Amsterdam vuole vietare i cannabis coffee shop ai turisti: “Devono venire qui per l'arte"

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Proprio loro , che hanno fatto morire nella totale miseria Rembrandt ( La ronda di notte  , Rijksmuseum ) e fuori di testa Van Gogh , il fratello Teo riuscì a vendere solo un quadro !!

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16 ore fa, mariellasikelia ha scritto:

Proprio loro , che hanno fatto morire nella totale miseria Rembrandt ( La ronda di notte  , Rijksmuseum ) e fuori di testa Van Gogh , il fratello Teo riuscì a vendere solo un quadro !!

No si riferiscono all' arte che è possibile trovare nei quartieri a luci rosse .... 

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... non sapevo che la prostituzione fosse un'arte ... quel quartiere é il fondo dell'abisso altro che arte !!

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Il 14/1/2021 in 17:27 , mariellasikelia ha scritto:

... non sapevo che la prostituzione fosse un'arte ... quel quartiere é il fondo dell'abisso altro che arte !!

Dice ? Io vi ho conosciuto un paio di autentiche artiste. Da 10 con lode.....

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La pretesa di selezionare il turismo, preferendo quello culturale rispetto a quello (diciamo) folkloristico, non collima con il livello di sensibilità artistica che parte del popolo olandese ha mostrato a Roma qualche anno fa, danneggiando la fontana della Barcaccia del Bernini in Piazza di Spagna. Mi preoccuperei, come primo passo, di spiegare ai propri cittadini la differenza che intercorre tra un monumento e un cumulo di calcinacci; poi, una volta assorbita questa nozione, passerei a spiegar loro per quale motivo un monumento non può e non deve diventare una cumulo di calcinacci; infine, se quelle menti da educare si saranno dimostrate recettive, aprirei anche a esse le porte dei musei e acconsentirei anche a lasciarle spostare allo stato brado nelle città del mondo, per vie e piazze, private del loro naturale istinto demolitore.
Fino ad allora, però, consiglierei agli olandesi di sfruttare le altre risorse che hanno a disposizione, legate al turismo, che sono le peculiarità di quella piccola depressione europea che viene ricordata, riconosciuta e visitata per i tulipani, i mulini a vento, gli spinelli e le serventi fanciulle, "regolamentate" e incorniciate senza l'ausilio di estrose vetriniste, ma caratterizzate da un efficace auto-visual merchandising. D'altronde, le vacanze da spendere nelle città sono una parentesi nella quale si concentrano diversi aspetti ed esigenze, almeno per me: arte e cultura in genere, cucina autoctona, pub, mercatini storici, occasioni e pittoresche ricorrenze popolari, oltre (perché no?) a nuove relazioni sociali.
Ora, vietare i coffeeshops ai turisti mi sembra una limitazione della libertà personale e, comunque, una iniziativa che porterebbe ad una diminuzione di presenze tra i giovani (quantificarlo non mi riesce, ma credo sia una normale conseguenza statistica, anche se fosse minima). In più, c'è da augurarsi che questa restrizione non venga estesa anche alle attività ricreative più lascive e voluttuose, magari cambiando la natura degli articoli in esposizione per non indurre in tentazione (non solo i turisti) e contribuire alla mercificazione del corpo. Ma, in fin dei conti, si fa peccato anche con il pensiero ed è la mente che bisogna soddisfare, il corpo è solo lo strumento che permette un appagamento (in questo caso anche "a pagamento") momentaneo dei sensi. Il pericolo che verrebbe a crearsi è serio e distruttivo. Il sesso muove tante cose nel mondo, non soltanto una parte dell'economia. Limitarne la pratica significherebbe aumentare gli abusi, curare nuovi depressi e moltiplicare gli onanisti.
Non so se il ses.so possa essere considerato una forma d'arte, come il sig. cortomaltese ha accennato, ma do per certo che uno stretto collegamento ci sia, una logica ispiratrice che ha reso possibile capolavori appesi ad un muro o esperienze scolpite nelle menti di chi le ha vissute. 

DvMvEv

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No, no ; non è l'ingresso nei "caffè" che deve essere vietato ai turisti .. ma quello che si vende nei caffè che va tolto dalla circolazione non solo in Olanda ma in tutta Europa ... la droga porta assuefazione, si comincia con poco per poi finire in un guaio , anche se rende grosse somme di denaro agli Olandesi , va tolta dalla circolazione ... e poi in quei caffè le persone vanno per fumare in tranquillità ma chi non fuma e si vuole "divertire" che fa? prende pastiglie? prende supposte? iniezioni? No no chiudere subito con ordinanza europea ( ma l'Europa pensa solo alle banche ) quindi chiedere aiuto è un buco nell'acqua... La prostituzione e la droga fruttano al governo Olandese oltre sette miliardi di € all'anno ... hanno la faccia di cuculo di dire che non vorrebbero turisti .... ma vaffa ... va ..

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Il 20/1/2021 in 15:46 , mylord611 ha scritto:

non è l'ingresso nei "caffè" che deve essere vietato ai turisti .. ma quello che si vende nei caffè che va tolto dalla circolazione non solo in Olanda ma in tutta Europa ...

Molte cose sono dannose per la salute e portano alla dipendenza, ma sono soggette soltanto a limitazioni e non considerate illegali: fumo, alcol, gioco d’azzardo e così via. Io non auspico mai la legalizzazione o una regolamentazione permissiva degli aspetti nocivi della società, ma esprimo più che altro rassegnazione. Vede, dal mio cantuccio, partecipe ma indifferente agli esiti dei vizi altrui, noto grande ipocrisia (mi riferisco ad un concetto, non a lei) quando c'è da sfruttare un trampolino morale per lanciarsi nella difesa di buoni propositi che idealizzano una società mai esistita e che mai esisterà. La motivazione è semplicissima: l'uomo è tutto ciò che egli stesso cerca di fuggire e di evitare per non scomparire. Esempio pratico: ipotizzo la scomparsa dei biondi e cilindrici fumogeni, dei tickets che fanno vivere sogni vani e venali e bamboline vitree piene di benzina ammazza fegato. Il risultato sarebbe quello di condannare milioni di persone alla pazzia o alla depressione. Metta in conto anche qualche mente sovversiva e già malata a prescindere dal tipo di droga che assume o meno ed avremo costruito diversi campi di battaglia, con disordini sociali e rivoltosi che invocano il ritorno alla vendita dei loro trastulli che sterminano neuroni. Tempo fa, per esempio scoprii che, in termini di conseguenze sociali ed economico-sanitarie, i ludopatici costano molto di più rispetto agli introiti che generano con la loro patologia. Abolire le lotterie e tutto ciò che è affine al gioco, significherebbe far nascere (altre) attività clandestine in questo ramo e generare nuovi frustrati o disagiati. Aggiungiamo anche il divieto di fumo e quello per il consumo di alcol, coinvolgiamo anche l’aspetto occupazionale e gli interessi delle multinazionali e la guerra può iniziare.                                                                                                                         Sicuramente, la droga è da sempre parte ufficiosa (ma reale) di qualsiasi struttura sociale, ma il suo bacino di utenza è meno esteso rispetto ai vizi cancerogeni riconosciuti commerciali e quindi ammessi sulla base del principio dell’ “avvertimento al corretto utilizzo”. In sostanza, la privazione ed il proibizionismo non sono la soluzione. E’ altrettanto vero che l’impegno delle istituzioni manca di incisività a causa degli enormi interessi economici (quindi anche politici) che il mercato del vizio riesce a muovere. L’educazione e le campagne di informazione sugli effetti delle droghe, spesso sono latenti o mal organizzate e le condizioni economiche di alcune aree geografiche o di strati sociali, ne favoriscono l’uso e la diffusione. A tal proposito, è interessante l’approccio che ha avuto il presidente filippino Duterte rispetto al problema del traffico di droga e della tossicodipendenza dei suoi cittadini oltre, in generale, al metodo adottato per reprimere la delinquenza in generale. Aspettative e risultati divergono, ma per una motivazione che ho accennato poco fa: è l’irrinunciabile richiamo dei “garruli trastulli”.

DvMcEv

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