Da questo articolo, si deduce che l'Italia produca elementi radioattivi, come se  le nostre centrali nucleari siano ancora attive a funzionanti, eppure dopo il referendum di tanti decenni fa, non ricordo in che anno, le attività nucleari atte a produrre energia elettrica dovrebbero essere state sospese, a parte le ricerche in tale campo e anche la produzione di materiale che serve ma solo in campo medico. Eppure non si fa altro che cercare siti idonei allo smaltimento di rifiuti radioattivi, mah, non so che pensare, forse tali attività si producono parecchie scorie da sotterrare?

Articolo ANSA: Nucleare: Regione,i 4 siti in Sicilia assolutamente inidonei

 

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12 messaggi in questa discussione

Le scorie radioattive non vengono prodotte necessariamente dalle centrali nucleari e presentano una classificazione ben precisa. Derivano, per esempio, tanto dalle terapie mediche, quanto dalle carcasse di animali (ovviamente con valori estremamente diversi rispetto ai residui nucleari di una centrale). Purtroppo, però, l'Italia è considerata un grande tappeto sotto il quale si vuole nascondere tutto.

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Inviata (modificato)

A substantial bloc of public opinion opposes nuclear power in many countries, driving a policy framework that tries to regulate radiation to zero, making nuclear power needlessly complex and expensive. That fear is thus a major obstacle to a nuclear power expansion that might quickly displace fossil fuels.                      myccpay.com

Modificato da tatiannawilliam

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7 ore fa, tatiannawilliam ha scritto:

A substantial bloc of public opinion opposes nuclear power in many countries, driving a policy framework that tries to regulate radiation to zero, making nuclear power needlessly complex and expensive. That fear is thus a major obstacle to a nuclear power expansion that might quickly displace fossil fuels.                      myccpay.com

......"Un consistente blocco di opinione pubblica si oppone all'energia nucleare in molti paesi, guidando un quadro politico che cerca di regolare le radiazioni a zero, rendendo l'energia nucleare inutilmente complessa e costosa. Questa paura è quindi un grosso ostacolo a un'espansione dell'energia nucleare che potrebbe rapidamente sostituire i combustibili fossili."...

La decisione Italiana di dire NO al nucleare fu un grande regalo a chi vendeva il petrolio....  quando ci fu il referendum sul nucleare le mura delle città Italiane erano tappezzate di manifesti che invitavano a votare No; mi sono sempre chiesto chi pagasse quei manifesti e che convenienza aveva chi faceva stampare quei manifesti  nello sborsare tutti quei  soldi per fare quella campagna contro il nucleare..... (chi è che disse che a pensare male si fa peccato ma ci si indovina sempre? )

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15 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:

......"Un consistente blocco di opinione pubblica si oppone all'energia nucleare in molti paesi, guidando un quadro politico che cerca di regolare le radiazioni a zero, rendendo l'energia nucleare inutilmente complessa e costosa. Questa paura è quindi un grosso ostacolo a un'espansione dell'energia nucleare che potrebbe rapidamente sostituire i combustibili fossili."...

La decisione Italiana di dire NO al nucleare fu un grande regalo a chi vendeva il petrolio....  quando ci fu il referendum sul nucleare le mura delle città Italiane erano tappezzate di manifesti che invitavano a votare No; mi sono sempre chiesto chi pagasse quei manifesti e che convenienza aveva chi faceva stampare quei manifesti  nello sborsare tutti quei  soldi per fare quella campagna contro il nucleare..... (chi è che disse che a pensare male si fa peccato ma ci si indovina sempre? )

Finalmente c’è una cosa sulla quale sono d’accordo con te, chi lo avrebbe mai detto. Dire NO al nucleare (cosa che ignorantemente ho fatto anche io) è stato un grande errore. Tra l’altro abbiamo smantellato centrali che già producevano energia; almeno potevamo aspettare la fine del ciclo di vita, prima di smantellarle. Oggi il nucleare è la fonte di energia più sicura, meno inquinante e con zero emissioni di CO2. Anche il problema delle scorie si può ridurre quasi a zero: con le centrali di IV generazione (ancora a fissione) è possibile “bruciare” il plutonio che viene prodotto utilizzando l’uranio portando anche l’efficienza energetica dall’ 1-2% al 40-60%. Le scorie prodotte in questo caso rimarrebbero radioattive per 100-200 anni, un periodo gestibilissimo. Queste centrali vengono dette “intrinsecamente sicure” e non utilizzano più l’acqua come raffreddamento, ma dei materiali solidi che a qualche centinaio di gradi diventano liquidi e a poco oltre gli 800° il reattore diminuisce di molto l’efficienza, arrivando a spegnersi da solo perché i neutroni cambiano la loro velocità e non sono più in grado di causare la fissione nucleare.

Infine, le cosiddette “energie alternative” (pannelli solari, eolico) sono una grande fregatura perché per produrli usano così tanta energia che occorrono circa 4 anni per ammortizzarla e utilizzano materiali che si trovano solo in Cina o altri Paesi “problematici”. Inoltre ci sarà il problema dello smaltimento di fine vita che non sarà esattamente una passeggiata.
 

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C'è chi 'ci marcia'(modo di dire meridionale, almeno dalle mie parti..., per dire che è una cosa standard) a pagare

mercenari per cose illecite, non saprei il motivo. Ce ne possono essere vari. Tempo fa ad esempio erano state

fatte affondare vecchie navi cariche di materiale radioattivo di origine medica al largo della Calabria al confine con la Basilicata, una dalla parte tirrenica ed un altra dalla parte ionica. Sfacciatamente. Roba dell'altro mondo, almeno per quelli come me, razionali e scientifici(se non va, non va!!!!!). Poi abbiamo avuto un aumento di tumori in queste zone, con delle inchieste senza mai trovare il mandante, protetto come un pezzo di diamante...

 

Per quanto riguarda il referendum è lecito visto quanto accade nel mondo, l'uranio non è alla portata degli esseri umani, piuttosto un suicidio se si ha a che fare con 'grandi' quantità. A prescindere dal sito di stoccaggio dei materiali radioattivi.

PERO' oggi si parla molto del Torio, un elemento meno radioattivo, dai tempi di emittività di solo qualche secolo(per le scorie), rispetto alle migliaia di anni dell'uranio. Più alla portata degli esseri umani, molto più gestibile per quanto riguarda la produzione di grosse quantità di energia elettrica. Un vero bypass al referendum per i nuclearisti, a patto di usare il Torio. Peraltro dai rendimenti molto superiori, tanto da poter sviluppare più energia dell'uranio a parità di massa. Questo a detta di esperti, io non saprei rispondere...  Sui siti per le scorie bisognerà vedere, a patto che non si scelgano siti dove ci sono altri interessi turistici e industriali. Ad es. volevano mettere le scorie radioattive delle vecchie centrali nucleari nella miniera di sale di Scanzano Ionico. Roba dell'altro mondo. Il sale, per chi non lo sapesse, è oro bianco per l'umanità. Tramite esso è possibile immagazzinare tutta l'energia rinnovabile che vogliamo... Cioè, proprio nella miniera di sale più grande d'Italia, e di quella meridionale poi. Il problema dell'Italia forse è soprattutto questo, non il referendum. La causa? Politici o popolo? Dico politici... a differenza di quello che dicono loro. Riflettiamo: vogliono preservare l'Antartide da ogni tipo di inquinamento, dove non abita un batterio, inquinando dove vivono molte persone. Bisognerebbe anche cambiare le cose a livello internazionale andando a mettere le scorie nucleari in Antartide, lontano dall'acqua e dai batteri. Con il torio comunque penso che cementando delle grosse pozze raffreddate..(anche al freddo vicino Aosta... ad es. Scherzo) già si risolverebbe il problema.  

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A proposito di Torio.

Pare che sia presente anche nel Lazio. In Italia comunque è presente in quantità

autosufficienti stando a quanto dicono gli esperti.  

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Inviata (modificato)

1 ora fa, hollyeobenji ha scritto:

A proposito di Torio.

Pare che sia presente anche nel Lazio. In Italia comunque è presente in quantità

autosufficienti stando a quanto dicono gli esperti.  

Per quello che ho capito io (ascoltando quanto dicono fisici nucleari -consiglio di cercare su youtube "avvocato dell'atomo", che spiega il tutto molto bene-) per ora converrebbe usare le scorie di plutonio che altrimenti rimarrebbero radioattive per centinaia di migliaia di anni. Queste potrebbero fornire energia per decenni. 

Quanto alle scorie radioattive disperse nel Mediterraneo, la radioattività una cosa buona ce l'ha: un normale contatore geiger può rilevare ogni piccola traccia di radioattività. Ma comunque non andrei perennemente dietro ai complottisti che ne hanno sempre una. E se tante cose in questo Paese non funzionano è perché gran parte dl popolo va dietro ai disfattisti che cercano di bloccare tutto, anziché seguire chi cerca di fare le cose. La scienza e la tecnologia producono svariati problemi, ma ne risolvono anche tanti. E senza la scienza, oltre 9 miliardi di persone nel mondo non avrebbero neanche da mangiare. E tra questi potremmo anche trovarci noi, se non cominciamo a imparare a essere un po' più responsabili.

Modificato da lupogrigio1953

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An attack could cause major explosions, putting population centers at risk, as well as ejecting dangerous radioactive material into the atmosphere and surrounding region.

Subway Live IQ

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Il 1/7/2022 in 17:21 , lupogrigio1953 ha scritto:

Finalmente c’è una cosa sulla quale sono d’accordo con te, chi lo avrebbe mai detto. Dire NO al nucleare (cosa che ignorantemente ho fatto anche io) è stato un grande errore. Tra l’altro abbiamo smantellato centrali che già producevano energia; almeno potevamo aspettare la fine del ciclo di vita, prima di smantellarle. Oggi il nucleare è la fonte di energia più sicura, meno inquinante e con zero emissioni di CO2. Anche il problema delle scorie si può ridurre quasi a zero: con le centrali di IV generazione (ancora a fissione) è possibile “bruciare” il plutonio che viene prodotto utilizzando l’uranio portando anche l’efficienza energetica dall’ 1-2% al 40-60%. Le scorie prodotte in questo caso rimarrebbero radioattive per 100-200 anni, un periodo gestibilissimo. Queste centrali vengono dette “intrinsecamente sicure” e non utilizzano più l’acqua come raffreddamento, ma dei materiali solidi che a qualche centinaio di gradi diventano liquidi e a poco oltre gli 800° il reattore diminuisce di molto l’efficienza, arrivando a spegnersi da solo perché i neutroni cambiano la loro velocità e non sono più in grado di causare la fissione nucleare.

Infine, le cosiddette “energie alternative” (pannelli solari, eolico) sono una grande fregatura perché per produrli usano così tanta energia che occorrono circa 4 anni per ammortizzarla e utilizzano materiali che si trovano solo in Cina o altri Paesi “problematici”. Inoltre ci sarà il problema dello smaltimento di fine vita che non sarà esattamente una passeggiata.
 

Se le cose stessero davvero come scrive Lupogrigio, il nucleare oggi non dico che dovrebbe essere la prima fonte energetica mondiale, almeno nella produzione di elettricità, ma certo dovrebbe essere un settore in forte espansione. Infatti, fin dall'epoca del protocollo di Kyoto la maggior parte degli Stati ha stabilito obbiettivi di decarbonizzazione (impegni poi rafforzati e allargati alla quasi totalità dei paesi nella Cop21 di Parigi del 2015 e nella Cop26 di Glasgow del 2021) e il nucleare, almeno in teoria, è una fonte a zero emissioni di CO2. Invece i dati ci dicono che il nucleare, fatta eccezione per pochi paesi, è da decenni un settore in stagnazione o in recessione. Secondo la World Nuclear Association, al primo marzo 2011, cioè poco prima del disastro di Fukushima, c'erano 443 reattori nucleari operativi nel mondo e 62 in costruzione. Oggi sono 438 e 59 rispettivamente e il parco reattori mondiale è alquanto invecchiato. In 11 anni la quota del nucleare nel mix elettrico mondiale è scesa di 3 punti, dal 13% al 10%. Oltre la metà dei reattori oggi in costruzione (33 su 59) si concentra tra Cina, India e Turchia, la grande maggioranza dei cantieri aperti nel mondo è detenuta dalle aziende nucleari di Stato di Russia, Cina e Corea. Anche il grosso della fornitura di uranio è controllata da pochi paesi. I primi due produttori mondiali di uranio minerale, Kazakistan e Namibia, sono paesi satelliti di Russia e Cina rispettivamente, mentre la Russia è il primo produttore mondiale di uranio arricchito (il combustibile usato nella quasi totalità dei reattori oggi operativi). Gli USA, che sono tuttora il primo produttore mondiale di energia elettronucleare, dipendono per il 50% del loro approvvigionamento da Russia, Kazakistan e Uzbekistan (altro satellite di Putin) e sono costretti a escludere i combustibili nucleari dal loro pacchetto di sanzioni contro la Russia. Anzi, temono che sia Putin a tagliargli l'uranio per rappresaglia. Come leggiamo in questa pagina, senza le forniture da Mosca il nucleare civile statunitense collasserebbe nel giro di un anno o un anno e mezzo innescando una grave crisi energetica:

https://www.trtworld.com/magazine/why-the-us-can-t-give-up-on-russian-uranium-58071

Problemi geopolitici a parte, la grave recessione dell'industria nucleare civile in Occidente  (risalente al disastro di Chernobyl del 1986 in Europa e al grave incidente di Three Mile Island del 1979 negli USA) oggi è legata soprattutto ai costi ingenti e ai tempi biblici di costruzione delle nuove centrali. Gli standard di sicurezza richiesti in Occidente si pagano infatti in termini di complessità e costi degli impianti di ultima generazione. Il grande reattore EPR da 1,6 GW da poco ultimato nella centrale finlandese di Olkiluoto ha richiesto quasi 17 anni di lavori e 11 miliardi di euro contro 4 anni e mezzo e poco più di 3 miliardi preventivati. Il reattore gemello in costruzione dal 2007 a Flamanville, l'unico cantiere aperto in questo secolo nel paese più nuclearizzato del mondo e con un parco reattori molto vecchio, alla fine potrebbe costare secondo la Corte dei conti francese fino a 19 miliardi. Resta il fatto che gli incidenti gravi per quanto rarissimi sono sempre possibili e nessuna compagnia privata è disposta ad assicurare un reattore nucleare. I costi ricadono sempre sullo Stato, come nel caso di Fukushima. L'ultima stima del governo giapponese (2021) parla di 223,1 miliardi di dollari, così ripartiti: 75 miliardi per il decommissioning della centrale, 52,5 miliardi per la decontaminazione dell'area, 74 miliardi per le compensazioni alle famiglie e alle aziende danneggiate, 21,6 miliardi sotto altre voci. Un discreto salasso attende i contribuenti giapponesi. 

Lupogrigio rimpiange le nostre vecchie centrali nucleari. Francamente non ne vedo il motivo. È vero che non le sfruttammo fino alla fine del loro potenziale ciclo di vita, ma la loro quota di copertura del fabbisogno energetico nazionale fu a dir poco modesta. Secondo i dati storici di TERNA, tra il 1963 e il 1987 i nostri 4 reattori nucleari erogarono complessivamente 92,617 TWh di elettricità, che oggi coprirebbero 3 mesi e mezzo di consumo nazionale. All'epoca la quota media di copertura fu pari al 2,6% del consumo nazionale annuo, con un massimo del 4,45% raggiunto nel 1966. La centrale del Garigliano in realtà fu chiusa molto prima del referendum del 1987. Il piccolo reattore ad acqua bollente di prima generazione fu fermato per un guasto nel 1978 e mai più riavviato giudicandosi antieconomica la riparazione. Anche gli altri due piccoli e vecchi reattori, quello di Latina e quello di Trino avrebbero avuto vita breve e problematica, solo la più moderna centrale di Caorso, un BWR di seconda generazione da 860 MW, che restò in esercizio commerciale per poco meno di 5 anni erogando (secondo Wiki) 29 TWh, avrebbe potuto dare un contributo significativo. Erogando 6 TWh l'anno per ulteriori 35 anni e chiudendo il tipico ciclo operativo di 40 anni (in assenza di incidenti seri), Caorso avrebbe potuto darci ulteriori 210 TWh, pari a circa 2/3 dell'attuale consumo elettrico nazionale annuo. Però ci avrebbe lasciato anche una grande quantità di scorie ad alta attività da riprocessare (all'estero) e da stoccare. Secondo Wiki, il solo riprocessamento delle scorie di Caorso costa 300 milioni di euro (a valori del 2012). Prolungando la vita operativa da 5 a 40 anni avremmo dovuto moltiplicare questa cifra per 8. In realtà il costo effettivo del riprocessamento delle nostre scorie è ben maggiore di quello indicato da Wiki. Come ricorda Milena Gabanelli, non avendo realizzato un deposito nazionale non riusciamo a ritirare nei termini di contratto le scorie processate all'estero (non sappiamo dove metterle) e allora paghiamo 50 milioni l'anno ai paesi che ce le ospitano. Prolungando l'operatività di Caorso avremmo più che triplicato il volume di queste scorie e oggi pagheremmo almeno 150 milioni l'anno. Superfluo aggiungere che siamo sotto procedura di infrazione europea. Voglio anche ricordare a Lupogrigio che nessuno dei 4 reattori dismessi da oltre 30 anni è stato ancora smantellato. Sono state estratte le barre di combustibile e sono state smantellate (in parte) le strutture esterne ai reattori (es. caldaie, turbine, condotte, etc.) ma il lavoro più difficile (e costoso) è appena all'inizio. Abbiamo iniziato pochi mesi fa a smontare il vessel del reattore di Trino, e ci vorranno anni. Il decommissioning di Trino è previsto entro il 2029, per il resto l'ultimo piano Sogin prevede il 2036, cioè 17 anni di ritardo sul piano originario che prevedeva il 2019. È quasi scontato che ci saranno ulteriori rinvii. E ulteriori lievitazioni nel preventivo dei costi finali. Oggi siamo a 7,9 miliardi di cui circa 4 già prelevati dalle tasche degli italiani tramite apposito balzello sulla bolletta elettrica (mimetizzato tra gli "oneri di sistema"):

https://infosannio.com/2021/12/20/nucleare-la-sogin-doveva-smantellare-le-centrali-ma-dopo-21-anni-i-rifiuti-radioattivi-sono-ancora-li/

Ma Sergio Rizzo è assai più pessimista. Secondo lui liberarci da quel poco nucleare pregresso ci costerà 28 miliardi di euro:

https://www.repubblica.it/economia/2020/07/29/news/buco_nero_sogin-263147884/

Figuriamoci quanto costerà il decommissioning ai contribuenti francesi, con una potenza installata 50 volte la nostra e un volume di scorie ad alta attività che stimo grossolanamente pari a 200 volte il nostro. 

Il nucleare di quarta generazione è molto bello. È molto più efficiente nell'uso del combustibile, produce molte meno scorie e meno pericolose, ed è (in certe versioni) intrinsecamente sicuro, almeno rispetto al problema della fusione del nocciolo. Purtroppo ha un serio problema: non esiste. I primi reattori commerciali sono attesi verso il 2040. Mentre la prima scadenza UE sulla decarbonizzazione è fissata al 2030 (meno 55% di emissioni rispetto al 1990). A mio avviso sarebbe poco razionale distrarre fondi dalle rinnovabili. Come ha fatto la Francia che ha buttato nel cesso 735 milioni con il progetto Astrid, un prototipo di quarta generazione, prima di arrendersi alle difficoltà tecniche ed economiche:

https://en.wikipedia.org/wiki/ASTRID_(reactor)

I francesi sono i leader mondiali indiscussi nella tecnologia dei fast breeder raffreddati a metallo liquido, la lezione del Super-Phenix (gioiello tecnologico ma colossale fiasco economico) non gli era bastata. 

Un'ultima cosa. Anni fa (governo Berlusconi, prima del referendum del 2011) si parlava di rifare una grande centrale nucleare a Caorso. Poi si accorsero che la portata del Po, nei periodi critici, non sarebbe stata sufficiente a raffreddarla. Figuriamoci oggi! Il problema si presenta anche per i grandi fiumi francesi. Le centrali vanno sempre più spesso a potenza ridotta. Si potrebbe usare il raffreddamento in mare, come nella centrale finnica di Olkiluoto. Ma il Baltico è ben più freddo del Mediterraneo, inoltre l'acqua salata è corrosiva e il Mediterraneo è uno dei mari più salati al mondo. I francesi hanno poche centrali sulle coste, nessuna, guarda caso, sulla costa mediterranea. La seconda legge della termodinamica non fa sconti. Bastano pochi gradi in più di temperatura della sorgente fredda per abbassare sensibilmente il rendimento del ciclo termodinamico, dunque l'efficienza energetica della centrale. 

https://www.ilpiacenza.it/politica/caorso-no-ad-una-nuova-centrale-nucleare.html

Modificato da fosforo311

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personalm nn mi fa paura la costruz e l'uso di una centr nucleare (nella costruz c'è da mang x tutti) xò mi fa paura la manutenzione d'ogni opera costr poikè nn c'è abbast pappatoia ergo si tira al rispar e la catastrof è pronta anke se  abbiamo vicine centr nucl in francia, svizzera, germania, pratic come averle in casa ma, sinceram, come manut mi fido + di loro ke delle nostrane maestran...

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L'Italia in un lontano referedum del 1987 decretò la chiusura e lo smantellamento degli impianti nucleari esistenti sul territorio e il divieto di contruire nuove centrali. Adesso si vorrebbe cambiare rotta investendo, appunto, sul nucleare vista la situazione internazionale per quanto riguarda le quotazioni del gas, ma prima occorre cambiare le leggi in materia di impianti a fissione, ecc, ecc...

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Le centrali nucleari, come le portaerei a propulsione nucleare, i sommergibili sempre a propulsione nucleare per quanto bene possano essere costruite , per quanto sicure possano essere , hanno molti problemi collaterali , se un missile colpisce una portaerei a propulsione nucleare ? E come facesse scoppiare una bomba atomica! la stessa cosa vale anche per le centrali nucleari , manca la sicurezza politica,  manca la stabilità politica ora lo stiamo vedendo in Ucraina , cambia la politica, cambiano i partiti, ed i missili volano. 

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