Stavo dando un’occhiata ai sondaggi per il Sindaco di Roma …


L’oscuro Michetti (cdx) guiderebbe la classifica del I° turno col 31%, seguito da Gualtieri (csx) col 27%. Seguirebbero, praticamente appaiati al terzo posto, Raggi al 19,1% e Calenda al 18,9%. Ma più che sui numeri del sondaggio pubblicato oggi, considerando che il 44% degli intervistati è indeciso e che il 10% dei votanti deciderà in cabina, c’è da ragionare sul senso politico delle tendenze che sembrano emergerne. Per esempio 
1) la capacità espansiva di Michetti sembrerebbe fermarsi al poco più di quel 31%, dato che prenderebbe il 6% in meno della coalizione che lo sostiene. Questo conferma la scarsa attrattività di un candidato imposto solo dalla scelta dei vertici del cdx. Dopo Raggi un altro inconsapevole lontano dai problemi della città.  2)Anche Gualtieri prende meno voti della sua coalizione, ma “solo” un 2,6%. Ma andando al ballottaggio potrebbe contare su buona parte del serbatoio di voti dei terzi candidati ex equo. Anche se il risultato del II° turno non è mai la somma delle percentuali del I°, dato che si riparte da zero e vince chi riporta a votare innanzitutto chi ha votato per lui e poi una parte di chi ha votato diversamente.  3)Raggi prende il 3,1% in più della sua coalizione di sette liste e Calenda ben il 6,7 in più della sua unica lista civica. Ma anche per la sindaca uscente il suo spazio espansivo si fermerebbe lì dato che, nello stesso sondaggio, il 73,6% dei romani danno su di lei un giudizio “molto” o “abbastanza” negativo. Al punto che dei tre candidati alternativi a Michetti, in caso di ballottaggio, sarebbe l’unica a perdere contro il candidato del cdx.  4) Viceversa Calenda, in caso di accesso al ballottaggio, batterebbe Michetti col 61,6% dei voti, il 7,7% in più delle preferenze che Gualtieri raccoglierebbe (53,9%) per battere, comunque, il candidato di cdx.  Vale a dire che nella testa della Roma democratica l’apparentemente piccolo e solitario Calenda ha “sfondato” più di Gualtieri, il cui supposto vantaggio è più determinato dalla paura di alcuni di ritrovarsi a un ballottaggio Michetti - Raggi, che tuttavia appare impossibile, che non dalla convinzione che il candidato PD sarebbe un sindaco migliore di Calenda. Un confronto tra l’apparenza del “voto utile” (Gualtieri) e la sostanza del “voto indispensabile” (Calenda), non solo per eleggere un sindaco, ma per averne uno che sappia come farlo per governare bene Roma.   5)  Tutto ci dice che se il PD romano non fosse stato imbrigliato da un pesante condizionamento nazionale, più attento alle sue strategie di alleanza col M5S che agli interessi di Roma e dei romani, perdendo mesi a rincorrere un impossibile accordo coi grillini per trovare un candidato comune con loro, ma avesse condiviso la candidatura di Calenda, che gli fu proposta per aprire e rafforzare il centro – sinistra capitolino, oggi avremmo tutti potuto puntare ad una vincita al I° turno. Invece oggi al PD nazionale tocca simulare certezze, che non ha, coi risultati conflittuali a livello locale che quella strategia, basata sugli umori mutevoli di una mandria in transizione verso il niente, gli comporta. 6) il trend di Calenda è a salire, lo dicono tutti gli indicatori e lo confermano le tendenze sul maggiore gradimento del piccolo Davide sui Golia dei partiti tradizionali. Con un ultimo scatto, sia verso l’alta fascia di indecisi, sia per scuotere la Roma democratica dalla sfiducia, dall’abitudine al voto contingentato, dalla paura di vincere, Calenda può arrivare al ballottaggio e battere la destra nel modo più netto.  Ma soprattutto i romani, dopo quasi venti anni di buio e decadenza, potranno riavere un sindaco all’altezza delle loro aspettative di cambiamento vero.

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

1 messaggio in questa discussione

2 ore fa, mark222220 ha scritto:


L’oscuro Michetti (cdx) guiderebbe la classifica del I° turno col 31%, seguito da Gualtieri (csx) col 27%. Seguirebbero, praticamente appaiati al terzo posto, Raggi al 19,1% e Calenda al 18,9%. Ma più che sui numeri del sondaggio pubblicato oggi, considerando che il 44% degli intervistati è indeciso e che il 10% dei votanti deciderà in cabina, c’è da ragionare sul senso politico delle tendenze che sembrano emergerne. Per esempio 
1) la capacità espansiva di Michetti sembrerebbe fermarsi al poco più di quel 31%, dato che prenderebbe il 6% in meno della coalizione che lo sostiene. Questo conferma la scarsa attrattività di un candidato imposto solo dalla scelta dei vertici del cdx. Dopo Raggi un altro inconsapevole lontano dai problemi della città.  2)Anche Gualtieri prende meno voti della sua coalizione, ma “solo” un 2,6%. Ma andando al ballottaggio potrebbe contare su buona parte del serbatoio di voti dei terzi candidati ex equo. Anche se il risultato del II° turno non è mai la somma delle percentuali del I°, dato che si riparte da zero e vince chi riporta a votare innanzitutto chi ha votato per lui e poi una parte di chi ha votato diversamente.  3)Raggi prende il 3,1% in più della sua coalizione di sette liste e Calenda ben il 6,7 in più della sua unica lista civica. Ma anche per la sindaca uscente il suo spazio espansivo si fermerebbe lì dato che, nello stesso sondaggio, il 73,6% dei romani danno su di lei un giudizio “molto” o “abbastanza” negativo. Al punto che dei tre candidati alternativi a Michetti, in caso di ballottaggio, sarebbe l’unica a perdere contro il candidato del cdx.  4) Viceversa Calenda, in caso di accesso al ballottaggio, batterebbe Michetti col 61,6% dei voti, il 7,7% in più delle preferenze che Gualtieri raccoglierebbe (53,9%) per battere, comunque, il candidato di cdx.  Vale a dire che nella testa della Roma democratica l’apparentemente piccolo e solitario Calenda ha “sfondato” più di Gualtieri, il cui supposto vantaggio è più determinato dalla paura di alcuni di ritrovarsi a un ballottaggio Michetti - Raggi, che tuttavia appare impossibile, che non dalla convinzione che il candidato PD sarebbe un sindaco migliore di Calenda. Un confronto tra l’apparenza del “voto utile” (Gualtieri) e la sostanza del “voto indispensabile” (Calenda), non solo per eleggere un sindaco, ma per averne uno che sappia come farlo per governare bene Roma.   5)  Tutto ci dice che se il PD romano non fosse stato imbrigliato da un pesante condizionamento nazionale, più attento alle sue strategie di alleanza col M5S che agli interessi di Roma e dei romani, perdendo mesi a rincorrere un impossibile accordo coi grillini per trovare un candidato comune con loro, ma avesse condiviso la candidatura di Calenda, che gli fu proposta per aprire e rafforzare il centro – sinistra capitolino, oggi avremmo tutti potuto puntare ad una vincita al I° turno. Invece oggi al PD nazionale tocca simulare certezze, che non ha, coi risultati conflittuali a livello locale che quella strategia, basata sugli umori mutevoli di una mandria in transizione verso il niente, gli comporta. 6) il trend di Calenda è a salire, lo dicono tutti gli indicatori e lo confermano le tendenze sul maggiore gradimento del piccolo Davide sui Golia dei partiti tradizionali. Con un ultimo scatto, sia verso l’alta fascia di indecisi, sia per scuotere la Roma democratica dalla sfiducia, dall’abitudine al voto contingentato, dalla paura di vincere, Calenda può arrivare al ballottaggio e battere la destra nel modo più netto.  Ma soprattutto i romani, dopo quasi venti anni di buio e decadenza, potranno riavere un sindaco all’altezza delle loro aspettative di cambiamento vero.

Gulp.....la ridicola gallina pisana ha lasciato il posto al più intelligente dei figli dei suoi genitori.😌

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

È necessario essere registrati per poter lasciare un messaggio

Crea un account

Non sei ancora iscritto? Registrati subito


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.


Accedi ora