Un'altra giornata pesante

Quando manca un'ora alla mezzanotte di Greenwich (l'una italiana) e alla chiusura del bollettino di Worldometer dell'11 novembre, siamo secondi nella triste classifica mondiale dei decessi giornalieri, preceduti solo dagli Stati Uniti (1300). Per trovare un dato peggiore dei 623 morti di oggi dobbiamo tornare al 6 aprile quando ne contammo 638, anche allora preceduti solo dagli USA (1526), che però hanno 5 volte e mezza la nostra popolazione. E non consola il ricordare che a marzo abbiamo spesso primeggiato. Si ripropone, e con maggior forza, la domanda di allora: perché questo coronavirus si trova particolarmente bene nel Belpaese e si accanisce su di noi? Le ragioni principali sono a mio avviso tre: siamo un popolo longevo, socievole e indisciplinato. Cui aggiungerei almeno due cause contingenti: la sanità  affidata a enti scellerati (le Regioni) e l'anomala mortalità della Lombardia (tra le più alte al mondo e quasi quadrupla rispetto al resto d'Italia) correlata probabilmente anche a fattori ambientali. In questo quadro tragico qualche nota positiva. Tre settimane fa parlavo, numeri alla mano, di crescita esponenziale in atto (con raddoppio incrementale settimanale). Grazie alle misure del governo e a una maggiore attenzione dei cittadini nella profilassi individuale (dopo lo sciagurato rilassamento estivo) i dati epidemiologici continuano a crescere in modo rapido ma non più in modo esponenziale. Tutti eccetto purtroppo i decessi, il che è spiegabile essendo questi ultimi temporalmente sfasati in ritardo rispetto ai contagi e ai ricoveri. Con il trend esponenziale in atto al 20 ottobre oggi avremmo, alla grossa, 1,5 milioni di casi totali (invece abbiamo appena superato il milione), 50mila ricoverati nei reparti ordinari (mentre siamo sotto i 30mila) e 6mila in terapia intensiva (siamo poco sopra 3mila). È probabile che i decessi settimanali saliranno ancora per una o due settimane, mentre confido che entro questo periodo, o poco oltre, i reparti ordinari e quelli intensivi raggiungano i rispettivi picchi di occupazione e inizino a svuotarsi. Di conseguenza sarebbe scongiurato il rischio di un altro lockdown nazionale, mentre temo che qualche regione potrebbe passare il Natale come si deve, cioè colorata in rosso e senza eccessi festaioli e consumistici. 

Modificato da fosforo311

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5 messaggi in questa discussione

Nel bilancio definitivo di ieri si conferma il nostro secondo posto per numero di decessi nelle 24h, dietro gli USA saliti a 1479. Ma soprattutto va rilevato che la giornata è stata la più tragica dall'inizio della pandemia: per la prima volta si sono superati i 10mila decessi nel mondo (10.185 secondo Worldometer). Terribile soprattutto il dato del Belgio, le cui 345 vittime equivarrebbero, in proporzione alla popolazione, a circa 1800 in Italia. Per questi dati e per l'andamento delle ultime settimane io do due diverse interpretazioni.

La prima, la più allarmante, peraltro suffragata anche dalle affermazioni di vari autorevoli addetti ai lavori, come il prof. Guerra vicedirettore dell'OMS, è che il virus sarebbe mutato in una forma più contagiosa ferma restando la letalità:

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/09/29/guerra-oms-virus-piu-contagioso-letalita-non-mutata_ZHEHXjtYDGN2PkC1qAmv6M.html

In questo caso, se non rafforziamo in modo adeguato la profilassi individuale e collettiva, dobbiamo aspettarci una seconda ondata peggiore della prima (come nella pandemia di influenza Spagnola del 1918/20). La prospettiva è particolarmente inquietante per i paesi al di sopra del Tropico del Cancro, dove andiamo incontro all'inverno. La seconda ondata è appena all'inizio e forse facciamo ancora in tempo a mitigarla, ma secondo il prof. Ippolito dello Spallanzani il picco (cioè il peggio) lo raggiungeremo in febbraio/marzo.

La mia seconda interpretazione, che non esclude e non è esclusa dalla prima, è che sia peggiorato il comportamento degli esseri umani più che quello del microbo. La prima ondata ha colto di sorpresa il genere umano innescando contro il nemico sconosciuto una forte reazione dettata in primo luogo dal primordiale istinto di sopravvivenza. Dopodiché abbiamo cominciato ad adattarci alla nuova situazione e hanno prevalso i fattori economici e sociali, ma anche una forma di individualismo non istintiva bensì strettamente legata al modus vivendi della parte ricca del pianeta, in particolare delle cosiddette democrazie occidentali. Non è certo un caso che la mortalità nei paesi poveri, India inclusa, sia mediamente molto più bassa rispetto a quelli ricchi dell'Occidente, nonostante il terribile gap di efficienza dei sistemi sanitari. Questa differenza, a mio avviso, è riconducibile solo in parte all'insufficienza del testing e alla bassa età mediana nei paesi poveri. Vi è poi un blocco ben definito di paesi, che poveri non sono e che io definisco virtuosi, i quali dimostrano che una convivenza relativamente pacifica con il virus è senz'altro possibile. In tutti questi paesi, in parte democratici (es. Giappone, Sud Corea, Taiwan, Uruguay) e in parte regimi comunisti (Cina, Vietnam, Cuba), il tasso di mortalità è oggi inferiore a 20 decessi per milione di abitanti (meno della metà delle vittime della strada in Italia) ed è pressoché fermo dalla fine della seconda ondata o in lentissima crescita. In Italia siamo a 711 per milione, USA, UK e Spagna hanno mortalità ancora più alte e sono tutte in rapida crescita. I paesi virtuosi dimostrano che quelli dell'Occidente ricco e liberale hanno avuto ed hanno un approccio sostanzialmente sbagliato e inadeguato alla pandemia. Chiusure parziali e aperture intervallate da periodi di rilassamento sono pezze a colore che non risolvono NULLA. E tuttora non sappiamo se avremo un vaccino realmente risolutivo. Ciò che sappiamo oggi è che con questo virus si può convivere, preservando nel contempo la salute e l'economia, se e solo se TUTTI i cittadini rinunciano, per il bene comune, a una parte delle proprie abitudini e delle proprie libertà, parte peraltro piccola e rinunciabilissima, e se TUTTI perseverano in un atteggiamento di ferreo e costante rigore nella profilassi individuale.

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10 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Nel bilancio definitivo di ieri si conferma il nostro secondo posto per numero di decessi nelle 24h, dietro gli USA saliti a 1479. Ma soprattutto va rilevato che la giornata è stata la più tragica dall'inizio della pandemia: per la prima volta si sono superati i 10mila decessi nel mondo (10.185 secondo Worldometer). Terribile soprattutto il dato del Belgio, le cui 345 vittime equivarrebbero, in proporzione alla popolazione, a circa 1800 in Italia. Per questi dati e per l'andamento delle ultime settimane io do due diverse interpretazioni.

La prima, la più allarmante, peraltro suffragata anche dalle affermazioni di vari autorevoli addetti ai lavori, come il prof. Guerra vicedirettore dell'OMS, è che il virus sarebbe mutato in una forma più contagiosa ferma restando la letalità:

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/09/29/guerra-oms-virus-piu-contagioso-letalita-non-mutata_ZHEHXjtYDGN2PkC1qAmv6M.html

In questo caso, se non rafforziamo in modo adeguato la profilassi individuale e collettiva, dobbiamo aspettarci una seconda ondata peggiore della prima (come nella pandemia di influenza Spagnola del 1918/20). La prospettiva è particolarmente inquietante per i paesi al di sopra del Tropico del Cancro, dove andiamo incontro all'inverno. La seconda ondata è appena all'inizio e forse facciamo ancora in tempo a mitigarla, ma secondo il prof. Ippolito dello Spallanzani il picco (cioè il peggio) lo raggiungeremo in febbraio/marzo.

La mia seconda interpretazione, che non esclude e non è esclusa dalla prima, è che sia peggiorato il comportamento degli esseri umani più che quello del microbo. La prima ondata ha colto di sorpresa il genere umano innescando contro il nemico sconosciuto una forte reazione dettata in primo luogo dal primordiale istinto di sopravvivenza. Dopodiché abbiamo cominciato ad adattarci alla nuova situazione e hanno prevalso i fattori economici e sociali, ma anche una forma di individualismo non istintiva bensì strettamente legata al modus vivendi della parte ricca del pianeta, in particolare delle cosiddette democrazie occidentali. Non è certo un caso che la mortalità nei paesi poveri, India inclusa, sia mediamente molto più bassa rispetto a quelli ricchi dell'Occidente, nonostante il terribile gap di efficienza dei sistemi sanitari. Questa differenza, a mio avviso, è riconducibile solo in parte all'insufficienza del testing e alla bassa età mediana nei paesi poveri. Vi è poi un blocco ben definito di paesi, che poveri non sono e che io definisco virtuosi, i quali dimostrano che una convivenza relativamente pacifica con il virus è senz'altro possibile. In tutti questi paesi, in parte democratici (es. Giappone, Sud Corea, Taiwan, Uruguay) e in parte regimi comunisti (Cina, Vietnam, Cuba), il tasso di mortalità è oggi inferiore a 20 decessi per milione di abitanti (meno della metà delle vittime della strada in Italia) ed è pressoché fermo dalla fine della seconda ondata o in lentissima crescita. In Italia siamo a 711 per milione, USA, UK e Spagna hanno mortalità ancora più alte e sono tutte in rapida crescita. I paesi virtuosi dimostrano che quelli dell'Occidente ricco e liberale hanno avuto ed hanno un approccio sostanzialmente sbagliato e inadeguato alla pandemia. Chiusure parziali e aperture intervallate da periodi di rilassamento sono pezze a colore che non risolvono NULLA. E tuttora non sappiamo se avremo un vaccino realmente risolutivo. Ciò che sappiamo oggi è che con questo virus si può convivere, preservando nel contempo la salute e l'economia, se e solo se TUTTI i cittadini rinunciano, per il bene comune, a una parte delle proprie abitudini e delle proprie libertà, parte peraltro piccola e rinunciabilissima, e se TUTTI perseverano in un atteggiamento di ferreo e costante rigore nella profilassi individuale.

Dal 15 settembre ad oggi, abbiamo 105.000 studenti infettati e la signora Azzolina insiste per le scuole aperte.

A giugno/luglio avevamo dati da Giapponesi, frutto del durissimo lockdown di primavera.

Quindi:

A) una manica di figlidimignotta (Sgarbi, Salvini, Zangrillo, Toti,....etc.) ha cominciato a recitare il mantra di Angela da Mondello ("Nun ce ne sta coviddi");

B) una manica di figlidimignotta (Governatori e Sindaci) hanno cominciato a reclamare l'apertura anche delle case di tolleranza chiuse con la legge Merlin del 1958;

C) i più figlidimignotta di tutti, Solinas in testa, hanno riaperto le discoteche;

D) un Governo che aveva ben operato in primavera è diventato braghemolle in estate lasciando le Regioni libere di praticare la più sfrenata demagogia;

E) il Governo ha voluto a tutti i costi riaprire le scuole a metà settembre;

F) il Governo non ha mandato affankulo i figlidimignotta rinviando le elezioni di settembre.

E così siamo tornati punto e a capo, chiusi in casa.....

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Dove hai letto dei 105mila studenti contagiati dopo il 15 settembre? Forse il dato include quelli messi in isolamento per un compagno di classe infetto. In ogni caso dal 15 settembre a ieri sono stati rilevati circa 740mila positivi in Italia. Tenuto conto che gli studenti delle scuole pubbliche sono 8,3 milioni, più  860mila delle paritarie, cioè oltre il 15% della popolazione nazionale, il dato sarebbe del tutto fisiologico (anzi inferiore al prevedibile). Peraltro non tutti si sono contagiati a scuola o nei mezzi pubblici presi per andare a scuola. E se anche le scuole fossero rimaste chiuse, una larga parte dei 105mila si sarebbe contagiata lo stesso, trascorrendo quelle ore in casa o in giro con gli amici. In ogni caso io a settembre ero contrario alla riapertura delle scuole e lo scrissi, avrei fatto una eccezione solo per i maturandi. 

Le Regioni hanno i loro poteri e una loro autonomia e il problema è lì: nella Costituzione, non nel governo. La cosa di gran lunga migliore sarebbe abolirle, tutte, in tempi rapidi. Le elezioni regionali erano già  state rimandate di molti mesi. Certo nelle condizioni di oggi una tornata elettorale sarebbe da escludere. 

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Una giornata ancora molto pesante ma con qualche piccolo segnale positivo. Non è  vero che i ricoverati in terapia intensiva siano diminuiti come ha detto il Tg2 delle 20:30, ma è diminuito l'incremento, come pure quello nei reparti ordinari. Questo in linea con le mie previsioni di ieri, ma è diminuito anche l'incremento dei decessi, oggi 636, "solo" 13 più di ieri. Tornano a crescere i positivi ma questa volta non si batte il record a dispetto del record dei tamponi. Insomma, se ci si accontenta di poco vi ci si può aggrappare. Non lo fa il prof. Crisanti che oggi è andato in radio e in tv per dire che i morti continueranno ad aumentare e che se non andremo in lockdown nazionale prima di Natale ci andremo dopo. Per quanto mi riguarda, ribadisco che considero più importante ciò che accade nella fase di allentamento delle misure. Non c'è Natale o Capodanno o Pasqua che possa giustificare quanto accaduto in estate e che oggi paghiamo tragicamente.

P.S. Parlando del vaccino annunciato dalla Pfizer, il prof. Crisanti ha detto di essere rimasto negativamente sorpreso dalla notizia che il direttore generale di Pfizer ha venduto 5 milioni di dollari delle sue azioni, speculando sul rialzo in Borsa. Ma perché  non attendere la distribuzione del vaccino e ulteriori rialzi se si dimostrerà efficace? Dobbiamo forse credere che la Pfizer stia bluffando? Per la cronaca il manager si chiama Bourla, da cui togliendo una o...

 

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