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23 minuti fa, fosforo311 ha scritto:Detti termini, peraltro, potranno essere stabiliti in misura diversa dal Consiglio superiore della magistratura, sentito il Ministro della Giustizia, in relazione a ciascun ufficio, con cadenza biennale tenendo conto delle pendenze, delle sopravvenienze, della natura dei procedimenti e della loro complessità, delle risorse disponibili, e degli ulteriori dati risultanti dai programmi di gestione redatti dai capi degli uffici giudiziari. Con tale previsione, quindi, si rimette l'effettiva individuazione dei tempi di definizione a una valutazione concreta tarata sulle specificità dei singoli uffici, da compiere, con cadenza ravvicinata, ad opera del Consiglio superiore della magistratura, anche con il coinvolgimento del Ministro della giustizia.
Concludiamo che se qualcuno ha il potere di "ammazzare i processi" , per usare una terminologia tanto cara al peracottaro Travaglio, allora questi è il Consiglio Superiore della Magistratura. Non Berlusconi, Alfano, i poteri forti, Mariolino Draghi, Giulia Bongiorno. Ad ammazzare i processi ci penserà il
CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
Adesso ci spieghi, ovviamente con l'aiuto dello psichiatra, cosa ci azzecchi Marta Cartabia con l'ammazzare processi.
Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti
Non hai letto con attenzione nemmeno quelle poche righe. Il CSM definirà i tempi in base a tutta una serie di elementi (rileggili e imparali a memoria) in modo da portare i processi a sentenza. Le valutazioni, come si legge, saranno il frutto di una responsabile attività di analisi e di pianificazione. E la responsabilità dei magistrati e del loro organo istituzionale sta nel fare in modo che i processi vadano a sentenza nel merito, anche quando le risorse messe a disposizione dallo Stato sono inadeguate, non nell'ammazzarli. Questa era certamente la ratio della proposta Bonafede. Applicandola in modo serio e responsabile potrebbe saltare occasionalmente qualche processo (nessuna legge umana è perfetta, men che meno chi è chiamato ad applicare la legge umana) ma non certo i 150mila che andrebbero "al macero" (solo tra quelli già in corso, secondo l'ANM) con la schiforma Cartabia.
Concludiamo che la riforma di DJ Fofò era quasi perfetta, mentre la schiforma Catabia manda al macero 150mila processi.
Sono certo che il cialtronissimo peracottaro seriale fosforo31 non avrà difficoltà a produrre il testo integrale della schiforma Catabia.
Potremo mettere lo stesso a confronto con quello della riforma quasi perfetta firmata DJ Fofò e vedere le differenze.
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Inviata
"Letto bene?". Roba da matti! Questo maleducato che si rivolge a me con i toni di uno che se me li usasse in mezzo alla strada lo manderei in due secondi a mangiare la polvere, pretende che io mi legga un pdf di 64 pagine, non saprei dire se più noiose che dense in base a un'occhiata sommaria. Cosa vorrebbe dimostrare questo strano tipo? Al quale è già tanto e già troppo abbassarsi a rispondere. Se ho ben capito, perché il suo approccio è più confuso e contorto del solito, vorrebbe dimostrare che il Salvaladri della Cartabia in sostanza lo scrisse Bonafede, almeno nelle linee guida. Roba da matti! Chissà perché non solo Travaglio ma nemmeno i vari Gratteri, Scarpinato, Cafiero De Raho, giuristi, costituzionalisti etc., parlavano all'epoca di legge ammazzaprocessi, di riformaccia che rende conveniente il delinquere e che mina la sicurezza del paese (per non parlare dei diritti delle vittime dei reati). Ma dove viveva questo signore tra dicembre, gennaio e febbraio? Non si è accorto che il motivo principale del "conticidio", dopo i miliardi europei da spartire tra i soliti noti, erano proprio Bonafede e la sua ricetta, forse imperfetta ma efficace, contro la piaga della prescrizione? Piaga tutta italiana e che l'Europa ci chiede da sempre di curare. Altro che la balla cartabiana (e non certo travagliesca) che i fondi non arriveranno se non riallarghiamo i buchi del colabrodo giustizia! Probabilmente questo signore ha alzato ancora il gomito o ha dato un'occhiata molto più fugace della mia al testo che lui stesso ha allegato. Altrimenti si sarebbe accorto che quei tempi di cui vaneggia, relativi alle durate dei vari gradi di giudizio, erano puramente teorici e indicativi rispetto all'obbiettivo generale di una giustizia più veloce ed efficiente, in linea con la media europea. Obbiettivo che in Italia non può certo raggiungersi domani mattina. A meno di non ammazzare i processi e incenerire i cadaveri come prevede la controriformaccia Cartabia. Perché l'improcedibilità è per l'appunto il non processo, la negazione logica del processo, ed è perfino peggio, come nota Gratteri, della morte del processo per prescrizione.
Un inciso. Il solo fatto che a una laureata in giurisprudenza possa venire in mente un obbrobrio del genere - ammessa la sua buona fede, perché se fosse una mercenaria di certi poteri allora inutile discutere - mi fa pensare che sia più urgente riformare la facoltà di giurisprudenza che il sistema giudiziario. Il colmo dei colmi è che questa signora è stata pure giudice costituzionale! Anche se ovviamente tutto può accadere nel paese di Pulcinella. E se un delinquente in conflitto di interessi come Berlusconi può diventare presidente della Repubblica (non basta averlo avuto tre volte premier facendoci ridere addosso dal mondo intero) allora può andare al Quirinale pure una Cartabia qualsiasi (ovviamente con i voti del delinquente e dei suoi alleati).
Chiuso l'inciso, il mio confuso esperto di mazza e pivezo che pretende di discutere con me non solo di tennis e di rovescio, ma anche di politica e di diritto, ha letto la pagina 12 del pdf solo nelle prime righe. Quelle in cui si danno le indicazione di massima, teoriche, sui termini auspicabili e a cui tendere per le durate dei giudizi. Subito dopo si passa dalla teoria alla realtà pratica e presente, e si legge (i grassetti sono miei):
Detti termini, peraltro, potranno essere stabiliti in misura diversa dal Consiglio superiore della magistratura, sentito il Ministro della Giustizia, in relazione a ciascun ufficio, con cadenza biennale tenendo conto delle pendenze, delle sopravvenienze, della natura dei procedimenti e della loro complessità, delle risorse disponibili, e degli ulteriori dati risultanti dai programmi di gestione redatti dai capi degli uffici giudiziari. Con tale previsione, quindi, si rimette l'effettiva individuazione dei tempi di definizione a una valutazione concreta tarata sulle specificità dei singoli uffici, da compiere, con cadenza ravvicinata, ad opera del Consiglio superiore della magistratura, anche con il coinvolgimento del Ministro della giustizia. L'intento dell'innesto normativo, in definitiva, è di incentivare la promozione di provvedimenti organizzativi virtuosi, che favoriscano una più celere definizione dei procedimenti penali, sulla base delle risorse disponibili e mediante una responsabile attività di analisi e di pianificazione...
Letto bene, Saurino? Se non hai letto bene, rileggi! Sono una decina di righe, non 64 pagine. Chi ha scritto questo testo è un giurista serio e responsabile, un ministro della Giustizia competente e capace nella sua materia, rispettoso della Costituzione e del principio di separazione dei poteri. La politica (seria e responsabile) lascia alla magistratura la determinazione dei tempi effettivi di definizione dei giudizi, in relazione a una serie di fattori di natura pratica e di situazioni differenziate che solo gli addetti ai lavori, cioè i magistrati, possono conoscere e valutare compiutamente. Nella riformaccia Cartabia la politica detta non solo i tempi ma anche le priorità dell'azione giudiziaria. Che schifo! Roba da regimi autoritari! Riformaccia schifosa e sfacciatamente incostituzionale, irrispettosa delle vittime dei reati e del loro diritto alla giustizia, cucita su misura per i delinquenti che hanno il potere, il denaro e gli avvocati per accompagnare velocemente alla tomba i loro processi e i loro delitti impuniti.
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