tutti in fila pe rla messia del millennio...

22 messaggi in questa discussione

La responsabilità maggiore dei cambiamenti climatici è da imputarsi al regime comunista , e sovietico dell' URSS . quaranta - cinquanta anni fa il regime russo per incrementare la propria economia e non dipendere dall'estero decise di coltivare cotone ed altro nell'Uzbekistan , per coltivarlo era necessario anche irrigarlo .... Allora il regime comunista decise di bonificare il lago d'Aral ... Pian piano la sua superfice si è ridotta sempre più attualmente è quasi scomparso del tutto . Dove un tempo c'era l'acqua di uno dei più grandi laghi del mondo oggi c'è solamente arida sabbia , il lago mitigava e regolava le temperature circostanti, l'acqua evaporando si trasformava in neve , neve che cadeva in Europa e nelle foreste siberiane , il vapore di quel lago portava anche piogge abbondanti nelle steppe , ora che non esiste più si hanno solamente tempeste di sabbia , queste tempeste attaccano continuamente le foreste siberiane e zone circostanti al punto che da quelle parti gli incendi stanno diventando un problema molto serio . L'aumento di temperatura che si verifica a quelle latitudini fa si che i ghiacci polari si sciolgano sempre più velocemente , la riduzione dei ghiacciai polari provoca l'aumento di temperatura su scala planetaria . Soluzione ; cercare di ristabilire quanto più possibile la superficie del lago d'Aral che un tempo era così vasto da essere chiamato mare. E proprio lì che serve una maggior coscienza ecologica .

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1 ora fa, mylord611 ha scritto:

La responsabilità maggiore dei cambiamenti climatici ..........

questa é nuova, pensavo magari alla deforestazione dell'amazzonia per farne cibo per l'occidente, pensavo all'industrializzazione selvaggia sia dell'occidente che dell'oriente, pensavo all'aumento demografico, pensavo ......

se poi tutto questo lo metti su una terra piatta, creata con uno schiocco di dita del supremo e irraggiata dal G5 siamo destinati all'estinzione :-(

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x pronunciar avvertim la ragazzina attenderà congrua "spinta pecuniaria" e mi par logico poiké anke l'oracolo di delfi, voluto da apollo, nn oracolava, divinava, senza offerte...

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5 G ovvero le zone erogene delle compagnie telefoniche .

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6 ore fa, mylord611 ha scritto:

La responsabilità maggiore dei cambiamenti climatici è da imputarsi al regime comunista , e sovietico dell' URSS . quaranta - cinquanta anni fa il regime russo per incrementare la propria economia e non dipendere dall'estero decise di coltivare cotone ed altro nell'Uzbekistan , per coltivarlo era necessario anche irrigarlo .... Allora il regime comunista decise di bonificare il lago d'Aral ... Pian piano la sua superfice si è ridotta sempre più attualmente è quasi scomparso del tutto . Dove un tempo c'era l'acqua di uno dei più grandi laghi del mondo oggi c'è solamente arida sabbia , il lago mitigava e regolava le temperature circostanti, l'acqua evaporando si trasformava in neve , neve che cadeva in Europa e nelle foreste siberiane , il vapore di quel lago portava anche piogge abbondanti nelle steppe , ora che non esiste più si hanno solamente tempeste di sabbia , queste tempeste attaccano continuamente le foreste siberiane e zone circostanti al punto che da quelle parti gli incendi stanno diventando un problema molto serio . L'aumento di temperatura che si verifica a quelle latitudini fa si che i ghiacci polari si sciolgano sempre più velocemente , la riduzione dei ghiacciai polari provoca l'aumento di temperatura su scala planetaria . Soluzione ; cercare di ristabilire quanto più possibile la superficie del lago d'Aral che un tempo era così vasto da essere chiamato mare. E proprio lì che serve una maggior coscienza ecologica .

Il disastro ambientale del Lago d'Aral è da imputarsi al regime sovietico anche se il bacino si era già prosciugato in epoca storica per cause naturali. Si voleva utilizzare l'acqua dolce degli affluenti per irrigare e fertilizzare la steppa circostante e si voleva trasformare il lago salato, in precedenza utilizzabile solo per la pesca, in una immensa risaia. L'acqua dolce andò in gran parte perduta per evaporazione e per infiltrazione, dato che si utilizzarono canali scoperti e non impermeabili, mentre il fondo del lago risultò troppo salato e inquinato per avviare colture. La sparizione del lago d'Aral ha effetti sul clima locale mentre quelli sul clima globale sono negativi ma marginali. Il riscaldamento globale e i conseguenti mutamenti climatici sono dovuti in larga parte alle emissioni di CO2 e di altri gas serra in atmosfera. Oggi il contributo annuo maggiore viene dalla Cina con il 30,7% delle emissioni globali (dati 2020). L'India contribuisce per il 7,1%, il Nordamerica per il 16,6%, l''UE per il 7,9%, la Russia e le altre repubbliche ex sovietiche per il 6,3%. Ma la concentrazione atmosferica di CO2 dipende dalle emissioni cumulate. Dall'inizio dell'era industriale (1750) al 2020 le attività umane hanno emesso in atmosfera 1700 miliardi di tonnellate di CO2. Il 51% viene da Nordamerica e UE a 28 (incluso UK), il 9% da URSS e repubbliche ex URSS, il 13,5% dalla Cina, il 3,2% dall'India. Quindi la responsabilità maggiore dei mutamenti climatici in atto è da imputarsi all'Occidente. Va detto che il lago d'Aral era molto esteso (68.000 kmq nel 1960) ma poco profondo. In Siberia c'è il lago Bajkal che contiene quasi 24.000 km cubi di acqua dolce, pari al 20% delle riserve mondiali di acqua dolce allo stato liquido. Un altro grande lago salato, in Iran, si avvia purtroppo allo stesso destino dell'Aral:

https://video.repubblica.it/mondo/la-morte-di-un-paradiso-terrestre-in-timelapse-cosi-un-lago-si-e-trasformato-in-un-deserto-di-sale/393712/394423?ref=RHTP-BH-I313523381-P1-S2-T1

Modificato da fosforo311
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5 ore fa, tiberio1946 ha scritto:

questa é nuova, pensavo magari alla deforestazione dell'amazzonia per farne cibo per l'occidente, pensavo all'industrializzazione selvaggia sia dell'occidente che dell'oriente, pensavo all'aumento demografico, pensavo ......

se poi tutto questo lo metti su una terra piatta, creata con uno schiocco di dita del supremo e irraggiata dal G5 siamo destinati all'estinzione :-(

nonnè..mi spieghi come la deforestazione dell'amazzonia serve per fare cibo pe r l'occidente?? che ci ricavano dagli alberi...la liquirizia per te??

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68000 Kmq di mare sparito sono un disastro ecologico immenso e più grave dell'anidrite carbonica ,per  togliere migliaia di tonnellate di anidrite dall' atmosfera ci vogliono anni ed anni , ripristinare il mare dove già c'era e più fattibile ... favorire la crescita delle foreste dove sono state tagliate è un grandissimo passo avanti .... sarebbe il caso anche di porre un limite alla demenza di certi individui ...

https://www.motorionline.com/kuwait-brucia-enorme-discarica-di-pneumatici-rischio-disastro-ambientale-video/

https://www.panorama.it/video/notizie/incendio-pneumatici-kuwait?rebelltitem=2#rebelltitem2

A questo ci aggiungiamo :https://www.youtube.com/watch?v=ZgRsgmWTIJQ

 questo:https://greenmagazine.it/osborne-reef-2-milioni-di-pneumatici-in-fondo-al-mare/

Poi io cittadino italiano sono obbligato a cambiare l'auto perchè inquina ... ma le auto elettriche sono forse senza pneumatici? ... 

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4 ore fa, hoodrobin0 ha scritto:

VACCINI SARETE COLONIZZATI DA SATANA VI UCCIDERANNO CON IMPULSI 5G

tutti gli impianti del 5g sono a norma di legge..tutti approvati da enti preposti...regioni,comuni...asl e ambiente.allora vuol dire che tutti assieme hanno messo una cosa che fa male'? se si..provalo!!se invece l'hai sentita dal tuo barbiere..cambia barbiere!!

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1 ora fa, fosforo311 ha scritto:

Il disastro ambientale del Lago d'Aral è da imputarsi al regime sovietico anche se il bacino si era già prosciugato in epoca storica per cause naturali. Si voleva utilizzare l'acqua dolce degli affluenti per irrigare e fertilizzare la steppa circostante e si voleva trasformare il lago salato, in precedenza utilizzabile solo per la pesca, in una immensa risaia. L'acqua dolce andò in gran parte perduta per evaporazione e per infiltrazione, dato che si utilizzarono canali scoperti e non impermeabili, mentre il fondo del lago risultò troppo salato e inquinato per avviare colture. La sparizione del lago d'Aral ha effetti sul clima locale mentre quelli sul clima globale sono negativi ma marginali. Il riscaldamento globale e i conseguenti mutamenti climatici sono dovuti in larga parte alle emissioni di CO2 e di altri gas serra in atmosfera. Oggi il contributo annuo maggiore viene dalla Cina con il 30,7% delle emissioni globali (dati 2020). L'India contribuisce per il 7,1%, il Nordamerica per il 16,6%, l''UE per il 7,9%, la Russia e le altre repubbliche ex sovietiche per il 6,3%. Ma la concentrazione atmosferica di CO2 dipende dalle emissioni cumulate. Dall'inizio dell'era industriale (1750) al 2020 le attività umane hanno emesso in atmosfera 1700 miliardi di tonnellate di CO2. Il 51% viene da Nordamerica e UE a 28 (incluso UK), il 9% da URSS e repubbliche ex URSS, il 13,5% dalla Cina, il 3,2% dall'India. Quindi la responsabilità maggiore dei mutamenti climatici in atto è da imputarsi all'Occidente. Va detto che il lago d'Aral era molto esteso (68.000 kmq nel 1960) ma poco profondo. In Siberia c'è il lago Bajkal che contiene quasi 24.000 km cubi di acqua dolce, pari al 20% delle riserve mondiali di acqua dolce allo stato liquido. Un altro grande lago salato, in Iran, si avvia purtroppo allo stesso destino dell'Aral:

 

Oh oh , cari forumisti (seri , nda).  Siete stati attenti alla lezioncina del Dott Prof  Ing Dott. Cazzaro di Napoli ??  Siiii ?? Bene !!  Avete letto  tutta la sua pappardella sulla concentrazione di CO2 ??  Bene !! Però fate attenzione perché quel che vi spaccia per verità assolute sono  oggetto  i discussioni infinite ta gli scienziati . Perfino  Greta per la prima volta, cerca di apparire costruttiva: "qualcosa si puo' fare" e' il suo appello, stavolta. Bene. Purche' ci intendiamo sul "qualcosa". Non puo' essere, esclusivamente, il rituale e scontato appello al taglio delle emissioni di CO2. Che si rivela, purtroppo, una non soluzione: insufficiente e irrealistica. In qualche modo, lo conferma la stessa Ipcc. Che, considera "irreversibili" alcuni fenomeni ( il livello dei mari) e fa riferimenti, scontati e stanchi, alle emissioni. Quella della CO2, purtroppo, si va rivelando un'autentica trappola. Che rischia, paradossalmente, di produrre impotenza e assuefazione piu' che  consapevolezza, F inalmente l'Ipcc dice una cosa che sfugge ai piu': "se smettessimo, oggi e subito, di emettere CO2 non toglieremmo un solo grammo del gas serra gia' presente in atmosfera". La CO2 gia' in aria ci restera' per decenni. Se e' essa a procurare disastri,  nessuna riduzione futura ne blocchera', intanto, gli effetti: quelli in atto, se essa e' la causa, sono irreversibili. Piu' che non immettere CO2, servirebbe toglierla dall'aria. Con la eco-ingegneria. Ma, chissa' perche', la cattura della CO2 non piace agli allarmisti. Si dice: "vabbe' per il passato...passi, ma riduciamola per il futuro". Certo. Purche' si sappia di cio' che si parla. E si giudichi se il gioco vale la candela. Verso la CO2 futura ci sono tre approcci: quello europeo, il piu' radicale, vuole portare le sue emissioni (al 2030) al 55% di quelle che erano al 1990, per poi azzerarle al 2050; quello Usa sposta l'azzeramento al 2070; Cina e India, i grandi emettitori, non attuano politiche antiemissive e lasciano la data della decarbonizzazione  del tutto impregiudicata. Insomma: taglio a termine in 20 anni ( Europa), taglio piu'moderato ( Usa), nessun taglio (chi emette di piu'). Attenzione, pero': Cina e India ( ma anche Usa) non sono voraci amanti del carbonio riscaldista. La verita' e' che il taglio delle emissioni non e' una scelta priva di costi pesantissimi e di conseguenze, altrettanto, catastrofiche. Il taglio alle emissioni e' in conflitto,  diretto e palese, con altri due parametri: la crescita della popolazione mondiale, il numero di persone che deve mangiare e respirare ( si produce CO2 anche cosi'); la crescita economica ( volgarmente il Pil). Demografia e sviluppo, purtroppo, sono da secoli, correlati strettamente alle emissioni di carbonio. E' un fatto. Ecco la trappola: se la soluzione alla catastrofe climatica si riduce solo alla CO2, il rischio e' che ci sia poco da fare. Nessuno rinuncera' alla crescita.  Fino alla meta' del secolo, dovremmo immettere in atmosfera il 50% di quello che il mondo ha emesso dal 1990 ad oggi. Che si aggiungerebbe alla CO2 intera che oggi e' gia' in atmosfera. Bastera' a fare il miracolo di fermare le temperature? L'Ipcc, prudentemente, non lo dice. Anzi, indipendentemente dai tagli, ipotizza cinque scenari di temperatura futura. Piu' o meno catastrofica. A fronte di questi tagli incerti, si dovrebbero mettere in conto prospettive  malthusiane e di decrescita, che i popoli della Terra (alla fine anche gli europei) non sono disposti  sopportare. L'Ipcc non aiuta ad uscire dalla trappola tra emissioni e decrescita. Anche perche' non e' il suo compito. Sono i governi che dovrebbero usare i rapporti Ipcc (che, in ogni caso, non descrivono un'ora x dell'apocalisse) come moniti, semmai, e non come prescrizioni. E capire che non si ci si puo' impiccare alla sola scelta di non emettere. E che occorrerebbe una alternativa, un piano B. Che concilii decarbonizzazione e crescita economica e demografica. L'alternativa si chiama adattamento: attrezzarsi, con le opere, a prevenire il clima estremo, descritto dall'Ipcc ( livello dei mari, incendi, alluvioni, piogge torrenziali); investire, semmai,  sulla eco-ingegneria; uscire dall'incubo delle date capestro ( 2030, 2050, 2070) e perseguire una decarbonizzazione soft, realistica, basata sulla tecnologia e non sulla decrescita. Salutamete O’***  ‘ E Napule !! 

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Ettepareva che la ridicola gallina pisana non emetesse il suo sapiente coccode'coccode' frutto del suo sapere da monolaureata? Mica scopiazza la gallina, proviene tutto dal suo cervellino.

Applausi a lei e ossequi ad Alessandro e ad aria fresca.

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Ettepareva che la ridicola gallina pisana non emetesse il suo sapiente coccode'coccode' frutto del suo sapere da monolaureata? Mica scopiazza la gallina, proviene tutto dal suo cervellino.

Applausi a lei e ossequi ad Alessandro e ad aria fresca.

La gallina pisana scrive scemenze anche quando scopiazza. L'alternativa alla decrescita non è la decarbonizzazione soft ma il ritorno al medioevo, se non all'età della pietra, se non l'estinzione della specie.

È vero che, perfino azzerando di colpo le emissioni, l'eccesso di CO2 oggi presente in atmosfera impiegherà secoli per essere smaltito con i meccanismi naturali (ciclo naturale del carbonio) ma se continuiamo a emettere gas serra e a riscaldare il pianeta, presto, molto probabilmente prima di quanto si pensava fino a pochi anni fa, supereremo uno o più punti di non ritorno climatici (tipping points) e gli effetti sul clima saranno disastrosi e irreversibili.

E sono costosi e per lo più illusori, per giunta molto pericolosi, i metodi della cosiddetta ingegneria climatica o geoingegneria cui accenna il disinformato. Che dovrebbe leggersi l'inquietante capitolo 8 dello splendido, meraviglioso libro di Naomi Klein Una rivoluzione ci salverà, capitolo intitolato: Offuscare il Sole (uno dei pericolosi metodi proposti per raffreddare la Terra). Secondo la rivista Time quello della Klein è "il più attendibile libro mai scritto sul cambiamento climatico". La soluzione proposta nel libro, la rivoluzione che ci salverà (dalla catastrofe) è molto semplice: sovvertire il sistema capitalistico, non più sostenibile, rinunciare alla crescita, cambiare radicalmente lo stile di vita. Cioè proprio le cose che oggi gettano nel panico il sedicente ex comunista da Pisa (nonché i banchieri, i tappetari e i Cingolani vari del governo dei peggiori).

Lo sostiene anche l'acuto logico-matematico Piergiorgio Odifreddi. Il quale si chiede cosa accadrebbe se la parte ricca e minoritaria del pianeta riequilibrasse i propri consumi rispetto alla parte povera e maggioritaria riducendoli di tre quarti. Il professore risponde così: 

"Paradossalmente questo non produrrebbe effetti inaccettabili sul nostro tenore di vita. Semplicemente riporterebbe i consumi al livello degli anni '70, un periodo che, per chi l'ha vissuto, non rievoca affatto una drammatica economia di guerra, ma piuttosto un sano e diffuso benessere, con meno stupidi sprechi e meno stupido consumismo".

Parole sagge.

Non è affatto vero che la Cina e l'India non stanno facendo niente per combattere il riscaldamento globale. Erano due paesi molto arretrati nella green economy e nelle tecnologie verdi, oggi sono all'avanguardia. La Cina è di gran lunga il primo produttore mondiale di energie rinnovabili, l'India in un decennio ha quintuplicato la sua potenza installata. È vero che la Cina oggi è il primo emettitore annuo mondiale di gas serra, ma il primo emettitore cumulato (dall'inizio dell'era industriale) sono gli USA, che pur avendo assai meno abitanti della Cina hanno contribuito molto di più all'attuale livello record di concentrazione della CO2 in atmosfera e in definitiva all'attuale livello di riscaldamento globale. Inoltre la Cina è un grosso esportatore di merci e dunque un grosso importatore di emissioni serra. L'Occidente importa prodotti dalla Cina (inclusi pannelli solari e turbine eoliche) quindi delocalizza in Cina le emissioni che produrrebbe se fabbricasse in casa propria tutti quei prodotti.

Demoliamo infine la più sciocca e ridicola delle tesi dello sprovveduto pisano. Il quale sostiene che è impossibile abbattere le emissioni di CO2 e porta il seguente banale argomento: gli esseri umani mangiano, si muovono e respirano, quindi emettono CO2. In effetti la respirazione umana emette in media circa 1kg netto di CO2 al giorno per persona. Che per 7,8 miliardi di abitanti della Terra fanno oltre 2,8 miliardi di tonnellate l'anno, pari a oltre l'8% delle emissioni globali di origine antropica (cioè più delle emissioni di tutta l'Unione Europea). Il pisano implicitamente vorrebbe dire: non possiamo impedire agli esseri umani di respirare. Roba da matti! Se è per questo non possiamo impedirlo nemmeno ai polli come lui e a tutti gli altri animali. Il punto è che queste emissioni di CO2 legate al metabolismo animale non vengono proprio portate in conto nella stima delle emissioni globali. E il motivo è presto detto. Noi respiriamo, ma mangiamo anche, e mangiando carboidrati, ma anche proteine e grassi, derivati dalle piante e dagli animali che mangiano piante, sottraiamo carbonio al ciclo naturale del carbonio. Quello che emettiamo respirando rientra in ciclo e non viene alterato l'equilibrio. Cioè l'effetto serra netto è zero. Nemmeno i bovini e gli altri animali alterano il ciclo naturale del carbonio, però, per il particolare meccanismo di digestione dei ruminanti, questi alterano il ciclo del metano e ciò incide sull'effetto serra essendo il metano un potente gas serra. Sono applicati con buon successo regimi speciali di alimentazione dei bovini per ridurre le emissioni di metano. Questo è solo un esempio:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/03/23/news/alghe_alle_mucche_per_ridurre_il_metano-293317178/

Chi lo sa, forse con una dieta a base di alghe lo sprovveduto pisano scorreggerebbe di meno mentre scrive, e rifletterebbe di più. 

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Chi lo sa, forse con una dieta a base di alghe lo sprovveduto pisano scorreggerebbe di meno mentre scrive, e rifletterebbe di più. 

Xxxxxxxxxxxxxc 

Che sappia io, sig fosforo, le galline non scoreggiano ma scagazzano anche quando fanno coccode'.😊

 

 

 

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12 ore fa, fosforo311 ha scritto:

La gallina pisana scrive scemenze anche quando scopiazza. L'alternativa alla decrescita non è la decarbonizzazione soft ma il ritorno al medioevo, se non all'età della pietra, se non l'estinzione della specie.

È vero che, perfino azzerando di colpo le emissioni, l'eccesso di CO2 oggi presente in atmosfera impiegherà secoli per essere smaltito con i meccanismi naturali (ciclo naturale del carbonio) ma se continuiamo a emettere gas serra e a riscaldare il pianeta, presto, molto probabilmente prima di quanto si pensava fino a pochi anni fa, supereremo uno o più punti di non ritorno climatici (tipping points) e gli effetti sul clima saranno disastrosi e irreversibili.

E sono costosi e per lo più illusori, per giunta molto pericolosi, i metodi della cosiddetta ingegneria climatica o geoingegneria cui accenna il disinformato. Che dovrebbe leggersi l'inquietante capitolo 8 dello splendido, meraviglioso libro di Naomi Klein Una rivoluzione ci salverà, capitolo intitolato: Offuscare il Sole (uno dei pericolosi metodi proposti per raffreddare la Terra). Secondo la rivista Time quello della Klein è "il più attendibile libro mai scritto sul cambiamento climatico". La soluzione proposta nel libro, la rivoluzione che ci salverà (dalla catastrofe) è molto semplice: sovvertire il sistema capitalistico, non più sostenibile, rinunciare alla crescita, cambiare radicalmente lo stile di vita. Cioè proprio le cose che oggi gettano nel panico il sedicente ex comunista da Pisa (nonché i banchieri, i tappetari e i Cingolani vari del governo dei peggiori).

Lo sostiene anche l'acuto logico-matematico Piergiorgio Odifreddi. Il quale si chiede cosa accadrebbe se la parte ricca e minoritaria del pianeta riequilibrasse i propri consumi rispetto alla parte povera e maggioritaria riducendoli di tre quarti. Il professore risponde così: 

"Paradossalmente questo non produrrebbe effetti inaccettabili sul nostro tenore di vita. Semplicemente riporterebbe i consumi al livello degli anni '70, un periodo che, per chi l'ha vissuto, non rievoca affatto una drammatica economia di guerra, ma piuttosto un sano e diffuso benessere, con meno stupidi sprechi e meno stupido consumismo".

Parole sagge.

Non è affatto vero che la Cina e l'India non stanno facendo niente per combattere il riscaldamento globale. Erano due paesi molto arretrati nella green economy e nelle tecnologie verdi, oggi sono all'avanguardia. La Cina è di gran lunga il primo produttore mondiale di energie rinnovabili, l'India in un decennio ha quintuplicato la sua potenza installata. È vero che la Cina oggi è il primo emettitore annuo mondiale di gas serra, ma il primo emettitore cumulato (dall'inizio dell'era industriale) sono gli USA, che pur avendo assai meno abitanti della Cina hanno contribuito molto di più all'attuale livello record di concentrazione della CO2 in atmosfera e in definitiva all'attuale livello di riscaldamento globale. Inoltre la Cina è un grosso esportatore di merci e dunque un grosso importatore di emissioni serra. L'Occidente importa prodotti dalla Cina (inclusi pannelli solari e turbine eoliche) quindi delocalizza in Cina le emissioni che produrrebbe se fabbricasse in casa propria tutti quei prodotti.

Demoliamo infine la più sciocca e ridicola delle tesi dello sprovveduto pisano. Il quale sostiene che è impossibile abbattere le emissioni di CO2 e porta il seguente banale argomento: gli esseri umani mangiano, si muovono e respirano, quindi emettono CO2. In effetti la respirazione umana emette in media circa 1kg netto di CO2 al giorno per persona. Che per 7,8 miliardi di abitanti della Terra fanno oltre 2,8 miliardi di tonnellate l'anno, pari a oltre l'8% delle emissioni globali di origine antropica (cioè più delle emissioni di tutta l'Unione Europea). Il pisano implicitamente vorrebbe dire: non possiamo impedire agli esseri umani di respirare. Roba da matti! Se è per questo non possiamo impedirlo nemmeno ai polli come lui e a tutti gli altri animali. Il punto è che queste emissioni di CO2 legate al metabolismo animale non vengono proprio portate in conto nella stima delle emissioni globali. E il motivo è presto detto. Noi respiriamo, ma mangiamo anche, e mangiando carboidrati, ma anche proteine e grassi, derivati dalle piante e dagli animali che mangiano piante, sottraiamo carbonio al ciclo naturale del carbonio. Quello che emettiamo respirando rientra in ciclo e non viene alterato l'equilibrio. Cioè l'effetto serra netto è zero. Nemmeno i bovini e gli altri animali alterano il ciclo naturale del carbonio, però, per il particolare meccanismo di digestione dei ruminanti, questi alterano il ciclo del metano e ciò incide sull'effetto serra essendo il metano un potente gas serra. Sono applicati con buon successo regimi speciali di alimentazione dei bovini per ridurre le emissioni di metano. Questo è solo un esempio:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/03/23/news/alghe_alle_mucche_per_ridurre_il_metano-293317178/

Chi lo sa, forse con una dieta a base di alghe lo sprovveduto pisano scorreggerebbe di meno mentre scrive, e rifletterebbe di più. 

E va bene , lo ammetto !!  Ho copia inoliato l’’articolo di un tizio che parla di CO2 . L’ho fatto ben sapendo che i 2 Gianni e Pinotto del forum , astuti come volpi , se ne sarebbero accorti . Però , cari  seri , mi dovete credere se vi dico cheera quello che volevo avvenisse . Mi piaceva vedere quel che avrebbe scritto il Cazzaro napoletano in replica. Dalla  Sanchina , invece , non mi aspettavo niente vista la sua assoluta ignoranza per qualsiasi argomento trattato . E così , mi e’ caduto a fagiolo un articolo di uno dei massimi , se non il massimo , esperto del campo . Uno quotato anche in campo internazionale  e Presidente dell’ANI. Insomma , uno che da 40 anni si occupa di queste cose  , hai scritto volumi su volumi sull’argomento, e’ in contatto quasi quotidiano con i massini esperti del globo . Insomma , una personalità nel mondo scientifico . Come dicevo pocanzi , mi sino imbattuto in un suo articolo ed ho notato immediatamente che diceva cose diametralmente opposte a quelle pronunciate dal  Cazzaro napoletano . Cari forumusti seri , ammetterò la mia vasta ignoranza nell’argomento e quindi ho “tergiversato “ se prendere la strada del Cazzaro di Napoli i quella dell’altro . Beh mi sono chiesto : se U.M. parla , discute e si confronta con i nassimi esperti del mondo trottanti vero che il Cazzaro di Napoli discute delle sue conoscenze scientifiche con grossi calibri del ramo come il Prof Sossio Aruta della Santa Maria Capua a Vetere University e con il Prof Peppiniello Gragnaniello della Scafati High University. Alla fine  , pur “incertissimo” quale strada prendere ho scelto quella di U.M. Riconoscendo però al Pulcinello Partenopeo l’onore delle armi vista la sua naturale predisposizione allo studio della materia fatta di altissime competenze ed a cui, in ultimo , si e’ aggiunto un enorme PG Odifreddi , matematico ed esperto in scienza della enigmistica e quindi persona indicatissima per discutere di nucleare e di CO2.  Comunque ora vi lascio ad un ulteriore articolo di U.M. che  , e mi dispiace moltissimo , diverge in modo totale dalle impostazioni e idee del Panzanaro e Cazzaro di Napoli Fosforuccio. A voi , Forumisti seri , l’Onere e l’onore da quale parte stare con una postilla : La più volte definita ebe te , idio ta , creti na e tuttascema , ovvero la Sanchina, sta dalla parte del Cazzaro Napoletano . 

 

 
Con 108 centrali esistenti ed operative (in tutti i paesi europei tranne l’Italia), il nucleare contribuisce al 26% dell’elettricità prodotta nell’Unione europea: un terzo dell’intero fabbisogno elettrico. L'intervento di Umberto Minopoli, presidente Associazione Nucleare Italiana

Sessantaquattro membri del Parlamento Europeo hanno sottoscritto un appello alla Commissione Europea perché si consideri, ufficialmente, il contributo del nucleare civile nella strategia del green new. E perché l’energia nucleare entri a far parte delle politiche di incentivi agli investimenti, di sostegno alla ricerca, e di stimolo alla produzione al pari delle altre fonti energetiche low carbon. La stessa richiesta è stata avanzata, al Presidente von der Leyen, ai vice-commissari e al Presidente del Parlamento Europeo, da un Forum di utilities elettriche e dai rappresentanti dell’industria nucleare europea (1 milione e 100.000 addetti).

È ora di rimuovere l’ipocrisia diffusa sul contributo dell’energia nucleare in Europa: considerata indispensabile ma penalizzata nelle scelte di sostegno. Con 108 centrali esistenti ed operative (in tutti i paesi europei tranne l’Italia), il nucleare contribuisce al 26% dell’elettricità prodotta nell’Ue: un terzo dell’intero fabbisogno elettrico. Senza i 119 GWe prodotti dal nucleare, la stessa contabilità delle emissioni di CO2 del continente cambierebbe radicalmente. Come pure la fattibilità e il realismo della transizione energetica in Europa. Già oggi l’Europa è un importatore netto di energia primaria: pur in arretramento (per la debolezza del ciclo economico) i consumi energetici eccedono (per oltre la metà) la produzione. Per coprire questo gap l’Europa spende 400 miliardi l’anno.

È del tutto evidente che nessuna politica realistica di riduzione della dipendenza da fonti esterne, di abbattimento delle emissioni di CO2, di riduzione del contributo delle fonti fossili è ipotizzabile senza, almeno, il mantenimento della quota di produzione elettrica da nucleare nel portafoglio energetico europeo. Semmai, in previsione di una crescita dei consumi sarebbe saggio prevederne l’espansione. Tranne la Germania, che prevede la chiusura dei suoi 8 impianti entro il 2022 ( lo farà?), nessuno dei paesi nucleari europei (GB, Spagna, Svezia, Finlandia, Belgio Olanda) e dei paesi dell’est (Cekia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Romania, Slovenia) prevede di cancellare la sua produzione nucleare. Anzi, cresce l’importazione di elettricità da nucleare (17% del fabbisogno europeo) da paesi terzi confinanti ( Russia, Ucraina, Svizzera).

Si finge di ignorarlo, ma in Europa risultano ben 15 impianti nucleari in costruzione per una capacità di circa 14 GWe. L’ipocrisia diffusa è quella di dare per scontato, in Europa, questo contributo indispensabile del nucleare, ma rimuovere o tacere sulle conseguenze che ne discendono in termini di politiche pubbliche di sostegno. Pur essendo impianti con ciclo operativo di vita (40 anni) utile doppio o triplo di ogni altro impianto energetico, fossile o rinnovabile, esistente il 90% delle centrali attive in Europa, in attività (media) ormai da oltre un trentennio, entro il 2035 raggiungerà la data del suo fine ciclo vita. La gran parte di questa flotta di impianti necessiterà, dunque, di essere rimpiazzata. Non sarà possibile farlo senza un cambiamento che riconosca l’eleggibilità degli impianti nucleari, in quanto fonte no carbon, ai sostegni e agli incentivi della transizione energetica. Non solo. Il nucleare va sostenuto, anche, nella prospettiva.

Entro il 2030 la fusione nucleare passerà dalla fase di sperimentazione a quella di dimostrazione della fattibilità. E qui l’Europa ha un ruolo decisivo. Ma, prima di essa, è la frontiera del nuovo nucleare, quello dei piccoli reattori modulari tra i 300 e i 500 MW, intrinsecamente sicuri e “puliti”, a ciclo chiusa del combustibile (senza produzione di scorie), integratori e complementari delle reti di energie rinnovabili, che sta entrando nella fase della fattibilità. Quesito finale: è giusto che l’Italia, fuori dal “vecchio nucleare” (quello dei grandi impianti da oltre 1000 MW) per effetto del referendum del 2011, sia fuori anche dalle innovazioni del futuro e dal “nuovo nucleare”?

 
 

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18 ore fa, director12 ha scritto:

nonnè..mi spieghi come la deforestazione dell'amazzonia serve per fare cibo pe r l'occidente?? che ci ricavano dagli alberi...la liquirizia per te??

adesso te lo spiego piano piano così forse capisci.

la carne che ti arriva sul piatto una volta era un bovino e i bovini hanno il vizio di mangiare , l'ideale sarebbe erbetta fresca, mangimi che si fanno con prodotti coltivati in terra. perciò più bistecche = più terra coltivabile. nel bosco non ci puoi coltivare l'erba medica, allora elimini il bosco e ci fai un bel prato.

meglio di così non so spiegartelo.

22 ore fa, hoodrobin0 ha scritto:

VACCINI SARETE COLONIZZATI DA SATANA VI UCCIDERANNO CON IMPULSI 5G

tutti gli impianti del 5g sono a norma di legge..tutti approvati da enti preposti...regioni,comuni...asl e ambiente.allora vuol dire che tutti assieme hanno messo una cosa che fa male'? se si..provalo!!se invece l'hai sentita dal tuo barbiere..cambia barbiere!!

ma il tuo coso, sì, quello che hai tra le orecchie non si é accorto dell'ironia di quanto scritto da hoodrobino?

P.S. si, sono nonno di due stupende ragazze con un cervello tanto , un nipote come te lo avrei buttato dalla rupe tarpea (cerca su google)

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5 ore fa, hoodrobin0 ha scritto:

 

era una battuta ripresa da un'affermazione della Brigliadori come per dire il mondo è bello perché vario (la fantasia non conosce limiti )

e gia..scrivi pure i trattati scientifici con le battute del botteghino....

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Il 11/8/2021 in 08:27 , director12 ha scritto:

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ai poverini di testa non rimangono argomenti che quelli adatti alle teste di priapo.....cos'altro potrebbero dire....la greta tenta di ammonire i grandi capitalisti a cui non importa nulla del clima, ed i fascisti sono al soldo dei capitalisti....:D

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10 ore fa, sempre135 ha scritto:

ai poverini di testa non rimangono argomenti che quelli adatti alle teste di priapo.....cos'altro potrebbero dire....la greta tenta di ammonire i grandi capitalisti a cui non importa nulla del clima, ed i fascisti sono al soldo dei capitalisti....:D

chi ha delle disse deve farsi curare..pe ril proprio bene e quello degli altri

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3 ore fa, director12 ha scritto:

chi ha delle disse deve farsi curare..pe ril proprio bene e quello degli altri

Lei non ha idee fisse Sig Frizz?

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4 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

Lei non ha idee fisse Sig Frizz?

e no...io sono un obbiettivo sulle cose..e sempre documentate.fisse io?? bè meglio che ti riguardi i tuoi post....

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Il 13/8/2021 in 08:19 , director12 ha scritto:

chi ha delle disse deve farsi curare..pe ril proprio bene e quello degli altri

si su quello hai ragione....devi proprio cominciare a farlo....xD

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Il 11/8/2021 in 15:36 , fosforo311 ha scritto:

Il disastro ambientale del Lago d'Aral è da imputarsi al regime sovietico anche se il bacino si era già prosciugato in epoca storica per cause naturali. Si voleva utilizzare l'acqua dolce degli affluenti per irrigare e fertilizzare la steppa circostante e si voleva trasformare il lago salato, in precedenza utilizzabile solo per la pesca, in una immensa risaia. L'acqua dolce andò in gran parte perduta per evaporazione e per infiltrazione, dato che si utilizzarono canali scoperti e non impermeabili, mentre il fondo del lago risultò troppo salato e inquinato per avviare colture. La sparizione del lago d'Aral ha effetti sul clima locale mentre quelli sul clima globale sono negativi ma marginali. Il riscaldamento globale e i conseguenti mutamenti climatici sono dovuti in larga parte alle emissioni di CO2 e di altri gas serra in atmosfera. Oggi il contributo annuo maggiore viene dalla Cina con il 30,7% delle emissioni globali (dati 2020). L'India contribuisce per il 7,1%, il Nordamerica per il 16,6%, l''UE per il 7,9%, la Russia e le altre repubbliche ex sovietiche per il 6,3%. Ma la concentrazione atmosferica di CO2 dipende dalle emissioni cumulate. Dall'inizio dell'era industriale (1750) al 2020 le attività umane hanno emesso in atmosfera 1700 miliardi di tonnellate di CO2. Il 51% viene da Nordamerica e UE a 28 (incluso UK), il 9% da URSS e repubbliche ex URSS, il 13,5% dalla Cina, il 3,2% dall'India. Quindi la responsabilità maggiore dei mutamenti climatici in atto è da imputarsi all'Occidente. Va detto che il lago d'Aral era molto esteso (68.000 kmq nel 1960) ma poco profondo. In Siberia c'è il lago Bajkal che contiene quasi 24.000 km cubi di acqua dolce, pari al 20% delle riserve mondiali di acqua dolce allo stato liquido. Un altro grande lago salato, in Iran, si avvia purtroppo allo stesso destino dell'Aral:

https://video.repubblica.it/mondo/la-morte-di-un-paradiso-terrestre-in-timelapse-cosi-un-lago-si-e-trasformato-in-un-deserto-di-sale/393712/394423?ref=RHTP-BH-I313523381-P1-S2-T1

Visto che prosciugare il lago d'Aral è stato ed è il più grande disastro ecologico della storia dell' umanità bisogna riportare le cose come erano un tempo . per tamponare la desertificazione in quelle aree , la Siberia sta bruciando ed è ovvio che tutto il pianeta ne risente ... quegli incendi dovuti al mutato clima quanta anidrite producono ?

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18 ore fa, sempre135 ha scritto:

si su quello hai ragione....devi proprio cominciare a farlo....xD

pappagallo? si..sanitario nelle pie case di riposo.

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