Il golpe al rallentatore

Caro Monello, di questa legislatura tu ed io possiamo finalmente apprezzare una cosa: sta per finire! Anche se in nessun paese serio e democratico una legislatura del genere sarebbe arrivata alla scadenza naturale in plateale spregio della Costituzione e del principio di sovranità popolare. Ora è pacifico che da molti decenni paese serio non lo siamo più, ma oggi io credo di poter dire che stiamo uscendo rapidamente, se già non siamo usciti, dai confini della democrazia. Non a caso il (sedicente) liberalsocialista Eugenio Scalfari, nel suo acrobatico tentativo di conciliare il concetto di democrazia e la denominazione del partito di maggioranza con le oscenità politiche e istituzionali del quinquennio, in buona parte ascrivibili a quel partito medesimo, si aggrappa con tutte le sue residue forze alla teoria, non sua, che identifica sul piano pratico la democrazia con l'oligarchia. Ma io, con Travaglio e Zagrebelsky (da mesi in polemica con Scalfari), constato che l'Italia oggi è in mano a un'oligarchia tutta protesa all'autoreferenzialità, che è cosa  ben diversa dalla democrazia, la forma di governo in cui si attua (e non resta sulla Carta) il principio di sovranità popolare. Questa autoreferenzialità ha radici storiche profonde, che affondano nel craxismo e nel sistema corruttivo dell'ultima fase della Prima Repubblica, basato sul circolo vizioso soldi, voti, potere. Ma nella Seconda Repubblica, una volta abbattuto (dai partiti) l'argine democratico dato dal sistema elettorale proporzionale con voto di preferenza, i sistemi maggioritari, i parlamentari nominati in massa dai capipartito e la personalizzazione della politica hanno impresso una brusca accelerazione alla deriva oligarchica e autoreferenziale della nostra democrazia.  Ed ecco allora le leggi ad personam di un ineleggibile in conflitto d'interessi; la compravendita di senatori e ministri che portò alla caduta di un governo democraticamente eletto; l'inaudita rielezione di un capo dello Stato; gli inciuci e le più o meno larghe intese diventate la regola, mentre nella Prima Repubblica, nonostante l'assenza di ogni meccanismo elettorale maggioritario, furono una breve e storica eccezione (il famoso compromesso storico tra Dc e Pci). Ma è con Renzi che la deriva oligarchica va a insidiare direttamente la tenuta democratica del paese. Questo abusivo eletto da nessuno ha governato più di mille giorni; ha stretto un patto costituente con un delinquente espulso dal parlamento;  ha stravolto il programma con il quale il suo partito avevo chiesto i voti agli elettori;  ha stravolto le alleanze elettorali; ha tentato di imporre a colpi di fiducia una legge elettorale che trasformava una minoranza di voti, senza limiti verso il basso, in una maggioranza assoluta di seggi; ha personalizzato un referendum sulla Costituzione e ritiene di poter mentire a suo piacimento al popolo sovrano; e ora tende un altro "agguato alla democrazia" (R. Saviano) imponendo a colpi di fiducia, a pochi mesi dal voto, una legge "immorale" (P. Mieli) scritta per tagliare fuori il probabile primo partito e per preparare un altro memorabile inciucio con il suo amico delinquente; infine oggi entra a gamba tesa su una istituzione  indipendente e super partes (la Banca d'Italia), sul governo e sullo stesso capo dello Stato, con una mozione "ingiustificabile" (W. Veltroni), "eversiva" (F. De Bortoli), azzardata come un "marciare indietro sull'autostrada" (G. Cuperlo). Ebbene, questo egoarca eletto da nessuno è senza dubbio il campione italiano (e forse mondiale) dell'autoreferenzialità politica. La mozione di cui sopra è firmata dalla deputata del Pd Silvia Fregolent. Il cognome di questa fedelissima di Maria Etruria Boschi (ma che combinazione!) sembra tutto un programma: vi frego lentamente. Concetto che combacia perfettamente con la più bella e azzeccata definizione di questa fin troppo lunga, estenuante, disastrosa legislatura: "un golpe al rallentatore" (M. Travaglio). Una legislatura, nata per effetto di una porcata elettorale incostituzionale, che pretendeva di manomettere la Costituzione e che si conclude coerentemente con un'altra porcata finalizzata a un altro colossale inciucio (potrebbe esserci dentro pure Salvini?) e alla continuazione del potere per chi l'ha scritta e imposta nel modo immorale che sappiamo. Se anch'essa sarà bocciata dalla Consulta, sarà troppo tardi: un nuovo parlamento abusivo e un nuovo premier abusivo (o magari lo stesso di prima) si sentiranno autorizzati a tenere il kulo sulla poltrona per altri 5 anni travisando il principio della continuità dello Stato (che non è una colla permanente ma un trattino d'unione, una legittimazione della breve e necessaria fase di transizione verso doverose elezioni anticipate). Naturalmente questi nuovi abusivi potrebbero reiterare il tutto con un'altra legge elettorale a loro uso e consumo e così via per chissà quanto altro tempo, in un circolo vizioso che gli informatici chiamerebbero "ricorsione infinita". Sarebbe la perpetuazione dell'oligarchia, l'apoteosi dell'autoreferenzialità.

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6 ore fa, fosforo31 ha scritto:

Caro Monello, di questa legislatura tu ed io possiamo finalmente apprezzare una cosa: sta per finire! Anche se in nessun paese serio e democratico una legislatura del genere sarebbe arrivata alla scadenza naturale in plateale spregio della Costituzione e del principio di sovranità popolare. Ora è pacifico che da molti decenni paese serio non lo siamo più, ma oggi io credo di poter dire che stiamo uscendo rapidamente, se già non siamo usciti, dai confini della democrazia. Non a caso il (sedicente) liberalsocialista Eugenio Scalfari, nel suo acrobatico tentativo di conciliare il concetto di democrazia e la denominazione del partito di maggioranza con le oscenità politiche e istituzionali del quinquennio, in buona parte ascrivibili a quel partito medesimo, si aggrappa con tutte le sue residue forze alla teoria, non sua, che identifica sul piano pratico la democrazia con l'oligarchia. Ma io, con Travaglio e Zagrebelsky (da mesi in polemica con Scalfari), constato che l'Italia oggi è in mano a un'oligarchia tutta protesa all'autoreferenzialità, che è cosa  ben diversa dalla democrazia, la forma di governo in cui si attua (e non resta sulla Carta) il principio di sovranità popolare. Questa autoreferenzialità ha radici storiche profonde, che affondano nel craxismo e nel sistema corruttivo dell'ultima fase della Prima Repubblica, basato sul circolo vizioso soldi, voti, potere. Ma nella Seconda Repubblica, una volta abbattuto (dai partiti) l'argine democratico dato dal sistema elettorale proporzionale con voto di preferenza, i sistemi maggioritari, i parlamentari nominati in massa dai capipartito e la personalizzazione della politica hanno impresso una brusca accelerazione alla deriva oligarchica e autoreferenziale della nostra democrazia.  Ed ecco allora le leggi ad personam di un ineleggibile in conflitto d'interessi; la compravendita di senatori e ministri che portò alla caduta di un governo democraticamente eletto; l'inaudita rielezione di un capo dello Stato; gli inciuci e le più o meno larghe intese diventate la regola, mentre nella Prima Repubblica, nonostante l'assenza di ogni meccanismo elettorale maggioritario, furono una breve e storica eccezione (il famoso compromesso storico tra Dc e Pci). Ma è con Renzi che la deriva oligarchica va a insidiare direttamente la tenuta democratica del paese. Questo abusivo eletto da nessuno ha governato più di mille giorni; ha stretto un patto costituente con un delinquente espulso dal parlamento;  ha stravolto il programma con il quale il suo partito avevo chiesto i voti agli elettori;  ha stravolto le alleanze elettorali; ha tentato di imporre a colpi di fiducia una legge elettorale che trasformava una minoranza di voti, senza limiti verso il basso, in una maggioranza assoluta di seggi; ha personalizzato un referendum sulla Costituzione e ritiene di poter mentire a suo piacimento al popolo sovrano; e ora tende un altro "agguato alla democrazia" (R. Saviano) imponendo a colpi di fiducia, a pochi mesi dal voto, una legge "immorale" (P. Mieli) scritta per tagliare fuori il probabile primo partito e per preparare un altro memorabile inciucio con il suo amico delinquente; infine oggi entra a gamba tesa su una istituzione  indipendente e super partes (la Banca d'Italia), sul governo e sullo stesso capo dello Stato, con una mozione "ingiustificabile" (W. Veltroni), "eversiva" (F. De Bortoli), azzardata come un "marciare indietro sull'autostrada" (G. Cuperlo). Ebbene, questo egoarca eletto da nessuno è senza dubbio il campione italiano (e forse mondiale) dell'autoreferenzialità politica. La mozione di cui sopra è firmata dalla deputata del Pd Silvia Fregolent. Il cognome di questa fedelissima di Maria Etruria Boschi (ma che combinazione!) sembra tutto un programma: vi frego lentamente. Concetto che combacia perfettamente con la più bella e azzeccata definizione di questa fin troppo lunga, estenuante, disastrosa legislatura: "un golpe al rallentatore" (M. Travaglio). Una legislatura, nata per effetto di una porcata elettorale incostituzionale, che pretendeva di manomettere la Costituzione e che si conclude coerentemente con un'altra porcata finalizzata a un altro colossale inciucio (potrebbe esserci dentro pure Salvini?) e alla continuazione del potere per chi l'ha scritta e imposta nel modo immorale che sappiamo. Se anch'essa sarà bocciata dalla Consulta, sarà troppo tardi: un nuovo parlamento abusivo e un nuovo premier abusivo (o magari lo stesso di prima) si sentiranno autorizzati a tenere il kulo sulla poltrona per altri 5 anni travisando il principio della continuità dello Stato (che non è una colla permanente ma un trattino d'unione, una legittimazione della breve e necessaria fase di transizione verso doverose elezioni anticipate). Naturalmente questi nuovi abusivi potrebbero reiterare il tutto con un'altra legge elettorale a loro uso e consumo e così via per chissà quanto altro tempo, in un circolo vizioso che gli informatici chiamerebbero "ricorsione infinita". Sarebbe la perpetuazione dell'oligarchia, l'apoteosi dell'autoreferenzialità.

Hai capito sto co@glione di Cazzaro ?? Nel pieno della notte , si alza dal letto , e , in piena crisi di astinenza da odio verso Renzi , tra un miserabile copia incolla tratto molto probabilmente da qualche articolo di fondo di InfoSannio , con l’aggiunta di qualche considerazione personale ad uso Monellebeti ( Sissignori , e’ proprio a quelli come Monellebete che fa sfoggio di autoreferenzialita’, basta vedere l’inizio del post , ndr) , ci ammanta di un lungo post che ha come base portante la solita nenia stucchevole ed onestamente parossistica per quei pochissimi che ancora leggono il Cazzaro oramai prevedibile ed immerso in un magma vergognoso contro chi , grazie ai ai suoi 3 anni di governo , ci ha spinto fuori da una crisi economica terribile, insopportabile . Ed allora il Cazzaro, non potendo smentire i fatti , cambia il versante ed “attacca” Renzi sul piano squisitamente istituzionale , mischiando democrazia e oligarchia come un dedalo inestricabile , un labirinto di Dedaliana memoria come se non ci trovassimo in un Paese occidentale con i contrappesi democratici pronti a controllare eventuali derive bensì in un paese dell’Africa subsahariana o , se preferite in uno stato dell’Ametica Latina , dove un Dittatorello ( che lui vede in Renzi), faccia e disfi a proprio piacimento . E siccome il Cazzaro , oltre che ad essere tale , e’ pure un presuntuoso , deve essere lasciato libero di esercitare quella funzione , si paragona perfino a Travaglio e Zagrebelsky , e dice “ Ma io ( il Cazzaro ), come Travaglio e Zagrebelsky siamo in polemica con Scalfari constatando che l’Italia e’ in mano ad una oligarchia tutta protesa alk’autoreferenzialita’ “. Capito l’empio e tronfio Cazzaro?? Si paragona , intellettualmente e sul piano della visibilità mediatica ai due personaggi citati , paragonando il forum od il comuzietto dal barbiere o dal pizzaiolo una sorta di talkshow televisivo con uno share del 20% . Dopodiche’ passa ad illustrare quali sarebbero , secondo lui , le ragioni per cui non vivremmo in uno stato democratico, ma in una sorta di regime oligarchico , dove la volontà di uno ( Renzi) va in una direzione a lui confacente tentando di schiacciare e sovvertire come un Caudillo qualsiasi quei sottilissimi legami democratici che ancora ci dividono dall’essere un regime dittatoriale dove Renzi assumerebbe immediatamente il ruolo ed il grado di despota ( speriamo almeno non sanguinario ). Quindi , per il Cazzaro , da abbattere immeduatamente. Si mettano l’animo in pace tutti coloro che pensano che il Cazzaro apporti variazioni sul tema e/o notizie e fresche novità circa le motivazioni su Renzi per definirlo e tratteggiarlo come il suo treno dei desideri gradirebbe. O meglio , una novità  ci sarebbe pure e di riferisce alla mozione contro il Givernatore della Banca D’Italia. Il discorso sarebbe lungo e forse e’ meglio discuterlo separatamente in un’altra occasione . Per tutto il resto le solite cose false , indiscutibilmente false da Cazzaro e Bufalaro professionista in spa: Parlamento abusivo (perché Cazzaro ??) , Renzi ( ed altri ) non votati da nessuno ( Cazzaro , non serve essere votati per svolgere il ruolo di Presudenti del Consiglio), Fiducia richiesta sulla legge elettorale ( Cazzaro , e’ uno legittimo e democratico strumento vigente nei regolamenti Parlamentari ) , tentativo di manomettere la Costituzione tramite inciuci ed accordi con chi sta all’opposizione ( Cazzaro , gli accordi sulle regole si fanno con tutti coloro che ci stanno . M5S compreso se non dicesse NO a tutto). Saluti 

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