La transizione ..,geologica !!


In questo Paese ci sono temi importantissimi che per lungo tempo sono stati sollevati solo da gruppi ristretti di interesse o di “addetti ai lavori”. Ambiente, energia, genere, antiproibizionismo, fine vita, ad esempio.
Quei gruppi, giustamente, hanno cercato per anni di attirare sui loro temi l’attenzione dell’opinione pubblica più vasta, sapendo che questo è indispensabile per affermare scelte nuove e diverse su di essi.
Tuttavia, quando il dibattito si allarga alla società e quei temi diventano cultura e impegno più diffusi, fino ad essere punti programmatici di governo, emergono differenze di approccio e di soluzioni che possono essere non allineate con il pensiero e le intenzioni dei gruppi ristretti che le avevano promosse.
Ieri il ministro della Transizione ecologica, Cingolani, ha detto alcune cose che, indipendentemente dall’essere d’accordo o no, meritano di essere approfondite e discusse. Sia perché vengono da una persona sicuramente competente e stimata internazionalmente, sia per la responsabilità di governo che ha.
Cingolani ha detto che “la decarbonizzazione e il freno alla produzione di Co2 vanno realizzati dando il tempo alla società di adeguarsi a queste trasformazioni”, “ridurre la Co2 chiudendo da domani le fabbriche di auto” vorrebbe dire “mettere sul lastrico migliaia di famiglie”, “la transizione deve essere sostenibile”, altrimenti “non si muore d’inquinamento ma di fame”.
Gli attivisti ribattono che i distretti industriali si stanno riconvertendo e in Germania, ad esempio, le supercar verdi si vendono. Una risposta bizzarra che non contraddice, ma conferma l’approccio di Cingolani, che non rinvia la produzione di auto elettriche, ma la inserisce in un processo di riconversione che, con gradualità come in Germania, che ha “solo” iniziato a farlo prima di noi, sta bilanciando l’innovazione ecologica con quella sociale.  D’altro canto, in tema di energia, alcuni gruppi non possono esaltare a senso unico i progressi innovativi, sottolineando solo quelli che sembrano essere più conformi ai loro convincimenti, ignorando o criticando altri che perseguono lo stesso fine, ma con altri approcci e mezzi. Come sulla ricerca nucleare. 
 “A me della parola nucleare non interessa nulla”, ha detto Cingolani, “Io voglio energia sicura, a basso costo e senza scorie radioattive. E’ vietato nell’interesse del futuro dei nostri figli ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia. Quando avremo i numeri decideremo”, “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia”. Sono considerazioni di buon senso, oltre che responsabili, da parte di chi ha un impegno di governo che riguarda il futuro e il benessere dei cittadini. 
Si può discutere di questo, o si deve escludere qualsiasi confronto nel merito, ripetendo solo che gli italiani hanno bocciato in due referendum il nucleare? 
Da questo la critica dura di Cingolani non al mondo variegato degli ambientalisti ma a “quelli oltranzisti e radical chic, che sono peggio della catastrofe climatica“.
Oggi è iniziata la polemica con Cingolani da parte di chi si è sentito colpito da queste affermazioni. Non sarebbe una novità, se non fosse per il fatto che ad alimentarla siano il M5S e il loro giornale, che fino ad ora avevano spacciato Cingolani per uno di loro. Ma queste sono miserie da vecchia politica. Le persone serie e attente guardano i numeri i risultati di quanto fatto e da fare in Italia e nel mondo. Poco rassicuranti quelli dati da Cingolani sull’innalzamento dei mari, ma anche notizie positive sugli accordi internazionali che procedono, con un ruolo attivo dell’Italia. Credo che le polemiche da parte di alcuni siano soprattutto dovute al fatto che Cingolani abbia scelto la platea dei giovani partecipanti alla Scuola di formazione di Italia Viva per dire tutto questo.
Quando c’è Renzi in giro alcuni perdono la ragione. Si chiama transizione zoologica.       
M.U.

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8 messaggi in questa discussione

Vero, quando c'è Leopoldino in giro, le galline impazziscono.

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Quando c’è la Sanchina , il livello dei commenti si alza in forma esponenziale . Però mi dovrà scusate se la prossima volta , al momento della minzione , starò più appartato . Si e’ innamorata follemente del mio “archibugio” perfettamente funzionante così come sanno le componenti femminili della sua famiglia . 

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24 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Quando c’è la Sanchina , il livello dei commenti si alza in forma esponenziale . Però mi dovrà scusate se la prossima volta , al momento della minzione , starò più appartato . Si e’ innamorata follemente del mio “archibugio” perfettamente funzionante così come sanno le componenti femminili della sua famiglia . 

Quanto sopra dimostra che la gallina pisana è davvero impazzita. Già il titolo del suo post fa dubitare che al posto della "transizione .... geologica" si debba intendere " transizione ...ecologica"

Visto che la gallina pisana nell'articolo precedente non ci ha messo niente del suo, per non far calare il livello culturale di quanto copiato, penso che troverà pure un sostituto che per minzionare  al suo posto abbia un vero arkibugio invece che una cannuccia.

Ossequi ad Alessandro e ad aria fresca, naturalmente.

Purtroppo la monolaurea abbiamo già scoperto che non esiste.

PS: perché non copiare il nome intero del giornalista invece che indicare solo le iniziali?

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5 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

Vero, quando c'è Leopoldino in giro, le galline impazziscono.

Egregio, a giugno il ministro Cingolani dichiarava che il nucleare in Italia era un capitolo chiuso dopo i due referendum del 1987 e del 2011, e che era impensabile riaprirlo. Questo dopo le sue contestate aperture alla (fantomatica) energia nucleare da fusione e agli SMR (Small Nuclear Reactors) che avevano irritato la base e alcuni esponenti del M5S. Ma a giugno era in corso il braccio di ferro tra Grillo e Conte, e con quella dichiarazione il ministro voleva probabilmente evitare ulteriori imbarazzi al comico genovese, cioè a colui che lo aveva voluto nel governo Draghi e che anzi fece del suo ministero della Transizione Ecologica la ragione primaria dell'inopinata presenza del Movimento nell'accozzaglia draghiana. Ma ora lo stesso Cingolani conferma il clamoroso abbaglio preso da Grillo (spero in buona fede) e torna a sdoganare il nucleare. È più forte di lui, deve averci un debole. Questa volta parla del quasi fantomatico nucleare di quarta generazione. Ti faccio notare, egregio, che questo nuclearista camuffato da ecologista parla sempre, guarda caso, di impianti atomici allo stato sperimentale o di là da venire. Ma non ci parla mai del nucleare attuale, cioè delle cosiddette centrali di terza generazione avanzata. Il motivo è intuibile. I due più grandi reattori di questo tipo in costruzione (uno in Francia e uno in Finlandia) sono due magnifici spot contro il nucleare. Lavori in corso da decenni, date di consegna continuamente rinviate, problemi tecnici di ogni sorta, aziende che si ritirano dal consorzio, costi che lievitano di anno in anno fin quasi al quadruplo di quelli previsti. Insomma: le Salerno-Reggio Calabria del nucleare. Ma se noi, per ipotesi, volessimo far partire oggi una transizione ecologica includente l'energia atomica (che di ecologico ha poco), dovremmo partire proprio con centrali di questo tipo. Come sarebbero stati con tutta probabilità proprio di questo tipo (reattori EPR) le 10 grandi centrali atomiche italiane vaneggiate da Berlusconi e Scajola poco prima del provvidenziale referendum del 2011. Prova a immaginare 10 Ponti sullo Stretto o 10 TAV Torino-Lione, ma più costosi ed eternamente incompiuti. Il cielo ce ne scampi e liberi! E allora l'ineffabile Cingolani divaga con la fusione nucleare o con la fissione di quarta generazione. Cioè favole, o quasi, o storie vere ma finite male, come il famigerato Superphenix francese. Però non ci parla mai dei progetti e delle realizzazioni più avanzate nel campo delle energie rinnovabili e pulite, tipo l'eolico d'alta quota o l'eolico a levitazione magnetica, il fotovoltaico flottante o quello a polimeri organici, l'energia mareomotrice o il geotermico migliorato con fluido di lavoro (CO2) allo stato supercritico. E questo sarebbe un ministro, anzi un "superministro" ambientalista e addirittura grillino? Grillo dovrebbe andare a nascondersi per la vergogna, mentre fa bene Conte a esigere spiegazioni e precisazioni da Cingolani. Se non arriveranno, non vedo alternative a un voto di sfiducia al ministro. Quanto alla cosiddetta quarta generazione del nucleare a fissione, quello che dice Cingolani a me più che futurismo sembra vecchiume. Di questi reattori speciali io ne sento parlare da almeno 40 anni, cioè da prima del disastro di Chernobyl e molto prima che arrivasse la terza generazione. Ne accennavano anche le dispense del mio corso universitario di Plasmi e Fusione Controllata, in un capitolo iniziale dove si illustrava brevemente la fissione, più che altro allo scopo di evidenziare i vantaggi (ipotetici) della fusione. E dove c'era un cenno a questi reattori che all'epoca erano definiti "speciali" o non convenzionali. Qualcuno dovrebbe spiegare a Cingolani che il primo dei reattori che oggi lui chiama di quarta generazione e che non operava con l'uranio arricchito, proprio come dice lui, bensì con l'uranio238 (l'isotopo più abbondante in natura), si chiamava Rapsodie e risale agli anni '60, ma il progetto addirittura agli anni '50. Era un piccolo reattore sperimentale francese, il prototipo dei FBR, cioè dei reattori autofertilizzanti a neutroni veloci e raffreddati a sodio liquido. Il bello di questi reattori, che alimentarono i sogni dei nuclearisti per buoni 40 anni (e qualcuno si illude tuttora), è che essi rigenerano al loro interno il materiale fissile (il plutonio). È (quasi) come se un motore a scoppio producesse più benzina di quella che consuma. Ma ovviamente non violano la Seconda Legge della Termodinamica, cioè non realizzano il moto perpetuo, perché non rigenerano il materiale fertile (U238). Questi reattori in effetti producono assai meno scorie radioattive di quelli tradizionali perché sfruttano in modo molto più efficiente il combustibile. Ma non sono affatto meno problematici. Basta pensare che Rapsodie, spento nel 1983, è tuttora in fase di decommissioning, i lavori dovrebbero concludersi nel 2030. Un problema enorme (non l'unico) e mai completamente risolto di questi reattori è dato dal refrigerante: il sodio sopra i 98°C è un metallo liquido estremamente reattivo a contatto con l'aria (infiammabile) o con l'acqua (esplosivo) e disperde facilmente radiazioni nell'ambiente in caso di perdite accidentali. Il Superphenix, ambizioso progetto francese con importanti presenze di Enel, Enea e Ansaldo, fu il più potente degli FBR: 1200 MW. Operò per una dozzina d'anni sul finire del secolo scorso, tra inconvenienti e incidenti vari (un paio molto seri). Troppo poco per rientrare dalle spese di costruzione (circa 12 miliardi di euro attuali), per giunta riuscendo a erogare in media appena l'8% della potenza elettrica di picco. In sintesi: un colossale disastro economico. Naturalmente esistono diverse altre tipologie di reattori nucleari di quarta generazione (es. raffreddati a sali fusi, a piombo liquido, a elio, ad acqua supercritica, etc., a neutroni veloci o termici, autofertilizzanti e non) ma nessuna di queste tecnologie può oggi considerarsi "matura", come ammette lo stesso Cingolani. Di conseguenza, considerati i tempi di maturazione delle tecnologie (almeno 10 anni) e quelli di costruzione di questi reattori (almeno altri 10 per quelli più grandi e non modulari) deduciamo che un ministro della transizione ecologica, che resterà in carica un anno e mezzo al massimo, farebbe meglio a occuparsi di altro. Per es. delle nostre città costiere che rischiano, TUTTE, di sparire sott'acqua entro 60 anni se non cominciamo OGGI a tagliare le emissioni di gas serra, come ammonisce lo stesso Cingolani. Il paradosso è che il pericolo più serio - ha precisato il ministro davanti a una platea di renziani come lui - non è quello di simili ed epocali catastrofi causate dai mutamenti climatici, bensì quello rappresentato dagli "ambientalisti oltranzisti e radical chic". In sostanza, per il ministro Cingolani, Greta Thunberg e Gianni Silvestrini o Angelo Bonelli sarebbero più pericolosi dello scioglimento dei ghiacci polari e del mare che tra 60 anni potrebbe inghiottire Venezia, Palermo, Rimini e 8000 km di coste italiane. Roba da matti! Questo qui non va sfiduciato, va internato.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 d

sott

 

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Che il Cazzaro di Napoli sia un Panzanaro idiotoideo e’ un dato certo . Che si permetta il lusso , lui che e’ un signor nessuno convinto di essere un iradiddio mentre invece e’ in pallonaro,  e’ altrettanto certo . Non si spiegherebbe , quindi , che questo Pulcinella voglia considerare il Ministro Cingolani che , per chi non lo sapesse  , nel mondo accademico intero , e’ considerato una eccellenza italiana , suscita un moto di involontaria comicità . Cari forumisti , fatevi una idea . 

Cosa è il nucleare di nuova generazione di cui parla Cingolani

Reattori di piccola taglia sono già impiegati, ma è difficile replicarli su larga scala. E sono ancora sperimentali

 
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Cosa è il nucleare di nuova generazione di cui parla
SINOLOGY VIA GETTY IMAGES

La polemica è nata subito dopo l’affondo contro “l’ambientalismo radical chic”. Ma anche un’altra affermazione del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha da subito attirato l’attenzione: l’apertura di un membro del Governo Draghi all’energia nucleare di nuova generazione. Sulla questione, ha detto Cingolani due giorni fa, “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia”. Il ministro ha poi aggiunto che non bisogna farne una questione ideologica: “Nell’interesse dei nostri figli è vietato ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia. Stiamo ai numeri, quando saranno disponibili prenderemo le decisioni”. Parole che hanno sollevato un acceso dibattito e le proteste dei 5 stelle, con Giuseppe Conte che ha chiesto un incontro il 14 settembre prossimo al ministro per un chiarimento. 

Di cosa parla il ministro Cingolani? Secondo l’Associazione Italiana Nucleare, si tratta di reattori di piccola taglia (Small Modular Reactors) che possono essere impiegati in vari ambiti: produzione di calore, elettricità o di entrambe. L’idea non è nuova, visto che i piccoli reattori vengono già impiegati nelle imbarcazioni a propulsione nucleare, come nelle rompighiaccio russe nel Mar glaciale Artico. Ma i sostenitori delle nuove tecnologie credono che, per dirla in maniera semplice, questa nuova tecnologia possa essere replicata su scala industriale. Alcuni di questi mini-reattori sono già operativi: uno, ad esempio, in Siberia, nella regione di Chukotka, capace di produrre una potenza complessiva di 70 MWe per 26000 ore continuative senza rifornimento di combustibile.

In Argentina c’è già un altro progetto in questo senso: si chiama Carem, un reattore ad acqua leggera, e altri simili sono in fase di progettazione o già operativi anche in Cina e Russia.

Mettendo per un attimo da parte le potenziali criticità dal punto di vista ambientale, i dubbi di alcuni vertono anche sulla possibilità di replicare questi modelli su larga scala. Di recente un progetto italiano per lo sviluppo di una nuova tecnologia per l’energia nucleare pulita e sicura ha ottenuto un finanziamento di cento milioni di euro. La società Newcleo con sede a Londra, guidata dal fisico Stefano Buono, punta “a cambiare gli schemi nel settore dell’energia nucleare e si basa sull’applicazione innovativa di tecnologie preesistenti e già sviluppate, tra cui i Lead Fast Reactor (Lfr) che utilizzano il piombo come refrigerante al posto dell’acqua o del sodio e gli Accelerator driven system (Ads), che si basano sulla combinazione di un reattore subcritico con un acceleratore di particelle e l’utilizzo del torio come carburante naturale”. L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente il volume di rifiuti radioattivi prodotti ed evitare gli incidenti nucleari grazie al mantenimento del reattore costantemente in stato sottocritico. Newcleo, che ha ricevuto il sostegno del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, mira inizialmente a sviluppare piccoli reattori da 20 megaWatt rivolti ad esempio ai trasporti marini. Entro un decennio, è l’idea di fondo, si punta a versioni da 200 megaWatt capaci di alimentare le reti elettriche nazionali.

In Italia, com’è noto, quando si parla di nucleare il dibattito si accende. Per quanto riguarda la fusione nucleare, ricorda il direttore di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio in un intervento sul Manifesto, ”è ancora allo stadio di ricerca e per la Commissione Europea, che finanzia il progetto Iter, non ci si aspetta alcuna produzione commerciale prima del 2050″, mentre per quanto riguarda i mini-reattori, “per decenni si è cercato di tagliare i costi del nucleare alzando la potenza dei reattori, che si riesca miniaturizzandoli appare un nonsense”.

Per Greenpeace, lo sviluppo di impianti di terza generazione a fissione sta già subendo ritardi e intoppi, ragione per cui appare attualmente azzardato discutere di quarta generazione, soprattutto in Italia dove in seguito ai referendum per l’abbandono del nucleare, la filiera è stata gradualmente smantellata. 

Secondo Minopoli, tuttavia, “c’è da sorprendersi per le polemiche”, ha detto all’Ansa, “le iniziative di cui ha parlato il ministro, i mini-reattori di ultima generazione, sono cose che vanno avanti da tempo nell’economia internazionale. Nel mondo ci sono una ventina di questi impianti in fase di completamento, e che diventeranno operativi entro il 2026, una nuova tecnologia, diversa dalle centrali tradizioni. Sono piccoli reattori avanzati a fissione, che non producono scorie radioattive ad alto decadimento, perché i prodotti di risulta diventano nuovo combustibile. Poi questi impianti non hanno pompe ed elementi manuali, e questo elimina fattori di criticità”. 

“Cingolani - ha detto all’AdnKronos Chicco Testa, presidente Fise Assoambiente -  ha semplicemente affermato che, anche a a fronte dei nuovi sviluppi tecnologici che puntano a reattori nucleari più piccoli, meno costosi, più sicuri e con meno produzione di scorie, sarebbe illogico non tenere in considerazione questa opzione. La stessa tesi esposta, fra gli altri, da Bill Gates in un suo recente libro. Vedere Greenpeace preoccuparsi dei costi di questa soluzione induce al sorriso ironico. Soprattutto di fronte alle gigantesche quantità di quattrini immesse nel sostegno alle rinnovabili con insufficienti risultati (ad oggi le rinnovabili pesano per qualche punto percentuale sul totale dei consumi di energia e non intaccano il dominio dei fossili) e di fronte, secondo loro stessi, ad un cataclisma prossimo futuro da sconfiggere con ogni mezzo, senza se e senza ma”. 

Non la pensa così Angelo Bonelli di Europa Verde: “In Europa il Paese più avanzato sul nucleare è la Francia che sta cercando di sviluppare reattori di generazione III+, ma per ora i risultati sono stati molto deludenti”, dice all’HuffPost. I lavori per il nuovo reattore nella centrale nucleare di Flamanville iniziarono nel 2007 e sarebbero dovuti costare tre miliardi e mezzo, da progetto iniziale. “Ora i costi sono lievitati, si è arrivati oltre gli undici miliardi e ancora non è stato ultimato. Potrebbe diventare operativo nel 2022: ci sono voluti quindici anni”.

L’esempio francese, secondo Bonelli, fotografa quanto sia stato “fuori luogo” l’intervento a favore del nucleare: “Noi siamo nel pieno della più grande sfida per invertire la rotta del cambiamento climatico. L’Unione Europea ci ha detto che dobbiamo ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Con i ritardi che abbiamo sul fronte delle rinnovabili e viste tutte le criticità emerse con i reattori di terza generazione plus, il ministro parla di impianti quarta generazione che non si sa se, come e quando potrebbero essere operativi? Forse non è chiaro che non abbiamo tempo, senza tralasciare che anche i reattori di quarta generazione genererebbero scorie. Di meno, certamente, ma le scorie resterebbero e la sicurezza intrinseca tanto decantata di questi ipotetici impianti non esiste”.

Quanto al peso del nucleare di vecchia generazione sui consumi mondiali di energia, “oggi contribuisce a meno del 2%, molto meno del fotovoltaico e dell’idroelettrico. È sulle rinnovabili che si deve continuare a spingere, non su progetti ancora in fase di sperimentazione che non si sa quando termineranno, e con quali risultati”, conclude Bonelli. 

Modificato da mark222220

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C'è la faremo ma prima o dopo avremo anche le centrali nucleari da borsetta o da tasca senza avere il timore che ci cucini le palline appese.

Abbia fiducia ridicola gallina pisana, c'è stato chi presagiva l'uomo sulla luna e il presagio si è avverato, pertanto con un po' di pazienza vedrà che anche lei potrà acquistare la sua bella centralina da tasca, nel frattempo che facciamo? Anzi che farà Cingolani?

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Sanchina tutta scemina , cosa vuoi da me ?? Chiedilo te a Cingolani , sennò manda in avanscoperta il Cazzaro di  Napoli . Lui , di sicuro , riuscirà a mettere in difficoltà Cingolani …!! Scusate , forumisti (seri , nda) vado a ridere per una mezz’ora . 

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Ridicola gallina pisana, fa ridere tutto il forum quando dice vado a ridere per mezz'ora.

Ormai tutti sanno che quando si esprime in cotal guisa, in realtà lei corre a razzolare sul lung'Arno alla strenua ricerca di nuovi ammiratori in quanto i vecchi si sono volatilizzati ormai nauseati dalle sue kagate.

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