etrusco1900

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Messaggi pubblicate da etrusco1900


  1. 3 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    Se esistesse sì.

    i dieci segreti che verranno rivelati a Medjugorje serviranno  per far comprendere ai non credenti   che Dio esiste;   nel periodo  delle  prove (sono state paragonate alle piaghe d'Egitto)  molti non credenti si convertiranno... il problema caso mai sarà che alcuni non credenti messi di fronte all'evidenza dell'esistenza di Dio ci rimarranno male,  non accetteranno la cosa  e tenteranno di organizzare a livello mondiale persecuzioni nei confronti dei credenti, non ci dobbiamo dimenticare che  anche il Demonio (che esiste) non è ateo,      sa perfettamente che Dio c'é,      solo  che  lui e i suoi servi umani  non lo amano e sono invidiosi perché  vorrebbero essere loro al posto di Dio


  2. 10 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    quando inizieranno a compiersi i segreti di Medjugorje, visto che quello che dovrà accadere verrà rivelato tre giorni prima che la cosa accada

    Questo é impossibile, come sai il futuro non si può leggere.

    impossibile presso gli uomini ma non presso DIO perché niente  è impossibile a DIO


  3. 8 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    Adesso ci sono le dirette televisive, i cellulari e ogni forma di tecnologia, ma caso strano non esiste neanche un fotogramma di qualunque genere.

    è ovvio che non ci siano riprese televisive di quegli eventi visto che a quel tempo  queste cose non esistevano, oggi è diverso, c'è internet,  c'è la televisione, qualunque cosa accada in un punto del pianeta viene immediatamente a conoscenza di tutti, quando inizieranno a compiersi i segreti di Medjugorje, visto che quello che dovrà accadere verrà rivelato tre giorni prima che la cosa accada,  tutti potranno vedere e constatare con i propri occhi, poi ci sarà chi dirà che è un  caso, che si tratta di fenomeni naturali, troveranno  mille scuse.. però poi ci sarà il secondo segreto, ..e così via fino al decimo e molti si troveranno in difficoltà nel dire che è sempre e  solo un caso...l'umanità si troverà divisa in due schieramenti e ognuno dovrà decidere da che parte stare 


  4. 7 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    ma non capisco cosa c'entri con quello che ho scritto

    hai usato il termine "fascistoni" e immediatamente dopo hai fatto i nome di alcune persone....puoi dimostrare che quelle persone sia contrarie ai festeggiamenti del 25 Aprile?  forse sono contrari alle strumentalizzazioni che alcuni fanno  o cercano di fare su quegli eventi e su quella data... ma questa è una cosa diversa, che non ha niente a che vedere con il fascismo,  ti ripeto: essere di destra non vuol dire essere fascisti, così come essere di sinistra non vuol dire essere comunisti.


  5. 11 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    come il fumo negli occhi, e da decenni, dai fascistoni. Evidentemente non hai mai sentito nominare o parlare gente come La Russa, Crosetto o Meloni.

    evidentemente sei vittima di un certo tipo di propaganda politica che volutamente confonde la parola destra con la parola  fascismo ,  pensare così è come confondere la parola sinistra con  la parola comunismo , tu conoscerai certamente  i crimini fatti dal  comunismo , ma questo non significa che essere di sinistra significhi necessariamente essere comunisti e quindi  responsabili dei crimini fatti in nome di quella ideologia... non credi?


  6. 11 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    Anche perché una cosa del genere non é possibile che avvenga, oltre che essere una cosa insensata.

    invece è avvenuta, i testimoni ci furono e i giornali del tempo di estrazione socialista che riportarono la cosa sono disponibili e  rintracciabili e ne esistono tuttora copie, forse ti sarebbe piaciuto vedere la diretta televisiva, ma a quel tempo la televisione non c'era... qualunque miracolo va contro quelle che noi conosciamo delle leggi della natura, forse vorremmo sapere come materialmente certe cose avvengono, come fa a realizzarsi una certa cosa,  ma se fossero cose normali  che avvengono tutti i giorni non si tratterebbe di miracoli; leggendoti  mi fai pensare a quegli atei dei primi del diciannovesimo secolo che  sicuri di se affermavano che tutto quello che i nostri occhi non sono in grado di vedere e i nostri sensi di percepire non esiste.... ma tu che vivi nel ventunesimo secolo sai che il modo di vedere di quegli atei erano solo  il frutto della loro ignoranza scientifica, quante cose esistono dalle onde radio a tutto il resto che i nostri sensi non vedono  ma che esistono, senza parlare delle scoperte della fisica quantistica che ci hanno fatto scoprire cose che viste nell'ottica della nostra vita di tutti i giorni possono apparirci come impossibili e insensate  ma che invece esistono e sono reali


  7. 19 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    però non ho capito perché sottolineare l'unanimità parlamentare di istituire il giorno della memoria.

    perché questo giorno di ricordo  non è una ricorrenza di parte, non è una data degli Italiani di destra  e o di sinistra è una ricorrenza di tutti gli Italiani, in parlamento votarono tutti a favore tranne, non vorrei errare, i deputati o senatori di rifondazione comunista; così come tutti sia di destra che di sinistra festeggiamo il 25 Aprile non vedo perché alcuni abbiano problemi nel  prendere atto dell'unanimità parlamentare nell'istituire il giorno della memoria.

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  8. 11 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

    talvolta la storia ci meraviglia e avvengono anche cose inaspettate, negli avvenimenti umani talvolta ci sono cose che assomigliano  vagamente al  principio di indeterminazione presente  nella fisica quantistica, possiamo sapere esattamente cosa avverrà ma non sappiamo quando, oppure possiamo sapere quando ma non sappiamo cosa avverrà,  nessuno sa e può  dire quello che accadrà in Russia a Marzo......

    queste frasi potrebbero sembrare sibilline, in realtà noi sappiamo benissimo cosa accadrà, la Madonna ce lo ha anticipato a Fatima quando ha detto che alla fine la Russia si convertirà, però noi non sappiamo ne il come me il quando, abbiamo anche una data ce l'ha detto Mirjana, una delle veggenti di Medjugorje, che riceve le apparizioni il 18 Marzo di ogni anno,  giorno del suo compleanno che  ha detto che l'apparizione non è in relazione al suo compleanno e che il fatto che quel giorno sia il suo compleanno non c'entra, quindi abbiamo anche una data, non sappiamo di quale anno e non sappiamo cosa accadrà


  9. 6 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    Ma non é quello del sole che volteggia?

    non so se la cosa ti disturba o ti lascia indifferente,  sappi comunque che al sole che volteggia furono presenti contemporaneamente  settantamila persone e ci sono testimonianze anche di giornalisti atei dell'epoca che furono presenti e che riportarono sui loro giornali quello che videro


  10. In questo momento, dune-buggi ha scritto:

    le elezioni dello “zar / vladimiro” sono come il festival delle canzonette

    talvolta la storia ci meraviglia e avvengono anche cose inaspettate, negli avvenimenti umani talvolta ci sono cose che assomigliano  vagamente al  principio di indeterminazione presente  nella fisica quantistica, possiamo sapere esattamente cosa avverrà ma non sappiamo quando, oppure possiamo sapere quando ma non sappiamo cosa avverrà,  nessuno sa e può  dire quello che accadrà in Russia a Marzo......


  11. In questo momento, lelotto2 ha scritto:

    Ovviamente la mia era una battuta, so benissimo che questa fantomatica madonna per voi é una.

    Altrettanto ovvio che non c'é stata mai un'apparizione se non nella testa di qualche visionario.

    se per te il termine "qualche" equivale a 70.000 persone presenti e testimoni al miracolo del sole di fatima vuol dire che ci sono stati 70.000 visionari che tutti assieme in contemporanea hanno immaginato di vedere  qualche cosa che il sole non doveva fare https://it.aleteia.org/2015/10/13/le-immagini-del-miracolo-del-sole-a-fatima-il-13-ottobre-di-98-anni-fa/   per quanto riguarda le aopparizioni avvenute alle ghiaie puoi guardare queste testimonianze https://youtu.be/T3A9nqYMaMs


  12. 5 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    La madonna delle Ghiaie mi mancava,

    La madonna è una e una sola, i titoli con i quali viene nominata prendono nome dal dove  e quando  sono avvenute le varie apparizioni che nel corso della storia millenaria della chiesa sono molteplici, il fatto che tu non abbia mai sentito parlare delle ghiaie non deve meravigliare, i fatti avvennero durante la seconda guerra mondiale, erano apparizioni scomode dal punto di vista politico, persino Hitler ne era informato e voleva fare rapire la bimba, la bambina fu costretta a ritrattare e le apparizioni non furono mai riconosciute come ufficiali dalla chiesa del tempo https://blogdipadrelivio.it/le-apparizioni-di-ghiae-di-bonate-impensierivano-hitler-quelle-di-medjugorje-con-i-dieci-segreti-chi-impensieriscono/


  13. forse perché con i cambi di casacca di molti parlamentari eletti in uno schieramento e finiti in un altro molti elettori considerano inutile andare a votare, fino a quando non verrà cambiato il vincolo di mandato il numero degli astenuti è destinato a crescere

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  14. sugli aspetti religiosi della guerra in corso fra Russia e Ucraina è interessante leggere questo articolo preso con un copia incolla dal blog di padre livio

    di Stefano Caprio- 10 – 2 – 2024

    La Chiesa ortodossa autocefala ucraina ha tolto dal suo calendario liturgico la memoria del santo principe russo Aleksandr Nevskij, che nel XIII secolo sconfisse gli occidentali e fu precursore dell’alleanza con gli imperi asiatici. Mentre Kirill vorrebbe canonizzare i grandi generali della storia militare russa.

    Il Sinodo della Chiesa ortodossa autocefala ucraina Pzu (Pravoslavnaja Zerkov Ukrainy) ha deciso di escludere dal calendario liturgico la memoria del santo principe russo Aleksandr Nevskij, vincitore delle battaglie contro gli occidentali e fautore del compromesso con l’Orda dei tatari nel XIII secolo. Non si tratta di una de-canonizzazione o di un “anatema contro un santo”, come viene descritto sulla stampa russa che denuncia l’ennesima mossa dello “scisma ucraino”, in quanto ogni Chiesa ortodossa locale (ce ne sono 15, compresa quella ucraina non riconosciuta dai russi) sistema le celebrazioni dei santi secondo propri criteri, ma alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina, la decisione appare una specie di “missile nucleare spirituale” lanciato da Kiev contro Mosca, come osserva Aleksandr Soldatov su Novaja Gazeta.

    L’esaltazione della figura di Aleksandr Nevskij è stata la premessa retorica della giustificazione religiosa del conflitto della Russia contro l’Occidente ostile, a partire dalle celebrazioni per gli 800 anni dalla sua nascita nel 2020. Il giovane condottiero di provincia fu principe di Novgorod, quindi granduca di Kiev e Vladimir in un momento cruciale della storia russa, quello dell’invasione dei tatari nel 1240. La sua città natale era al di fuori delle rotte d’assalto dei Khan mongoli, ed egli ottenne delle storiche vittorie, in seguito rivestite di significati storico-apocalittici, nel 1239 (a soli 19 anni) contro gli svedesi sul fiume Neva – da cui il titolo di Nevskij –  e nel 1242 sui ghiacci del lago Peipus contro i Cavalieri Teutonici, eredi dei Templari inviati sulle coste del Baltico per conquistare al cattolicesimo le terre settentrionali, e affondati in quella che è poi stata epicamente ricordata come la “battaglia dei ghiacci”.

    Dopo la morte del padre rimase l’unico principe libero dell’antica Rus’, e dal 1247 cominciò una serie di trattative con i tatari recandosi fino alla sede del Gran Khan a Karakorum in Mongolia, in una delegazione a cui si era aggiunto anche un rappresentante del papato romano, il francescano Giovanni del Piano Carpine, che trasmise poi nelle sue memorie il racconto della distruzione della città di Kiev, e la descrizione dell’impero asiatico nella grande Historia Mangolorum. Pur non essendone costretto, Aleksandr si accordò per ottenere dai tatari la conferma del titolo principesco, il famoso yarlik che costituì il sistema di governo dei principati russi per oltre due secoli, dietro pagamento del dan, la tassa di sottomissione da pagare con i dengi, i soldi mongoli, tutti termini rimasti nella lingua russa come unica eredità del “giogo tartaro”, quella dell’amministrazione centralizzata dell’Orda eurasiatica, molto simile alla “verticale del potere” putiniana.

    Le imprese del principe attirarono l’interesse di papa Innocenzo IV, che inviò a Vladimir – la nuova capitale, che aveva sostituito la Kiev rasa al suolo – un paio di cardinali per convincere Aleksandr a riunirsi a Roma, anche per sottrarsi al dominio asiatico, ma egli rispose che “abbiamo tutto quello che ci serve nella tradizione della fede”, diventando l’antesignano della Santa Russia che rifiuta ogni Unione con i latini. I papi erano riusciti a tirare dalla loro parte qualche anno prima il principe Daniil di Galizia, regione occidentale della Rus’ (oggi tra Polonia e Ucraina), creando già allora una situazione simile allo scisma ecclesiastico-politico dei tempi odierni. Con l’insediamento a Vladimir, inoltre, Aleksandr pose le premesse per la translatio della città-madre da Kiev a Mosca, allora ancora una semplice stazione di posta, fondata proprio dai principi di Vladimir.

    Il Nevskij morì nel 1263 mentre si stava recando per l’ennesima volta in visita al Khan dell’Orda d’Oro a Saraj nel Caucaso, sulle rive del mar Caspio, accompagnato dal metropolita Kirill di Kiev, che aveva seguito il principe aprendo la sede di Suzdal, a 20 chilometri da Vladimir, in quello che sarebbe poi stato chiamato “l’Anello d’Oro” delle antiche città russe. Fu canonizzato dal concilio di Mosca del 1547, detto dei “Cento Capitoli”, che si tenne nello stesso periodo del Concilio di Trento ed ebbe per la Russia un significato analogo a quello cattolico della Controriforma, definendo l’ideologia della Chiesa “istitutrice dello Stato” che viene oggi rilanciata dal patriarca Kirill a sostegno della nuova versione del “mondo russo”. La figura di Aleksandr in quel tempo venne ulteriormente esaltata dal primo zar Ivan il Terribile, che intendeva impersonare la superiorità di “Mosca – Terza Roma” sull’intero mondo cristiano.

    Anche Pietro il Grande fece ricorso all’epica del santo principe, trasferendo le sue reliquie da Vladimir a San Pietroburgo, la nuova capitale da lui fondata proprio alla foce della Neva, intitolandogli le vittorie del nuovo esercito e della Marina russa, creata proprio per sconfiggere definitivamente gli svedesi. Da poche settimane le reliquie e il sarcofago di Aleksandr sono stati riportati per volontà del patriarca nella Lavra a lui intitolata, con intenti simbolici simili al trasporto dell’icona della Trinità di Rublev, alla fine della grandiosa Prospettiva Nevskij attorno a cui si snodano le vie e i canali della scenografica capitale del Nord, “Città di San Pietro” di una nuova visione imperiale di tipo occidentale. Centinaia di chiese in onore di Aleksandr sono state costruite al tempo di Alessandro II nella seconda metà dell’Ottocento, e il nome stesso dello zar (come dello zio Alessandro I) era stato deciso ancora da Caterina II per onorare il santo principe, evocando allo stesso tempo le imprese di Alessandro Magno. Perfino ai tempi sovietici si sviluppò un culto “ateista” di Aleksandr Nevskij per iniziativa di Stalin, come ispiratore della resistenza all’invasione nazista durante la Grande Guerra Patriottica.

    Il primo a scagliarsi contro gli ucraini sacrileghi è stato il metropolita “a riposo” Leonid (Gorbačev), ex-esarca russo per l’Africa e “padre spirituale” dello scomparso Evgenij Prigožin, ringalluzzito anche per essere riuscito a respingere la seduta del tribunale ecclesiastico con cui il patriarca Kirill intendeva estrometterlo definitivamente, ora rinviata a data da destinarsi grazie a misteriosi interventi “dall’alto”. Il metropolita, ex-militare e cappellano di ogni genere di combattenti, ha chiamato i gerarchi della Pzu “dei teppisti ***”, mentre il santo Aleksandr rimane “una sfida e una minaccia mentale” all’Ucraina e all’intero Occidente, proteggendo la Russia da ogni tentativo di sconfiggerla e cancellarla dalla storia.

    Anche lo stesso patriarca Kirill ha ricordato che il destino di Aleksandr Nevskij rappresenta “l’intera prospettiva storica della Russia”, che quindi sarebbe la vocazione a combattere eternamente contro l’Occidente e a sottomettersi all’Oriente, allora ai mongoli e oggi ai cinesi, che del resto di Gengis Khan sono i principali eredi. Non stupisce in effetti che gli ucraini si siano voluti liberare di questo simbolo dell’ideologia neo-imperiale, nel processo di de-colonizzazione dall’oppressione russa, e potrebbero finire nel cestino anche altri santi “protettori della Russia” come Sergij di Radonež, che benedisse le truppe del principe di Mosca Dmitrij Donskoj, o il suo discepolo Andrej Rublev, le cui icone sono usate dal patriarca come bandiere della “trinità russa” della riunione dei Paesi originari, magari fino a Serafim di Sarov, lo starets fatto canonizzare dallo zar Nicola II, a sua volta dichiarato santo nel 2000, come ispiratore dell’era putiniana.

    Del resto proprio Kirill propose da metropolita nel 2001 la canonizzazione dell’ammiraglio Fëdor Ušakov, il comandante della flotta russa del mar Nero a fine Settecento, celebre in tutto l’Oriente come “l’invincibile Ušak-Pascià”, che nessuno pensava potesse finire addirittura nel coro dei santi. Il patriarca sta spingendo oggi per elevare all’onore degli altari anche il generalissimus Aleksandr Suvorov, che già ottenne titoli nobiliari di ogni genere, compreso quello di principe d’Italia, per le sue innumerevoli vittorie senza mai essere sconfitto, e di questo passo è probabile che si arrivi fino agli eroi sovietici come il maresciallo Georgij Žukov, liberatore dai nazisti e più volte paragonato da Kirill a San Giorgio il Vittorioso, o l’astronauta Jurij Gagarin, che si lanciò nello spazio prima degli americani quasi auto-canonizzandosi, anche se al ritorno affermò che “non aveva visto Dio”.


  15. 20 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    una popolazione che voleva parlare la propria lingua e non quella degli italiani invasori

    quelle  terre appartenevano  alla vecchia repubblica di Venezia ., poi Napoleone tolse a Venezia la sua indipendenza e con l'unità d'Italia passarono al regno d'Italia, in quelle terre convivevano da sempre etnie e lingue diverse, se gli Italiani erano invasori allora erano invasori anche gli slavi, visto che gli slavi di quelle terre non ne avevano il monopolio, la decisione di istituire il giorno dell memoria fu una decisione unanime del parlamento , mi sembra con con l'unica eccezione di rifondazione comunista.  E' notizia di oggi la distruzione fatta in data odierna di una lapide in memoria delle vittime delle foibe https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/targa-foibe-vandalizzata-l74x3qwu evidentemente ci sono anche oggi persone per le quali ricordare la storia è una cosa scomoda. e da censurare......

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  16. 1 ora fa, etrusco1900 ha scritto:

    auguriamoci che questo 2024 ci riserbi delle sorprese positive........ a iniziare dal mese di  Marzo....... quando in Russia ci saranno le elezioni ..

    talvolta ci sono avvenimenti della storia che pochi conoscono  e di come talvolta  accadano cose impossibili, forse non avete mai sentito parlare di Vittorio Bonomelli che durante la seconda guerra mondiale salvò Bergamo, faccio un copia incolla dal blog di padre Livio

    Un miracolo straordinario della Regina della Famiglia: Bergamo salvata

    Vittorio Bonomelli: un eroico partigiano della Resistenza, uno strumento coraggioso e geniale nelle mani di Maria Santissima Regina della Famiglia per realizzare un grande miracolo: salvare Bergamo dalla ormai decisa distruzione dalla furia alleata.

    Chi era Monsignor Vittorio Bonomelli e come avvenne che egli sia stato  scelto dal Cielo come strumento specialissimo per una missione così alta?

    Il 15 ottobre 1977 lo stesso Bonomelli rilasciò un’intervista al settimanale Gente in cui per la prima volta raccontava nei particolari come avvenne che Bergamo, destinata dal Comando Alleato ad essere sventrata da un bombardamento assai peggiore di quello di Brescia del 13 luglio 1944, si salvò grazie all’intercessione della Madonna delle Ghiaie.

    Ricordiamo che 186 bombardieri statunitensi sganciarono alle 11 di quel triste giorno su Brescia, la Leonessa d’Italia, ben 518 bombe per un totale di 124 tonnellate di esplosivo, con gravissime perdite in vite umane e in strutture.

    Riporto senza commenti le parole di Monsignor Bonomelli, che non hanno bisogno di spiegazione, se si eccettua l’ovvia osservazione che molti dei bergamaschi oggi viventi forse non sarebbero tali se la Madonna non avesse operato un così grandioso miracolo per la bella città dove Ella aveva scelto di scendere con la Sacra Famiglia tra il 13 ed il 31 maggio 1944, recando al mondo, attraverso la piccola Adelaide, 13 meravigliosi Messaggi per la santificazione delle nostre famiglie.

    “Ho vissuto la storia delle apparizioni stando dalla parte del Servizio segreto alleato, accanto ad uno dei più abili uomini dell’Intelligence Service, il capitano Peter Cooper, paracadutato in Alta Italia per dirigere operazioni speciali. Peter Cooper ebbe molti incontri e colloqui con la piccola veggente ed era convinto che dicesse la verità. Per questo la difese sempre. Di queste cose non ho mai voluto parlare perché esse fanno parte di un periodo della mia vita che ho voluto tenere, fino oggi, riservato. Quando io accennavo a quei fatti, mi sentivo quasi deriso. Ora, però, sono stati trovati e pubblicati i documenti ufficiali che mi confortano nelle mie opinioni di allora.

    Per spiegare come arrivai a Ghiaie di Bonate sono costretto ad accennare ad alcuni avvenimenti accaduti prima. Nel 1943 svolgevo il mio ministero sacerdotale a Sonico, sulle montagne bresciane. Ancora prima del crollo del fascio avevo accolto nella mia casa ufficiali evasi dai campi di concentramento in Italia, per aiutarli a fuggire in Svizzera.

    Dopo l8 settembre la mia attività si intensificò e aiutai a fuggire ufficiali italiani, militari alleati ed ebrei. I nazifascisti mi scoprirono e dovetti fuggire a Memmo, nell’Alta Valtrompia, dove collaborai ad organizzare il primo nucleo armato di partigiani. Una mia foto di quel periodo, mentre celebravo Messa tra i partigiani finì nelle mani di Roberto Farinacci che la pubblicò sul giornale “Il regime fascista”. Per rappresaglia i fascisti e le SS bruciarono la mia casa di Sonico, arrestarono mio fratello e uccisero mio padre. Mi davano una caccia spietata. Dovetti lasciare Memmo e riparare a Ceratolo sotto il falso nome di padre Antonio. Missionario. Poi raggiunsi Bergamo, mi rifugiai presso il dottor Alberto Paini e diventati “padre Michele Locatelli, delle Missioni estere di Parigi.

    Con questo nome, e relative carte d’identità false, raggiunsi Roma dove trovai rifugio presso padre Caresana, della Congregazione dei Filippini.

    Diventai “don Stefano Rossi, mi iscrissi all’università Angelicum, per studiare Teologia. Quando arrivarono gli Alleati, che sapevano già quanto avevo fatto a Sonico, fui assunto come radiotelefonista nella Special Force I e mandato a Bari per un corso di paracadutista.

    Un giorno i dirigenti mi chiamarono e mi misero davanti una grande carta topografica della città di Brescia. Mi dissero che stavano organizzando un bombardamento a tappeto della città e dovevo indicare loro i luoghi strategici. Anzi il 5 luglio avrei dovuto partecipare a un volo di perlustrazione su Brescia. Passai ore tristissime. Brescia era la mia città. Là avevo amici, parenti, conoscenti, il mio Vescovo. Dovevo avvertire con ogni mezzo la mia gente, perché si mettesse in salvo.

    La notizia delle apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate era giunta anche a Bari ed era seguita con molto interesse da tutti. La Madonna portava un messaggio di speranza e di pace. Si sperava facesse terminare presto la guerra. Nella situazione in cui mi trovavo cominciai a pregare la Madonna delle Ghiaie, chiedendo che mi aiutasse ad avvertire i bresciani del tremendo bombardamento che avrebbe distrutto la città.

    Una sera ebbi un’ispirazione. Andai nella tipografia delle edizioni “Laterza”, offrii 25000 lire a un tipografo chiedendogli di stampargli 3500 foglietti con questa scritta: “Bresciani, attenzione. A metà luglio bombardamento a tappeto  sulla città. Salvatevi!” La mattina del 5 luglio infilai i 3500 biglietti nelle tasche della mia tuta da paracadutista e partii per il volo ricognitivo su Brescia. Giunto sulla città, quando l’aereo volava a bassa quota, mi portai sul retrocoda e riuscii a lanciare 2000 volantini. Mentre tentavo di lanciare gli altri, fui scoperto ed arrestato.

    Il mio gesto fu considerato un atto di tradimento in quanto avevo avvisato il nemico di una prossima azione di guerra sulla città. Dovevo essere condannato a morte, ma in considerazione di ciò che avevo compiuto in passato la condanna  fu tramutata nell’incarico di compiere un’azione di sabotaggio ai danni dei tedeschi. Era un’azione così pericolosa che equivaleva ad una condanna a morte. Nell’aeroporto di Ghedi, vicino a Brescia, si trovava una “fortezza volante” americana, catturata dai tedeschi. Dopo pochi giorni l’aereo sarebbe stato portato in Germania e offerto in omaggio a Hitler. Giornali e radio avevano ampliamente parlato dell’impresa tedesca e della festa che sarebbe stata fatta in Germania. “Tu devi andare a Ghedi e far saltare in aria quell’aereo” mi disse il capitano della Special Force. Feci una veloce istruzione per imparare ad adoperare le bombe-saponette al fosforo e la sera dell’11 luglio 1944 partii dall’aeroporto di Brindisi per la mia missione. Fui paracadutato vicino all’aeroporto di Ghedi, tra i riflettori che mi illuminavano a giorno. Sotto la tuta da paracadutista avevo la veste talare e, sotto, una tenuta da contadino. Arrivato a terra, riuscii a liberarmi dalla tuta da paracadutista e, vestito da prete, raggiunsi la parrocchia di Mezzane di Calvisano. Dal parroco ottenni una bicicletta e scappai per viottoli, guidato dalla nipote del parroco.

    Il giorno dopo le SS mi cercavano dappertutto. Mi avvicinai all’aeroporto di Ghedi. In un bosco tolsi la veste talare restando vestito da contadino. Dalla suola delle scarpe estrassi i miei nuovi documenti: ero diventato “Banfi Vincenzo”, abitante in via Settembrini 45, Milano, sfollato a Brescia, operaio della O.M., sposato e padre di quattro figli, numero che mi rendeva esente dal servizio militare. Possedevo una fotografia raffigurante tutta la mia famiglia, me compreso. All’occorrenza, avrei dovuto giustificare la mia presenza in quel luogo perché ero alla ricerca di farina bianca e gialla per sfamare la famiglia. Da un contadino comprai due sacchi di farina e un coniglio vivo. Poi mi avvicinai al campo d’aviazione. All’alt delle guardie, un tedesco e un fascista, mostrai i miei documenti.  Mi imposero di lasciar libero il coniglio, che uccisero tirando al bersaglio.  Finsi di rimanere incantato a guardare la “fortezza volante” poco lontana da noi. C’era una troupe che la stava fotografando. Chiesi di poterla vedere più da vicino e me lo consentirono. C’erano altri curiosi. Mi intrufolai tra loro e, al momento opportuno, feci scivolare da sotto i calzoni le “saponette” al fosforo, le piazzai e mi allontanai.

    Ritornai nel bosco, ripresi le vesti da prete, la bicicletta e fuggii verso Borgo san Giacomo. Mi fermai su un’altura in attesa, e dopo qualche  tempo, vidi una fiammata seguita da un boato: la fortezza volante non serviva più per il regalo al Furer.

    Fuggii verso Bergamo. Nelle vicinanze della città incontrai gruppi di pellegrini  che andavano verso le Ghiaie di Bonate  a pregare la Madonna. C’era moltissima gente, e anche sacerdoti. Stare in mezzo a loro significava la salvezza. Su due pezzi di cartone scrissi frasi inneggianti alla Madonna: uno me lo misi sulla schiena e uno lo sistemai sul manubrio della bicicletta; mi unii a un gruppo di persone e incominciai a intonare canzoni mariane e “Ave Maria”. Diverse volte fummo fermati da posti di blocco. Io invitai i  militari a unirsi a noi per andare a pregare per la pace: mi risposero con bestemmie ma mi lasciarono passare.

    Quella fu la prima volta che vidi il luogo dove era apparsa la Madonna. L’impressione di quel viaggio è ancora vivissima in me. Fuggivo e avevo una grande paura. Ma, a mano a mano che mi avvicinavo a Ghiaie di Bonate, la paura scompariva e venivo assorbito in quell’atmosfera di fede e di devozione per la Madonna. In tutta la zona, per una distesa di decine di chilometri, si sentiva pregare. Sullo stradone che da San Pellegrino porta a Villa d’Almè, passando accanto alle porte delle case,  si udiva il mormorio delle preghiere. A Ghiaie, poi, c’era una folla enorme. Non potei fermarmi a lungo perché dovevo recarmi in un paese vicino, in casa di dirigenti della Resistenza.

    Quando arrivai, stavano ascoltando Radio Londra. Poco dopo fu trasmessa la parola d’ordine: “Gioppino ha messo gli scarponi”. Gioppino ero io, e quella frase significava che avevo portato a termine la mia missione.

    Con l’aiuto del Vescovo, che era al corrente della mia situazione, fui mandato a Clanezzo, per aiutare un vecchio prete.

    Ora mi chiamavo don Stefano Rossi. Ero un sacerdote romano, impossibilitato a tornare nella sua diocesi. Il vecchio prete, insospettito, disse che non aveva posto per tenermi in casa. Mi sistemai in un vecchio mulino abbandonato. Qui venne ad abitare con me il capitano Peter Cooper, portando la sua radio trasmittente. Anche Cooper era vestito da prete. Di statura inferiore alla media, grassottello, con occhiali, modi distinti e riservati, sembrava un vero prete. Gli insegnai come doveva comportarsi. Parlava perfettamente una decina di lingue. Era uscito dalla scuola dell’Intelligence Service e apprendeva con una velocità spettacolosa. Aveva perfino imparato a camminare con il tipico passo del montanaro bergamasco.

    Di religione era protestante, e i protestanti non credono nella Madonna. Parlando delle apparizioni delle Ghiaie, diceva: “Bè, voi latini ne avete tutti i momenti, di visioni, specialmente in questo tempo di guerra. Anch’io quasi quasi vedrei volentieri delle Madonne che venissero a confortarmi.”

    Il giorno dopo però, volle andare alle Ghiaie. Sapeva che sul luogo si aggiravano agenti segreti e molti militari tedeschi e fascisti. Voleva sapere, sentire. Vestito da prete, scese alle Ghiaie. Quando ritornò, dopo due giorni, mi accorsi che era cambiato. La folla in preghiera lo aveva colpito. Le centinaia di ammalati che invocavano la grazia avevano lasciato un segno di profonda commozione nel suo animo. Inoltre seppi che era riuscito, non so in qual modo, ad avere un colloquio con la piccola Adelaide. “E’ una bambina buona, molto semplice, di intelligenza appena normale”, mi disse. “Quella bambina è incapace di inventare: per me, non può essersi inventata le apparizioni”.

    Parlava molto seriamente. Io cominciai a contraddirlo. Gli dissi che la bambina poteva essere stata influenzata dai parenti, da qualche vecchia zia. “No”, rispondeva. “Sono abituato ad esaminare la gente e a capirla a fiuto. E’ una dote indispensabile per il nostro mestiere. Quella bambina è sincera: ha visto veramente qualcosa”.

    Nei giorni successivi, Peter Cooper continuò ad andare a Ghiaie di Bonate. Aveva una piccola cinepresa e continuava a filmare la folla. Parlava con tutti, con i pellegrini, con gli ammalati, con i “miracolati”, con i sacerdoti, con i soldati fascisti e nazisti. Con i suoi modi gentili riusciva ad intrufolarsi dappertutto. Riuscì ad avere ancora altri lunghi colloqui, a quattr’occhi, con la piccola Adelaide che per lui mostrava una strana simpatia. Alla sera, quando tornava al mulino, continuava a parlare della bambina ed io mi accorgevo che era pienamente convinto che Adelaide avesse avuto delle apparizioni.

    Intanto attorno ai fatti di Bonate si era scatenata l’ostilità dei tedeschi  e dei fascisti. La bambina aveva detto che la guerra sarebbe finita presto: e ciò dava fiducia e speranza alla popolazione che era così più disposta ad aiutare gli alleati e i partigiani. Inoltre, si era sparsa la voce che Adelaide avesse detto: “Attenzione a quello che accadrà il 20 luglio”. C’era una grande attesa per quel giorno e quando arrivò la notizia dell’attentato a Hitler, i tedeschi diventarono feroci.

    Il capitano nazista Langer ricevette ordini direttamente da Berlino di smentire tutto quello che la veggente diceva e, se fosse stato necessario, sequestrarla. Adelaide aveva detto che Bergamo non sarebbe stata bombardata. I nazifascisti cominciarono a diffondere la voce che presto Bergamo sarebbe stata rasa al suolo, come Brescia. Dopo alcuni giorni, tutti i giornali riportarono la notizia in prima pagina e con grande rilievo. Il peggio fu che noi, attraverso *** segrete, venimmo a sapere che quelle voci erano vere: gli alleati si preparavano veramente a bombardare Bergamo.

    Del resto, la situazione militare lo richiedeva. Dopo il bombardamento di Brescia molti importanti uffici militari tedeschi erano stati trasferiti a Bergamo. Kesserling aveva portato la sede del su comando a San Pellegrino. Anche Mussolini aveva programmato una visita a Bergamo dove sarebbe stato ospite in casa di una famiglia nobile della città. Sembrava quasi impossibile poter evitare un bombardamento  su Bergamo.

    Vedevo Peter Cooper molto silenzioso e teso. Andava continuamente a Ghiaie di Bonate e, quando tornava non aveva molta voglia di chiacchierare come faceva sempre. Io gli dicevo: “Bisogna fare qualcosa per evitare questo bombardamento”. Lui non rispondeva. “Se vuoi restartene fuori da questa faccenda, parli io con il Comando inglese”, ripetevo. “Gli spiego che se loro bombardano Bergamo fanno gli interessi dei tedeschi e dei fascisti che non aspettano altro per far cadere nella disperazione la gente”. Peter ascoltava e non rispondeva. Finalmente una sera mi disse: “Non voglio assolutamente dare un dispiacere alla Madonna: vieni, andiamo a parlare con i dirigenti”.

    Salimmo sul colle della maresana, portando la radio trasmittente. Quella sera ci fu un lungo e tempestoso colloquio tra il capitano Cooper e il Comando supremo. Da Londra rispondevano: “E’ necessario bombardare Bergamo. Dobbiamo snidare i dirigenti tedeschi nascosti nella città”. Indicavano anche le modalità con cui sarebbe avvenuto il bombardamento: partendo da Ponte San Pietro, dove si trovava il Campo di Orio, che serviva per gli aerei della Caproni la città sarebbe stata sventrata. La zona maggiormente predestinata alla distruzione era compresa fra il Duomo, nella città alta, e la Casa littoria, presso la quale si fermava spesso il furgone speciale di Kesserling. Dissero che il bombardamento era fissato il per il 14 agosto. Cooper insisté perché fosse annullato ma non ci fu niente da fare. La comunicazione fu chiusa. Peter Cooper era nero di rabbia. Guardando verso Bergamo, stracciò i sunti di quelle comunicazioni e ripeté: “Non voglio dare un dispiacere alla Madonna”.

    Mi accorsi in quel momento che Peter, protestante e capo dell’Intelligence Service, era diventato credente nella Madonna. Lo guardavo con meraviglia, ma anche con dolore. Sapevo che il Comando supremo inglese non avrebbe mai cambiato una sua disposizione. Se avevano deciso di bombardare Bergamo, non c’era più niente da fare. Solo un miracolo della Madonna avrebbe potuto salvare la città. Io credevo nei miracoli: anche Peter Cooper, ora, ci credeva. Bisognava quindi solo pregare e sperare.

    Continuammo la nostra campagna per la salvezza di Bergamo con molta diplomazia, ma con insistenza. Riuscimmo ad ottenere da Londra la promessa che avrebbero riesaminato la questione. Se il bombardamento fosse stato sospeso, avrebbero trasmesso la frase: “Gioppino ha scalato l’Adamello 14 volte”.

    Tutte le sere stavamo in attesa di comunicazioni da Radio Londra. I dirigenti della Resistenza bergamasca erano informati che la città sarebbe stata bombardata il 14 agosto e dovevano organizzare un esodo di massa. Bisognava, però, aspettare nella speranza  che il bombardamento venisse annullato.

    Ai primi di agosto Radio Londra trasmise il seguente messaggio: “Gioppino ha tre gozzi”: significava che le trattative andavano male. Eravamo demoralizzati. Di notte, io e Cooper pregavamo la Madonna delle Ghiaie. La sera del 10 agosto Radio Londra cominciò la trasmissione con questo messaggio: “Attenzione: Gioppino ha scalato l’Adamello 14 volte. Ripetiamo: Gioppino ha scalato l’Adamello 14 volte”. La Madonna aveva vinto: Bergamo non sarebbe stata bombardata.

    Sembravamo impazziti per la gioia. Io abbracciavo tutti quelli che avevo intorno a me. Non so cosa facesse Peter Cooper: probabilmente si era nascosto da qualche parte: non voleva mai farsi vedere quando era commosso.

    Nei mesi successivi continuammo il nostro lavoro in varie parti dell’Alta Italia. Poi andammo a compiere missioni sull’Oder e a Berlino. Io tornai a Bergamo nel giugno 1945, a guerra finita; Peter Cooper era rientrato a Londra. Ricevette incarichi per altre missioni, ma ci incontrammo diverse volte in Italia. Quando mi vedeva mi chiedeva subito notizie sulle vicende  della Madonna delle Ghiaie di Bonate e sulla piccola Adelaide. Un giorno gli diedi un libro, un grosso volume con le conclusioni negative raggiunte dal tribunale ecclesiastico dopo tre anni di interrogatori e di indagini sulla piccola Adelaide. Lo lesse attentamente e poi mi disse: “Adelaide è una bambina normale, quindi non poteva che smentire, dopo tutti quegli interrogatori. Sarebbe stata una ragazza anormale se non avesse smentito. Noi, che siamo esperti di interrogatori e cose del genere, sappiamo che a una persona normale possiamo far dire qualunque cosa vogliamo. Per ottenere questo non c’è niente di più efficace di lunghi e ripetuti interrogatori, come è stato fatto alla piccola Adelaide.

    Peter Cooper ha sempre continuato a credere ai racconti di Adelaide Roncalli. Meditando sui colloqui avuti con la bambina, si è convertito alla fede cattolica. Continuava a lavorare nei Servizi segreti inglesi, e, durante il tempo libero, dirige un settimanale cattolico. Almeno una volta all’anno viene in Italia per andare a pregare a Ghiaie di Bonate. Viene a trovare anche me, e mi chiede sempre come sta la piccola bergamasca che nel 1944 riuscì a far  cambiare le disposizioni del Comando supremo inglese e a convertire un capitano dell’Intelligence Service”.

    A Monsignor Vittorio Bonomelli il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone ha conferito il 2 giugno 1977 l’Alta Onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, destinata a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione… per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”


  17. 12 ore fa, dune-buggi ha scritto:

    Non riesco a capire per quale motivo lui possa contare sulla fornitura di eserciti di appoggio esterno e di armi a nastro continuo fornite dai suoi alleati.

    Putin sta attualmente ricevendo forniture di droni dall'Iran, viene da chiedersi con che cosa li stia pagando, non li paga certamente in dollari e non li paga certamente con forniture di petrolio visto che l'Iran ha grossi giacimenti di petrolio e non bisogno del petrolio e del gas russo; non vorrei che la Russia stesse pagando i droni che riceve dall'Iran con forniture di plutonio, non è un mistero per nessuno che l'Iran sia impaziente di avere l'atomica per usarla contro Israele e non è un mistero per nessuno che se Israele ricevesse un attacco nucleare reagirebbe con un attacco nucleare a tappeto contro il suo o i suoi aggressori... auguriamoci che questo 2024 ci riserbi delle sorprese positive........ a iniziare dal mese di  Marzo....... quando in Russia ci saranno le elezioni ..

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  18. Dopo la caduta del vecchio potere comunista in Russia è sorta una nuova alleanza fra la chiesa ortodossa Russa e Putin, la chiesa ortodossa Russa si considera la terza Roma, cioè pensa di essere l'erede naturale  della seconda Roma, cioè della  chiesa di di Costantinopoli;  sia la chiesa ortodossa Russa sia i musulmani mirano entrambi alla conquista di Roma, bisognerà vedere chi fra i due (musulmani o Russi) arriverà prima a Roma...   in questo lungo video reperibile in rete si parla lungamente di questo, vi consiglio di trovare il tempo per vedere interamente il video,  fino alla fine   https://youtu.be/_RVl5r6RqFI 

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  19. il pianeta sul quale viviamo è unico e qualsiasi cosa venga fatta in un punto del pianeta ha ripercussioni ovunque, si parla  del cambiamento climatico,  si da la colpa alle emissioni provocate dall'uomo e si pensa di limitare queste emissioni facendo auto elettriche talvolta senza considerare il fatto che se per fare la corrente elettrica per fare camminare queste auto si usa il petrolio, per il pianeta non cambia niente, senza considerare l'inquinamento provocato dalla costruzione e dal futuro smaltimento delle batterie al litio...........poi, leggendo le notizie che si trovano in rete si scopre che certe industrie automobilistiche stanno smontando  gli impianti per  rimontarli in Africa   o in atre nazioni dove  la manodopera costa pochissimo ,  per continuare a costruire in quelle nazioni  le vecchie tradizionali auto a combustione interna  https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/38357757/stellantis-fiat-trasloco-africa-elkann-linee-conviene.html  ma che senso ha tutto questo?

     

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  20. Il 30/1/2022 in 10:17 , etrusco1900 ha scritto:

    Temo che le cose siano peggiori  di come le descrivi ;  hai letto questo?  https://www.quattromania.it/2022/01/29/stellantis-la-notizia-clamorosa-che-cambia-tutto-il-mercato-dellautomotive/  quando hanno ricevuto il prestito una delle condizioni era la tutela dei lavoratori in Italia, adesso che hanno restituito anticipatamente il prestito garantito dallo stato  questo obbligo non lo hanno più; stanno dicendo che produrre auto in Italia costa più che produrle all'estero, temo che stiano mettendo le mani avanti per chiudere o ridurre gli  stabilimenti che hanno in Italia

    questo commento risale al 2022 e purtroppo si sta rivelando esatto; la crisi della ex Fiat viene da molto lontano quando chi era il proprietario della FIAT dimostrò di non credere più nell'auto e decise di investire i propri soldi  altrove,  decise di  investire nella finanza anziché nell'auto, basti pensare alla SEAT che apparteneva al gruppo FIAT e che passò ai tedeschi visto che la FIAT non voleva investirci, https://it.wikipedia.org/wiki/SEAT#:~:text=SEAT S.A.,-Logo&text=Fondata il 9 maggio 1950,in 77 paesi del mondo.   senza contare le politiche che la FIAT faceva nei confronti dei propri concessionari penalizzati rispetto ai concessionari multimarche, gli attuali azionisti hanno portato la sede legale fuori dall'Italia e non pagano più tasse in Italia salvo chiedere contributi al governo Italiano minacciando di chiudere gli stabilimenti in Italia, contributi magari da dirottare su stabilimenti esteri dove produco auto che poi mandano in Italia, auto acquistate da Italiani  alcuni dei quali ignari di dove sia stata effettivamente  costruita la propria auto, Italiani  patrioti che pensano di comperare un prodotto Italiano dando lavoro a operai  Italiani.....(se molti Italiani preferiscono acquistare auto Tedesche rispetto ad auto ex Fiat un motivo ci sarà)

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  21. 18 ore fa, fosforo311 ha scritto:

    Gli agricoltori italiani ed europei hanno pagato e pagano un prezzo pesantissimo alla globalizzazione, alle liberalizzazioni, alle multinazionali del settore alimentare, al cosiddetto libero mercato che li sfrutta e li stritola

    non  c'è solo il problema dei rincari  che i prodotti subiscono quando dal campo arrivano al supermercato, aumenti solo in parte giustificati dalle spese di trasporto, confezionamento, costi di gestione dei supermercati, scarti e cose simili, ci sono decenni di politiche  imposte dall'Europa sbagliate, si va da norme assurde come la lunghezza degli zucchini (tanto per fare un esempio)  ai contributi per le terre incolte (terre incolte da non confondere con i terreni a riposo) questo vecchio articolo spiega molte cose https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/50/sessantanni-di-europa-e-pac-il-nuovo-che-ce-e-il-vecchio-che-e-rimasto e non esiste solo la concorrenza dei prodotti extracomunitari  che come nel caso dell'olio di oliva che arriva dalla Tunisia mette fuori mercato l'olio dei nostri produttori c'è anche la concorrenza all'interno dell'Europa dove ogni nazione cerca di difendere le proprie produzioni con la conseguenza di guerre fra   agricoltori   come avveniva già dieci anni fa fra agricoltori  francesi e spagnoli  https://youtu.be/33UArBUCFls senza dimenticare la storia delle quote latte dove  gli allevatori Italiani venivano penalizzati per favorire allevatori di altre nazioni dovendo  limitare la propria produzione privilegiano  il latte in polvere che ci arrivava dal resto di Europa, con  forti contravvenzioni date ai nostri allevatori che sforavano costringendoli a chiudere le stalle , salvo poi accorgersi che i dati statistici che l'Italia mandava all'Europa erano sbagliati https://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2019/06/10/quel-pasticciaccio-brutto-delle-quote-latte/63322


  22. 2 ore fa, lelotto2 ha scritto:

    I comuni non possono farle la multa se osserva il codice della strada, segnatamente il limite di velocità.

    mi viene in mente una vecchia barzelletta: 

     c'era una volta un vigile urbano che non vedeva di buon occhio il parroco del suo paese e non vedeva l'ora di fargli una bella contravvenzione, lo aspettava al semaforo con in mano il telecomando e come lo vedeva arrivare sul suo motorino metteva il rosso, visto però che il parroco frenava e si fermava prontamente quando vedeva il rosso, aspettava a mettere il segnale rosso quando era vicino, ogni volta sempre più vicino, verde, giallo che durava un secondo e poi rosso, ma il parroco si fermava sempre; un giorno aspettò che la lambretta del parroco fosse a un metro dal semaforo e rapido con il telecomando verde, giallo rosso, ma il parroco si fermò; a questo punto il vigile esasperato disse al parroco:" ma mi dici come fai a fermarti sempre anche se metto il rosso quando sei a ridosso del semaforo? " vedi", disse il parroco," dietro a me c'è il signore"  "a si?"  disse il vigile," in due sul motorino,  CONTRAVVENZIONE 

    ovviamente è una barzelletta, ma quello che sta accadendo gli assomiglia molto, in certe città come Bologna hanno messo il limite di velocità a 30  chilometri orari e questo non in certe strade  strette e pericolose oppure in vicinanza di scuole, ospedali, case di cura ma in tutta la città; per tenere 30 chilometro orari bisogna andare in prima marcia attenti a non premere troppo sull'acceleratore, facendo attenzione a non premere poco altrimenti il motore si imballa e si ferma, quella è solo una scusa per far scattare contravvenzioni ad autovelox gestiti come bancomat  per fare cassa.. e infatti  i cittadini di Bologna stanno raccogliendo migliaia di firme contro la decisione dei 30 chilometri orari estesi a tutte le strade di tutta  la città.


  23. 1 ora fa, fosforo311 ha scritto:

    Se la lotta al mutamento climatico dipendesse solo dai privati, questo pianeta avrebbe poche chance di salvezza. L'automazione e l'intelligenza artificiale cancelleranno milioni di posti di lavoro in Europa, forse già entro questo decennio. Bisogna tagliare drasticamente gli orari di lavoro, abolire gli straordinari, incrementare non di poco la produttività del lavoro ma anche il costo orario del lavoro. Questo è un compito troppo difficile per i privati. 

    una volta c'erano i dazi doganali, questi dazi non servivano solo per creare entrate per lo stato, servivano anche per penalizzare le merci straniere che facevano concorrenza alle nostre industrie, queste cose , i dazi, avevano anche degli effetti negativi, ricordo quando la più grande fabbrica Italiana di auto del tempo,  al riparo dalla concorrenza straniera, vendeva a caro prezzo auto fabbricate male (avevo una  127 che mi accorsi dopo averla comperata che era stata fatta con lamiere probabilmente rugginose con la vernice che si scrostava e con i vetri deflettori posteriori incollati che con il sole si scollavano) lo stato dava degli incentivi a queste fabbriche invogliandole come contropartita ad assumere più operai di quanti in realtà fossero necessari e finanziava anche la costruzione di impianti nel sud  per dare posti di lavoro e ottenere in cambio voti (ricordo una fabbrica che si chiamava  Alfasud che vendeva le  proprie auto a un prezzo inferiore al reale costo di produzione, cioè più auto vendeva, più rimetteva) poi arrivò l'Europa, arrivarono gli accordi internazionali sul libero scambio  e l'abolizione dei dazi doganali con il conseguente arrivo  di merci da parte di paesi extraeuropei, merci fatte fregandosene dei diritti dei lavoratori, talvolta facendo lavorare bambini , utilizzando nel caso dell'agricoltura pesticidi che i nostri contadini non possono e non devono usare ma che in altre nazioni sono consentiti, basta pensare al grano che importiamo dal Canada  fatto maturare con il  glifosato (questo è un vecchio articolo che ne parla) https://www.greenme.it/ambiente/agricoltura/grano-canadese-glifosato/ .  Oggi si parla di mutamento climatico, di perdita di lavoro a causa dell'automazione e d'intelligenza artificiale e si propone come soluzione l'abolizione degli straordinari e degli orari di lavoro, tutte cose bellissime in teoria, il difficile è convincere a fare queste cose la Cina e le altre nazioni del pianeta. 


  24. 10 ore fa, fosforo311 ha scritto:

    Vendere un pezzo di un'azienda pubblica del genere è molto peggio (per la collettività) che vendere un pezzo di Colosseo o di museo degli Uffizi.

    una volta le poste avevano il monopolio della distribuzione della posta, adesso le poste (una volta si chiamavano regie poste) sono un azienda come le altre, spesso sono superate come efficienza da corrieri privati che consegnano la posta in meno di  24 ore  , cosa che le poste spesso si sognano di fare, esiste il bancoposta ma  è in concorrenza con le altre banche private, a mio parere lo stato si dovrebbe occupare dei settori strategici, sanità, comunicazioni viarie e ferroviarie,  fibre ottiche terrestri e sottomarine, istruzione, difesa, intervento in settori chiave per la nazione,  dovrebbe intervenire e  nazionalizzare, nel caso che serva,  aziende strategiche per l'Italia  ma francamente non mi sembra che le poste siano un azienda strategica,  producono utili?  benissimo così si possono  vendere a un prezzo superiore,  poi vendendo il 13% del pacchetto di controllo lo stato conserverebbe comunque la maggioranza e il controllo, non vedo cosa ci sia di tanto preoccupante,  per quanto riguarda la Rai faccio un confronto con la carta stampata, esistono giornali e riviste di tutte le tendenze politiche, giornali fatti di carta in vendita nelle edicole e giornali virtuali disponibili su internet, anche lo stato ha un suo giornale, si chiama gazzetta ufficiale della repubblica, per la televisione dovrebbe essere la stessa cosa, lo stato si potrebbe riservare un canale ufficiale mettendo  sul mercato , facendo cassa, i rimanenti canali  Rai visto che  la Rai  non ha più il monopolio dell'informazione  e dell'intrattenimento, le  informazione audio e video  ormai viaggiano oltre che  via etere dai ripetitori terrestri,  anche da  satellite, arrivano via internet, si vedono  oltre che sugli apparecchi tv  sui tablet, sui telefonini, sui computer,  mi vengono in mente le aziende municipalizzate per il latte  che  un tempo esistevano in alcuni comuni Italiani, la distribuzione del latte lasciamola ai privati, i comuni si devono occupare di altre cose ben più importanti , la stessa cosa,  cioè occuparsi dei settori strategici, lo deve fare lo stato, altrimenti si entra nell'ottica delle aziende di stato e dell'economia di stato che una volta esisteva  ed era di moda al di la della cortina di ferro...


  25. 4 ore fa, barbablu16 ha scritto:

    Una  domanda,   chi  ha  impedito che  le  province fossero  cancellate  anzi  le  aumentò  ?

    le legislature passano, i governi si alternano,  inutile dare la colpa a questo o a quel governo, a questo o a quel presidente del consiglio, si assomigliano tutti, hanno tutti gli stessi interessi, destra e sinistra, posti di potere, necessità di sistemare gente non eletta in parlamento o in regione gente  da sistemare in qualche ufficio periferico di qualche provincia,  sottogoverno, appalti.. poco sopra ho scritto:  potrebbe essere quello di inflazionarle, cioè aumentarne  il numero trasformandole in pure espressioni geografiche prive di strumenti, soldi, strutture e poteri, si potrebbe iniziare trasformano in province tutte quelle che furono le dodecapoli etrusche, come Vulci, Volterra., Volsini,  Veio,  Vetulonia, Arezzo, Perugia, Cortona, Tarquinia, Cere, Chiusi, Roselle,.. continuando con altre città  grandi e piccole in tutta Italia che hanno fatto la storia d'Italia.. visto che il decreto legge che ha fatto provincia Urbino dovrà essere convertito in legge dal parlamento perché qualche deputato o senatore di maggioranza o di opposizione non lo propone?   stai sicuro che non lo proporrà nessuno ne nel governo ne nell'opposizione, le province così come sono ,non elette dalla gente ma dai partiti ,fanno comodo a TUTTI