Tempi di mance, tempi da record

Oggi dal sito di Repubblica:

Passa in tempi record la manovra 2017 in Parlamento, dopo il decreto fiscale diventato legge in circa un mese, oggi la Camera ha approvato, dopo la fiducia di venerdì la legge di Bilancio. Ora, dopo la pausa per il referendum, il provvedimento passa a palazzo Madama per il via libero definitivo. "Nessuna modifica, comunque vada il referendum e approvazione entro l'anno".

http://www.repubblica.it/economia/2016/11/28/news/manova_ok_della_camera_passa_al_senato-153024278/?ref=HREC1-5

Dunque il vituperato bicameralismo perfetto quando vogliono lor signori (ovvero quando sono in pericolo le loro poltrone) funziona. Altroché se funziona: perfetto, puntuale ed efficiente come un orologio svizzero. Non entro nel merito dei provvedimenti contenuti in questa complessa manovra. Sarà il tempo, che quando non è accompagnato dalla fretta è galantuomo, a dirci se si tratta di misure utili (alla collettività e non solo a singole categorie) ed economicamente sostenibili, se quella di Renzi e Padoan è politica virtuosa e lungimirante o una politica della cicala (mirante al risultato di domenica prossima e che i governi futuri e l'Europa ci faranno pagare con gli interessi). Mi limito qui ad aggiornare la lunga lista comprendente enormi regali (come il taglio dell'IRES, cioè della tassa sui profitti degli industriali, l'incremento dei fondi per le scuole private, l'ennesimo condono agli evasori mimetizzato sotto uno strano ibrido tra inglese e latino: voluntary disclosure bis, dove un'interessante novità legata al latino bis sta nella possibilità di sanare pure il contenuto delle cassette di sicurezza: che pacchia per i furbi! etc. etc.) bonus vari, mance e mancette distribuite talune a pioggia, talaltre a macchia di leopardo. Le ultimissime novità, le ultimissime ciliegine messe sulla torta a pochi giorni dal referendum: il "bonus Stradivari" per l'acquisto di strumenti musicali (ottima idea, peccato solo che di "Stradivari", ovvero in senso lato gli strumenti made in Italy di altissima qualità e prezzo, se ne vendano pochi, mentre il grosso del mercato è nelle mani dei produttori esteri) e il bonus 18enni esteso anche all'acquisto di cd (della serie: basta un Sì per godersi gli ultimi successi della hit parade, ma se io avessi 18 anni spenderei quasi tutto il bonus (500 euro) pur di assicurarmi il prezioso quanto irrinunciabile cofanetto natalizio con l'opera omnia dei Pink Floyd).

Insomma, lo dico a beneficio dei più giovani che non possono fare molti confronti con il passato: questa è di gran lunga la più smaccata e spudorata manovra elettorale che sia mai stata voluta da un governo e varata da un parlamento (prono e veloce). Almeno nel Belpaese e negli altri paesi occidentali, se poi in qualche principato o sultanato governato da nababbi hanno fatto di più per vellicare e adescare gli elettori, io non posso escluderlo. Quanto può valere, in termini di voti spostati, questa manovra elettorale da paese dei balocchi? Difficile dirlo, ma credo che una prudente stima possa collocarsi tra il 5 e il 10% dei votanti. Grosso modo altrettanti saranno probabilmente gli indecisi che alla fine si decideranno a votare Sì per effetto del martellamento mediatico di questa che è la più sbilanciata campagna elettorale referendaria di tutti i tempi, dove la tv di Stato, i due maggiori network privati e tutti i giornaloni (dal Corriere a Repubblica) sono nettamente schierati da una parte. Cioè dalla parte di un premier che, giocandosi la poltrona, abusa in modo inaudito del suo ruolo per invadere tutti gli spazi di informazione, e pure quelli di intrattenimento (i programmi in prima serata di Fazio, di Barbara D'Urso, etc.). Qualche mattina fa, mentre facevo colazione e guardavo distrattamente un programma tv in cui si parlava di cucina, una attempata signora presente in studio impastava un dolce e nel contempo auspicava che il governo potesse portare a compimento le sue "belle riforme".

Tirando le somme, possiamo dunque prudentemente stimare che il Sì parta con un vantaggio sul No, dovuto a fattori che non hanno nulla a che vedere con il contenuto della riforma sottoposta a referendum, quantificabile tra il 10 e il 20%.

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4 messaggi in questa discussione

Fosforo31, senza fare polemica, va ricordato che il merito della "questione referendum" non è l'azione di governo ma un voto sulla costituzione. Se il governo si attiva per attuare delle leggi che oggettivamente portano dei vantaggi, secondo me trasversali, non necessariamente alle lobby di potere, io non ci vedo nulla di male. E a parlare della legge di bilancio come di "smaccata e spudorata manovra elettorale", non si fa altro che fare il gioco che si sta criticando, si fa cioè contro informazione ma sullo stesso piano di quelli che si sta accusando di fare propaganda. Per cui per il bene del paese, secondo me conviene di più parlare di cosa cambierà se vince il sì o il no, anziché andare a vedere il marcio a tutti i costi anche in qualcosa che in fondo è positivo

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Non ci resta che aspettare qualche giorno per vedere il risultato del referendum e capire le vere conseguenze del voto soprattutto per la gente

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scusa al ma cosa vuoi che succeda x il popolo sia che vinca il SI o il NO assolutamente niente i poveri continueranno ad essere poveri e i ricchi sempre più ricchi o veramente credete che con il SI anche i poveri diventeranno ricchi ?

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Aljadida, capisco perfettamente il tuo ragionamento. Però anche tu, di fronte all'ennesima trovata elettorale del governo (il reintegro delle pensioni d'oro (questi sciagurati non hanno più freni), perdi (giustamente) la pazienza e in altra discussione scrivi:

Adesso ditemi secondo voi, se così fosse, ditemi voi se uno deve ancora andare a votare, se ci si deve fidare dei politici? Ma non c'è un modo per opporsi a queste ingiustizie?? Voi che ne pensate?

La mia risposta è quella della logica: certo che bisogna andare a votare, bisogna votare NO, sia per difendere la Costituzione sia per mandare a casa non i politici (non puoi fare di tutta l'erba un fascio), ma QUESTI politici spudorati, e per giunta abusivi (Porcellum, etc.), artefici di questo incredibile e inaudito disegno politico. Un'operazione - me ne convinco sempre di più - di cui lo stravolgimento di un terzo della nostra Costituzione non è che un tassello. Il mosaico è ben più vasto, un personaggetto come Matteo Renzi, un semianalfabeta che non sa neppure che il Gottardo non si trova in Italia ma in Svizzera, non può avere architettato da solo tutto questo.  Ricordiamoci del patto del Nazareno, ricordiamoci della pugnalata a Enrico Letta. Non bastavano le televisioni e i giornali, oggi mi sono accorto che anche Youtube è invaso dalla propaganda per il Sì, c'è uno spot perfino qui su Virgilio. Chi paga? Chi c'è dietro? A questo punto temo che quelli che additavano JP Morgan e il suo famoso report del 2013 sulle Costituzioni dei paesi del Sud Europa come ispiratori delle pseudo-riforme renziane non facessero fantapolitica. Proprio ieri in molti tg è andata in onda una intervista a un buon amico di Renzi, Tony Blair. Un altro spot esogeno per il Sì, un'altra intrusione nella nostra vita democratica. Per la cronaca, JP Morgan è la banca d'affari colpevole della truffa dei subprime (ha patteggiato un risarcimento di 13 miliardi di dollari) che scatenò la grande recessione del 2008. Mentre l'ex premier britannico, noto guerrafondaio, già condannato da un tribunale internazionale per crimini di guerra, oggi è consulente profumatamente pagato di JP Morgan.

Saluti

http://temi.repubblica.it/micromega-online/si-scrive-renzi-si-legge-jpmorgan/

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