euro invece lo aiuto davvero.Tuttavia, questa riforma sbagliata dà 10 euro a chi ne prende 10mila e 900 sopra i 60mila.A me non sembra normale,non è corretta una manovra che non si preoccupa di chi sta peggio. Neanche sotto tortura direi mai che una cosa così funziona».
Maurizio Landini Segretario Generale Nazionale CGIL

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21 messaggi in questa discussione

Pochi ricchi  prevalgono   su  tanti  poveri ,  non  è la  falstax ma  ci  va  vicina

Modificato da barbablu16
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Riformaccia assurda e vergognosa del governo dei PEGGIORI. Vale lo stesso discorso che feci per la riformaccia Cartabia: se l'avesse fatta Berlusconi ai suoi tempi, i giornaloni (sedicenti) di sinistra, a partire da Repubblica, avrebbero sparato per mesi titolo di fuoco contro il premier e il governo. Ma una riformaccia fiscale del genere oggi è vieppiù odiosa, inopportuna, dannosa, stante la crisi pandemica che ha penalizzato assai più i ceti bassi che quelli alti. Anzi qualcuno in alto ci ha pure guadagnato. E con Draghi ha arrotondato. Ieri sera Lilli Gruber apriva il suo programma con un:

"Il presidente Draghi si è innervosito...".

Intendeva dire per lo sciopero generale proclamato dalla CGIL. Innervosito??! Mariolino ringrazi il Cielo se il popolo non circonda palazzo Chigi coi forconi! E ringrazi soprattutto i turiferari e i lekkini dei media che, sotto dettatura dei poteri forti, lo descrivono ogni giorno quasi come un supereroe e la danno a bere alle masse. E invece a mio avviso ha già largamente dimostrato di essere un premier INCAPACE. Basta pensare che non è riuscito nemmeno a firmare un decreto per sciogliere Forza Nuova dopo i noti e incredibili fatti di Roma. Due mesi fa disse che ci stava riflettendo. Bene, ora almeno potrebbe dirci se ha finito di riflettere e di prendere in giro l'Italia antifascista. Prima di diventare un banchiere era un economista ma, a quanto pare, conosce o ricorda poco la materia. Perché non bisogna avere studiato Keynes, basta avere studiato Aristotele, cioè la logica, per capire che, specie in tempi difficili, tagliare le tasse ai ricchi non aiuta affatto l'economia, non genera crescita e non combatte la disoccupazione. L'ultima a metterlo nero su bianco è la prestigiosissima London School of Economics, che boccerebbe senza appello la riformaccia invereconda dell'ex banchiere.

https://www.change.org/p/berlusconi-al-quirinale-no-grazie-174002e6-ef40-41cd-a968-8d385fb1ee52

L'economia la si aiuta investendo sul lavoro (anche con lo Stato imprenditore, come insegnano gli anni del boom e Mariana Mazzuccato, consulente economica di Conte, altro che privatizzazioni!), tagliando le tasse alle fasce basse di reddito e  incrementandole a quelle alte, anche con salate patrimoniali sui grandi patrimoni, come si appresta a fare l'amministrazione Biden ed esattamente al contrario di quanto sta facendo questo governaccio; reprimendo con una giustizia inflessibile l'evasione fiscale e la corruzione (altro che Cartabia!), formando e sussidiando i poveri che cercano lavoro ma che non lo trovano. Paradossalmente è più a sinistra la proposta della Meloni che, se ho ben capito, propone di tagliare le tasse alle imprese che hanno un basso rapporto fatturato/dipendenti e viceversa. In questo caso verrebbero giustamente torchiate aziende come Ferrari (977.928 euro/dip.) e Mediaset (587.018 euro/dip.) e premiate aziende come Rai (205.798 euro/dip.) e Poste Italiane (85.428 euro/dip.). I dati sono del 2019. Per inciso, il basso rapporto fatturato/dipendenti non impedisce a Rai e Poste Italiane di realizzare utili netti. 

Modificato da fosforo311

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La petizione del noto giornale-spazzatura fa riferimento a questo studio

https://eprints.lse.ac.uk/107919/1/Hope_economic_consequences_of_major_tax_cuts_published.pdf

Lo studio prende in considerazione

effective tax rate on top 1% wage earners

Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 deve dire quale norma contenuta nella finanziaria 2022, o nella proposta di riforma fiscale, riduce l'aliquota effettiva di imposizione fiscale ai contribuenti che percepiscono l'1% dei redditi più alti.

Dati alla mano

https://www1.finanze.gov.it/finanze3/analisi_stat/index.php?search_class[0]=cCLRED740&opendata=yes&***=ok

stiamo parlando di coloro che nel 2019 hanno avuto redditi superiori a 100.000 euro.

Se il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 fallirà in questo semplice compito concluderemo che il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 ha inventato l'ennesima balla galattica e pertanto ha URGENTE bisogno di uno psichiatra serio.

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Il 8/12/2021 in 21:52 , fosforo311 ha scritto:

 

…..L'economia la si aiuta investendo sul lavoro (anche con lo Stato imprenditore, come insegnano gli anni del boom e Mariana Mazzuccato, consulente economica di Conte, altro che privatizzazioni!), tagliando le tasse alle fasce basse di reddito e  incrementandole a quelle alte, anche con salate patrimoniali sui grandi patrimoni, come si appresta a fare l'amministrazione Biden ed esattamente al contrario di quanto sta facendo questo governaccio…

Ohhhhh , finalmente abbiamo scoperto da dove , il Cazzaro di Napoli , si abbevera , sui temi prettamente economici. Da tale Mariana Mazzucato  . Questa tizia , nata da genitori italiani , ha abitato da sempre in USA . E’ giunta in Italia rispondendo alla chiamata dei 5 stelle , che , sapendola simpatizzante del Movimento per un verso , e sapendo pure che Giuseppi Conte , in economia non capisce una cippa lippa , la nominano consigliera economica del Dono della Divina Provvidenza . Di questa illustre “esperta”  in economia ne sappiamo meno che poco , anche se parecchie voci provenienti dai caminetti romani ci informano che non di rado era la Mariana che vergava gli appunti a Giuseppi quando quest’ultimo , in qualche incontro istituzionale , almeno un po’ , di economia , doveva dire qualche parola e qualche numero . Tutti gli altri non ricordano nessuna presa di posizione della Mariana . Eccetto una : quella che fece ridere il mondo accademico ed economico quando rilascio’ la sua unica intervista alla stampa italiana incorrendo in uno strafalcione che magari sarebbe passato in silenzio alla Barber Shop University di Caianello ma che , per esempio , alla facoltà economica dell’Unuversita’ di Pisa , la avrebbero rimandata di filato alle scuole primarie :

L’esperta inesperta di ConteIl conflitto di interessi a sua insaputa dell’economista Mariana Mazzucato

Su Il Sole 24 Ore, la professoressa designata a febbraio come consulente economico del governo spiega che lo Stato dovrebbe trasformarsi da “assistenzialista” a “catalizzatore”, non sapendo che è vietato dalla legge

Hummingbird

È opportuno che il premier Giuseppe Conte sia consigliato, su aree di policy cruciali per il paese, da persone che hanno un interesse, specifico e dimostrabile, negli ambiti nei quali offrono le proprie consulenze? Ecco lo strano caso di Mariana Mazzucato (la professoressa ed economista designata a febbraio come consulente economico dal presidente del Consiglio ndr).

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Pensa un po’, ora perfino i diritti sono diventati “irresponsabili”. Com’era immaginabile lo sciopero proclamato dai sindacati viene vissuto con atteggiamento passivo aggressivo dalla compagine draghiana, il reato di lesa maestà questa volta si consuma su piazza e per la prima volta da quando si è insediato il “taumaturgo” il governo e i partiti si rendono conto della funzione dei sindacati, del diritto al dissenso e dell’inevitabile fallibilità di alcune loro proposte.

Che il governo dei migliori avrebbe innescato un pericoloso percorso di normalizzazione e di uniformità obbligata era evidente fin dall’osservazione della sua composizione: un’unità nazionale di fatto (Fratelli d’Italia rimane all’opposizione ma è una costola della maggioranza di centro destra e quindi fa poco più di qualche comunicato stizzito per segnare il territorio) cela l’insidia di un assopimento del contraddittorio ma il Paese reale, qui fuori, continua ad avere esigenze diverse perché disuguali sono le condizioni e gli interventi annunciati.

Non se ne fanno una ragione, i partiti, che la funzione dei sindacati non sia quella di spalleggiare la loro azione.

Il livello di inadeguatezza alla gestione del dissenso è evidente scorrendo le reazioni: c’è chi dice che uno sciopero a dicembre rischia di rovinare il morbido clima natalizio, chi la butta sulla pandemia che dovrebbe vederci tutti accontentati del solo fatto di essere ancora vivi, chi invoca un senso di responsabilità e di unità (solo perché non ha il coraggio rivendicare il dovere di essere sempre d’accordo con il potere), chi si cava gli occhi perché oddio lo sciopero potrebbe scalfire la ripresa (senza rendersi conto che il tema dello sciopero è proprio sulla distribuzione della ripresa) e chi come l’insuperabile direttore de Il Foglio Claudio Cerasa si lamenta che i ragazzi perderanno ulteriori giorni di scuola per quegli sporchi brutti e cattivi dei sindacati.

La vacuità delle reazioni ci dice fortissimamente quanto sia sempre in voga la delegittimazione delle rivendicazioni sindacali e quanto alcuni sognino la “fine della lotta di classe” mica come il risultato di un percorso di concertazione ma come supina acquiescenza dei poveri che devono rimanere poveri senza rompere troppo i ***.

La politica e la rivendicazione dei diritti sono da sempre una gestione di conflitti previsti dalla Costituzione e regolati dalle leggi.

Chi ha pensato che l’avvento di una figura taumaturgica come Draghi (che ha goduto di un favore di stampa enorme in questi primi mesi alla presidenza del Consiglio) potesse sopire qualsiasi organizzazione del dissenso ha un’interpretazione della politica miope e pericolosa. Il lavoro di demolizione dei sindacati e del diritto dello sciopero è solo l’ennesimo ingrediente di una pozione insidiosa che comprende la povertà dipinta come colpa, la disoccupazione intesa come fallimento, la scarsità dei salari come ineluttabile caratteristica della competitività e la pace sociale come resa di una delle parti.

In questo livellamento conservatore spicca in positivo Francesco Boccia, responsabile degli Enti locali del PD, che ragionevolmente fa notare che «la politica non dovrebbe chiedersi perché due sindacati scioperano ma cosa possiamo ancora fare tutti insieme. Bisogna riannodare il filo del dialogo». Combattere lo sciopero senza rispondere nel merito alle sue motivazioni e senza cercare di evitarlo non è un atteggiamento da “responsabili” che vogliono apparire “superiori” ma è una debolezza politica di chi crede che il ruolo di governo si riduca a quello di un consiglio di amministrazione. Definire “eversivo” uno sciopero significa, nei fatti, contribuire a un grave arretramento della democrazia di un Paese e significa confessare un’inadeguatezza che non ha niente a che vedere con l’etichetta dei “migliori”.

Il dato più inquietante è proprio questa guerra tra galli dove scompaiono i veri temi. Alla gente non interessa se sia più scollata dalla realtà la politica o il mondo sindacale (e forse potrebbero essere vere entrambe le ipotesi), interessa sapere come verranno distribuiti i soldi e perché in questi anni sono stati dati quasi 180 miliardi alle imprese con ben poca ricaduta sui lavoratori. Di questo si dovrebbe scrivere e parlare. Il presunto reato di sciopero, invece, è una fisima antica ben più eversiva dello sciopero stesso.

(il mio pezzo per Notizie.it)

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7 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

La petizione del noto giornale-spazzatura fa riferimento a questo studio

https://eprints.lse.ac.uk/107919/1/Hope_economic_consequences_of_major_tax_cuts_published.pdf

Lo studio prende in considerazione

effective tax rate on top 1% wage earners

L'indicatore che hai citato è solo uno dei sette considerati nello studio della LSE (elencati in tab. A1). Nel testo si parla genericamente di tagli delle tasse ai "ricchi" e di riduzioni della progressività tributaria. E si conclude che queste misure incrementano in modo chiaro e sostanziale la disuguaglianza economica, misurata come la percentuale del reddito nazionale prima delle tasse che va all'1% più ricco; mentre non hanno effetti significativi sulla crescita e sull'occupazione. La prima conclusione mi pare abbastanza ovvia. Non è certo un caso che negli ultimi decenni in diversi paesi occidentali sia diminuita la progressività tributaria e sia aumentata la disuguaglianza. Sulle altre due questioni, come viene ricordato nello stesso studio in oggetto, il dibattito rimane aperto tra gli economisti. Per es. Thomas Piketty ritiene che la progressività della tassazione abbia effetti positivi sulla produttività e sulla crescita. E io concordo.

https://www.fiscoequo.it/thomas-piketty-la-tassazione-progressiva-stimola-laumento-della-produttivita/

Di certo la riformaccia Draghi attenua l'applicazione del principio costituzionale di progressività e lo fa nel momento più sbagliato.

Ma se proprio vuoi limitarti a parlare dell'1% più ricco, allora mi inviti a nozze. La proposta Letta sulla tassa di successione per i grandi patrimoni riguardava per l'appunto questa fascia.

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEkuGiK

E Draghi la liquidò dicendo che questo non è il momento di prelevare soldi dalle tasche degli italiani ma di metterceli. Ne deduciamo che secondo lui durante una crisi pandemica lo Stato dovrebbe regalare soldi perfino ai paperoni.

Esigo una donna capo dello Stato, eppure a volte penso che la sfinge di palazzo Chigi farebbe bene a traslocare al Quirinale. Il lavoro del premier è palesemente troppo impegnativo per lui e dal Colle farebbe di sicuro meno danni. 

Modificato da fosforo311

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7 ore fa, fosforo311 ha scritto:

L'indicatore che hai citato è solo uno dei sette considerati nello studio della LSE (elencati in tab. A1). Nel testo si parla genericamente di tagli delle tasse ai "ricchi" e di riduzioni della progressività tributaria. E si conclude che queste misure incrementano in modo chiaro e sostanziale la disuguaglianza economica, misurata come la percentuale del reddito nazionale prima delle tasse che va all'1% più ricco; mentre non hanno effetti significativi sulla crescita e sull'occupazione. La prima conclusione mi pare abbastanza ovvia. Non è certo un caso che negli ultimi decenni in diversi paesi occidentali sia diminuita la progressività tributaria e sia aumentata la disuguaglianza. Sulle altre due questioni, come viene ricordato nello stesso studio in oggetto, il dibattito rimane aperto tra gli economisti. Per es. Thomas Piketty ritiene che la progressività della tassazione abbia effetti positivi sulla produttività e sulla crescita. E io concordo.

https://www.fiscoequo.it/thomas-piketty-la-tassazione-progressiva-stimola-laumento-della-produttivita/

Di certo la riformaccia Draghi attenua l'applicazione del principio costituzionale di progressività e lo fa nel momento più sbagliato.

Ma se proprio vuoi limitarti a parlare dell'1% più ricco, allora mi inviti a nozze. La proposta Letta sulla tassa di successione per i grandi patrimoni riguardava per l'appunto questa fascia.

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEkuGiK

E Draghi la liquidò dicendo che questo non è il momento di prelevare soldi dalle tasche degli italiani ma di metterceli. Ne deduciamo che secondo lui durante una crisi pandemica lo Stato dovrebbe regalare soldi perfino ai paperoni.

Esigo una donna capo dello Stato, eppure a volte penso che la sfinge di palazzo Chigi farebbe bene a traslocare al Quirinale. Il lavoro del premier è palesemente troppo impegnativo per lui e dal Colle farebbe di sicuro meno danni. 

Come sempre dimostri quanto sia più che giusta la convinzione del forum che ti considera un enorme Cazzaro ed un immenso Panzanaro . Ora ti mando le linee guida della Finanziaria del 2022 e te non dovrai fare altro che indicare i punti dai quali si evince che i “cosiddetti ricchi” avrebbero avuto un “considerevole “ taglio di tasse e che, nel contempo , con questo provvedimento , si incrementano sostanzialmente le distanze tra “ricchi” e poveri . Sempre che tu definisca “ricchi “ contribuenti che hanno stipendi di 2.500 circa al mese e che rappresentano la platea più vasta dei beneficiari che , un tempo , veniva definita Ceto Medio. 

TALIA

Taglio tasse, caro bollette, sanità: tutti i numeri della manovra 2022

 

 
 
 
 
 
 
 
 

Le urne e i segnali dell’effetto Draghi

Il Governo ha fatto scattare il semaforo verde per il Dpb, il Documento programmatico di bilancio (Dpb). Il documento disegna la cornice della manovra, che sarà approvata dall’esecutivo nei prossimi giorni

19 ottobre 2021
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reading-time.svg3' di lettura

Il Governo ha fatto scattare il semaforo verde per il Dpb, il Documento programmatico di bilancio (Dpb) che disegna la cornice della manovra, che sarà approvata dall’esecutivo nei prossimi giorni e dovrebbe essere di almeno 23 miliardi. Il documento, che dovrebbe essere inviato alla Commissione europea entro il 15 ottobre di ciascun anno è stato inviato a Bruxelles nella notte tra martedì e mercoledì dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio dei ministri.

Nel Dpb i Paesi dell'area dell'euro illustrano all'Europa in forma sintetica (con tabelle) e standardizzata il proprio progetto di bilancio per l'anno successivo. Il documento prende come riferimento il quadro programmatico definito nella Nadef (la Nota di aggiornamento al Documento di economia finanza 2021) e quantifica le misure inserite nella manovra di bilancio. Ecco alcuni numeri che caratterizzeranno la manovra 2022.

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Nove miliardi per il taglio delle tasse

La scelta di ridurre il cuneo fiscale è quella che raccoglie un consenso trasversale, e su cui praticamente tutti i partiti spingono. Per la riduzione della pressione fiscale saranno a disposizione nove miliardi (sette verranno stanziati, e ad essi si sommeranno i due già presenti nei tendenziali; si veda anche Il Sole 24 Ore del 20 ottobre)). L’obiettivo sarà quello di favorire il ceto medio, soprattutto chi rientra nel terzo scaglione Irpef. Nove miliardi sul tavolo significa tre in più dell’ultimo intervento strutturale che ha potenziato il bonus Irpef, portandolo da 80 a 100 euro, e ampliato la platea fino ai 40mila euro di reddito. Questa volta ci si dovrebbe concentrare sul famoso terzo scaglione, i contribuenti che arrivano a fino a 55mila euro di reddito e scontano attualmente un’aliquota del 38%. Il nuovo schema per ridurre il carico fiscale ancora non è stato stabilito ma l’intenzione sarebbe quella di appostare le risorse in legge di Bilancio e scrivere contemporaneamente anche le norme, mentre in passato si è preferito istituire in manovra fondi ad hoc e poi attuare le misure con provvedimenti successivi. L’obiettivo sarebbe però quello di far scattare le novità già da gennaio, o comunque il prima possibile, quindi il dettaglio andrebbe scritto direttamente nell’articolato della manovra, anche se non sarà facile trovare non solo la sintesi politica ma anche il meccanismo tecnico per abbattere il prelievo fiscale.

Fondo di un miliardo contro il caro bollette

Un fondo di un miliardo di euro contro il rincaro delle bollette, legato a doppio filo con i costi della transizione. A quanto si è appreso a Cdm in corso, un fondo ad hoc per contrastare i rincari sarebbe stato previsto dal governo in legge di bilancio. Il fondo verrà utilizzato con un decreto da realizzare entro fine anno per contrastare i rincari. Il comunicato pubblicato da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al Dpb non fa tuttavia menzione della misura.

Circa un miliardo in più al Reddito, nel 2022 8,8 miliardi

Con la legge di Bilancio dovrebbe arrivare un finanziamento aggiuntivo per il Reddito di cittadinanza da circa 1 miliardo per il 2022. È quanto si è appreso da diverse fonti di governo, mentre era in corso il Consiglio dei ministri che avrebbe approvato il Dpb. In totale, tra stanziamento già previsto a regime e nuovi fondi, per il beneficio dovrebbero essere così a disposizione circa 8,8 miliardi, la stessa cifra di quest'anno, quando i fondi sono stati a più riprese aumentati per fare fronte al maggior tiraggio della misura causa pandemia.

Quattro miliardi per le imprese

Sono quattro i miliardi che saranno attribuiti alle imprese con interventi che vanno da una nuova tornata di sconti fiscali, fino alla rimodulazione di Impresa 4.0. Va detto che tra i provvedimenti emersi dal Consiglio dei ministri c’è pure il rinvio di un altro anno di Sugar e Plastic Tax, due misure fortemente criticate dal mondo produttivo.

Due miliardi in più alla sanità

Il Fondo sanitario nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. In totale, la dotazione al settore sanitario dovrebbe ammontare a 4 miliardi e comprendere il finanziamento di 12mila borse di studio in più destinate a specializzandi e 2 miliardi destinati al piano anti-covid.

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10 ore fa, barbablu16 ha scritto:

Pensa un po’, ora perfino i diritti sono diventati “irresponsabili”. Com’era immaginabile lo sciopero proclamato dai sindacati viene vissuto con atteggiamento passivo aggressivo dalla compagine draghiana, il reato di lesa maestà questa volta si consuma su piazza e per la prima volta da quando si è insediato il “taumaturgo” il governo e i partiti si rendono conto della funzione dei sindacati, del diritto al dissenso e dell’inevitabile fallibilità di alcune loro proposte.

Che il governo dei migliori avrebbe innescato un pericoloso percorso di normalizzazione e di uniformità obbligata era evidente fin dall’osservazione della sua composizione: un’unità nazionale di fatto (Fratelli d’Italia rimane all’opposizione ma è una costola della maggioranza di centro destra e quindi fa poco più di qualche comunicato stizzito per segnare il territorio) cela l’insidia di un assopimento del contraddittorio ma il Paese reale, qui fuori, continua ad avere esigenze diverse perché disuguali sono le condizioni e gli interventi annunciati.

Non se ne fanno una ragione, i partiti, che la funzione dei sindacati non sia quella di spalleggiare la loro azione.

Il livello di inadeguatezza alla gestione del dissenso è evidente scorrendo le reazioni: c’è chi dice che uno sciopero a dicembre rischia di rovinare il morbido clima natalizio, chi la butta sulla pandemia che dovrebbe vederci tutti accontentati del solo fatto di essere ancora vivi, chi invoca un senso di responsabilità e di unità (solo perché non ha il coraggio rivendicare il dovere di essere sempre d’accordo con il potere), chi si cava gli occhi perché oddio lo sciopero potrebbe scalfire la ripresa (senza rendersi conto che il tema dello sciopero è proprio sulla distribuzione della ripresa) e chi come l’insuperabile direttore de Il Foglio Claudio Cerasa si lamenta che i ragazzi perderanno ulteriori giorni di scuola per quegli sporchi brutti e cattivi dei sindacati.

La vacuità delle reazioni ci dice fortissimamente quanto sia sempre in voga la delegittimazione delle rivendicazioni sindacali e quanto alcuni sognino la “fine della lotta di classe” mica come il risultato di un percorso di concertazione ma come supina acquiescenza dei poveri che devono rimanere poveri senza rompere troppo i ***.

La politica e la rivendicazione dei diritti sono da sempre una gestione di conflitti previsti dalla Costituzione e regolati dalle leggi.

Chi ha pensato che l’avvento di una figura taumaturgica come Draghi (che ha goduto di un favore di stampa enorme in questi primi mesi alla presidenza del Consiglio) potesse sopire qualsiasi organizzazione del dissenso ha un’interpretazione della politica miope e pericolosa. Il lavoro di demolizione dei sindacati e del diritto dello sciopero è solo l’ennesimo ingrediente di una pozione insidiosa che comprende la povertà dipinta come colpa, la disoccupazione intesa come fallimento, la scarsità dei salari come ineluttabile caratteristica della competitività e la pace sociale come resa di una delle parti.

In questo livellamento conservatore spicca in positivo Francesco Boccia, responsabile degli Enti locali del PD, che ragionevolmente fa notare che «la politica non dovrebbe chiedersi perché due sindacati scioperano ma cosa possiamo ancora fare tutti insieme. Bisogna riannodare il filo del dialogo». Combattere lo sciopero senza rispondere nel merito alle sue motivazioni e senza cercare di evitarlo non è un atteggiamento da “responsabili” che vogliono apparire “superiori” ma è una debolezza politica di chi crede che il ruolo di governo si riduca a quello di un consiglio di amministrazione. Definire “eversivo” uno sciopero significa, nei fatti, contribuire a un grave arretramento della democrazia di un Paese e significa confessare un’inadeguatezza che non ha niente a che vedere con l’etichetta dei “migliori”.

Il dato più inquietante è proprio questa guerra tra galli dove scompaiono i veri temi. Alla gente non interessa se sia più scollata dalla realtà la politica o il mondo sindacale (e forse potrebbero essere vere entrambe le ipotesi), interessa sapere come verranno distribuiti i soldi e perché in questi anni sono stati dati quasi 180 miliardi alle imprese con ben poca ricaduta sui lavoratori. Di questo si dovrebbe scrivere e parlare. Il presunto reato di sciopero, invece, è una fisima antica ben più eversiva dello sciopero stesso.

(il mio pezzo per Notizie.it)

Non so se la tua dimenticanza di non pubblicare il nome dell’articolista sia stata voluta o meno , fatto sta che chi ha scritto il pezzo e’ un tale , Guido Cavalli,  che tutto e’ fuori che un serio commentatore indipendente . Insomma , qualcuno che “ raccoglie “ i pezzi da ambo le parti , le pesa , le centellina ed infine trae le conclusioni . Eh , no !!  Sto Guido e’ un attore ( sissignori , uno che fa i film e le commedie ) che , di tanto in tanto , si diletta a Scrivere qualche articolo sui giornaletti on line. Così ha fatto anche ora e non c’era dubbio alcuno che la sua strenua difesa verso i Sindacati che hanno  proclamato il fantozziano e patetico sciopero generale del 16 c.m., non si fosse incanalata su quella falsariga . Dico “ sciopero fantozziano e patetico “ perché non si capisce bene il perché e per cosa viene indetto . Non lo sa nemmeno chi lo ha proclamato ma qua e’ un altro discorso . Si capisce però bene chi sia colui a cui e’ indirizzato e che chiamasi  Mario Draghi . Si capisce bene pure la parola d’ordine che lo racchiude : fare leva sui ricchi che affamano i poveri fa sempre una certa presa sugli storioni di vecchia e nuova generazione . Devono piangere pure loro a partire da 2500 euro al mese visto che in Italia c’è gente che prende 700 euro di pensione , tse !! Un po’ di lotta di classe non si nega a nessuno , vuoi mettere il successo . Comunque tornando a Guido , concludendo , dovrà pure stabilire a quale gruppo della sx appartiene : in 11 anni e’ passato dall’IDV di Di Pietro , a Rivoluzione Civile di Ingroia , a SEL ed ora a Possibile di Civati . Insomma , uno che ha stampato sul corpo le stimmate della sconfitta perenne della sx . Mi sembra di notare qualche somiglianza con qualcuno…!! 

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Stupida gallina pisana, ci faccia vedere la sua monolaurea, almeno capiremo perché è così stupida da definire fantozziano uno sciopero.

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3 ore fa, mark222220 ha scritto:

Non so se la tua dimenticanza di non pubblicare il nome dell’articolista sia stata voluta o meno , fatto sta che chi ha scritto il pezzo e’ un tale , Guido Cavalli,  che tutto e’ fuori che un serio commentatore indipendente . Insomma , qualcuno che “ raccoglie “ i pezzi da ambo le parti , le pesa , le centellina ed infine trae le conclusioni . Eh , no !!  Sto Guido e’ un attore ( sissignori , uno che fa i film e le commedie ) che , di tanto in tanto , si diletta a Scrivere qualche articolo sui giornaletti on line. Così ha fatto anche ora e non c’era dubbio alcuno che la sua strenua difesa verso i Sindacati che hanno  proclamato il fantozziano e patetico sciopero generale del 16 c.m., non si fosse incanalata su quella falsariga . Dico “ sciopero fantozziano e patetico “ perché non si capisce bene il perché e per cosa viene indetto . Non lo sa nemmeno chi lo ha proclamato ma qua e’ un altro discorso . Si capisce però bene chi sia colui a cui e’ indirizzato e che chiamasi  Mario Draghi . Si capisce bene pure la parola d’ordine che lo racchiude : fare leva sui ricchi che affamano i poveri fa sempre una certa presa sugli storioni di vecchia e nuova generazione . Devono piangere pure loro a partire da 2500 euro al mese visto che in Italia c’è gente che prende 700 euro di pensione , tse !! Un po’ di lotta di classe non si nega a nessuno , vuoi mettere il successo . Comunque tornando a Guido , concludendo , dovrà pure stabilire a quale gruppo della sx appartiene : in 11 anni e’ passato dall’IDV di Di Pietro , a Rivoluzione Civile di Ingroia , a SEL ed ora a Possibile di Civati . Insomma , uno che ha stampato sul corpo le stimmate della sconfitta perenne della sx . Mi sembra di notare qualche somiglianza con qualcuno…!! 

Comunque  io dico  che  non si  può  condannare  ne  i sindacati ne  lo sciopero tu pensala  come   vuoi, ormai  tu stai  a  destra   con  i fascio...poi  non  nascondo  proprio  nulla  perché  basta  cliccare  sul testo e    appare  l'autore  e  che  evidente se  ho postato  il testo  vuol dire  che  ne  condivido  in toto  quanto  scritto. Se  poi a  te  da  fastidio oggi  quello che  scrive  a  me  poco  importa e se  scrive delle  putt...anate sono  il primo a  non  condividerle, pensa  un  pò, mentre  tu  difendi pure  l'indifendibile a  priori senza se  e senza  ma.

P.S. Se  mi spieghi  quali vantaggi  traggono  i poveri  in  questa  riforma...in specie  quelli  non capienti  o addirittura  non abbienti.

 

Modificato da barbablu16

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5 minuti fa, barbablu16 ha scritto:

 

 

P.S. Se  mi spieghi  quali vantaggi  traggono  i poveri  in  questa  riforma...in specie  quelli  non capienti  o addirittura  non abbienti.  Forse  togliendo  i RdC  che  purtroppo voleva   sostituire  il REI ma   che  lo ha fatto malamente.

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55 minuti fa, barbablu16 ha scritto:

P.S. Se  mi spieghi  quali vantaggi  traggono  i poveri  in  questa  riforma...in specie  quelli  non capienti  o addirittura  non abbienti.  Forse  togliendo  i RdC  che  purtroppo voleva   sostituire  il REI ma   che  lo ha fatto malamente.

Te lo spiego quando mi spiegherai come si fa a dare un beneficio fiscale a chi , di tasse , non paga nemmeno un euro (1). 

Modificato da mark222220

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56 minuti fa, barbablu16 ha scritto:

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "adnkronos AUMENTO BOLLETTE, SALTA CONTRIBUTO SOLIDARIET DA PARTE DEI REDDITI SOPRA 75MILA EURO Braccio di ferro in Cdm, contrari Lega, ⅣV IeFI e Questa è la destra PROSSIMA"

L'unico errore è la disposizione dei tre personaggetti. Il maestro resta il pregiudicato, che quindi va messo al centro. I due inquisiti sono solo, come dice Scanzi, allievi ripetenti. E sono ormai pressoché indistinguibili. Se voteranno lo stesso candidato al Colle, diventeranno sovrapponibili, intercambiabili, equivalenti. 

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2 ore fa, mark222220 ha scritto:

Te lo spiego quando mi spiegherai come si fa a dare un beneficio fiscale a chi , di tasse , non paga nemmeno un euro (1). 

certo  in specie  se  ad  averne  maggior beneficio  sono quelli  che  di reddito  sono altissimi.  Poi  cosa  dovrei  spiegare di cose   note  anzi  arcinote e  non  sono  io a  dover  trovare  le  soluzioni. Anche  se  sarebbe  semplice  una  legge   che  aumenta  quei  redditi ad  esempio come  ad  esempio  quella  degli  80 € fatta si da  Renzi  ma   con  il  PD altrimenti   cosa  avrebbe   fatto  altrimenti ovvero  non  è  il merito  suo  ma  di tutto  il PD,  come   da  sempre  ho  considerato un  errore  gravissimo di tutto il PD a  seguito del provvedimento  di Renzi sull' art. 18 e da  quello  il  conseguente  calo  di voti appunto al  PD.

Modificato da barbablu16

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Bisogna essere coerenti e cercare di capire senza lasciarsi andare a reazioni di pancia . Perché fare come vuole Landini , significa fare come voleva fare Salvini con la flat tax al 15%. E , come e’ mio costume, non lancio parole d’ordine ma spiego pure il perche’ : L’unica motivazione addotta per contestare la riforma Irpef è che i vantaggi in termini assoluti non sono, come secondo qualcuno dovrebbero essere, decrescenti col reddito: vale a dire, non sono , ad esempio , 500 euro al mese per i “poveri”, 300 per i “medi”, etc etc . A) i 18 milioni di contribuenti nel primo scaglione pagano, in media, 12 euro di Irpef al mese. I 32 milioni di contribuenti nei primi due scaglioni pagano, sempre in media, 98 euro al mese. È difficile quindi dar loro grandi vantaggi in valore assoluto, semplicemente perché non c’è il margine sufficiente. B) il modo corretto di misurare i vantaggi non è quello di guardare i valori assoluti, ma in rapporto o a quante tasse già si pagano (per evitare il problema di cui al punto precedente) o in rapporto al reddito complessivo (così come si fa per le grandezze di finanza pubblica: il rapporto deficit/Pil, il debito/Pil). Landini e la CGIL dicono che non è vero. Dicono  che l’unico sistema fiscale giusto è quello che guarda ai valori assoluti, cioè agli importi in euro. Solo che nel dire questo significa dire la stessa identica cosa che diceva Salvini con la Flat Tax al 15% per tutti . Ricchi e poveri !! Ed allora Immaginiamo ci sia una flat tax al 15%. Chi ha un reddito imponibile di 10.000 paga  1.500 euro. Chi ha un reddito imponibile di 50.000, paga 7.500 euro. Chi ha un reddito imponibile di 100.000, paga 15.000 euro. Se contassero i valori assoluti, questo sistema sarebbe perfettamente giustificabile secondo i sindacati: i “ricchi” pagano più dei “medi”, i quali pagano più dei “poveri”. Ma per contestare l’idea della flat tax si è sempre , giustamente ,  ricordato che a dover  aumentare (al crescere del reddito) non è il prelievo in valore assoluto bensì la percentuale di reddito prelevata. Ad esempio, 15% per i “poveri”, 25% per i “medi”, e così via. Questa è la motivazione che tutti (in primis i sindacati) hanno sempre giustamente usato per dire che un sistema ad aliquota unica (senza deduzioni fisse) viola il criterio di progressività: contano le percentuali, e non i valori assoluti. Ora che si tratta di contestare la riforma Irpef del governo Draghi, invece, le percentuali evidentemente non contano più un caz.z.o e bisogna guardare i valori assoluti. Senza comprendere che così si giustifica la versione più estremista della “flat tax”, il nemico di sempre. Ed invece si tratta soltanto dello stesso sistema di pesca . Cambia solo e soltanto lo specchio d’acqua di dove si svolge la pesca allo storione . Perché di storioni ce ne sono in abbondanza e vivono in tutte le superfici d’acqua . Quelle un po’ più a dx e quelle un po’ più a sx . 

 

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Lasci perdere i numeri stupida gallina pisana, abbiamo visto che non sa nemmeno usare una calcolatrice.

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Ecco , sono questi i commenti che “impreziosiscono” un forum di politica . Sono questi  commenti che più di qualsiasi altra cosa fanno urlare” vi prego fatemi scendere dal podio “. Inascoltato , purtroppo !! 

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Sarebbe ora che scendesse dal podio e lasciasse il posto ai figli intelligenti della sua genitrice.

Lei al massimo potrebbe stare sul piolo più alto del pollaio, stupidissima gallinella pisana.

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5 ore fa, mark222220 ha scritto:

 

Bisogna essere coerenti e cercare di capire senza lasciarsi andare a reazioni di pancia . Perché fare come vuole Landini , significa fare come voleva fare Salvini con la flat tax al 15%. E , come e’ mio costume, non lancio parole d’ordine ma spiego pure il perche’ : L’unica motivazione addotta per contestare la riforma Irpef è che i vantaggi in termini assoluti non sono, come secondo qualcuno dovrebbero essere, decrescenti col reddito: vale a dire, non sono , ad esempio , 500 euro al mese per i “poveri”, 300 per i “medi”, etc etc . A) i 18 milioni di contribuenti nel primo scaglione pagano, in media, 12 euro di Irpef al mese. I 32 milioni di contribuenti nei primi due scaglioni pagano, sempre in media, 98 euro al mese. È difficile quindi dar loro grandi vantaggi in valore assoluto, semplicemente perché non c’è il margine sufficiente. B) il modo corretto di misurare i vantaggi non è quello di guardare i valori assoluti, ma in rapporto o a quante tasse già si pagano (per evitare il problema di cui al punto precedente) o in rapporto al reddito complessivo (così come si fa per le grandezze di finanza pubblica: il rapporto deficit/Pil, il debito/Pil). Landini e la CGIL dicono che non è vero. Dicono  che l’unico sistema fiscale giusto è quello che guarda ai valori assoluti, cioè agli importi in euro. Solo che nel dire questo significa dire la stessa identica cosa che diceva Salvini con la Flat Tax al 15% per tutti . Ricchi e poveri !! Ed allora Immaginiamo ci sia una flat tax al 15%. Chi ha un reddito imponibile di 10.000 paga  1.500 euro. Chi ha un reddito imponibile di 50.000, paga 7.500 euro. Chi ha un reddito imponibile di 100.000, paga 15.000 euro. Se contassero i valori assoluti, questo sistema sarebbe perfettamente giustificabile secondo i sindacati: i “ricchi” pagano più dei “medi”, i quali pagano più dei “poveri”. Ma per contestare l’idea della flat tax si è sempre , giustamente ,  ricordato che a dover  aumentare (al crescere del reddito) non è il prelievo in valore assoluto bensì la percentuale di reddito prelevata. Ad esempio, 15% per i “poveri”, 25% per i “medi”, e così via. Questa è la motivazione che tutti (in primis i sindacati) hanno sempre giustamente usato per dire che un sistema ad aliquota unica (senza deduzioni fisse) viola il criterio di progressività: contano le percentuali, e non i valori assoluti. Ora che si tratta di contestare la riforma Irpef del governo Draghi, invece, le percentuali evidentemente non contano più un caz.z.o e bisogna guardare i valori assoluti. Senza comprendere che così si giustifica la versione più estremista della “flat tax”, il nemico di sempre. Ed invece si tratta soltanto dello stesso sistema di pesca . Cambia solo e soltanto lo specchio d’acqua di dove si svolge la pesca allo storione . Perché di storioni ce ne sono in abbondanza e vivono in tutte le superfici d’acqua . Quelle un po’ più a dx e quelle un po’ più a sx . 

 

A  me  non risulta  che  Landini  chieda  la  falstax e  nemmeno che appoggi  la  riforma  che  vorrebbe  il capitandeimieistivali  cosa  invece  sembra   nelle  corde  di certi  I.V. e  comunque  le  percentuali  in meno di questa  riforma ingiusta  parlano da  sole il resto  è fuffa.

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