Il paradosso di Simpson, Israele e i dubbi sui vaccini

Quando si analizzano le relazioni tra due variabili in base ai dati empirici possono succedere cose (apparentemente) strane.

Immaginiamo di confrontare per es. le abilità al tiro di due giocatori di pallacanestro, A e B. Analizziamo le loro statistiche su diversi campionati e supponiamo che in ciascuno di questi (due, tre, quattro campionati, o anche per tutta la carriera) il giocatore A abbia una percentuale di realizzazione nei tiri (da 2 punti, da 3 punti o nei tiri liberi, o in tutte le specialità insieme) sempre migliore di quella del giocatore B. A questo punto chiediamoci: chi è il tiratore più bravo? Probabilmente tutti (eccetto qualche "malato" di matematica come il sottoscritto) risponderanno al volo: il più bravo è A. Con il banale ragionamento che, sommando i i tiri tentati e quelli andati a canestro in tutti i campionati, la percentuale complessiva di realizzazione di A sarà senza dubbio superiore, dato che A è stato più preciso di B in tutti i singoli campionati. Questa conclusione non è generalmente vera: il ragionamento è fallace e, come si può verificare con semplici controesempi, il tiratore più bravo, cioè quello con la migliore percentuale di realizzazione complessiva, potrebbe essere B.

Un altro esempio, del tutto analogo. Confrontiamo i tassi di mortalità da Covid (decessi/popolazione) di due nazioni, chiamiamole P e Q. Ipotizziamo che la nazione P abbia un tasso di mortalità più basso, anche sensibilmente più basso di quello di Q. Sembra allora che P abbia affrontato la pandemia meglio di Q. In realtà, se andiamo a considerare la mortalità stratificata per fasce d'età della popolazione, es. nella fascia 50-59 anni, nella 60-69, nella 70-79 e così via, può succedere che sia Q ad averla sensibilmente più bassa, perfino in tutte le fasce d'età. Ciò vuol dire che, qualunque sia la nostra età, ci conviene vivere in Q piuttosto che in P se ci teniamo alla pelle. Questo si verifica per es. tra Stati Uniti e Italia: i primi hanno una mortalità generale più bassa della nostra, ma noi abbiamo una mortalità stratificata sensibilmente più bassa in tutte le fasce, dunque abbiamo finora affrontato meglio (o meno peggio) di loro la pandemia.

Questi sono solo due semplici esempi del cosiddetto paradosso di Simpson, ben noto in Statistica, per il quale la relazione tra due variabili può essere in realtà molto diversa, o addirittura ribaltata, rispetto a quella che si evince in prima battuta dai dati empirici. Ciò accade per la presenza di variabili nascoste non considerate nell'analisi. Un paradosso di Simpson è in genere molto semplice da spiegare ma spesso niente affatto banale nelle conseguenze, vedasi il caso della mortalità da Covid. Oppure il caso di un farmaco che, in base ai dati empirici, sembrerebbe efficace a certi dosaggi e che invece, a causa di una variabile nascosta, potrebbe essere inutile o addirittura pericoloso. Dunque è molto importante, in epidemiologia, nell'industria farmaceutica e i molti altri casi di produzioni industriali, nelle analisi in materia economica, etc., la presenza attiva di esperti di statistica. Quale potrebbe essere la variabile nascosta nel caso esaminato dei giocatori di basket? Lo lascio come esercizio ai forumisti interessati. Nel caso della mortalità da Covid la variabile nascosta è evidentemente l'età degli infetti, la quale, come è ben noto, incide drammaticamente (a parità di altri fattori e sempre in termini statistici beninteso) sulle conseguenze cliniche dell'infezione. Nell'esempio considerato la popolazione italiana è notevolmente più anziana di quella statunitense (47,3 anni di età mediana contro 38,3) il che spiega la maggiore mortalità generale dell'Italia a dispetto di una migliore risposta complessiva del nostro paese alla pandemia.

Un altro e analogo esempio di paradosso di Simpson ce lo fornisce Israele, uno dei paesi più avanti al mondo nella campagna vaccinale. Dove hanno somministrato due dosi a quasi l'80% degli over12 (noi siamo al 67%) e oltre il 20% sono già alla terza dose:

https://datadashboard.health.gov.il/COVID-19/general?utm_source=go.gov.il&utm_medium=referral (potete usare il traduttore Google dall'ebraico)

Eppure in Israele da qualche tempo nelle terapie intensive ci sono più vaccinati che non vaccinati. Al 15 agosto i vaccinati completi erano il 78,7% della popolazione over12, ma la malattia severa colpiva 515 pazienti ricoverati in terapia intensiva o sub-intensiva, di cui 301 vaccinati completi (il 58,4%). Nell'ultima settimana, a dispetto del progredire della prima, seconda e terza dose, si sono impennati di circa il 30% sia gli intubati sia i casi sia i decessi, e io temo che ormai anche tra questi ultimi i vaccinati completi siano la maggioranza. Questo paradosso israeliano sembra un fortissimo elemento nelle mani dei NO VAX che mettono in dubbio la reale efficacia dei vaccini (in questo caso Pfizer, praticamente l'unico adottato in Israele). In realtà qui ci troviamo ancora di fronte al classico paradosso di Simpson. Lo spiega benissimo, in questo magnifico studio, Jeffrey Morris, professore di Biostatistica all'università di Pennsylvania.

https://www.covid-datascience.com/post/israeli-data-how-can-efficacy-vs-severe-disease-be-strong-when-60-of-hospitalized-are-vaccinated

In primo luogo va considerato che al crescere della frazione dei vaccinati è naturale che cresca la percentuale dei ricoverati gravi vaccinati (però, a mio avviso, è meno naturale che aumentino in assoluto questi casi gravi e i decessi). Al limite, se il 100% della popolazione fosse vaccinato, tutti i casi gravi e tutti quelli mortali riguarderebbero i vaccinati. Poi ritorna la variabile nascosta dell'età. Le fasce di età più alte sono quelle, di gran lunga, più soggette alla malattia severa, ma queste sono anche le fasce dove, per ovvie ragioni di precedenza nella somministrazione, oggi è maggiore la frazione dei vaccinati completi (pari a oltre il 90% in Israele). Quindi la malattia severa continua a colpire per lo più queste fasce, i cui vaccinati vanno a occupare le terapie intensive in misura maggiore rispetto ai non vaccinati più giovani. Detto in termini equivalenti, l'efficacia dei vaccini c'è, ed è notevole come dimostra il prof. Morris, ma non è ancora tale da compensare, in termini statistici, il drammatico incremento della severità del Covid al crescere dell'età dei colpiti. Si verifica dunque l'apparente paradosso che l'efficacia del vaccino in Israele è pari al 67,5% se calcolata su tutte le età (si parla comunque sempre di over12), ovvero la percentuale dei casi severi tra i non vaccinati è circa 3,1 volte quella tra i vaccinati completi, ma l'efficacia stratificata per fasce d'età risulta ben più alta, e in tutte le fasce, come si vede nell'ultima tabella dello studio. Per es. nella fascia over 90 vale il 92,,4%, ovvero gli over90 non vaccinati hanno una probabilità di ammalarsi in forma severa 13,2 volte più grande di quella dei vaccinati. Fin qui nulla da eccepire: lo studio di Morris spiega l'apparente paradosso dell'eccesso di vaccinati tra i casi gravi e demolisce le critiche dei NO VAX che sottovalutano l'efficacia dei vaccini. In effetti, dallo studio si evince che Pfizer, pur non garantendo l'immunità assoluta, continua a essere di grande utilità anche contro la variante delta.

C'è un problema però, che io ho già sollevato in questo forum. L'efficacia dei vaccini nel proteggere dal contagio, dalla malattia grave o dal decesso, viene stimata per confronto tra due insiemi di infetti: i vaccinati e i non vaccinati. Si tratta quindi di una stima in termini relativi e non assoluti. Inoltre questi due insiemi presentano caratteristiche disomogenee ma correlate all'oggetto dell'indagine statistica e che quindi possono alterare (distorcere) la stima stessa per eccesso o per difetto. Il prof. Morris accenna a una distorsione che conduce a sottostimare l'efficacia della vaccinazione: tra i non vaccinati vi sono soggetti guariti dall'infezione e che dispongono già di un certo grado di protezione. Giusto, ma a mio avviso pesa di più un'altra distorsione: i non vaccinati, a parte i rari casi di intolleranza, oggi sono per lo più NO VAX per scelta, cioè persone che sottovalutano soggettivamente la pericolosità del Covid e che, vuoi per ignoranza, pregiudizi, problemi sociali, economici etc., presumibilmente si sottraggono anche, in tutto o in parte, alle regole profilattiche. Oggettivamente queste persone hanno un'elevata propensione al contagio. Quindi, usarle come termine di confronto per valutare la protezione vaccinale dal contagio conduce a sovrastimare questa protezione. Probabilmente sono anche persone che non curano o curano male malattie croniche e comorbità che incrementano la severità e la letalità del Covid, e non sarei lontano dal credere che molte di loro sottovalutino i sintomi iniziali e non si sottopongano tempestivamente al test. Queste persone avrebbero una maggiore probabilità di contagiarsi, ma anche di ammalarsi in modo grave e di morire, rispetto alla categoria dei vaccinati, perfino nel caso in cui i vaccini non esistessero. Dunque, il confronto con questi casi, che per giunta diventano sempre più estremi al crescere della frazione di popolazione vaccinata, non può che condurre a una sovrastima della protezione effettiva.

Resta poi aperta la questione della virulenza oggettiva della variante delta. L'efficacia di una protezione (es. un antibiotico) varia soggettivamente da individuo a individuo ma dipende in modo non meno rilevante dall'aggressività intrinseca del patogeno (es. un batterio). Ammettiamo per es. che l'efficacia relativa dei vaccini oggi in uso contro la variante delta sia la stessa sperimentata contro le varianti precedenti durante i trial condotti dai produttori nella fase di sviluppo del farmaco, e trascuriamo anche la riduzione nel tempo della protezione vaccinale. Sono già ipotesi ottimistiche. Ma se la delta è, per esempio, due volte più aggressiva delle varianti precedenti, allora essa colpirà in modo doppiamente aggressivo, all'incirca, sia i vaccinati che i non vaccinati, e nella stima condotta per confronto tra le due categorie questo effetto sfugge. In altri termini la maggiore virulenza della variante delta è essa stessa una variabile nascosta in questi studi sull'efficacia relativa tra vaccinati e non. E non è facile darne una stima assoluta abbastanza attendibile data l'enorme incertezza che affligge la rilevazione dei casi effettivi di infezione (casi attivi reali). Temo che purtroppo dovremo aspettare l'autunno, l'inverno e la primavera, stagioni sulla carta assai più favorevoli al virus dell'estate, per contare i morti (che sono alla fine il dato sintetico di gran lunga più importante e più sicuro) e per quantificare, in modo euristico e alla grossa, la protezione dei vaccini dalla variante delta rispetto al ceppo cinese della prima ondata e alla variante inglese della seconda e della terza. Se avremo un decimo di quei decessi (e io dico: magari!) potremo dire che i vaccini ci hanno risparmiato, come minimo il 90% delle vittime. Come minimo perché, se avremo pochi decessi, presumo che applicheremo meno restrizioni. Una stima più attendibile potranno farla quei paesi seri, come l'Australia, il Giappone, etc. che vanno in lockdown anche con pochi casi e pochissimi decessi. 

Per il momento i dati estivi di cui disponiamo non sono affatto incoraggianti, al contrario di come ce li descrive, o ce li descriveva fino a qualche settimana fa, la vulgata politica e mediatica (purtroppo con il supporto di qualche scienziato poco serio: il prof. Zangrillo nonostante la figuradimerda ha fatto proseliti). Noi abbiamo molti più decessi e ricoveri dell'estate scorsa. Spagna e UK hanno più vaccinati ma stanno peggio di noi, come pure Francia e USA che hanno somministrato un po' meno dosi di noi. Ma gli ultimi dati di Israele sono davvero scoraggianti. Ieri 55 decessi in 24 ore che equivarrebbero, fatte le proporzioni tra le popolazioni, a circa 350 decessi da noi. Ieri l'altro hanno contato 8.331 casi (Worldometer) che equivarrebbero a 53mila casi in Italia. E gli intubati al momento in cui scrivo sono 672, mentre le autorità affermano di poterne gestire un massimo di 1000. Tutto questo nel paese che ha quasi l'80% degli over12 completamente vaccinati e che ha avviato in grande stile la terza dose. E tutto è accaduto in breve tempo. Due mesi fa Israele aveva quasi azzerato i morti e contava meno di 100 positivi al giorno.

Un altro dato sorprendente e allarmante del bollettino pandemico di ieri viene dal Vietnam: 737 decessi in 24 ore. Questo paese è molto indietro nella campagna vaccinale quindi il dato mostra solo la forza d'urto intrinseca, tremenda, della variante delta. Questo paese, confinante con la Cina, fu uno dei primi a essere investiti dalla pandemia ma si difese in modo esemplare, invidiabile ed elogiato dalla stessa OMS. Applicazione rigida della profilassi individuale, accurato tracciamento dei contatti. Metodi a costo quasi zero. Ma assai meno test rispetto a paesi ricchi come Singapore e lo stesso Israele. Quegli argini avevano retto benissimo fino all'arrivo della variante delta, come anche in altri paesi dell'Asia orientale: Taiwan, Thailandia, Indonesia, Malesia, etc. che oggi stanno tutti molto peggio di poco tempo fa. Il 23 giugno scorso il Vietnam contava 70 morti dall'inizio della pandemia, quasi niente per un paese di 98milioni di abitanti. Oggi è quasi a quota 9000: negli ultimi due mesi si è concentrato il 99,2% del totale dei decessi, e il trend è in crescita.

Ultima nota dolente sulla quale riflettere: Vietnam e Israele sono due paesi dalla popolazione molto giovane: 32,5 e 30,5 anni le rispettive età mediane. Noi abbiamo una popolazione molto più anziana (47,3 di mediana). Ieri è iniziato il campionato di calcio: tifosi a migliaia sugli spalti a esultare e ad abbracciarsi senza mascherine, spiagge strapiene, movida notturna senza controlli. Noi e i nostri governanti stiamo scherzando col fuoco.   

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9 messaggi in questa discussione

Poi ci spieghi, con l'imprescindibile aiuto dello psichiatra, come fai a dedurre quella che sarà la situazione italiana in autunno partendo dai dati di Israele, Vietnam, Indonesia, Malesia.

Detto questo, oggi 23 agosto 2021 registriamo 135.555 casi attualmente positivi.

I ricoverati con sintomi sono 3.928 e i ricoverati in terapia intensiva sono 485.

I deceduti sono 44.

I tamponi effettuati sono stati 101.341.

L'incremento di casi totali rispetto al giorno precedente è pari a 4.168.

Negli ultimi sette giorni i nuovi casi sono stati 44.480.

Il 19 ottobre 2020 registravamo 134.003 casi attualmente positivi.

I ricoverati con sintomi erano 7.676 e i ricoverati in terapia intensiva erano 797.

Il 19 ottobre 2020 sono stati registrati 73 deceduti.

I tamponi effettuati sono stati 98.862.

L'incremento di casi totali rispetto al giorno precedente è stato pari a 9.338.

Negli ultimi sette giorni (13 ottobre 2020 -19 ottobre 2020) i nuovi casi sono stati 64.015.

Vale il caso di ricordare cosa ha detto pochi giorni fa Roberto Battiston

https://www.robertobattiston.it/about/

E sono i numeri relativi all’andamento della pandemia, tenendo presente che quella terminata a giugno è stata la seconda ondata e non terza, come erroneamente si crede. Il secondo aspetto è che le previsioni di virologi e immunologi (almeno la maggior parte) che pronosticavano una impennata di contagi tra fine luglio e fine agosto sono state smentite in buona parte. Lo stesso Silvio Brusaferro, portavoce del Comitato tecnico scientifico e presidente dell’Istituto superiore di sanità proprio in queste ore sottolinea come «gli ultimi dati confermano che la curva cresce ma rallenta».

Nell’ultima settimana, l’Italia ha avuto intorno ai settemila contagi al giorno. La curva è sostanzialmente stabile. «L’incidenza ha smesso di scendere e ha ripreso a salire a fine giugno. Il ritmo di crescita, sia pure esponenziale, è tre volte minore di quello che ha caratterizzato la seconda ondata (ottobre 2020) e mostra segni di rallentamento», spiega Roberto Battiston. «Grazie alla diffusione del vaccino la frazione di infetti attivi che sono ospedalizzati in questa ondata è circa tre volte più bassa della seconda ondata. E questi due fattori spiegano per quale motivo il carico sanitario, in termini di ospedalizzazioni e terapie intensive, sia ancora contenuto».

L’arrivo della variante Delta, oggi dominante in Italia, avrebbe fatto la differenza. La variante è arrivata nel momento in cui in Italia i contagi erano molto bassi. «Il tasso e la velocità della crescita dei contagi, infatti, è stato più lento rispetto ad altri Paesi, come Regno Unito, Francia e Spagna. Siamo stati più simili alla Germania», dice Battiston. Ma nel frattempo il tasso di vaccinazione ha avuto una decisa accelerata. «Il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose», dice Battiston. E poi c’è il fattore stagionale. «D’estate stiamo più all’aperto e la gente si distribuisce con maggiore facilità». Non a caso in questa fase l’incidenza dei casi su 100mila abitanti è più elevata in zone come Rimini rispetto alla Lombardia.

Quindi, cosa dovremo aspettarci per l’autunno e in particolar modo con la riapertura delle scuole? «La caratteristica della variante Delta è questa – spiega Battiston –: causa una prima fiammata, seguita da un calo e una decrescita». Ma deve essere accompagnata da una forte campagna di vaccinazione. «Perché abbiamo visto – insiste il fisico – che la variante Delta ha un effetto trascurabile nei confronti delle persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino. Ecco perché penso che, se ci sarà una terza ondata, questa non riguarderà i vaccinati ma i non vaccinati».

Secondo Battiston la data spartiacque potrà essere il 20 agosto, quando saranno passate circa due settimane dall’introduzione del Green Pass e vedremo gli effetti sulla curva epidemiologica. «Se, come penso – dice il fisico –vedremo un rallentamento della curva, vorrà dire che questo sistema funziona. Anzi, a dire il vero sta già funzionando». I dati ci dicono che, per circa 7.000 contagiati, ci sono almeno 4mila guariti in più. «Questo ci permette di tenere basso anche l’indice Rt. Insomma, tra vaccinazioni, Green Pass e comportamento della variante Delta, possiamo dire che in autunno l’Italia, anziché chiudere di nuovo potrà invece riaprire ancora di più».

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1 ora fa, ilsauro24ore ha scritto:

Vale il caso di ricordare cosa ha detto pochi giorni fa Roberto Battiston

Non ti convinci eh? Ti ripeto per la 20sima volta: non puoi confrontare situazioni radicalmente diverse per valutare la protezione dei vaccini. Un anno fa, il 23 agosto 2020, avevamo dati molto migliori di oggi (pur non essendoci i vaccini), ma già il 19 ottobre 2020 il quadro era molto peggiorato. Eravamo in autunno ed eravamo in piena fase ascendente della seconda ondata. Basta guardare la pendenza della curva dei casi attivi su Worldometer. Il fatto che i positivi attivi fossero circa pari a quelli di oggi è una pura coincidenza. Oggi non aiutano solo i vaccini ma anche l'estate. E la curva cresce, in modo più lento ma cresce. Nonostante l'estate e i vaccini. Gli attualmente positivi, ripeto, non sono il totale degli attualmente infetti, ma solo una frazione o una stima per difetto di questi: sono i casi rilevati dai test. Negli ultimi 7 giorni sono stati processati 1.423.781 tamponi.  Il 44% in più di quelli processati nella settimana dal 13 al 19 ottobre 2020, che furono 989.289. Ma sono stati scoperti il 31% in meno di positivi (stando ai tuoi numeri). Il tasso di positività settimanale all'epoca era dunque più che doppio di oggi: 6,47% contro 3,12%. In altri termini era molto più facile trovare positivi pur facendo meno test. È del tutto evidente che i VERI casi attivi erano molto più sottostimati di oggi. Se per ipotesi avessimo testato tutta la popolazione, avremmo trovato assai più casi attivi di quanto ne troveremmo oggi con lo screening di massa. Quindi non dipende solo dalla protezione vaccinale il fatto che oggi abbiamo meno casi gravi, cioè meno ricoverati e meno decessi. Questi ultimi non sono moltissimi in meno: 48,4 di media giornaliera nella settimana contro i 58,7 di allora. Onestamente, tenuto conto del forte squilibrio presumibile nei VERI casi attivi, non mi pare granché come protezione dal rischio di morte. Anzi, la "variabile nascosta", ovvero la maggiore e oggettiva virulenza della variante delta rispetto alla variante inglese, potrebbe avere già ribaltato le cose: il rapporto decessi/casi attivi (veri) potrebbe essere oggi addirittura maggiore che in ottobre. Anche se naturalmente i decessi sono determinati da casi attivi precedenti (in genere da una a tre settimane).

Anche Battiston riconosce l'influenza del fattore stagionale, ma si contraddice perché poco prima aveva confrontato i dati di agosto con quelli di ottobre. Per il resto ho scritto anch'io che oggi stiamo meglio di vari paesi europei, ma in questa pandemia c'è sempre chi scende e chi sale e i sorpassi sono all'ordine del giorno. Guardati le curve dei casi giornalieri, casi attivi e decessi giornalieri di Israele nel mese di giugno e confrontale con l'andamento attuale. Israele aveva (ed ha) più vaccinati di noi e aveva riaperto tutto. Spero che Battiston abbia ragione, ma noi potremmo finire tra due mesi come o peggio di Israele. In tutta onestà, una media di quasi 50 morti al giorno ad agosto (l'anno scorso erano intorno a 6 perché dobbiamo sottrarre 154 decessi retrodatati del 15 agosto) e con 2/3 della popolazione completamente vaccinata, io non me l'aspettavo proprio. E non se l'aspettavano neppure quelli del CTS. Ma non lo dicono, forse per non mettere in imbarazzo Draghi, quello del "rischio calcolato". "Calcolato male" secondo il prof. Galli.  

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se ci sono persone che credono ancora che la terra sia piatta, figuriamoci se non sono convinti che il covid sia inventato e quindi una presa in giro....comunque come dice il salvini..."questa gente và ascoltata"....per i voti che porta....:D

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8 ore fa, sempre135 ha scritto:

se ci sono persone che credono ancora che la terra sia piatta, figuriamoci se non sono convinti che il covid sia inventato e quindi una presa in giro....comunque come dice il salvini..."questa gente và ascoltata"....per i voti che porta....:D

Egregio Sempre, ora che i vaccini cominciano a essere approvati in via definitiva (e non più solo provvisoria) dai grandi organismi sanitari di controllo, il governo non ha più nessunissimo motivo per darla vinta ai no vax: va imposto l'OBBLIGO VACCINALE. Se non lo farà, vorrà dire che è un governo INADEGUATO E INCAPACE di affrontare e gestire l'emergenza sanitaria e dovrà essere sfiduciato dal parlamento entro l'anno. Per il momento, in vista della riapertura delle scuole, vanno avviate estese indagini a campione sugli alunni per verificare se abbiano completato o meno le 10 vaccinazioni obbligatorie previste in Italia. Con tutti i no vax che ci sono in giro, sospetto che ci siano decine di migliaia di autocertificazioni false. I genitori inadempienti e falsari andranno pesantemente sanzionati (a mio avviso meritano il carcere vero) e i figli non potranno seguire le lezioni, né in presenza né a distanza. 

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15 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Non ti convinci eh? Ti ripeto per la 20sima volta: non puoi confrontare situazioni radicalmente diverse per valutare la protezione dei vaccini.

Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 afferma che non è possibile confrontare situazioni radicalmente diverse.

Situazioni radicalmente diverse sulla base di misteriossimi fattori, dei quali prossimamente ci darà notizia lo psichiatra del cialtronisismo peracottaro seriale fosforo31.

La realtà sbugiarda, tanto per cambiare, il pulcinella panzanaro e pertanto il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 afferma che non è possibile confrontare situazioni radicalmente diverse.

Pertanto il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 deve spiegare, ricorrendo all'aiuto dello psichiatra, come si senta legittimato a dire che oggi oggi stiamo DECISAMENTE PEGGIO di un anno fa (post del 19/08/2021, ore 3.12).

Vale appena il caso di sottolineare che il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 , quando tornava comodo per i suoi deliri, confrontava allegramente situazioni radicalmente diverse.

Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 lo ha fatto il giorno 8 marzo 2021 (post delle ore 02.52)

il ministro ha ragione nel dire che la seconda ondata non è mai finita. La sua partenza possiamo collocarla a inizio ottobre 2020, quando cominciò a impennarsi la curva dei contagi. Che in realtà risaliva lentamente fin da metà luglio quando fu toccato (17/7) il valore minimo di 190 contagi giornalieri di media mobile settimanale (mms). Mentre il minimo dei decessi (mms=5) fu toccato intorno al 20 agosto. Il minimo delle terapie intensive, pari ad appena 38 pazienti, risale al 29 luglio; quello dei reparti ordinari, con 705 ricoverati, fu toccato il primo agosto. È chiaro che la seconda ondata fu innescata in estate, e covò sotto la cenere per tutto agosto e settembre, soprattutto nei contagi asintomatici o paucisintomatici, e quasi mai testati, dei giovani, dei vacanzieri

poi lo ha fatto il giorno 9 marzo 2021 (post delle ore 20.22)

il dato di oggi che più impressiona sono i 278 nuovi ingressi in terapia intensiva (il martedì precedente erano stati 222). È il valore più alto dal 3 dicembre 2020, cioè da quando viene pubblicato questo importantissimo  parametro

Il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 lo aveva già fatto il giorno 17 gennaio 2021 (post delle ore 20.40)

la seconda ondata colpisce duro in Europa e negli USA, ma anche in Messico, Canada, Brasile e Colombia. Nelle ultime due settimane il Regno Unito viaggia alla media di oltre 1000 morti e 50mila nuovi casi al giorno, poco sotto i 900 decessi la Germania. Si pensi che intorno al picco della prima ondata la media dei decessi in Germania era poco sopra i 200. Male anche Polonia, Cechia, Ungheria e le repubbliche della ex Jugoslavia, che avevano superato quasi indenni la prima ondata

Comunque sia, il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 , come era ovvio e banalmente prevedibile,

NON HA TROVATO

un solo esperto disposto ad affermare che oggi stiamo DECISAMENTE PEGGIO di un anno fa (post del 19/08/2021, ore 3.12).

Roberto Battiston, che è leggermente (ma appena un filino, NdA) più titolato del cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 si è pregiato di affermare

grazie alla diffusione del vaccino la frazione di infetti attivi che sono ospedalizzati in questa ondata è circa tre volte più bassa della seconda ondata. E questi due fattori spiegano per quale motivo il carico sanitario, in termini di ospedalizzazioni e terapie intensive, sia ancora contenuto

perché abbiamo visto che la variante Delta ha un effetto trascurabile nei confronti delle persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino. Ecco perché penso che, se ci sarà una terza ondata, questa non riguarderà i vaccinati ma i non vaccinati

se, come penso, vedremo un rallentamento della curva, vorrà dire che questo sistema funziona. Anzi, a dire il vero sta già funzionando. I dati ci dicono che, per circa 7.000 contagiati, ci sono almeno 4mila guariti in più. Questo ci permette di tenere basso anche l’indice Rt. Insomma, tra vaccinazioni, Green Pass e comportamento della variante Delta, possiamo dire che in autunno l’Italia, anziché chiudere di nuovo potrà invece riaprire ancora di più

STRUNZ STATT CITT!

 

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Non mozzare le mie frasi, furbetto incivile! E completamente negato per la logica. Ho scritto che non si possono confrontare situazioni radicalmente diverse per valutare l'efficienza dei vaccini. Il 19 ottobre avevamo (per puro caso) all'incirca lo stesso numero di positivi attivi di oggi, ma i VERI casi attivi erano molti di più. Infatti si facevano meno test ma si scoprivano più casi. Attualmente scopriamo in media circa 6.000 casi al giorno, cioè all'incirca quelli del picco dei contagi della prima ondata. E oggi abbiamo perfino più positivi di allora. Ma solo un asino come te confronterebbe le due situazioni per dire che oggi, se non abbiamo 700 morti al giorno, è solo grazie ai vaccini. I VERI contagi e i VERI casi attivi a cavallo tra marzo e aprile 2020 erano con tutta probabilità 5 o 10 volte quelli di oggi. Oggi abbiamo un tasso di positività ai test intorno al 3%, a marzo 2020 si superò addirittura il 46% (il 9 marzo per l'esattezza). Praticamente un tampone su due risultava positivo. Il 19 ottobre la situazione era molto meno drammatica ma in netto peggioramento e assolutamente peggiore dell'attuale, anche per i casi attivi (VERI). Solo un pollo come te dopo un anno e mezzo di pandemia non ha ancora capito che c'è una differenza tra i dati rilevati e il REALE livello di diffusione del contagio. Battiston farebbe meglio occuparsi di fisica e spara valutazioni a casaccio. Parla di infetti attivi di questa quarta ondata, che per lui è la terza, e li confronta con quelli della seconda e della terza, che per lui sono la seconda. Ma i tassi di positività sono molto diversi, dunque il confronto non ha alcun senso. Dovrebbe poi almeno specificare a quali settimane si riferisce, perché questa ondata estiva è appena agli inizi mentre quella che lui chiama seconda ondata è durata almeno 8 mesi. Diceva un mio compianto professore di Analisi Matematica: rispetto ai matematici voi ingegneri siete degli arruffoni, come lo sono i fisici rispetto a voi. 

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1 ora fa, fosforo311 ha scritto:

… Battiston farebbe meglio occuparsi di fisica e spara valutazioni a casaccio. Parla di infetti attivi di questa quarta ondata, che per lui è la terza, e li confronta con quelli della seconda e della terza, che per lui sono la seconda. Ma i tassi di positività sono molto diversi, dunque il confronto non ha alcun senso. Dovrebbe poi almeno specificare a quali settimane si riferisce, perché questa ondata estiva è appena agli inizi mentre quella che lui chiama seconda ondata è durata almeno 8 mesi. Diceva un mio compianto professore di Analisi Matematica: rispetto ai matematici voi ingegneri siete degli arruffoni, come lo sono i fisici rispetto a voi. 

Quindi , se non capisco male , il Dott Ing Prof Arch Vir Nutr Cazzaro di Napoli  , definisce Roberto Battiston una fetecchia che andrebbe preso a ceffoni come avrebbe fatto il Prof di Analisi Matematica del Cazzaro stesso . Chiedo e mi chiedo : si sta parlando dello stesso Roberto Battiston ?? Si sta parlando di questo luminare esperto di caratura mondiale del monitoraggio dei numeri legati al COVID ??  Sarebbe sto Battiston qua che spara valutazioni a casaccio?? No , perché se così fosse , il  Naplesses Cazzaro ha ragione piena a contestarlo !! E ci mancherebbe , Battiston , al Cazzaro , non gli allaccia nemmeno le scarpe ..!!  Tse .. !! 

 

 

 
 
Roberto Battiston
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Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana
Durata mandato 16 maggio 2014 –
7 novembre 2018
Predecessore Enrico Saggese
Successore Giorgio Saccoccia
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studio Laurea in fisica
Università Scuola Normale di Pisa
Professione Accademico
Premio ASAS Space Economy 2017
Premio Gal Hassin Astronomia 2017
Premio IAF Hall of Fame 2019
Premio International Science and Technology Cooperation Award 2019

Roberto Battiston(Trento11 agosto1956) è un fisicoitaliano.

È stato presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI)[1][2] dal maggio 2014 al novembre 2018. Fisico sperimentale, specializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari, è uno dei maggiori esperti di raggi cosmici.

Impegnato da sempre nello studio della fisica fondamentale e lo sviluppo di rivelatori e di tecnologie per la sperimentazione nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari. Nel corso di oltre 30 anni di attività ha svolto ricerche in team internazionali, prima nel campo della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali con gli acceleratori e poi nel settore spaziale, studiando con altissima precisione i raggi cosmici dallo spazio. Per queste ricerche ha contribuito, con ruoli di primaria responsabilità, allo sviluppo di rivelatori innovativi basati su tecnologie avanzate.[3]

 

 
BiografiaModifica
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Roberto Battiston nel 2015

Si laurea nel 1979 in fisica presso l'Università di Pisa e la Scuola Normale di Pisa[3] con una tesi sulla produzione di muoni in interazioni p-p agli ISR (esperimento diretto dal Nobel Samuel Chao Chung Ting e dal prof. Giorgio Bellettini) del CERN.[4] Lo stesso anno vince una borsa di studio per svolgere il perfezionamento in Francia presso l’École normale supérieure di Rue D’Ulm, e nel 1982 ottiene il Dottorato presso l’Università di Parigi XI, Orsay.[3]

Dal 1983 al 2012 è all’Università di Perugia prima come ricercatore, dove fonda e presiede un gruppo di ricerca, poi come professore associato (1988) presso la Facoltà di Scienze, infine come professore ordinario (1993) in Fisica Generale presso la Facoltà di Ingegneria;[3] nel 1990 diventa responsabile delle collaborazioni di ricerca internazionali. Nel 2009 viene eletto presidente della Commissione Nazionale per la Fisica Astroparticellare dell’Istituto nazionale di fisica nucleare per un triennio, poi confermato nel 2012 per un quadriennio. Nel 2012 si trasferisce presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento dove è membro del TIFPA (Trento Institute for Fundamental Physics and Applications) dedicato alla fisica e tecnologia spaziale nel settore delle astroparticelle, un nuovo Centro Nazionale dell’INFN. A Trento ricopre la cattedra in Fisica Sperimentale presso il Dipartimento di Fisica.[3]

Il 16 maggio 2014, a seguito di una selezione competitiva e valutazione di un comitato internazionale, viene nominato dal ministro Stefania Giannini presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana(ASI).[5][6] A seguito di una successiva selezione competitiva, l'8 maggio 2018 viene nominato per un secondo mandato di quattro anni dal ministro Valeria Fedeli,[7][8][9] ma il 6 novembre 2018 il Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti comunica a Battiston la revoca immediata della sua nomina a presidente dell'ASI.[10][11][12][13][14][9][15]

Nel marzo 2019 il Tar del Lazio rigetta il ricorso presentato da Battiston[16]. Si candida per il Partito Democratico alle elezioni europee del 2019 nella Circoscrizione Italia nord-orientale.[17], ma risultano eletti solo i primi 4 candidati più votati del PD, mentre con 43.291 preferenze Battiston arriva settimo, non risultando eletto.[18]

 

 
Principali contributiModifica

Attività di ricerca scientificaModifica

L3Modifica

Nel 1990 inizia una collaborazione con il Premio Nobel Samuel Ting all'esperimento L3 al LEP del CERN, coordinando la realizzazione di un rivelatoredi silicio ad alta precisione per rilevare particelle di vita media molto breve.[19]

Raggi cosmiciModifica

Tra il 1995 e il 2014, la sua attività scientifica è dedicata principalmente a un nuovo settore di ricerca nell'ambito della fisica astroparticellare dello spazio.[20] L'obiettivo è di studiare con precisione le componenti più rare dei raggi cosmici, alla ricerca di antimateria primordiale e di effetti dovuti alla materia oscura. Il primo esperimento realizzato è la versione di prova dell'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-01), che opera per 12 giorni su uno Space Shuttle. La versione definitiva, AMS-02, è installata nel 2011 sulla Stazione Spaziale Internazionale e raccoglie dati da allora. Della collaborazione internazionale AMS, Battiston ricopre anche la carica di "deputy spokesperson".[21]

CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite) - LIMADOUModifica

Nel 2007 propone ed ottiene la collaborazione dell'Italia alla realizzazione del satellite cinese CSES, dedicato al monitoraggio dei fenomeni sismici dallo spazio. Il lancio del satellite, avvenuto nel 2018, apre nuove prospettive nel campo dell'osservazione della Terra con metodi innovativi.[22]

Attività come Presidente ASIModifica

Sotto la sua presidenza dell'ASI, vengono sbloccati importanti programmi che coinvolgono l'Agenzia: viene completato il finanziamento del progetto Cosmo Second Generation (satelliti 1 e 2)[23] e viene rifinanziata la costruzione, fino al completamento, del satellite multispettrale PRISMA, lanciato poi nel 2019.[24] Viene inoltre approvato il programma PLATiNO (Piccoli Satelliti ad Alta Tecnologia), per sviluppare la capacità industriale nel settore dei satelliti di piccola massa.[25]

Viene inoltre creata la Fondazione Edoardo Amaldidedicata al trasferimento tecnologico nel settore spaziale.[26]

 

 
PubblicazioniModifica

A dicembre 2019 la banca dati Scopus lo riporta come autore di 477 pubblicazioni scientifiche, citate complessivamente più di 17 000 volte, con un indice H pari a 46.

Editorialista per La StampaL'AdigeLa Repubblica, ha tenuto a lungo la rubrica Astri e Particelle su Le Scienze ed ha pubblicato diversi saggi di natura divulgativa:

  • Dialogo tra un artista e uno scienziato, Perugia, Futura, 2012, ISBN 8897720218.
  • La meccanica quantistica. Spiegata a chi non ne sa nulla, Roma, Castelvecchi, 2018, ISBN 8832821168.
  • Fare spazio. I miei anni all'Agenzia Spaziale Italiana, Milano, La nave di Teseo, 2019, ISBN 8893448823.
  • La prima alba del cosmo, Milano, Rizzoli, 2019, ISBN 9788817141901.
  • La matematica del virus: I numeri per capire e sconfiggere la pandemia (Formato Kindle), Roma, Castelvecchi (collana ESC), 2020.

 

 
Premi e riconoscimentiModifica

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16 ore fa, fosforo311 ha scritto:

va imposto l'OBBLIGO VACCINALE.

l'intenzione sembra andare in questa direzione...sarà un altro motivo per il quale i più insipidi manifesteranno la loro disapprovazione, per la gioia delle testoline che li incitano....forse il Gov. si muove piano proprio per non dare troppo spazio a quegli ***..be.ci.lli....:D

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Ieri un'altra giornata tragica per gli USA: 1.134 decessi e oltre 147.000 casi in 24 ore. Da noi 60 morti e 6.076 casi, in ulteriore crescita i ricoveri. Insomma, la curva continua a salire, sia pure lentamente, con buona pace del prof. Battiston che prevedeva un'inversione di trend da ferragosto. Ieri anche 174 morti nel Regno Unito, 153 in Francia, 190 in Spagna. 24 decessi in Israele che rapportati alla popolazione italiana (59,1 milioni contro 9,3 milioni) equivarrebbero a 153 decessi da noi. Ma è ancora più eclatante il dato dei contagi: 10.087 che equivarrebbero a circa 64.000 da noi. Tutto questo in un paese che ha già raggiunto l'obbiettivo che noi ci prefiggiamo entro il 30 settembre (80% degli over12 completamente vaccinati) e che ha già somministrato la terza dose a oltre due terzi degli over60.

Ho fatto, per curiosità, una piccola statistica sulla mortalità recente in questi 4 paesi, UK, Francia, Spagna e Israele, che sono più avanti di noi nella campagna vaccinale, eccetto la Francia che è in leggero ritardo. Ma la mortalità settimanale è in sensibile crescita in tutti questi paesi. Non ho considerato i contagi perché il dato non è confrontabile in quanto, tolta la Spagna, gli altri fanno molti più test di noi in rapporto alla popolazione. Per Israele ho rapportato i dati alla popolazione italiana (ovvero ho moltiplicato i decessi per un fattore 6,355). Per ciascun paese indico la media giornaliera dei decessi nell'ultima settimana e indico la data in cui la loro media mobile era simile alla attuale nostra: 49,3 decessi al giorno, aggiornata al 24 agosto. Tutti i dati sono tratti da Worldometer.  

Regno Unito: 100,7 decessi al 24/8; +9% sulla sett. preced.; 49 decessi al 20/7

Francia: 101,1 decessi al 24/8; +39% sulla sett. preced.; 50 decessi al 9/8

Spagna: 112,6 decessi al 24/8; +54% sulla sett. preced.; 48 decessi all'1/8

Israele: 159,8 decessi al 24/8; +32% sulla sett. preced.; 46 decessi al 5/8

Come si vede, questi paesi, che oggi registrano oltre 100 morti al giorno di media, a una data compresa tra poco più di due o di tre settimane fa avevano una mortalità settimanale simile a quella attuale nostra, a parte il Regno Unito che ha avuto una crescita più lenta in 5 settimane. Ma anche la nostra mortalità oggi è in rapida crescita (+45,6% al 24/8 sulla settimana precedente). Teniamo anche conto che andiamo verso l'autunno e la riapertura di fabbriche, uffici e scuole, che questi paesi sono più avanti di noi nelle vaccinazioni a parte la Francia, e che tutti questi paesi hanno una popolazione mediamente più giovane della nostra. Tirando le somme, io oggi, con l'Italia interamente in fascia bianca e moltissima gente che trascura la profilassi, non riesco a  vedere una sola convincente ragione per cui noi, tra 2 o 3 settimane o poco più, non dovremmo superare la soglia dei 100 decessi al giorno di media (ovvero oltre 700 a settimana). Al contrario, ci sono diverse valide ragioni per temere che la supereremo, e forse nemmeno di poco come UK e Francia ma in modo più sensibile come Spagna e Israele (per quest'ultimo il valore è rapportato agli abitanti dell'Italia). Naturalmente spero di sbagliarmi, ma purtroppo i dati e i trend attuali sono quelli che sono.      

 

 

Modificato da fosforo311

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