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. Il cosiddetto «referendum sul nucleare» non fu e non poteva essere «nucleare si, nucleare no». I 3 quesiti riguardavano normative relative alla localizzazione degli impianti, l'abrogazione del compenso ai comuni che ospitavano centrali nucleari o a carbone, e il divieto all’Enel, allora azienda di Stato, di partecipare ai progetti nucleari anche all’estero. Comunque sia con il referendum abrogativo del 1987 è stato «di fatto» sancito l'abbandono da parte dell' Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento
Ah siiii ?? Di fatto ??? Cioè ?? E che vordi’ ?? Ma vai a caga re , vai !! Ahahahaha
9 minuti fa, mark222220 ha scritto:Ah siiii ?? Di fatto ??? Cioè ?? E che vordi’ ?? Ma vai a caga re , vai !! Ahahahaha
Che caxzo ride stu.pida gallinella pisana? Abbiamo abbandonato o no, da alcuni decenni, le centrali nucleari?
Riesce ancora a connettere o i fumi del Tavernello le offuscano il cervellino da gallinella.
Quel cervellino che non le ha permesso di ottenere una monolaurea ma che le permette di:
13 ore fa, ahaha.ha ha scritto:Che caxzo ride stu.pida gallinella pisana? Abbiamo abbandonato o no, da alcuni decenni, le centrali nucleari?
No !! Ahahahaha , continua pure a farti riconoscere d tutti , dai !!
58 minuti fa, mark222220 ha scritto:No !! Ahahahaha , continua pure a farti riconoscere d tutti , dai !!
A no?
Mi dica di una centrale nucleare ancora in funzione in Italia, stu.pida gallinella pisana.
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Inviata
È inutile che specifichi i quesiti del referendum, stu.pida gallina pisana. Si trovano facilmente nel web.
Quale è stato il risultato?
Il risultato è che si sono fermate tutte le centrali nucleari in Italia e sono rimasti i problemi di come smaltire le scorie radioattive.
Può negare che i progetti nucleari in Italia non si siano fermati, stup.ida gallinella pisana?
Xxxxxxx
Tortuga
Un passato illustre
L’Italia ha avuto un passato intimamente legato al nucleare, grazie a grandi competenze in materia (ricordiamoci di illustri scienziati come Enrico Fermi) e un clima politico inizialmente favorevole all’utilizzo di questa fonte energetica.
L’Italia ha effettivamente generato elettricità da centrali nucleari tra il 1963 e il 1990. Il primo impianto è stato quello di Latina, avviato nel ’63, il più potente d’Europa per l’epoca. Sono seguiti gli impianti di Sessa Aurunca e Trino nei due anni seguenti e quello di Caorso del 1977. Tra gli anni ’60 e ’70 il nucleare italiano conobbe il periodo di massimo sviluppo: nel 1966 infatti, l’Italia era il terzo paese occidentale per potenza nucleare installata.
L’incidente di Chernobyl del 1986 portò però a un drastico cambio di rotta. Risalgono al 1987 i tre referendum abrogativi che diedero inizio alla scomparsa del nucleare in Italia. I quesiti si concentravano su localizzazione degli impianti, abrogazione del compenso dovuto ai comuni che ospitavano centrali nucleari e il divieto per l’Enel di svolgere attività inerente al nucleare all’estero.
La vittoria schiacciante del sì alle richieste di abrogazione alterò il consenso politico e diede inizio al declino del comparto nel nostro paese. Tra il 1988 e il 1990 le centrali ancora attive vennero chiuse. Nessuno dei tre referendum però vietava espressamente la costruzione di siti nucleari in Italia.
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