Due interessanti novità da Worldometer

Worldometer, l'eccellente sito di statistiche già noto da anni ma salito alla ribalta con la pandemia (nel corso della quale ha più che decuplicato le visite giornaliere), si conferma il migliore, a mio avviso, tra i vari tracker pandemici, per qualità, quantità e leggibilità (tabulare e grafica) dei dati. Nelle ultime settimane il sito, creato da un russo immigrato negli USA, si è arricchito con due importanti e ghiotte novità che vi se.gnalo. 

La prima è il tabellone delle tendenze settimanali (weekly trends) che si affianca a quello dei dati pandemici giornalieri e cumulati per ben 220 paesi e territori. Uno strumento utilissimo perché, come è ben noto, i dati giornalieri sono influenzati da fattori che nulla hanno a che vedere con l'andamento reale della pandemia. Per esempio, nei fine settimana (sabato e domenica) i parametri di solito rallentano per difetto di comunicazioni e registrazioni, o semplicemente perché si fanno e si processano assai meno test. In Italia e in altri paesi ciò avviene anche il lunedì mentre il martedì si recuperano i dati precedenti e c'è un'accelerazione. Alcuni paesi, come Spagna e Svezia, semplicemente non comunicano dati nel fine settimana. Quindi l'andamento effettivo del fenomeno epidemico è rappresentato in modo assai più realistico e significativo dai dati settimanali. Nell'apposito tabellone introdotto da Worldometer sono inseriti per ciascun paese i dati degli ultimi sette giorni e le variazioni percentuali rispetto a quelli della settimana precedente. Vi consiglio di guardare i dati dell'Italia nel contesto europeo, selezionando l'opzione Europe sul tabellone mondiale. 

Un'altra novità, oltremodo succulenta, è la possibilità di accedere nella pagina delle proiezioni future relative al singolo paese (projections) non solo all'andamento dei dati (in primis i decessi) previsto per i prossimi mesi in relazione a diversi scenari ipotizzabili, ma addirittura a una stima su base statistica dei decessi effettivi (attuali e futuri) e del tasso di mortalità effettivo. Come sappiamo, infatti, i decessi effettivi da Covid sono largamente sottostimati nei dati ufficiali dato che non tutti i deceduti con i sintomi del Covid sono stati testati Questo è avvenuto e avviene specie nei paesi poveri, ma anche in quelli ricchi e specie nel corso della prima ondata. L'analisi statistica, basata prima di tutto sul dato nazionale (laddove disponibile) dell'eccesso di mortalità sugli anni precedenti, tiene conto anche dei vari effetti indiretti, positivi e negativi, della pandemia e delle conseguenti restrizioni sulla mortalità, nonché di altri fattori contingenti e locali. Naturalmente, non essendo Worldometer un istituto di statistica ma solo un tracker (contatore) di dati attinti ai vari istituti nazionali, per queste proiezioni e per queste stime esso si appoggia a un centro di ricerche molto serio, l'IHME (Institute for Health Metrics and Evaluation) dell'Università di Washington. Nella pagina allegata possiamo leggere alcuni dettagli tecnici sulla metodologia seguita e i valori di alcune di queste stime sui decessi effettivi In particolare per i 20 paesi con la mortalità assoluta più alta e per i 20 con la mortalità relativa (tasso di mortalità) più alta. I valori stimati, aggiornati al 13 maggio (ma in realtà forse a qualche giorno prima), sono affiancati dai dati ufficiali.

http://www.healthdata.org/node/8660

Non mancano ovviamente le sorprese. I morti effettivi della pandemia sarebbero al 13 maggio circa 7,1 milioni, oltre il doppio, cioè, del dato ufficiale (meno di 3,4 milioni). Gli USA restano il paese con il maggior numero di morti, ma quelli effettivi sono stimati in oltre 912mila, cioè quasi 334mila in più rispetto al dato ufficiale (+57,7%). In questa classifica noi non siamo più sesti, che è la nostra posizione in base ai decessi confermati, ma ottavi essendo sorpassati da Russia e Iran che sottostimano più di noi i loro decessi. Certo il bilancio si appesantisce di brutto anche per noi: 178.144 decessi effettivi contro 122.851 confermati con un incremento di oltre 55mila unità (+45%) dovuto soprattutto (ma non solo) alle tante vittime non testate della prima ondata, specie nelle RSA del Nord. Notiamo però che il dato ufficiale è relativo al 9 maggio e non al 13, quindi oggi i decessi effettivi in Italia sarebbero vicinissimi a 180mila contro i 124.063 confermati. La cosa non mi sorprende affatto: in diversi post avevo già dedotto dai dati dell'ISTAT che la pandemia ha mietuto in Italia, come altrove, assai più vittime di quelle contate. Al secondo posto c'è l'India che triplica i suoi decessi, come li triplica o quasi il Messico che è terzo. Addirittura la Russia, quinta con oltre 600mila vittime effettive, più che quintuplica i suoi decessi. Ancora maggiore è l'incremento dell'Egitto che passa da poco meno di 14mila morti dichiarati a oltre 175mila effettivi (+1157% ovvero moltiplica per oltre 12); mentre i morti reali del Kazakhstan sarebbero quasi 15 volte quelli dichiarati e quelli della Bielorussia, a giudicare dal balzo enorme del tasso di mortalità che si evince dalla seconda tabella, sarebbero ben 17 volte quelli dichiarati. Questa tendenza a sottostimare moltissimo i decessi sembra proprio comune a tutte le repubbliche ex sovietiche, incluse Russia e Ucraina. Nel tasso di mortalità ufficiale oggi al primo posto nel mondo c'è l'Ungheria che ha superato di poco il 3 per mille, mentre nel tasso effettivo c'è l'Azerbaijan con oltre il 6,7 per mille. Mentre noi dovremmo essere vicini al 3 per mille contro poco più del 2 per mille ufficiale. Un paese come l'Albania, che sulla carta sembra stare molto meglio di noi con un tasso di mortalità ufficiale sotto lo 0,9 per mille, in realtà starebbe molto peggio (5,3 per mille). 

Modificato da fosforo311

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5 messaggi in questa discussione

Fino al 2019 si poteva morire "tranquillamente" lasciando ai posteri qualche epigrafe, appesa ai muri della città, che annunciava la nostra dipartita.

La pandemia ci ha trasformato in anonimi numeri  da comunicare al mondo intero.

Personalmente non ci trovo nulla di interessante.

Modificato da ahaha.ha

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9 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Nelle ultime settimane il sito, creato da un russo immigrato negli USA, si è arricchito con due importanti e ghiotte novità che vi se.gnalo. 

Due ghiottissime novità che attendevamo con impazienza da tempo.

Altro che la nuova stagione della "Casa di carta".

Notizie dallo psichiatra?

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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6 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

Fino al 2019 si poteva morire "tranquillamente" lasciando ai posteri qualche epigrafe, appesa ai muri della città, che annunciava la nostra dipartita.

La pandemia ci ha trasformato in anonimi numeri  da comunicare al mondo intero.

Personalmente non ci trovo nulla di interessante.

La tua triste riflessione è giusta, egregio. Personalmente io ho sempre amato la statistica (e i numeri in generale). C'è chi colleziona farfalle o francobolli, mi ricordo che da ragazzo io collezionavo atlanti e annuari, come quelli della De Agostini, acquistandoli l'anno dopo a prezzo stracciato sulle bancarelle. E mi divoravo i dati economici e demografici di tutti i paesi del mondo. Per esempio, mi interessava conoscere la produzione annua di petrolio della Romania (che in passato era un discreto produttore) o la produzione di carbone della Germania. E mi interessava sapere di quanti carri armati disponesse l'esercito dell'Unione Sovietica e di quante portaerei la marina degli Stati Uniti. Oggi ci sono Wikipedia e gli innumerevoli siti web statistici, e questi dati sono a portata di mouse. Nel caso della pandemia i dati non sono solo una curiosità o una triste sequela di lutti, ma sono utilissimi per gli scienziati e interessanti anche per la gente comune come me che cerca di capire se c'è una luce in fondo al tunnel. Al momento in Italia la si intravede. In 40 giorni i ricoverati nei reparti ordinari sono calati del 58% rispetto al picco della terza ondata, quelli in terapia intensiva del 48%.  Anche se in questi 40 giorni di rallentamento dell'epidemia e di allentamento graduale delle restrizioni sono morte più di 12mila persone. Un prezzo a mio avviso troppo alto: io avrei allentato di meno. L'andamento positivo viene attribuito per lo più all'effetto dei vaccini. I quali sono sicuramente efficaci, basta guardare i dati della Gran Bretagna che a fine gennaio viaggiava alla media di 1200 morti al giorno e oggi viaggia intorno alla decina. Ma secondo me i vaccini, pur assolutamente indispensabili, non sono l'unico fattore, e forse nemmeno il principale. Infatti un paese come l'Ungheria 4 settimane fa manteneva una mortalità spaventosa pur avendo già vaccinato una percentuale di popolazione maggiore di quella che noi abbiamo raggiunto ora. Io penso che sia i britannici (un popolo di spacconi) sia noi (un popolo molto socievole) ci siamo attenuti alle norme profilattiche con assai meno costanza e rigore di altri paesi, quindi abbiamo accumulato più contagi (e purtroppo anche più morti, infatti siamo quinti e sesti nella classifica assoluta dei decessi). Tra fine maggio e metà luglio 2020 l'ISTAT condusse un'indagine a campione della sieroprevalenza e il risultato fu che quasi un milione e mezzo di italiani erano venuti a contatto con il virus e avevano sviluppato gli anticorpi. Ma questo numero era 6 volte il totale dei casi positivi all'epoca. Eppure era molto sottostimato perché il campione statistico risultò ampiamente rimaneggiato e distorto rispetto a quello previsto. Questo è pressoché certo perché un milione e mezzo di contagiati avrebbero implicato un tasso di letalità effettivo ben sopra il 2%, ovvero del tutto abnorme rispetto alle stime degli scienziati. Quindi all'epoca i contagiati effettivi erano molti di più, il prof. Bassetti parlava già di 6-8 milioni. Oggi il totale dei positivi ammonta a 4,153 milioni. Sicuramente nel corso della seconda e terza ondata abbiamo fatto molti più test rispetto alla prima quindi sono sfuggiti in proporzione meno contagi. Per contro, quel fattore 6 risultante dall'indagine sierologica era molto sottostimato, inoltre le nuove varianti sono più contagiose e gli asintomatici testati sono tuttora pochi. Quindi, alla grossa, potremmo ipotizzare ancora un fattore 6 tra i veri contagiati e i positivi, e stimare che gli italiani venuti finora a contatto con il virus, per lo più in forma asintomatica,  siano all'incirca:

6 x 4,153 milioni = 25 milioni

Questo valore condurrebbe a un tasso di letalità pari a 0,50% considerando i decessi confermati (124mila) e pari a 0,72% considerando i probabili decessi effettivi (180mila secondo le stime che ho riportato in questa discussione). Si tratta di valori del tutto plausibili per una popolazione anziana come la nostra.

Ebbene, 25 milioni sono oltre il 42% dell'attuale popolazione italiana (59,2 milioni). Non abbiamo ancora l'immunità di gregge anche perché in una parte di queste persone gli anticorpi potrebbero essersi indeboliti nel tempo, ma se a una simile quantità di immuni o parzialmente immuni aggiungiamo i vaccinati (anche se la somma sovrastima gli immuni totali dato che una parte dei vaccinati rientra di sicuro in quei 25 milioni e non può essere contata due volte), allora abbiamo un ostacolo molto significativo e tangibile alla trasmissione del virus nella popolazione. E i dati recenti lo confermano. 

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6 ore fa, fosforo311 ha scritto:

La tua triste riflessione è giusta, egregio. Personalmente io ho sempre amato la statistica (e i numeri in generale). C'è chi colleziona farfalle o francobolli, mi ricordo che da ragazzo io collezionavo atlanti e annuari, come quelli della De Agostini, acquistandoli l'anno dopo a prezzo stracciato sulle bancarelle. E mi divoravo i dati economici e demografici di tutti i paesi del mondo. Per esempio, mi interessava conoscere la produzione annua di petrolio della Romania (che in passato era un discreto produttore) o la produzione di carbone della Germania. E mi interessava sapere di quanti carri armati disponesse l'esercito dell'Unione Sovietica e di quante portaerei la marina degli Stati Uniti. Oggi ci sono Wikipedia e gli innumerevoli siti web statistici, e questi dati sono a portata di mouse....

Ecchekazzo , vuoi mettere ??  Via su , non venite a dirmi che voi , a 12 /13 anni non eravate interessati alla produzione annua di petrolio della Romania , eh ?? Non raccontate balle e dite le cose come stanno veramente . Io , a 11 anni sapevo il numero esatto degli abitanti della Birmania e pure del Ciad . E pur di saperlo rinunciavo alle partite a calcio nell’Oratorio dei Padri Oblati Lanteri, non andavo alle festicciole con coetanei e coetanee. Alla sera andavo a letto presto perché ai miei genitori dicevo di essere stanco , ma in realtà , seguivo giornalmente , in modo onnivoro ,?la produzione del carbone nella Germania dell’est ed ero informatissimo su quella estratta dai Land della provincia di Dresda . A 14 anni , poi, sapevo a memoria quante erano i Carrarmati Indonesiani che , dall’ultimo rilevamento del 1974 erano 47 e di quante portaerei disponesse la Marina del Messico ( 3 nel 1973) . Pensavo di essere un fenomeno , ma ebbi una ferale notizia . Venni a sapere che in quel di Napoli c’era un ragazzo prodigio che ste cose , per lui , erano solo antipasti . Sto sciuscià di 13 anni che pesava già una quintalata non solo le sapeva già tutte , ma era pure in grado di dirci quanti ricoverati vi erano negli ospedali di campo della Mauritania. ( 887) e quanti graffi erano presenti sulle braccia dei piloti dell’Air Marocco ( 1.342). Tse , mi sentii un verme . Tutte le mie rinunce erano state inutili , i miei sacrifici non erano serviti a niente . Questo ragazzo , crescendo , sfido’ pure Piero Angela per condurre , Alla Rai , il programma chiamato Superquark .      E sfido’ pure Roberto Giacobbo sulle reti generaliste di Mediaset per condurre Voiager . Purtroppo perse le sfide , ma se vi trovate dalle parti di Napoli , recatevi al Barber Shop di Carmine Petruxxiello . Chiedere di lui in persona e fatevi dire la verità . Il ragazzo prodigio napoletano , perse la sfida . Ma per un solo motivo : purtroppo a differenza di Angela e di Giacobbe non aveva santi in paradiso . Addirittura sapeva pure quanti reduci dal Vietnam abitavano nel condominio posto al numero 18 di Long Life strett a Buffalo , Texas , USA . Erano 18 , ma la commissione giudicante disse che pa risposta esatta era 19. Invece aveva ragione quel che da adulto sarebbe diventato  il Cazzaro di Napoli . La Commissione, a differenza del ragazzo prodigio napoletano , non sapeva quel che invece sapeva Boy Fosforuccio : nella notte alle ore 2,58 era morto Joseph Connolly, ex maggiore delle forze di terra USA di stanza a Saigon ...!! Tse ...!!!

 

Modificato da mark222220

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Ma con tutta sta mas-turbazione, ridicola boccuccia di rosa pisana, è poi riuscita ad ottenere l'or-gasmo?

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