AALA FACCIA DELLA COERENZA

“Draghi dovrà scegliere: o noi o il Movimento 5 Stelle.”

Matteo Salvini, 4 febbraio 2021.

“Chi sono io per dire no? Noi con Draghi non diremo non voglio tizio. A me piacerebbe che ci fossero tutti, che si mettesse l’interesse del Paese davanti all’interesse del partito. Mi dispiace che altri mettano veti, non è questo lo spirito di Mattarella”.

Sempre Matteo Salvini, 5 febbraio 2021, meno di 24 ore dopo.

Questo è quello che potremmo ritrovarci Presidente del Consiglio a giugno, in caso di nuove elezioni. Uno la cui parola ha la vita media di uno yogurt.

E niente. La Lega è quella cosa che... Salvini parla, urla, spancia, elenca. Poi decide Giorgetti.

https://www.nextquotidiano.it/salvini-cambia-di-nuovo.../

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4 messaggi in questa discussione

La strada è stretta, strettissima per Matteo Salvini, che sull’ipotesi di un governo Draghi si ritrova con un partito spaccato (come ultimamente gli accade troppo spesso) ed è di fronte al difficile bivio di rispondere all’appello di Mattarella accontentando Giorgetti (e molti dei suoi grandi elettori del nord) oppure insistere sulla sua ala populista mettendosi all’opposizione.

Se sceglierà di essere della partita potrà vantarsi (anche lui) del suo “senso di responsabilità” ma certo scontenterà l’ala No Euro a cui ha guardato con molto interesse in questi mesi. Insomma Salvini si ritrova a scegliere e lui odia scegliere perché in fondo la politica per lui è solo un profluvio di social e di dichiarazioni che seguono lo stomaco del suo Paese e invece gli tocca fare politica.

Ieri, piuttosto imbarazzato di fronte ai palazzi romani, è riuscito addirittura a ritirare fuori la questione dei “porti aperti”: “Se Draghi vuole chiudere i porti noi siamo con lui” ha dichiarato ieri di fronte a un’esterrefatta platea di giornalisti che lo osservavano straniti come se si trovassero di fronte a un leader di partito scongelato da un lungo sonno.

Ma Salvini si sa, alle giravolte ci è abituato e la credibilità non è mai stata un suo problema, così dalla Lega cominciano a sentirsi cose impensabili solo fino a qualche ora fa come Giorgetti che definisce Draghi “un Ronaldo che non possiamo tenere in panchina” (con un metafora calcistica, ovviamente, per non correre il rischio di non essere compresi), con Bagnai (quello che diceva “l’euro è una strozzata” e tutti lo applaudivano) che ora si impegna in una patetica retromarcia definendo Draghi “un collega economista, come me” (e riuscendo addirittura non sentirsi ridicolo) e prova a trovare similitudini per essere pronto ad appoggiarlo.

Anche il prode rivoluzionario Borghi ora si è camomilizzato e lancia un sondaggio tra i suoi follower per preparare il terreno (“fare opposizione è troppo facile” dice dimenticandosi che la Lega faceva opposizione anche mentre era al governo). I nemici dell’ Europa si sono già cambiati in un batter d’occhio e sono pronti a reinventarsi europeisti per non rimanere fuori dai giochi.

Intanto Giorgia Meloni si gusta la scena, si chiama fuori e ha già cominciato la sua opposizione interna per scalzare Salvini nella leadership del centrodestra: “Salvini dice a Draghi di scegliere tra M5s e Lega. Quindi Pd e LeU vanno bene?”, ha già tuonato dall’Aventino. E sarà un logorio lento e continuo.   

G.C.

 Nel  cdx   si  rubano gli elettori  prima  era   il capitan  coso  che    rubava  i  voti al  pregiudicato, ora   e  la  camerata  che  li  ruba  al  capitan  coso ma  la  percentuale  totale   si  scosta  di poco... non hanno  la  maggioranza  assoluta  nemmeno nei  sondaggi,  quale  sarebbe   il cdx  coeso e  pronto a  governare  e  con  quale  maggioranza  ?

 

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I leghisti vogliono Draghi: da Giorgetti a Zaia, si converte anche Bagnai.
Adesso Salvini come si mette?

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salvini prende da berlu...dice una cosa e il giorno dopo la smentisce, a seconda di come tira il vento....

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