ITALIANI: POPOLO DI SAPIENTONI, "SOCIALISTI" E ORTOLANI

Non ci sono più posti disponibili per Santi, poeti e navigatori. Sono diventate tre categorie sature e neanche rinnovabili. Pian piano li stiamo sostituendo con merce fresca e con nuove frontiere sociali molto più attuali e utili ai tempi che cambiano o che sono già cambiati. Oggi abbiamo i Sapientoni che (lo dice la parola stessa) sono molto più importanti dei Sapienti, un livello raggiunto senza la necessità di studiare e, addirittura, senza bisogno del cervello.

Sembra che ci sia qualche collegamento o assonanza tra le parole sanpietrini (o sampietrini, come riporta un dizionario), sarchiaponi e sapientoni. In effetti, i sapientoni, sono duri come sanpietrini e bestie piuttosto originali come i sarchiaponi. In un certo senso sono anche altruisti perché mettono a disposizione il loro sapere per migliorare l’esistenza di quelli meno fortunati. Apparentemente, non pretendono nulla in cambio se non il riconoscimento del loro valore e della loro superiorità rispetto a chi li ascolta più o meno con interesse. Offrono pareri, spiegazioni, lezioni di vita e mai un pranzo o un aperitivo.

Per quanto mi riguarda, sarò grato per i consigli ricevuti solo quando smetteranno di darmeli, perché i sapientoni credono di far del bene al prossimo quando ti suggeriscono come sgrassare i vetri dell’auto o quando ti illuminano spiegandoti “a parole tue” (perché le loro potrebbero essere troppo difficili da comprendere) la manovra economica del governo oppure ti aprono gli occhi spiegandoti come si poteva vincere una partita di calcio con un modulo alla Canà o lo sfruttamento delle fasce. In generale, i sapientoni sono sempre pronti a criticare le opinioni degli altri, senza averne una propria. Parlano per sentito dire, ripetono frasi e concetti proposti da altri e che loro non sanno spiegare perché non ce n’è bisogno. Si vantano di aver capito quello che ritengono per gli altri irraggiungibile e si considerano il tramite tra la Conoscenza e l’Ignoranza.

Al posto dei poeti, invece, hanno preso piede i “socialisti”, non quelli del garofano di Craxi, ma quelli dei social network che postano cinquanta foto al giorno di torte che magari hanno comprato dieci minuti prima, di fiori o tramonti tanto per camuffarsi da romantici, oppure di cu.li per quelli che non hanno possibilità di vederli dal vivo e che scrivono putt.anate di commenti per putt.anate di argomenti o che fanno i filosofi improvvisando frasi profonde con l’aiuto di google, ma non del correttore grammaticale o per parlare di amore, amicizia e altri temi divini, mentre di persona conversano sul tipo di shampoo che usano contro la forfora, sulle scarpe da mettere ad una festa, quanti chilometri fanno con un litro e se oggi mettere o meno le mutande. Trascorrere un intero giorno senza social può essere mortale e per questo è inconcepibile allontanarsi da facebook, twitter, instagram e tutti i loro parenti virtuali, rischiando attacchi di panico o crisi di astinenza. L’overdose, invece, è benefica, mantiene in salute loro stessi e tutti quelli che forniscono questi servizi indispensabili affinché l’organismo dei “socialisti” possa continuare a svolgere regolarmente le sue funzioni. Per non tacere dei reality show e del gossip, altra costante con elevato tasso culturale del vivere quotidiano dei “socialisti”. Si manifesta ancora di più il loro lato ***, il bisogno di farsi i ca.zzi degli altri a tutti i costi e tutti i giorni. Hanno l’esigenza di sapere cosa fanno e dove vanno i vip, devono avere elementi per poter sognare una vita simile ed occorrono i particolari per simularla alla perfezione. Parlano di un attore o di un’attrice chiamandoli per nome, come se fossero cugini o amici da sempre, gli inviano un tweet e sono certi che verrà letto. E’ una umiliazione che li rende felici, si auto declassano e sono soddisfatti. E’ un prezzo davvero alto per acquistare il nulla.

Forse, tutto questo è diventato possibile perché non ci sono le condizioni per realizzarsi diversamente e pienamente. Forse, siamo diventati sapientoni e “socialisti” perché la società non ci offre altro e, al contrario, ci opprime e ci perseguita con schemi e stereotipi che siamo costretti ad assorbire se non vogliamo essere tagliati fuori, oppure è proprio perché li accettiamo che ci siamo allontanati dalle cose concrete ed utili a noi stessi e non alla nostra vita virtuale o a quella che vorremmo diventasse reale.

Per concludere, grazie al bluff dei Sapientoni e al loro finto ingegno, grazie alla passività ed alla concezione di vita surreale dei “Socialisti”, si è allargata la cerchia degli Ortolani, vale a dire la classe sociale storica degli italiani, quella con origini ancestrali. Questi poveri cristiani sono dotati (quasi tutti) di buona volontà e poche pretese, ma sono perennemente esposti ad un pericolo che si concretizza in tempi imprevedibili, ma con forma certa. I mistici pensano che sia una punizione per una condotta scorretta, senza specificare cosa è stato fatto di inopportuno. I pragmatici pensano che gli ortolani pagano per errori commessi da altri o per aver fatto qualcosa con le migliori intenzioni, ma con i peggiori risultati. La memoria storica però, dimostra che le cause possono essere diverse, ma l’effetto è sempre lo stesso e studi recenti hanno confermato quello che già si temeva, ovvero che in Italia c’è la più alta concentrazione di ortolani rispetto al resto del mondo. La cosa di per se non presenterebbe alcun interesse se non fosse che per ogni ortolano esiste un cetriolo vagante in attesa di sistemazione.

 

DvMcEv

Agosto 2015

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1 messaggio in questa discussione

Those hard words, as reported by Mr Georges Marc Benamou and cited by Arnaud Aaron Upinsky in his remarkable work 'The  Ortolan Syndrome', nevertheless  

MCDVOICE

Modificato da jacksondgl66

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