Questo grafico rade al suolo le farneticazioni nucleariste del ministro Cingolani

Signori, questo grafico si commenta da solo. Qualche anima pia lo mostri al ministro Cingolani: 

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Osservate come nel decennio 2010-2019 è calato il costo per megawattora dell'elettricità di origine eolica, specie per gli impianti sulla terraferma ma anche quelli marini sono ormai molto competitivi. E guardate come è crollato il costo medio dell'elettricità di origine fotovoltaica, ben 4 volte più basso rispetto al 2010! Mentre il costo del MW/h da carbone è rimasto quasi costante benché questo sia di gran lunga il più abbondante dei combustibili fossili (in termini di riserve mondiali accertate) e benché la domanda globale sia in calo per i noti motivi (inquinamento ed emissioni di C02). E guardate, infine, come si è impennato il costo dell'energia nucleare (+61,5% in 10 anni). Signori, questo grafico basta e avanza per radere al suolo le farneticazioni nucleariste del ministro Cingolani. Il quale sembra proprio fare confusione sul suo ruolo: forse crede di essere stato chiamato a guidare il ritorno dell'Italia al nucleare (in spregio di ben due referendum popolari) invece che la transizione ecologica verso le fonti rinnovabili e pulite quali sono l'eolico e il solare per l'appunto. Il grafico si ferma al 2019 ma vi posso assicurare che i trend indicati sono tuttora in atto. Il costo del nucleare continua a salire, quello delle rinnovabili a scendere. Prendiamo per esempio i due più grandi reattori in costruzione in Europa, quello di Olkiluoto in Finlandia e quello di Flamanville in Francia. Sono due reattori EPR (European Pressurized Reactor) di terza generazione avanzata e da ben 1600 MW l'uno. I reattori europei di seconda e di terza generazione erano generalmente sotto i 1000 MW, l'incremento di potenza fu deliberato con il preciso scopo di contenere il costo finale unitario dell'impianto e quello dell'energia grazie alle economie di scala. Ebbene, Olkiluoto, in cantiere dal 2005, era previsto che dovesse entrare in esercizio nel 2010 con un costo di costruzione di 3 miliardi di euro. Salvo ulteriori ritardi, verrà consegnato a inizio 2022 con un costo finale di 11 miliardi di euro. Flamanville, in cantiere dal 2007, doveva essere consegnato nel 2014 a un costo di 5 miliardi di euro. Salvo ulteriori (e probabili) ritardi, sarà operativo a fine 2022 con un costo finale di 19,1 miliardi di euro. Oltre 15 anni di lavori per ciascuno dei due reattori, i quali insieme costeranno (almeno) quanto tre ponti sullo Stretto di Messina. Pensate che Berlusconi e il suo ministro Scajola a suo tempo sognavano di costruirne in Italia ben 10 del genere. Il lavori sarebbero terminati intorno al 2030 e ci sarebbero costati quanto 15 ponti sullo Stretto. Il Cielo ce ne scampi e liberi! Perfino peggiori sono le prospettive degli SMR (Small Modular Reactor) di quarta generazione vagheggiati dal ministro Cingolani. Questi piccoli reattori modulari da poche centinaia di MW violano la regola finora applicata nel settore: dimensioni e potenze crescenti per contenere il costo d'impianto per unità di potenza e il prezzo unitario dell'energia elettrica prodotta. Quindi gli SMR potrebbero diventare competitivi solo se venissero ordinati al ritmo di varie decine l'anno per ogni singolo costruttore. Al momento le ordinazioni, relative solo agli SMR raffreddati ad acqua, cioè di terza generazione, si contano sulle dita e sono più quelle cancellate che quelle confermate. Per la quarta generazione, ammesso che siano superate le criticità e le difficoltà tecniche, bisognerà attendere almeno il 2040 per la produzione in serie. Ma questa data è già oltre quella indicata dalla maggior parte dei climatologi (e in un articolo dell'anno scorso dallo stesso Cingolani) per il raggiungimento della soglia critica di non ritorno della concentrazione di CO2 in atmosfera tenendo costante l'attuale livello di emissioni globali annue (livello che invece è in crescita, 2020 a parte causa pandemia). Superata questa soglia critica, il clima del pianeta sarà con tutta probabilità gravemente e irreversibilmente compromesso. Quindi la transizione ecologica deve partire SUBITO e non si può fare affidamento né sul costoso nucleare corrente (terza generazione e terza generazione avanzata) né su quello futuristico vagheggiato da Cingolani (quarta generazione, fusione nucleare), e men che meno sui combustibili che Cingolani vorrebbe incentivare, cioè il metano e l'idrogeno blu, perché continueremmo a incrementare la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. L'unica salvezza, l'unica speranza, sono le fonti rinnovabili (inesauribili) e pulite. I cui costi continuano a scendere e potranno scendere ancora più velocemente se si metteranno al bando i combustibili fossili e si moltiplicheranno le economie di scala.  Vento e sole sono gratis, le turbine eoliche e le celle fotovoltaiche diventano tanto più economiche quanto più se ne producono e se installano in grande serie (per non parlare della tecnologia che ne migliora l'efficienza). Ultimamente il fotovoltaico segna nuovi record: 11 dollari al megawattora in Portogallo (che ha all'incirca la latitudine e l'insolazione dell'Italia da Roma in giù), 9 dollari in Arabia Saudita (si confrontino con i costi medi al 2019 indicati nel grafico).   

Modificato da fosforo311

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1 messaggio in questa discussione

Errata: E guardate come è crollato il costo medio dell'elettricità di origine fotovoltaica, ben 4 volte più basso rispetto al 2010!

Corrige: ...ben 5 volte e mezza più basso rispetto al 2010!

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