Concorrenza e liberalizzazioni

Il liberista Draghi voleva ovviamente liberalizzare alcuni settori, come quello delle concessioni balneari, blindate da troppi anni per una delle innumerevoli  categorie di privilegiati che nel paese di Pulcinella vivono di inamovibili rendite di posizione. Non ci è riuscito ma continuano a chiamarlo "il migliore". Io non sono un liberista, anzi penso che questo modello economico sia la principale causa dei due maggiori guai del pianeta: le disuguaglianze e il riscaldamento globale. Inoltre il modello liberista è costato e costa milioni di vite durante la pandemia e per giunta ha amplificato i danni economici, come emerge chiaramente dal confronto con la Cina comunista.  Premesso ciò, ritengo necessari alcuni interventi contro le rendite di posizione. Leggete un po' qui qual è l'andazzo nel paese di Pulcinella per i concessionari privati di un bene pubblico come le spiagge.

https://infosannio.com/2021/11/11/e-normale-che-briatore-paghi-per-il-twiga-17mila-euro-di-affitto-e-intaschi-4-milioni/

Per il suo rinomato lido per vip, il Twiga, il signor Briatore versa allo Stato un canone annuo di appena 17.000 euro a fronte di circa 4 milioni di ricavi. È un caso limite ma non troppo. L'amico di Salvini proprietario del Papeete beach paga 10.000 euro e ne incassa 700.000. E potete leggere altri dati scandalosi. Dagli oltre 12.000 stabilimenti balneari in concessione lo Stato si accontenta di 115 milioni l'anno su ricavi complessivi stimati intorno ai 15 miliardi (cioè meno dello 0,8%). Per giunta ci sono 235 milioni di canoni arretrati e non pagati dal 2007. Leggetevi anche come funziona il medesimo settore nei paesi seri.  Il Consiglio di Stato, più serio e più efficiente di Draghi, ha imposto di mettere a gara le concessioni balneari entro il 2023 e i gestori sono già sul piede di guerra per difendere i loro interessi e privilegi. A mio avviso il canone di una concessione balneare dovrebbe costare non meno del 5% del fatturato e andrebbero incrementate e valorizzate le spiagge libere. Chi perdesse la concessione potrebbe essere assunto con un equo stipendio dallo Stato o dagli enti locali per occuparsi della manutenzione dei lidi pubblici.

C'è poi un altro settore di cui non si parla ma dove bisognerebbe intervenire con nuove gare. È quello della tv commerciale. Se non erro Mediaset, La7 e le altre reti commerciali versano un canone di concessione pari ad appena l'1% del fatturato. Anche questo andrebbe alzato, come minimo, al 5%. Inoltre le frequenze tv, che sono un bene pubblico, andrebbero messe all'asta ogni 10 anni al massimo. Lo Stato non può lasciare queste miniere d'oro in eterno a privilegiati come Berlusconi (per giunta in conflitto di interessi) e le loro famiglie. Lo stesso dicasi per le concessioni autostradali. Ma in questo caso io sono per la nazionalizzazione completa della rete. Le strade e le autostrade devono essere pubbliche, come in Germania. 

 

Modificato da fosforo311

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1 messaggio in questa discussione

3 ore fa, fosforo311 ha scritto:

circa 4 milioni di ricavi. È un caso limite ma non troppo. L'amico di Salvini proprietario del Papeete beach paga 10.000 euro e ne incassa 700.000. E potete leggere altri dati scandalosi. Dagli oltre 12.000 stabilimenti balneari in concessione lo Stato si accontenta di 115 milioni l'anno su ricavi complessivi stimati intorno ai 15 miliardi

nero a parte e so di quello che parlo

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