congratulazioni prima dell'insediamento/proclamazione ufficiale??

Beh, visto come agisce in Italia, imponendo alla maggioranza degli italiani un governo abusivo di minoranza, è chiaramente poco conoscitore della democrazia e dei processi elettorali:

Mattarella si congratula con Biden
“Il popolo americano ha affidato a lei,
a seguito di un confronto che ha visto
una straordinaria partecipazione, il
mandato di guidare gli Stati Uniti in
un momento drammaticamente complesso
per l’intero pianeta”. Così Mattarella
al nuovo presidente Usa Biden al quale
invia i “più calorosi rallegramenti”.

Questa è un affronto alla democrazia. Biden non è il Presidente eletto degli Usa. Non lo decidono i giornali. Qualcuno lo spieghi a Mattarella, che magari tra qualche settimana sarà costretto a scusarsi con Trump.

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14 messaggi in questa discussione

ecco un altro contentissimo dell'elezione pseudo americana...vista la sua faccia con trump:

La foto ufficiale della visita di Donald Trump a Papa Francesco dice tutto  | L'HuffPost

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e questi sono quelli che si so o accodati!!!!:

Congratulazioni al presidente eletto @JoeBiden. L’amicizia tra Italia e Stati Uniti ha radici profonde e storiche. Pronto a continuare a lavorare per rafforzare le nostre relazioni in difesa della pace e della libertà”. Così su twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

 

“Biden e Harris hanno vinto! Cambia la storia. E per la prima volta una donna alla vicepresidenza degli Usa”. Lo scrive l’ex Presidente della camera, Laura Boldrini.

“Auguri a Joe Biden, nuovo presidente Usa, per grande compito che lo attende. Mondo unito da sfide che supereremo solo insieme: ricerca scientifica, rilancio economia e lavoro per battere Covid”. E’ il tweet del sindaco di Roma, Virginia Raggi, dopo l’ufficializzazione dell’elezione.

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poteva mancare l'europeista?? seeeeee

Gentiloni: “Così felice che ….”

Il commissario per l’Economia all’Unione Europea ha accolto così la notizia della vittoria di Joe Biden e della sua conseguente nomina a presidente degli Stati Uniti: “#USAelection2020 Una giornata indimenticabile per l’Europa e la democrazia. Mi sto abbracciando da solo”. Prima ancora, Gentiloni aveva condiviso lo “spontaneissimo” video di Kamala Harris che annunciava la vittoria a Joe Biden.vedi marchese del grillo..io aspetterei ancora un pochino con baci e abbracci...cè il covit!!.....

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2 ore fa, director12 ha scritto:

Beh, visto come agisce in Italia, imponendo alla maggioranza degli italiani un governo abusivo di minoranza, è chiaramente poco conoscitore della democrazia e dei processi elettorali:

Mattarella si congratula con Biden
“Il popolo americano ha affidato a lei,
a seguito di un confronto che ha visto
una straordinaria partecipazione, il
mandato di guidare gli Stati Uniti in
un momento drammaticamente complesso
per l’intero pianeta”. Così Mattarella
al nuovo presidente Usa Biden al quale
invia i “più calorosi rallegramenti”.

Questa è un affronto alla democrazia. Biden non è il Presidente eletto degli Usa. Non lo decidono i giornali. Qualcuno lo spieghi a Mattarella, che magari tra qualche settimana sarà costretto a scusarsi con Trump.

 

RRRROOSICONE !!

Rattus_rattus_01_reframed.JPG

 

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2 ore fa, director12 ha scritto:

ecco un altro contentissimo dell'elezione pseudo americana...vista la sua faccia con trump:

La foto ufficiale della visita di Donald Trump a Papa Francesco dice tutto  | L'HuffPost

RRRROOSICONE !!

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2 ore fa, director12 ha scritto:

e questi sono quelli che si so o accodati!!!!:

Congratulazioni al presidente eletto @JoeBiden. L’amicizia tra Italia e Stati Uniti ha radici profonde e storiche. Pronto a continuare a lavorare per rafforzare le nostre relazioni in difesa della pace e della libertà”. Così su twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

 

“Biden e Harris hanno vinto! Cambia la storia. E per la prima volta una donna alla vicepresidenza degli Usa”. Lo scrive l’ex Presidente della camera, Laura Boldrini.

“Auguri a Joe Biden, nuovo presidente Usa, per grande compito che lo attende. Mondo unito da sfide che supereremo solo insieme: ricerca scientifica, rilancio economia e lavoro per battere Covid”. E’ il tweet del sindaco di Roma, Virginia Raggi, dopo l’ufficializzazione dell’elezione.

RRRROOSICONE !!

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2 ore fa, director12 ha scritto:

Beh, visto come agisce in Italia, imponendo alla maggioranza degli italiani un governo abusivo di minoranza, è chiaramente poco conoscitore della democrazia e dei processi elettorali:

Mattarella si congratula con Biden
“Il popolo americano ha affidato a lei,
a seguito di un confronto che ha visto
una straordinaria partecipazione, il
mandato di guidare gli Stati Uniti in
un momento drammaticamente complesso
per l’intero pianeta”. Così Mattarella
al nuovo presidente Usa Biden al quale
invia i “più calorosi rallegramenti”.

Questa è un affronto alla democrazia. Biden non è il Presidente eletto degli Usa. Non lo decidono i giornali. Qualcuno lo spieghi a Mattarella, che magari tra qualche settimana sarà costretto a scusarsi con Trump.

RRRROOSICONE !!

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4 ore fa, cortomaltese-*** ha scritto:

RRRROOSICONE !!

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il selfie ti è venuto bene...

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15 minuti fa, director12 ha scritto:

il selfie ti è venuto bene...

Quello sei tu che rosichi....

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OVVIAMENTE ALTRI SI PRESENTANO....questo dice:è come  un fratello!!!!!!

Roma, 8 nov – Non cessa la “corsa” dei dem di casa nostra ad affiliarsi al neo presidente Joe Biden. Sebbene le differenze tra i nostri politici e il 46esimo presidente Usa siano a dir poco macroscopiche, per loro poco conta: l’importante è piantare una “bandierina” e rivendicarselo. Dopo Paolo Gentiloni, arrivato mestamente ad abbracciarsi da solo nell’impeto dell’esultanza per la vittoria democratica, ora arriva Renzi che si rivendica anche un grado di parentela (ideale) con l’avversario di Trump.

Renzi: “Joe per me un fratello”

Quando il vantaggio di Biden era ormai evidente, Renzi ha rilasciato un’intervista per La Stampa in cui sostiene, addirittura, che Biden per lui sia “un fratello maggiore saggio”. “Per me Joe è come un fratello maggiore saggio. Biden è stato un punto di riferimento vero negli anni della presidenza Obama. Ho sempre considerato Joe come la persona da chiamare quando c’era da chiedere un consiglio”, dice Renzi. Così, chiamandolo per nome, perché tra congiunti formalità come chiamare il presidente Usa per cognome sono da abolire. ”Noi italiani avremo un amico alla Casa Bianca, uno che ci conosce e ci vuole bene”, dice ancora Renzi. Vedremo quanto ci vorrà bene Biden. Se vuole bene a Renzi tanto quanto il leader di Italia Viva crede, come minimo diventeremo di colpo la seconda nazione più potente del mondo.

Raggi: “Insieme a Biden rilanceremo economia”

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Era il 13 dicembre del 2000. Quella volta la democrazia USA si sospese in attesa del riconteggio dei voti della Florida per la competizione presidenziale tra fra Al Gore (per i Democratici) e George W. Bush (per i Repubblicani). Furono ore convulse, alla fine come tutti sappiamo la spuntò Bush che divenne presidente degli USA.

Il 13 dicembre del 2000 lo sconfitto Al Gore tenne il discorso con cui riconobbe la vittoria del suo avversario: ricordò il motto inscritto a Harvard Law School (“Not under man, but law and God”) e ricordò che “il sentimento di parte deve cedere al patriottismo”. “Non sono d’accordo con questa decisione, – disse Al Gore – ma la rispetto e per il bene e la forza della nostra democrazia, riconosco la sconfitta”, aggiungendo che “il popolo ha parlato” e che riconosceva “la grandezza del sistema democratico”.

Torniamo indietro. Il 20 gennaio del 1993 lo sconfitto George H.W. Bush scrive a Bill Clinton: “Caro Bill, quando sono entrato in questo ufficio l’ultima volta ho provato lo stesso senso di meraviglia e rispetto che ho sentito quattro anni fa. So che lo sentirai anche tu. Ti auguro grande felicità qui. Io non ho mai sentito la solitudine che alcuni Presidenti hanno descritto. Ci saranno momenti molto duri, resi ancora più difficili dalle critiche che potresti considerare ingiuste.

Non sono la persona migliore per consigliarti, ma non permettere che le critiche ti scoraggino o ti conducano alla deriva. Sarai il nostro Presidente quando leggerai questa lettera. Ti auguro il meglio. Faccio i miei migliori auguri alla tua famiglia. Il tuo successo ora è il successo del nostro Paese. Farò fortemente il tifo per te. Buona fortuna, George”.

In tempi più recenti, 4 novembre del 2008. È appena stato eletto presidente Barack Obama e il suo sfidante John Mc Cain sale sul palco di Phoenix e pronuncia il suo discorso “della sconfitta” che è rimasto negli annali: “Il popolo americano ha parlato, e ha parlato chiaramente. Poco fa ho avuto l’onore di telefonare al senatore Barack Obama per congratularmi con lui. Per congratularmi con lui di essere stato eletto come nuovo presidente della nazione che entrambi amiamo!”, dice Mc Cain, che aggiunge “il suo successo – da solo – esige il mio rispetto per la sua abilità e perseveranza.

Ma il fatto che ci sia riuscito dando ispirazione alla speranza di così tanti milioni di americani, che credevano erroneamente di essere così poco in gioco o di avere una influenza minima sull’elezione di un presidente americano, è qualcosa che io ammiro profondamente e la cui riuscita merita il mio encomio”. Mc Cain riconobbe anche il valore storico che ebbe quell’elezione per i neri e concluse dicendo “Auguro le migliori cose all’uomo che era il mio avversario e che sarà il mio presidente”.

Ora chiudete gli occhi e tornate al presente. Ascoltate il rumore di fondo della rabbia di Donald Trump che non riconosce la vittoria di Joe Biden e che si diverte a infiammare gli animi parlando di brogli che non riesce a dimostrare e ripetendo ossessivamente che le elezioni sono state irregolari (sempre senza nessun riscontro) e non badando nemmeno per un attimo ai numeri enormi che hanno portato alla vittoria il candidato democratico.

Notate la differenza che non è solo nella gestione del potere ma anche nello spessore di essere sconfitti. Perché è nella sconfitta che si misura il polso di un politico, nel riconoscere che le proprie istanze non sono più maggioranza nel Paese, nel servire un Paese senza illudersi di incarnare un potere. E così il narcisismo patologico di Trump, nel momento della sconfitta, esplode ancora più ferocemente che nel momento dell’ascesa. Ed è facilissimo scorgere le differenze.

(il mio pezzo per notizie.it)

https://www.notizie.it/.../sconfitta-misura-politico.../

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3 minuti fa, pm610 ha scritto:

Era il 13 dicembre del 2000. Quella volta la democrazia USA si sospese in attesa del riconteggio dei voti della Florida per la competizione presidenziale tra fra Al Gore (per i Democratici) e George W. Bush (per i Repubblicani). Furono ore convulse, alla fine come tutti sappiamo la spuntò Bush che divenne presidente degli USA.

Il 13 dicembre del 2000 lo sconfitto Al Gore tenne il discorso con cui riconobbe la vittoria del suo avversario: ricordò il motto inscritto a Harvard Law School (“Not under man, but law and God”) e ricordò che “il sentimento di parte deve cedere al patriottismo”. “Non sono d’accordo con questa decisione, – disse Al Gore – ma la rispetto e per il bene e la forza della nostra democrazia, riconosco la sconfitta”, aggiungendo che “il popolo ha parlato” e che riconosceva “la grandezza del sistema democratico”.

Torniamo indietro. Il 20 gennaio del 1993 lo sconfitto George H.W. Bush scrive a Bill Clinton: “Caro Bill, quando sono entrato in questo ufficio l’ultima volta ho provato lo stesso senso di meraviglia e rispetto che ho sentito quattro anni fa. So che lo sentirai anche tu. Ti auguro grande felicità qui. Io non ho mai sentito la solitudine che alcuni Presidenti hanno descritto. Ci saranno momenti molto duri, resi ancora più difficili dalle critiche che potresti considerare ingiuste.

Non sono la persona migliore per consigliarti, ma non permettere che le critiche ti scoraggino o ti conducano alla deriva. Sarai il nostro Presidente quando leggerai questa lettera. Ti auguro il meglio. Faccio i miei migliori auguri alla tua famiglia. Il tuo successo ora è il successo del nostro Paese. Farò fortemente il tifo per te. Buona fortuna, George”.

In tempi più recenti, 4 novembre del 2008. È appena stato eletto presidente Barack Obama e il suo sfidante John Mc Cain sale sul palco di Phoenix e pronuncia il suo discorso “della sconfitta” che è rimasto negli annali: “Il popolo americano ha parlato, e ha parlato chiaramente. Poco fa ho avuto l’onore di telefonare al senatore Barack Obama per congratularmi con lui. Per congratularmi con lui di essere stato eletto come nuovo presidente della nazione che entrambi amiamo!”, dice Mc Cain, che aggiunge “il suo successo – da solo – esige il mio rispetto per la sua abilità e perseveranza.

Ma il fatto che ci sia riuscito dando ispirazione alla speranza di così tanti milioni di americani, che credevano erroneamente di essere così poco in gioco o di avere una influenza minima sull’elezione di un presidente americano, è qualcosa che io ammiro profondamente e la cui riuscita merita il mio encomio”. Mc Cain riconobbe anche il valore storico che ebbe quell’elezione per i neri e concluse dicendo “Auguro le migliori cose all’uomo che era il mio avversario e che sarà il mio presidente”.

Ora chiudete gli occhi e tornate al presente. Ascoltate il rumore di fondo della rabbia di Donald Trump che non riconosce la vittoria di Joe Biden e che si diverte a infiammare gli animi parlando di brogli che non riesce a dimostrare e ripetendo ossessivamente che le elezioni sono state irregolari (sempre senza nessun riscontro) e non badando nemmeno per un attimo ai numeri enormi che hanno portato alla vittoria il candidato democratico.

Notate la differenza che non è solo nella gestione del potere ma anche nello spessore di essere sconfitti. Perché è nella sconfitta che si misura il polso di un politico, nel riconoscere che le proprie istanze non sono più maggioranza nel Paese, nel servire un Paese senza illudersi di incarnare un potere. E così il narcisismo patologico di Trump, nel momento della sconfitta, esplode ancora più ferocemente che nel momento dell’ascesa. Ed è facilissimo scorgere le differenze.

(il mio pezzo per notizie.it)

https://www.notizie.it/.../sconfitta-misura-politico.../

 
#cheerleader
Adesso rosica

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poteva mancare questo signor nessuno??

Ha colpito ancora, Piero Fassino. L’ex sindaco di Torino e segretario dei Ds è noto per le sue profezie improvvide e clamorosamente smentite dai fatti. Dopo Beppe Grillo e Chiara Appendino, ora forse godrà Donald Trump. Fassino partecipa al coro della sinistra in solluchero per la vittoria di Joe Biden nelle presidenziali Usa.

 

Ora, assicura Fassino su Twitter, “si apre una nuova pagina per gli Stati Uniti e per il mondo. Coesione, non lacerazione. Integrazione, non razzismo. Solidarietà, non egoismo. Multilateralismo, non arrogante solitudine. Con lui i democratici di tutto il mondo“.

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