Ho comprato il Falso Quotidiano (2) .

E confesso che e’ ancora più divertente . Il suo direttore , Marco Calandrino Travaglio , che un pulcinella partenopeo , considera il miglior giornalista italyano , fa sbellicare dalle risate . Commentando i risultati dei ballottaggi di ieri, fa la lista di chi vince e di chi perde .  Chi ha vinto , secondo Cakandrino ??  Nessuno . E continua : se proprio dobbiamo dare una parvenza di vittoria verso qualcuno , l’ineffabile e fascistoide nonché pluriPregiudicato Calabdrino , la assegna all’astensione . Secondo questa assoluta nullità , da domani , le città saranno governate da chi non e’ andato a votare . Non mi ero ancora ripreso da una crisi di involontaria comicità , che mi imbatto nel secondo quesito : chi ha perso ??  Nessuno !! Come nessuno ?? E Salvini ?? E, soprattutto i 5 stelle ?? Macché  !! In questo quadretto ho visto tutta la disperazione più cupa del direttore del Falso , al quale non resta che fare il classico salto sul carro del vincitore, cioè , secondo lui , su quello del “partito dell’astensione”. Che non esiste !! A differenza degli astenuti, che ci sono, ma tutti differenti e ineguali, che semmai fossero riconducibili a un solo partito sarebbe quello dei sicuri perdenti. Chi si astiene non conta, fa notizia per due giorni mentre il mondo va avanti, tra bene e male, sulle spalle di chi, a destra o a sinistra, è capace di decidere anche nelle condizioni più complicate.  E poi , Vedendo le immagini degli scontri di Trieste, ad urne aperte, c’è da chiedersi quanti dei manifestanti siano andati a votare. Immagino nessuno, o quasi, esprimendo non un partito, ma la sottocultura di chi reclama il diritto a lavorare che oggi è reso possibile solo dalla vaccinazione degli altri. Miserabili profittatori che dovrebbero avere paura di loro stessi.  Comunque mi sono ripreso quasi subito dalla seconda ondata di riso involontario che mi ha procurato l’articolo di  Calandrino . Mi ha fatto compassione anche perché passare come  
sperperatore di denaro in risarcimenti alla famiglia Renzi se non fosse per ribadire un punto già chiaro dopo l’esito del primo turno nei comuni. Un colpo d’ascia,  poi ,  ha lesionato alla base il postulato sul quale si è basata tanta parte della politica italiana negli ultimi due anni, cioè l’alleanza strategica tra M5S e PD. Con siparietto da finale grottesco dell’uomo divenuto “imprescindibile”, dopo avere fallito il ruolo del “provvidenziale”.
Come tutti i traumi il dolore si avverte meno a botta calda. Vedremo nelle prossime settimane quanto resterà in piedi e di utilizzabile del M5S per confermare, semmai, un ruolo da figurante minore.
M Intanto assistiamo all’imbarazzo dei commentatori più autorevoli che, col pensiero disturbato   dopo anni di rilegature a colla, sibilano a denti stretti di un presunto successo dell’alleanza tra PD e M5S.  Ahahahahahah , eppure i numeri sono numeri e quella gente incoraggia l’analfabetismo funzionale di molti dilagando dalla sintassi all’aritmetica. Dove vedono il successo di quella strategia? A Milano, Bologna e Napoli il M5S è stato del tutto ininfluente nel successo dei sindaci eletti al primo turno. Diciamolo  più chiaramente:  se in quelle città il M5S avesse appoggiato un altro candidato o si fosse astenuto ,  Sala, Lepore e Manfredi sarebbero stati eletti subito ugualmente.  A Torino e Roma è andata ancora peggio per quella strategia.
Lo Russo, da sempre contrario al M5S e non solo in Consiglio Comunale, fu osteggiato dal PD cittadino e nazionale e sospinto alla candidatura a sindaco solo dal voto delle primarie, dopo uno scontro interno col candidato “ufficiale” dell’apparato ligio alla linea nazionale. A Roma Gualtieri e’ stato un ripieg all’impossibilità di un accordo, contro natura, prima ancora che contro la città, col M5S. Poco importa del voto personale di Conte, strumentale alle sue dinamiche interne più che al destino di Roma e di Gualtieri.
Il M5S, Raggi o Conte, che pari sono , hanno detto i romani, è fuori gioco. Gualtieri sa che per risollevare Roma dovrà guardare da un’altra parte.   Dunque qualcosa di simile al centro – sinistra ha vinto in questa tornata. Ma cosa sia è abbastanza chiaro nelle città, ma non lo è a livello nazionale. Di certo c’è che i nazionalpopulisti di Lega, FdI e M5S hanno perso !! E’ stato ribaltato il clima politico del 2018. Onore al merito di chi , in questi tre anni, ha saputo assestare colpi micidiali contro quel clima, dettando le svolte giuste nei momenti giusti. Inutile fare nomi lo sanno tutti, anche chi non vuole ammetterlo.  
 Al PD restano, ora, i maggiori interrogativi. Nodi strategici da sciogliere, che ormai sono a vista. Sperando che, tra i tanti brindisi, Letta non diventi cieco e dica di non vedere niente. .

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