si liberano i posti letto delle intensive...gia'

 ieri sono stati registrati altri 684 morti che portano il totale a 57.045 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia, In Italia si muore il triplo rispetto agli altri Paesi civilizzati, ma il governo si auto elogia. La politica dei comuni chiusi e dei porti aperti non funziona se non a rallentare il contagio, che poi riparte a razzo una volta allentate le restrizioni.

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8 messaggi in questa discussione

I porti non appartengono al comune?

Se il comune è chiuso come fanno quelli che sbarcano ad uscire dal comune?

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4 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

I porti non appartengono al comune?

Se il comune è chiuso come fanno quelli che sbarcano ad uscire dal comune?

oh,vabbè che oggi ha nevicato anche sulla tua pelata...non hai piu' la zazera impidocchiata dei sessantottini,vero??almeno tura su il cappuccio dell'eskimo..anche se untuoso...bai ricordi il 68....e  il renatino...

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21 minuti fa, director12 ha scritto:

oh,vabbè che oggi ha nevicato anche sulla tua pelata...non hai piu' la zazera impidocchiata dei sessantottini,vero??almeno tura su il cappuccio dell'eskimo..anche se untuoso...bai ricordi il 68....e  il renatino...

Lei era per caso a Bruxelles l'altra sera?

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11 minuti fa, cortomaltese-*** ha scritto:

Lei era per caso a Bruxelles l'altra sera?

Che c azzecca?

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1 ora fa, director12 ha scritto:

Che c azzecca?

C'azzecca eccome !!! Se ne hai preso 24 in una sera come il tuo amico ungherese, hai bisogno di terapia intensiva proctologica !!!

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2 ore fa, director12 ha scritto:

 ieri sono stati registrati altri 684 morti che portano il totale a 57.045 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia, In Italia si muore il triplo rispetto agli altri Paesi civilizzati, ma il governo si auto elogia. La politica dei comuni chiusi e dei porti aperti non funziona se non a rallentare il contagio, che poi riparte a razzo una volta allentate le restrizioni.

La  colpa  è del  governo  o  di  chi   vuole  tutto   aperto  e   che  le regole  non  servono ....   il  coso  capitan  fracassa  in   prima  fila...

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2 ore fa, cortomaltese-*** ha scritto:

Lei era per caso a Bruxelles l'altra sera?

C'era , c'era! Era stato ingaggiato da quell'amico dell'amico ungherese del kapitone  per allietare con il suono del piffero la festa gay con aspersione di droga sui Q.li nudi.

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Se chiudiamo i porti non dico che moriamo di fame come gli africani ma dimagriamo molto. La nostra bilancia commerciale agroalimentare è in deficit, leggero sotto il profilo economico perché esportiamo prodotti di qualità, ma pesante in termini quantitativi. Anche se io penso che un po' di autarchia in questo settore non ci farebbe male. Avremmo meno malattie legate alla sovralimentazione (diabete, ipertensione, osteoporosi, carie dentarie) e più persone e più risorse dedicate all'agricoltura. In Italia abbiamo troppi bar e troppi ristoranti, troppi impiegati e pochi contadini. Se i vaccini non funzioneranno e la pandemia andrà avanti per anni, questa svolta avverrà sul breve e medio periodo, ma sarà in ogni caso forzata sul lungo periodo dai mutamenti climatici. Tra 20 anni chi avrà un orto e saprà coltivarlo sarà considerato fortunato. La green economy non è solo energia rinnovabile, efficienza energetica e riciclo dei materiali, ma anche (anzi soprattutto, se non si arresta l'incremento demografico) ritorno alla terra, il luogo dove avviene il riciclo biologico, quello più importante per la vita.

Per il resto hai ragione: ha poco senso allentare le restrizioni quando l'epidemia non è saldamente sotto controllo, ovvero quando i nuovi casi non sono pochi e non sono completamente tracciabili. Oggi viaggiamo alla media di 20mila casi e 700 morti al giorno. È come se avessimo due terremoti dell'Aquila ogni giorno, tutti i giorni, ma gli italiani, inclusi molti politici, si preoccupano per il cenone, l'aperitivo al bar e la settimana bianca. Questa pandemia mi ha insegnato una cosa: il consumismo è un morbo che ha infettato i cervelli più di quanto pensassi, almeno in Occidente. Per gli occidentali lo stile di vita oggi è quasi più importante della vita stessa, l'istinto di divorazione sta prevalendo sull'istinto di conservazione. Questo vuol dire che l'Occidente è molto vicino al punto di non ritorno, se non lo ha già superato. Vorrei campare altri 30 anni (difficile) per togliermi lo sfizio di vedere europei emigrare in massa verso l'Africa e statunitensi verso il Messico, come nel famoso film L'alba del giorno dopo. In realtà pare che già oggi ci siano più statunitensi che si trasferiscono in Messico che messicani negli USA. I quali USA ieri hanno contato 2833 morti, record nazionale (e mondiale) dall'inizio della pandemia. Record non a caso anche per la Russia (589) convertita, almeno nelle grandi città, allo stile di vita occidentale. Questa insensata alternanza di restrizioni e allentamenti sulla base dei dati epidemiologici (incerti e inaffidabili) io la chiamo "tira e molla parametrico". In particolare si sopravvaluta e si travisa il parametro Rt. Si ragiona debolmente così: con le restrizioni abbiamo reso Rt<1 in tutte le regioni quindi il contagio andrà scemando e possiamo allentare le restrizioni per dare ossigeno all'economia. L'idea è già viziata alla base perché le stime di Rt sono molto incerte e in genere valutate solo sulla trasmissione da parte dei sintomatici, che secondo un recente studio americano sono responsabili di appena il 41% dei contagi. Inoltre Rt<1 garantisce l'estinzione dell'epidemia solo in una popolazione omogenea. Basta un piccolo cluster con Rt>1 non isolato all'interno di una regione per innescare una crescita localmente esponenziale. Ma l'errore di fondo è che non si capisce che Rt non dipende solo dalla virulenza intrinseca del patogeno ma è strettamente legato alle condizioni al contorno. Le misure profilattiche servono ad abbassare il numero dei contatti a rischio nella popolazione. Se ci si limita solo ad allentare queste misure, Rt ritorna prontamente e immancabilmente a crescere e a un certo punto il contagio riprende a galoppare, come prima o più di prima. Tutte le simulazioni matematiche lo dimostrano. Di conseguenza il parametro Rt ci dà una buona indicazione sul quando chiudere ma è del tutto irrilevante quando decidiamo di riaprire. In questo caso dobbiamo preoccuparci di non far risalire la curva dei contagi, di conseguenza il parametro cruciale è l'efficacia dell'attività di testing e di tracciamento dei contatti. Con l'attuale livello di circolazione del virus siamo sicuri di poter individuare quasi tutti gli infetti e di poter  tracciare quasi tutti i loro contatti? Assolutamente no. Quindi allentare le misure oggi significa, nella migliore delle ipotesi, rallentare la discesa della curva e allungare la tragica catena dei decessi. Il tira e molla parametrico che facciamo in Italia e in Occidente non ci porterà mai in una condizione di stabile e accettabile convivenza con il virus, condizione essenziale anche per la ripresa dell'economia, come quella raggiunta già in primavera in Cina, Taiwan, Corea del Sud, etc.

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