Ho avuto un incubo

 

Questa notte ho fatto un incubo. No, non avevo mangiato pesante. Non mi sento di dare la colpa al cibo. E nessuno punti il dito contro l’ora solare, contro il cambio di lancette avvenuto proprio oggi, perché il punto è un altro. 

Il punto è che l’inconscio ha elaborato uno scenario alternativo, dopo aver immagazzinato per mesi *** a senso unico. E non è nemmeno colpa sua – dell’inconscio intendo – davanti a tutti lo difendo! Dopo che tutti i tg mi (e ci) hanno bombardato dicendo che senza Giuseppe Conte a Palazzo Chigi sarebbe piombata la catastrofe sulle nostre teste, un brutto sogno è il minimo sindacale.

Da ciò che mi (e ci) avevano raccontato: senza Giuseppe Conte al governo l’Italia non sarebbe mai riuscita a vaccinare la sua popolazione. Se oggi siamo quasi al 90% di vaccinati è evidentemente frutto del caso. Un colpo di fortuna che non ci meritiamo, per il fatto di aver tolto dal palazzo del governo il presidente M5s. Ma sto andando fuori tema, è vero. Torno al sogno. Anzi, all’incubo.

Ho sognato (perché incubato non si può dire, e anzi, rimanda a qualcosa di cui è meglio non parlare) che la mattina del G20 tutta l’attenzione era rivolta non al vertice, ma a Palazzo Chigi. Centinaia di operatori assediavano il cortile del palazzo del governo: “Farò un annuncio“, aveva avvertito Conte alla vigilia. Rocco Casalino, da buon dominus della comunicazione, dal canto suo aveva alimenato questa narrazione inviando decine e decine di messaggi ai giornalisti su Whatsapp: “Stai dietro al presidente, te lo do come consiglio“. E in effetti era un consiglio, ma chissà perché suonava come una minaccia. 

Ho sognato che Conte arrivava alla Nuvola sulle nuvole, gonfiando il petto, rigorosamente punteggiato dal fazzoletto sul taschino. Dietro di lui una rumorosissima claque, tra cui spiccava la figura di una donna che gli urlava: “Giusè, quanto sei bono“. La security degli altri capi di Stato si straniva, si allertava. Conte invece si voltava con fare fascinoso, sorrideva all’indirizzo della sua fan (non elettrice, fan), allungando una mano verso di lei fino a toccarle le dita. Non vi sorprendete: è pur sempre l’avvocato del Popolo.

Poi aveva inizio il vertice. Con Bolsonaro si dichiarava orgogliosamente populista e sovranista. Con Biden tirava fuori le agenzie in cui il segretario del partito più importante della sinistra italiana lo definiva “punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste”, comprese i Democratici d’America, ovvio. A Xi Jinping, in collegamento ***, assicurava però che la Nuova Via della Seta si sarebbe costruita a suon di memorandum, non scherziamo. Mentre a Putin prometteva un’altra passerella per gli autocarri russi sulle strade italiane: la missione questa volta anziché “Dalla Russia con amore” si sarebbe chiamata “Dalla Russia con clamore”. 

Italia una e trina. Conte bifronte (e non basta). Strategia camaleontica, caotica, imponderabile. Tale da produrre come risultato lo spaesamento di tutti gli attori internazionali. Nessuno sa da che parte sta l’Italia sui dossier cruciali. “Sta con tutti”, conclude Conte in seduta plenaria. Poi ci pensa sopra e aggiunge: “Il discorso è articolato e presenta delle criticità. Ma sia chiaro, non ammetto cedimenti su questo fronte, Giuseppe Conte sta con tutti gli amisci (sì, gli amisci) del G20“. 

Il suo intervento sembra finito, ma non lo è. Conte chiede di pazientare e aggiunge: “Vorrei approfittare della vostra pazienza e dell’onore di presiedere questo consesso per fare un annuncio che ritengo decisivo. Voglio farlo con tutta la potenza di fuoco di cui dispongo“. Gli altri leader si guardano vicendevolmente. Sono attoniti. Cala il silenzio, Conte fa per aprire bocca e…

E se adesso volete sapere di che si tratta sono spiacente: il mio cervello non ha retto. Mi sono svegliato in preda ad un crampo al piede, forse effetto degli sforzi che ha prodotto, povero (il piede), per scappare dalle coperte mentre io incubavo…ehm, sognavo, questo sogno così strano. Non lo so cosa avrebbe annunciato Conte: magari avrebbe proposto di autoproclamarsi presidente del mondo, così come si era autoproclamato avvocato del popolo. O siccome è un democratico avrebbe indetto una votazione, rigorosamente online, per eleggere il leader più amato sulla base dei like ricevuti ad un post in cui tutti i leader sorridono. D’altronde se te la giochi con Putin ed Erdogan ti piace vincere facile: quelli nemmeno sorridono. Ma vabbé, è abituato: per farsi eleggere leader M5s, penso, si è candidato senza avversari. Anzi che accetti di competere con altre persone in carne ed ossa: è da apprezzare!

Dunque no, non sapremo mai qual era l’annuncio che Conte aveva in serbo per noi tutti. Mi basta aver preso il cellulare in mano, essermi tirato un pizzicotto, aver verificato che l’ora solare è entrata in vigore e che il sole anche stamane è entrato dalla mia finestra così come il buongoverno ha fatto capolino a Palazzo Chigi dallo scorso febbraio, da quando c’è Mario Draghi. Ps: non arrabbiatevi, non restate col magone. Il punto non era l’annuncio. L’attesa dell’annuncio era essa stessa l’annuncio. Pps: buongiorno.

D.D. 

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