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Fisco, non è vero che il condono cancella solo cartelle inesigibili: il governo rinuncia a 451 milioni che i debitori stanno già pagando

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Fisco, non è vero che il condono cancella solo cartelle inesigibili: il governo rinuncia a 451 milioni che i debitori stanno già pagando

La vulgata con cui le forze politiche favorevoli allo stralcio hanno giustificato l'operazione è smentita dalla Relazione tecnica. Che spiega come al macero andranno anche le pendenze di chi ha aderito alla Rottamazione ter o al saldo e stralcio. Risultato: si perdono risorse e non si scalfisce la montagna di cartelle davvero impossibili da riscuotere che ingolfa l'Agenzia delle Entrate Riscossione. La vera partita è la riforma della gestione di quel magazzino. Il limite dei 30mila euro di reddito? Nel Paese dell'evasione di massa esclude solo il 17% dei contribuenti

di Chiara Brusini | 23 MARZO 2021
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Non è vero che il condono delle vecchie cartelle fino a 5mila euro datate 2000-2010 previsto dal decreto Sostegni riguarda solo vecchi crediti ormai inesigibili. La vulgata con cui le forze politiche favorevoli allo stralcio di quelle pendenze fiscali hanno giustificato l’operazione – ridimensionata con la mediazione del premier Mario Draghi – è smentita dalla relazione tecnica del provvedimento appena pubblicato in Gazzetta ufficiale. Lì si spiega che la cancellazione costerà alle casse dello Stato 666,3 milioni di cui 451 legati al fatto che al macero andranno anche debiti che i contribuenti stanno già pagando a rate (dopo aver aderito alla Rottamazione ter o al saldo e stralcio del governo gialloverde) o su cui comunque è “ancora in essere un’aspettativa di riscossione“. Chiaro il messaggio che questo invia a chi salda puntualmente il dovuto. Non solo: la diretta conseguenza è che il provvedimento non scalfisce la montagna di cartelle davvero impossibili da riscuotere che ingolfa il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ora la vera partita è la riforma che, modificando il meccanismo di discarico dei crediti non riscossi, dovrebbe come ha annunciato Draghi rendere “più efficiente” la lotta all’evasione.

 
 

 

Cosa cambia rispetto alle bozze: il tetto di reddito serve a poco  Rispetto alla versione iniziale le cartelle automaticamente stralciate scendono da 61 a 16 milioni soprattutto per effetto della riduzione dell’orizzonte temporale, che nelle bozze pre consiglio dei ministri arrivava fino al 2015 cancellando anche ruoli relativamente recenti. Così il costo per le casse pubbliche scende rispetto ai 930 milioni precedenti. Scarsissimo invece l’impatto dell’altro paletto fissato venerdì, il tetto di 30mila euro di reddito Irpef: taglierà fuori solo il 17% dei contribuenti con arretrati fiscali che ricadono negli altri parametri. A livello comunicativo aver messo un limite che sulla carta esclude dal “favore” i più abbienti rende digeribile la sanatoria, ma nei fatti cambia molto poco. Il motivo è presto detto: in base agli ultimi dati del Dipartimento delle Finanze, il reddito medio dichiarato al fisco dalle persone fisiche supera di poco i 33mila euro. Nel Paese in cui stando all’ultima Relazione sull’evasione fiscale autonomi e imprese omettono di versare all’erario in media due terzi del dovuto, il 78% dei contribuenti “svela” al fisco meno di 30mila euro l’anno. E ha dunque accesso al condono che cancella capitale dovuto, interessi e sanzioni.

 

In magazzino restano oltre 110 milioni di cartelle – Non aver selezionato le cartelle davvero inesigibili, come aveva chiesto Leu, fa sì che il decreto non risolva affatto il problema del maxi magazzino da 987 miliardi della Riscossione, composto in effetti per la maggior parte (vedi la tabella sotto) da somme che il fisco non rivedrà mai. Il sistema, a valle del condono, rimarrà comunque ingolfato da oltre 110 milioni di cartelle. Per questo l’altro pilastro dell’operazione messa in campo dal governo Draghi sarà la riforma del meccanismo di “controllo e discarico dei crediti non riscossi“. Oggi, come ha spiegato in audizione il numero uno delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il fisco prima di poter comunicare l’inesigibilità all’ente titolare del credito è costretto a mettere in campo “tutte le azioni di riscossione coattiva astrattamente ipotizzabili” a prescindere da qualsiasi valutazione di efficacia e di effettiva esigibilità.

 

Ora il vero nodo è la riforma della riscossione – Le prime bozze del decreto risolvevano il problema intervenendo con l’accetta: le quote non riscosse sarebbero state “automaticamente discaricate” al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento. Ma così sarebbe stato un “condono permanente“, come ha fatto notare su ilfattoquotidiano.it l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Venerdì tutto è stato rinviato a successive decisioni del ministero dell’Economia, che entro sessanta giorni dovrà trasmettere alle Camere una relazione con i criteri per rivedere il farraginoso iter. Da lì si vedrà se l’obiettivo è affilare le armi dei riscossori o cancellare altri milioni di crediti che lo Stato potrebbe recuperare.

magazzino.pngFonte Agenzia delle Entrate
 
 
 
 

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3 messaggi in questa discussione

Inviata (modificato)

È un vero schifo, egregio. Ci sono stati in passato regali più grossi agli evasori, ma questo è un condono raccapricciante. Con il debito pubblico alle stelle e con gli anni durissimi che attendono l'Italia e i contribuenti onesti, un condono come questo, in questo momento, grida vendetta. A mio modesto avviso, condonare le tasse evase a chi ha la possibilità di pagarle (anzi le sta già pagando) è un sopruso inammissibile e intollerabile del governo e della politica. In un paese serio i cittadini onesti dovrebbero cingere d'assedio il palazzo: nessuno uscirà dal palazzo finché il condono non sarà ritirato. O uscirà a suo rischio e pericolo. Il popolo onesto, il popolo sovrano, non può essere derubato e men che meno essere preso in giro dai politici, e men che meno dai cosiddetti tecnici (dei miei stivali). Questi sono arbìtri che andrebbero perseguiti penalmente da un'autorità terza: la magistratura penale o la Corte dei conti che purtroppo in Italia si limita alla giurisdizione contabile. Ma l'art.100 della Costituzione dice che essa esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del governo.

Corte dei conti, dove sei? Se ci sei, batti un colpo.

In buona sostanza un condono del genere è una forma di complicità con gli evasori. Come quella del "palo" che protegge la fuga dopo la rapina. Ovviamente è anche una pacchiana istigazione a delinquere. Ed è in definitiva un furto ai danni dei cittadini onesti, i quali pagheranno, inevitabilmente, con maggiori tasse o con minori servizi pubblici. E a danno delle imprese oneste in difficoltà. Un presidente del Consiglio che ammette: abbiamo fatto un condono, se è una persona seria dovrebbe chiedere scusa e dimettersi un istante dopo. E per come la vedo io forse dovrebbe anche andare in galera. Non so se ti ricordi di un semisconosciuto calciatore del Genoa, l'uruguagio José Perdomo. Ebbe il suo momento di celebrità quando il mitico allenatore Vujadin Boskov gli dedicò una delle sue frasi a effetto:

"Se sciolgo il mio cane, gioca meglio di Perdomo".

Ebbene, se il governo Draghi è il governo dei migliori, allora Perdomo è meglio di Maradona. 

Modificato da fosforo311

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C'è solo in sistema per porre fine ai condoni a chi non paga le tasse: il sistema americano.

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27 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

C'è solo in sistema per porre fine ai condoni a chi non paga le tasse: il sistema americano.

Traduco a beneficio dei disinformati: carcere per gli evasori. 

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